Niccolò Palmeri
Calendario dello agricoltore siciliano

I. SERIE DEI LAVORI MENSILI DA PRATICARSI DALL’AGRICOLTORE SICILIANO.

febbraro

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febbraro

Si comincia la seconda aratura dei maggesi.

Nelle marine si principio alla seminagione del grano marzuolo (tumminia).

Si prosegue a sarchiare i grani, ed a zapponare le fave primaticce.

Si arano la seconda volta le risaje.

Si continua a piantare lenti e cicerchie nei grandi poderi e nelle chiuse.

Nel vigneto si dispongono le canne lunghe cinque o sei palmi a due o tre accanto ogni vite (arrugari), in seguito s’impala e si lega con disa.

In alcuni luoghi dell’Isola, trattandosi di forte e buon terreno, è in questo mese che si potano le viti, e qualche volta anche più tardi.

Si innestano le viti a marza, o a trapano; e si fa anche l’innesto propaginando, col fissar sopra di esso a marza un breve tubo di canna intonacato di terra.

Si alzano le pergole.

Si zappano gli ulivi.

L’ortolano fa il semenzajo del tabacco, e pianta la siepe comunemente con barbatelle, e nelle terre umide interrando intorno all’orto una funicina prima bagnata e poi coperta di semenza di rovo (ruvettu).

Dal giardiniere s’innestano peri, pomi, peschi, alberges (sbergi); si piantano i semi o i rami dei peri, meli, gelsi, nespoli, mandorli, fichi, cedri, cotogni, pioppi, giuggioli (nzinzuli), castagni, salci, bossi, citisi e della palma.

Si prosegue il piantamento dell’erbe odorose e dei gelsomini selvaggi. Si dividono le piante grandi della ortensia (in quei luoghi ove il clima il comporterà), e se ne piantano i rami. Si tosa il bosso.

Si comprano gli animali per la razza: cavalli. asini, tori, pecore, capre, porci.

Si visitano le arnie delle api (fasceddi), e si profumano con erbe forti, come rosmarino ec.

Si levano dalle arnie i favi (vrischi) viziati. Si continua a somministrare alle api il nutrimento, e si comincia a provvederle d’acqua, dove l’alveare non sia vicino ad un rigagnolo.

Si ripulisce il colombajo e si ristaurano i nidi dei colombi perchè non cadano le uova.

Si continua a porre sotto le chiocce le uova delle galline, gallinacce, oche, anitre e di altri volatili.

 


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