Niccolò Palmeri
Calendario dello agricoltore siciliano

I. SERIE DEI LAVORI MENSILI DA PRATICARSI DALL’AGRICOLTORE SICILIANO.

luglio

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luglio

Si fa quasi generalmente il raccolto del grano.

Si trasportano i covoni presso l’aia, e se ne formano le biche (timugna).

Il diligente agricoltore fa l’ammannato; si destinano a ciò gli uomini nel tempo che il vento non permette di spagliare; ognuno si mette avanti un covone, e ne tira le spighe più belle, tutte della stessa specie di frumento. Queste si mettono da parte, si mazzicano, ed il prodotto di questo frumento scelto serve in seguito per semenze di tutto il podere. A circostanze uguali la semenza scelta il tre ed il quattro di più di prodotto, ed i frumenti scelti hanno sempre un prezzo maggiore. Ma gli agricoltori accorti non lo seminano che sopra maggesi netti e non concimati, attesa l’alterazione che suol dal concime derivare al frumento.

Si trebbia il frumento ed anche gli altri cereali.

Si comincia a raccogliere il cotone, e si continua nei seguenti mesi fino alle piogge autunnali.

Si taglia il sommacco adulto, il che nei paesi freddi si differisce ai primi del seguente: si lascia steso in terra finchè sia prosciugato; quindi si trasporta all’aia per batterlo, e di poi alla macina per polverizzarlo, o pure si vende in foglia.

Si raccoglie il colza.

Se il giardiniere non vuol vedere dannificati dal vento gl’innesti, che egli ha fatto nei precedenti mesi, attacchi ai medesimi dei pali.

Si comincia ad incidere il frassino per estrarne la manna, e si continua finchè dura la sua stagione.

L’ortolano mette in terra le pastinache, gli spinaci, i broccoli, i finocchi e le cipolle; spunta i melloni ed irriga le piante del tabacco secondo il bisogno.

Si piantano dal fiorista i rami delle piante crasse; si continua la raccolta dei semi.

Si ha cura dei polledri di fresco nati, tenendoli all’ombra nell’ora del meriggio, perchè molti ne periscono pei moscherini.

I boari diligenti non lasciano mai coricare i buoi nelle ore calde; dappoichè il calore della terra gli inaridisce in modo da non potersi più riavere.

Si raccoglie il miele e la cera dagli alveari, che da noi dicesi tagliare le api.

 


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