Niccolò Palmeri
Calendario dello agricoltore siciliano

I. SERIE DEI LAVORI MENSILI DA PRATICARSI DALL’AGRICOLTORE SICILIANO.

maggio

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maggio

Si compiscono i maggesi.

Si miete nelle marine l’orzo, ed in alcuni luoghi anche il frumento; ma nelle montagne e nei paesi freddi si puliscono per l’ultima volta i seminati, svellendo con le mani l’erbe cattive.

Nelle contrade calde si svellono le fave secche ed i piselli, come pure il lino.

Ad eccezione dei luoghi boscosi e delle colline, si miete il fieno; mietuto si lascia asciugare al sole, rivoltandolo ove si possa. Se in questo tempo vien bagnato dalla pioggia, si aspetti finchè risecchi, onde legarlo in manipoli. Quindi se ne formano dei covoni (gregni) che fatti più secchi si trasportano vicino i campi da seminare e da maggesare, nei luoghi destinati a formare le bighe (burgi). Desse hanno presso di noi la forma di una gran capanna, e contengono dodici, quindici o venti migliaia di covoni. A dare scolo alle acque sogliono ricoprirsi di fusti e foglie di alcune piante, come la buda ed il fanuso, che colla loro scorza liscia e silicea servono quasi di tegole e di grondaie.

Si zappa la quarta volta la vigna, e si sterpano i nuovi getti delle gemme (sbrucculunari).

Si zappano la seconda volta gli ulivi; si toglie il musco dal dorso dei vecchi ulivi, e si puliscono colle roncole.

I diligenti agricoltori verso la fine di questo mese fanno svellere l’erba dalla terra ove è piantato il sommacco, e si la terza zappatura alle piante giovani.

Si zappano per la seconda volta le patate.

L’ortolano fa il semenzaio dei cavoli, e trasporta le pianterelle seminate in aprile.

Si prosiegue a piantare le piante cucurbitacee, come zucche, cetriuoli ecc. Si tagliano i carciofi. Si colgono i piselli tardivi.

Il giardiniere incomincia a cogliere le ciriege, e nei luoghi caldi le albicocche.

Si continua a trapiantare i fiori di state e di autunno. Si comincia la raccolta dei semi di varie piante, come dei leucoi giallo e purpureo (barcu giarnu e viulettu) ecc. Si possono togliere da terra le radici dei ranuncoli e degli anemoni, come pure le cipolle dei tulipani, narcissi, giacinti ecc., purchè le loro foglie comparissero secche; dopo averle in qualche modo asciugate, si conservano in una stanza fresca e ventilata, distese in largo su delle tavole.

Si vende nei mercati tutto il bestiame inutile, e si tosano le pecore.

Si procurano i nuovi subalterni per l’anno avvenire.

Si riconciano gli scagli.

Si preparano le tregge (straguli), le falci, e tutti gli strumenti da servire alla messe ed al raccolto. La sollecitudine nelle due grandi operazioni agrarie, la semina ed il raccolto, determinano la ricchezza dell’agricoltore.

 


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