Niccolò Palmeri
Calendario dello agricoltore siciliano

XXIX. sulla digitale purpurea.

Trapiantagione.

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Trapiantagione.

I piantoni nasceranno, per la piccolezza del seme, folti e confusi. Non si devono trapiantare che prima non giungano all’altezza di due a tre pollici. In terra piena, la distanza di mezzo palmo fra l’uno e l’altro è bastante. In un vaso di mediocre grandezza due o tre vegetano senza impaccio; ma chi voglia alcuna pianta bella ed alta, dovrà guardarsi dal porre più di un piantone in un vaso.

Nel fitto della state, e in generale in ogni tempo di siccità, bisogna discretamente adacquarli; nell’inverno è ottimo esporli al debole raggio del sole; avvertendo però che troppa acqua li fa marcire e troppo sole seccare. Generalmente, la digitale, ama i luoghi ombrosi e freschi(26); per questo è che una gran quantità di piante si perdono nel gran caldo. Non è che in alcuni climi settentrionali ov’essa sta ad aria aperta senza averne del danno.

Chi poi volesse perenne la digitale non dovrà fare che tagliarne gli steli, quando salgono in fiore, e la pianta per questo mezzo durerà parecchi anni.

Queste pochissime cure si vogliono per la buona riuscita d’una pianta tanto avvenente e tanto utile insieme. Non è la novità che qui se ne intende mostrare, perchè essa si va oggi coltivando in più parti. È la considerazione di quelle medicinali virtù che in essa si chiudono che la rendono più pregevole, e che si ignorano da quei medesimi che la coltivano.

Risiedono queste principalmente nella foglia, la quale è amarognola, ma di un amaro tutto proprio suo. Raccogliesi nell’inverno quando la pianta si approssima all’infiorescenza; e si fa seccare al sole, o a un leggiero calor di fuoco. Tale essiccazione le fa perdere quattro quinti del peso, e mandare un odore assai disgustoso. Indi se ne forma la polvere, la decozione, la tintura, ecc.

Nei tempi antichi questa pianta non era molto in uso per le sue venefiche qualità. Infatti presa a dose avanzata è capace di produrre nausee, vomiti, vertigini, oscuramenti di vista, ecc. Ma a dose rifratta è oramai provato dall’esperienza che è assai giovevole ai mali di cui sopra si disse, e che specialmente per l’attività che ha di scemare le pulsazioni, serve a ritardare i funesti progressi delle aneurisme, se non ad estinguerle interamente.

A. C.

 





26   Noi non ne manchiamo in Sicilia, per la varietà dei climi che vi si trovano. Ma se pure alcune contrade ne mancano, poca arte vi vuole per supplirvi, come per avventura si pratica dall’intelligente Direttore del nostro orto botanico.



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