Parte

  1   Bio|          piano dell'opera grandiosa era già completo nella mente
  2   Pre|          abbastanza bene quando non era presa da soggezione; ma
  3     1|         beate mi si fanno distinte. Era una mattina, in barchetto,
  4     1|          prime porpore del cielo; – era un mezzodì, sotto gli alberi,
  5     1|            noi, senza un brivido; – era una sera, in mezzo a un
  6     1|            pioveva dalle colline; – era una notte, camminando lungo
  7     1|            il mio primo libro. Esso era tutto pieno della tua esistenza,
  8     2|     pungenti,  guerra sorda. Egli era d'una tale gentilezza, ch'
  9     2|          pensava che nel Castello c'era un uomo, provava un sottil
 10     2|         provava un pieno benessere; era un po' languente pel caldo,
 11     2|    riflettere; la sua immaginazione era alterata dalle terribili
 12     2|         illuminava tutto il bacino. Era una luna magnifica. Il bacino
 13     2|                  V.~ ~ ~ ~Adelina s'era gettata nel fitto delle
 14     2|     ritornata in  ed ella, ormai, era risoluta di passare  un'
 15     2|            un'ora, vide che l'acqua era d'una limpidità veramente
 16     2|            anguilla de' suoi raggi. Era un bagno d'oro liquido e
 17     2|            una radice per sedersi s'era rassegnato a rimanersene
 18     2|         coll'acqua fino al mento, s'era messo a discorrere colla
 19     2|         attardava sulla riva. E ciò era orribile. Solamente, aveva
 20     2|         ancora; poi si ricordava ch'era dietro il tronco d'una grossa
 21     2|             non ostante, quel conte era un uomo abbominevole. Lo
 22     2|             non le aveva gridato ch'era  a fare un bagno? Ella
 23     2|          poteva mostrare le spalle. Era uscita un poco dall'acqua.
 24     2|           le braccia nelle maniche. Era coperta dalle ninfee fino
 25     2|      batteva proprio sugli occhi, n'era stordita, abbagliata. Non
 26     3|           fresca. Durante la notte, era scoppiato un violento uragano.
 27     3|             in dieci minuti, il che era assai meritorio per una
 28     3|                  V.~ ~ ~ ~Il pendìo era coperto di piante di fragole;
 29     3|     raccolta fu finita, pensammo ch'era tempo di cercare un cantuccio
 30     4|        timore, poichè il gran Michu era un gagliardo dai pugni enormi,
 31     4|             II.~ ~ ~ ~Il gran Michu era del Varo. Suo padre, un
 32     4|        nella pianura di Uchâme, gli era riuscito a nascondersi.
 33     4|        formidabile.~ ~Il gran Michu era d'altronde, per età, assai
 34     4|              E dopo tutto ciò, egli era d'una dolcezza estrema.
 35     4|            appetito eguale. Egli ch'era tanto altero, giungeva persino
 36     4|       cucina del collegio.~ ~Questo era uno dei nostri più grandi
 37     4|             al passeggio. La regola era che i maestri di studio
 38     4|     porzioni. Per esempio, quando c'era salsiccia, bisognava vedere
 39     4|            Il piano di que' signori era d'una semplicità eroica:
 40     4|    insegnatagli da suo padre, – non era mai stata messa in lui a
 41     4|             La sera, al refettorio, era il giorno del baccalà colla
 42     4|        mostrare che, quando voleva, era capace di non mangiare.~ ~
 43     4|      colazione, scoppiò la rivolta. Era il giorno dei fagiuoli colla
 44     5|      angelica, la piccola baronessa era beatamente assisa al suo
 45     5|           pioggia. La cara creatura era venuta alla predica con
 46     5|            saltando sul lastrico, s'era leggermente bagnata la punta
 47     5|           sua carrozza, d'altronde, era ottima, chiusa, tepida come
 48     5|            più allegra.~ ~In fondo, era tormentata dal timore che
 49     5|           gesto che diceva com'ella era pienamente d'accordo col
 50     5|         esse; – ma tutto questo non era certo di gusto della baronessa.~ ~
 51     5|            in un'estasi soave. Ella era seduta comodamente su d'
 52     5|            incanto delle sue pompe. Era la festa de' suoi sensi.
 53     5|     deliziosamente, a sua insaputa, era il soffio tiepido del calorifero
 54     5|         gonne. La piccola baronessa era assai freddolosa; il calorifero
 55     5|                IV.~ ~ ~ ~Il vicario era sempre in piena collera.
 56     5|            coi tartufi, e il pomard era il suo vino favorito. Il
 57     5|           vino favorito. Il vicario era un bell'uomo, fra i trentacinque
 58     5|         fattoria. Ed oltre a questo era uomo di mondo, ghiotto,
 59     5|            e la piccola baronessa n'era pazza. Ei le diceva con
 60     5|           stessa galanteria; perciò era l'idolo di queste signore.~ ~
 61     5|            salotto, la sua poltrona era accanto al caminetto; a
 62     5|           come se si comunicasse.~ ~Era così buono, così buono il
 63     5|         stato di dormiveglia in cui era, lo vedeva alla sua tavola,
 64     5|          mise a singhiozzare. Quest'era la sua solita tattica. Egli
 65     5|           pose da pellicano ferito. Era il bouquet, il finale, il
 66     5|            come intorpidita. Ella s'era aggomitolata, rinchiusa
 67     5|       cappella dei Santi Angeli, vi era un grande affresco, rappresentante
 68     5|        braccia muscolose! Il peggio era che uno fra essi somigliava
 69     5|    indovinata: il suo cocchiere non era ancora a' piedi della gradinata.
 70     6|          marchesa. Come la sua voce era commossa nel fare questa
 71     6|             ministero. Questa veste era guernita di merletti bianchi,
 72     6|            pallore del cielo.~ ~Ell'era stupenda quella sera, co'
 73     6|           adorabilmente.~ ~Al bosco era un freddo da lupi, un vento
 74     7|         delle risa di monella;  c'era un'intera famiglia: padre,
 75     7|       appuntite. Il suo viso ossoso era giallo, con grossi occhi
 76     7|           imbarazzo.~ ~Un giorno, – era piovuto la vigilia e il
 77     7|           la vigilia e il mio cuore era oppresso, – mentre scendevo
 78     7|    sassolini della strada. Il cielo era pallido. Trovai un sollievo
 79     7| riconosciuto. Il mio vicino Giacomo era beccamorti.~ ~Lo vidi allontanarsi,
 80     7|       toccasse il mio vestito. Egli era  colla fronte china, e
 81     7|       riflettuto a queste cose, e s'era stupito del disgusto e del
 82     7|          Giacomo che il suo còmpito era santo. Ma egli alzò le sue
 83     7|          de' suoi morti. Un giorno, era una ragazza: – la povera
 84     7|            troppo. Un altro giorno, era un vecchio – quel vecchio
 85     7|             aveva rotto il braccio: era un grosso funzionario, che
 86     7|              Otto giorni dopo, egli era morto.~ ~Ero sulla soglia
 87     8|       convinzioni. La vera felicità era su quel tetto, dietro quella
 88     8|          con tanta cura. E la prova era che nello stesso modo si
 89     8|          carne sanguinolenta. , c'era l'ignoto, l'ideale. Un giorno
 90     8|            ed io miagolai con loro. Era un incanto. Essi non avevano
 91     8|            mai latte inzuccherato m'era parso sì dolce. Tutto mi
 92     8|             brutta la strada! Non c'era più quel caro calore, quel
 93     8|           gatto grasso come voi non era fatto per le gioie aspre
 94     9|             vettura. A quel ballo c'era un caldo soffocante, sotto
 95     9|           padre, mi dicesti spesso, era un buon uomo, che mi lasciò
 96     9|        grandi castagni. Il giardino era quasi vuoto. Alcune signore
 97     9|              a qualche passo da me. Era una fanciulletta bionda,
 98     9|            po' più di civetteria.~ ~Era riuscita a prendere alla
 99     9|         dozzina di riverenze.~ ~Ell'era una piccola donna. Fui veramente
100     9|            avanzava sul gran viale. Era un'amica, e bisognava incontrarsi
101     9|           ha regalato papà.~ ~Quest'era il non plus ultra. Ella
102     9|           oltraggiata. La sua amica era sconfitta: non aveva ombrellino
103     9|         cappello, senza dubbio, non era più di moda. Si beffavano,
104    10|         saziava co' suoi sguardi.~ ~Era una ragazza grande e forte,
105    10|            lasciando la paglia, dov'era nata, ella aveva compreso
106    10|            il suo corredo compiuto, era bello incontrarla pei sentieri
107    10|           la miseria del mendicante era sollevata.~ ~I poveri della
108    10|            a ciascuno la sua parte. Era buona e tenera come il pan
109    10|      avevano più cuore. La sua cura era semplice: prestava agli
110    10|          spaventosa la sua miseria. Era cosa sì dolce l'amare e
111    10|    partecipazione, per avvisarli ch'era forzata di sospendere le
112    11|                   Il fabbro-ferraio era un uomo alto, il più alto
113    11|            Quattro Cantoni. La luce era tale che, quando il portone
114    11|         tale che, quando il portone era spalancato, pareva incendiasse
115    11|    lasciando un lampo dietro di . Era la «Demoiselle» alla quale
116    11|            operaio. Quando l'aratro era finito, mi v'inginocchiavo
117    11|          uomo soddisfatto. Egli non era mai triste, mai stanco.
118    11|         tutta la sua ampiezza. Egli era beato contemplando quell'
119    11|            aratri a tutto il paese. Era suo orgoglio che neppure
120    11|         senza di lui. Se la pianura era verde in maggio e gialla
121    11|          maggio e gialla in luglio, era debitrice a lui di quella
122    11|      sinistra, a dritta. La valle n'era tutta piena.~ ~Nel veder
123    11|         testa. Quel toc-toc-toc-toc era come il pendolo giocondo
124    11|             i caldi pomeriggi! Egli era nudo fino alla cintura,
125    12|          scarpe; ricorda che, quand'era piccina, sua madre la conduceva
126    13|           di spavento. Waterloo non era che una fattoria, Magenta
127    13|      montagne. Il piccolo villaggio era esso a sinistra o a destra
128    14|           curiosa di vini squisiti. Era la confusione nella dolcezza!...~ ~
129    14|            qualche quadro di David; era all'Agora; fumava con gesti
130    14|            di gettarsi nella Senna, era Leandro che attraversa 1'
131    14|         vento.~ ~Alla sera, l'acqua era ardente. Il cocente sole
132    14|       qualche volta avevo paura. Ed era già per me un'emozione;
133    14|           me un'emozione; notate; – era un acre piacere.~ ~Bisogna
134    14|            capannotto venatorio; ma era troppo presto, non distinguevo
135    14|           temevo di sparare, come m'era accaduto talvolta, su qualche
136    14|            facoltà si tendevano; io era  curvo per ansietà.~ ~
137    14|          Ieri, intanto che la madre era uscita, venne ad accoccolarsi
138    14|            un vasto bacio di ciò ch'era ieri e di ciò che sarà domani.
139    14|         cara Provenza. Il De Musset era allora mio compagno.~ ~Io
140    14|           prossima a divenir madre, era seduta davanti un prato.
141    14|             ozio ricco ed elegante. Era una felice di questo mondo.~ ~
142    14|             fremente del suo petto. Era un va e vieni furtivo, occupazione
143    14|  sentieruolo, che seguiva la costa, era orlato di larghi campi di
144    14|          dolce profumo. La campagna era chiara e alcuni moscerini
145    14|             angusta delle altre. Vi era qualche marmitta di ferro
146    14|            anche un tondo; ma non c'era la minima apparenza di pentole
147    14|      quartiere. E quel caro piccino era sì sudicio, sì verde e sì
148    14|      avrebbe ricevuto malissimo. Io era il primo profano che penetrava
149    14|          giardino incolto. In fondo era la casa, una fabbrica in
150    14|            riempivano. Ogni mucchio era fatto di una speciale qualità
151    14|          morrò felice.~ ~Quest'uomo era ingrandito a' miei occhi;
152    14|           l'annunzio d'una vittoria era passato su Parigi come un
153    14|            regnava nelle strade. Vi era un gruppo di fattorini che
154    14|              intesi dei singhiozzi. Era un vecchio ciabattino che
155    14|             il marciare delle quali era divenuto una delle nostre
156    14|             quelle limpide mattine, era una festa.~ ~Mi ricordo
157    14|            i mucchi di sassi. E non era raro che la banda scendesse
158    14|    immischiarsene.~ ~La nostra casa era la casa di Dio. Mia nonna,
159    14|          casa di Dio. Mia nonna, ch'era nativa della Beauce, sorrideva
160    14|         nome del loro villaggio, ed era felice quando quel villaggio
161    14|            trincato con essi.~ ~Uno era piccolo e l'altro grande.
162    14|         venne a battere alla porta. Era il piccolo, ed era solo.~ ~–
163    14|           porta. Era il piccolo, ed era solo.~ ~– Il mio camerata
164    14|            ora d'uscirne.~ ~Chauvin era stato sergente, e ritornava
165    14|        confidenze.~ ~In fondo, egli era d'un'ingenuità infantile.
166    14|           di smargiassate militari; era un ciarlone inconscio, un
167    14|           un fuoco d'inferno. Non c'era mezzo d'andarsene. Ad ogni
168    14|             che si stesero a terra. Era una vergogna; ci lasciarono
169    14|           Vi assicuro io che non si era a nozze. E il mattino, quando
170    14|        nell'esercito francese. Egli era d'una semplicità adorabile,
171    14|           avevate paura?~ ~– Oh! io era come gli altri, – rispose
172    14|      Cominciò ad amarla, perch'ella era triste e sofferente. Prima
173    14|             conoscete la casa. Essa era modesta, bianca, perduta
174    14|          che di lei e per lei. Ella era l'anima di quel cantuccio
175    14|        lenta: «Ell'è morta!» – Ella era morta sotto il pergolato
176    14|       malinconica del tramonto. Ell'era morta in mezzo alla sua
177    14|                La casa, da un lato, era tutta rovinata. Essa lascia
178    14|        pergolato che, per miracolo, era rimasto intatto. , in
179    14|             aveva tanto amato; egli era morto dov'era morta Maddalena.~ ~
180    14|           amato; egli era morto dov'era morta Maddalena.~ ~Raccolsi
181    14|            a colpi di badile ciò ch'era stato risparmiato dagli
182    14|        parlato con un fuggitivo, ch'era rimasto quindici giorni
183    14|         Neppure un colpo di cannone era stato tirato alle sette,
184    15|          giovane grande e bruna che era nata per me colla nuova
185    15|        tenerezza del giorno ch'egli era venuto a prendermi nella
186    15|       fredda e deserta, dalla quale era partito il convoglio funebre
187    15|       mattina di maggio.~ ~Il cielo era tutto bianco all'orizzonte,
188    15|            di me un sapiente. Ma io era dalla parte opposta della
189    15|            riprensioni; e il latino era dimenticato. Il mio povero
190    15|             nella pelle. – La valle era mia, affatto mia; l'avevo
191    15|           collo sguardo un cespo ch'era proprio tutto un mondo.
192    15|             della vallata; essa non era più la mia buona amica;
193    15|            posto della valle; Babet era la primavera. – Io non le
194    15|         cavo della mano; ma la riva era alta, e Babet, essendo sdrucciolata,
195    15|             cima delle mie dita; ma era troppo tardi, l'acqua se
196    15|          troppo tardi, l'acqua se n'era ita. Ella diede allora in
197    15|        tanto più che di solito egli era ciarliero. La mia inquietudine
198    15|       cresceva ad ogni passo. Non c'era dubbio; egli mi aveva veduto
199    15|          sgridarmi a suo agio. Ce n'era almeno per un'ora! La colazione
200    15|            che il momento terribile era venuto.~ ~Il fiume si voltava
201    15|          che il momento di lavorare era venuto.~ ~Mio zio pareva
202    15|        ringrazio!~ ~Mio zio Lazzaro era tutto rosso. Egli sentiva
203    15|         separazione.~ ~La colazione era fredda, come lo avevo preveduto,
204    15|     giovinezza energica della terra era penetrata nel mio cuore,
205    15|          freschezza dell'erba.~ ~Io era uscito per vedere Babet;
206    15|           parve eterna di felicità. Era dessa la mia giornata di
207    15|        verso le tre del mattino, io era steso sulla nuda terra,
208    15|            dalla polvere. Il nemico era finalmente dinanzi a noi,
209    15|              Mio zio piangeva perch'era povero, perchè doveva lasciarmi
210    15|  bruscamente alla terribile realtà. Era spuntata l'alba, e la pianura
211    15|          crescente riempiva l'aria: era l'appello delle trombe,
212    15|               Il campo di battaglia era scelto meravigliosamente
213    15|             le alture, e la pianura era solcata da lunghe file d'
214    15|                Una rabbia furiosa s'era impadronita di noi. Quando
215    15|           sola idea che mi restava, era che sparerei finchè tutto
216    15|         suoi pezzi.~ ~Ma lo slancio era preso, le palle non fermavano
217    15|      Lazzaro.~ ~Quando risensai, io era coricato sul fianco, nella
218    15|               Intorno a me la terra era nera. Alzando la testa vidi,
219    15|             orribile; il monticello era coperto di corpi tagliali
220    15|        pezzi e sfigurati; il sangue era sgorgato in tanta abbondanza
221    15|           strepito delle fucilate s'era allontanato. Lacrime dolcissime
222    15|          fulvo. L'azzurro del cielo era più pallido.~ ~Terminai
223    15|         sotto il sole di piombo. Ed era in quella pianura desolata,
224    15|              Compresi finalmente ch'era il signore di Montrevert,
225    15|           Io l'avevo creduto morto. Era coricato colla faccia contro
226    15|          braccia aperte. Quell'uomo era stato buono con me, sentivo
227    15|             sul campo di battaglia. Era la fine d'un bel giorno.~ ~
228    15|          fasciava, se la mia ferita era grave:~ ~– Grave! – mi rispose
229    15|          Duranza, mia prima amante, era adesso per me una buona
230    15|            che ne circondava, Babet era sterile. Benchè fossimo
231    15|        prima di essere prozio. Egli era ritornato fanciullo, e si
232    15|           di avere un ragazzo; egli era già grande e portava dei
233    15|      domandò, – che sia per oggi?~ ~Era un mese che ogni mattina
234    15|          dato la fortuna. Anch'essa era all'autunno: ella aveva
235    15|             popolo di vendemmiatori era opera mia, quelle viti erano
236    15|          pallidissimo. La domestica era finalmente arrivata alla
237    15|          dolore. Lo zio Lazzaro, ch'era asceso adagino dietro a
238    15|       bussava già all'uscio, che io era ancora a metà della scala,
239    15|       batteva a gran colpi. Mio zio era chino sulla culla. Babet
240    15|            avea fatto obliare. Egli era tutto roseo. Babet diceva
241    15|           sorridenti.~ ~La finestra era spalancala. L'odore dell'
242    15|             si è colti dal sonno.~ ~Era discesa in noi una tale
243    15|      inquietudine. Durante la notte era sopravvenuto lo sgelo, e
244    15|             della masseria. Giacomo era alzato da lungo tempo. Io
245    15|             aveva già diciott'anni; era grande, robusto, aveva le
246    15|        salici della riva. Giacomo s'era fatto un vero contadino,
247    15|           anni, e, da due anni, ell'era la gioia del podere. Nata
248    15|     credevamo più d'aver figli, ell'era doppiamente amata. La sua
249    15|             ce la rendeva più cara. Era trattata da signorina; sua
250    15|              tanto la piccola Maria era graziosa colle sue gonnelline
251    15|       ornate di nastri.~ ~Maria non era discesa dalle mie spalle.~ ~–
252    15|           si spandeva nella stanza, era d'una tristezza mortale.~ ~–
253    15|             provava a scherzare, ma era inquieto come noi senza
254    15|           fuoco; l'aria al di fuori era tiepida, ma in casa, pioveva
255    15|       rideva, rispondendomi che lui era giovane, e che avrebbe fatto
256    15|        pensavo allo zio Lazzaro, ch'era rimastocalmo in faccia
257    15|          zio Lazzaro.~ ~La finestra era come murata; la nebbia,
258    15|          Dietro a questa muraglia c'era il vuoto, l'ignoto. Solo
259    15|              La Duranza straripava. Era essa che mandava quel clamore
260    15|         sulle montagne, ogni poggio era diventato un torrente, che
261    15|        momento del disgelo, l'acqua era salita fino alla porta della
262    15|         masseria. Ma giammai l'onda era cresciuta così rapidamente.
263    15|        ricordavo che lo zio Lazzaro era tenero delle tue acque chiare,
264    15|          momento Margherita, che si era avvicinata alla finestra
265    15|          quando una voce mi chiamò. Era Giacomo che si aggrappava
266    15|             trovare. E, sentendo ch'era impossibile di utilizzare
267    15|         stesso abbraccio.~ ~Giacomo era ritornato alla finestra.
268    15|           strappato dalla corrente, era caduto davanti la finestra.
269    15|          Largo parecchi metri, esso era fatto di travi leggere e
270    15|       piccola Maria: la fanciulla s'era svegliata, e, piena di spavento,
271    15|           poichè sentivo che quello era un bacio supremo.~ ~L'acqua
272    15|             A poco a poco la nebbia era sparita. Poteva essere mezzanotte
273    15|          orrore grandioso. La valle era divenuta fiume. Da un colle
274    15|             viale di quercie dove s'era rallegrata la mia giovinezza
275    15|           quello scoglio.~ ~Babet s'era levata ritta in piedi e
276    15|         erano in fondo. Ella gli si era certo attaccata, l'aveva
277    15|           occhi. Nasceva il giorno. Era finita la mia notte d'inverno:
278    15|        inverno: terribile notte che era stata complice dell'assassinio
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