Niccolò Palmeri
Calendario dello agricoltore siciliano

I. SERIE DEI LAVORI MENSILI DA PRATICARSI DALL’AGRICOLTORE SICILIANO.

ottobre

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ottobre

Di rado accade che in questo mese la terra non sia già in istato di seminarsi, ma è ben raro che vi sieno agricoltori che lo facciano. Chi ha indovinato questo momento ha assicurato in metà il buon raccolto. Quando la terra cede con faciltà e in tutti i sensi all’aratro, quando le nuove erbe cominciano a sbucciare, il tempo della semina è opportuno, ed ogni giorno che passa è un grado di probabilità che si perde del buon raccolto. Il vantaggio di seminar presto è stato sempre conosciuto dagli agricoltori di tutti i tempi e di tutti i paesi. Dice Virgilio che l’agricoltore deve arare e seminare finchè sta ignudo. Seminando presto, la pianta ha tempo di abbarbicare, ed i geli d’inverno non faranno che mortificare le foglie; i succhi si restringono alle radici, queste acquistano maggior forza, e nei primi calori dopo il solistizio cominciano a mettere copiosi culmi onde dipende l’ubertà del raccolto.

Si principio ugualmente alla seminagione del lino autunnale.

Si continua la raccolta della robbia.

Il fattore si occupa della vendemmia, obbietto assai interessante nell’economia agraria. I più diligenti sogliono raccorre le uve non più tardi del punto della maturità in giorni sereni, e quando è già rasciutta la guazza della notte (acquazzina). La pratica di raccogliere i graspi per mezzo di una rete di canape è molto lodevole; come lo è pure quella di separare i grappoli marci ed immaturi, dai maturi e sani, e le uve bianche dalle nere. Chi poi vorrà formare un nuovo vigneto nel venturo anno, osserverà e noterà con accuratezza in questa occasione le viti più vigorose e meglio produttrici, dalle quali prenderà a suo tempo i rami.

Si principio alla raccolta delle olive ed alla estrazione dell’olio; l’uso di battere gli alberi con delle mazze nuoce ugualmente alla qualità dell’olio che alla fruttificazione degli alberi. Gli attenti agricoltori raccolgono le ulive poco prima della maturità; le ripuliscono dalle immondezze e dagli estranei, evitano di ammontarle e di farle fermentare, sottoponendole subito che sono raccolte al frattojo (raddulu), e tengono le stanze, le gabbie, il frattojo ed i vasi netti e puliti, per evitare che gli olii contraessero il menomo odore o viziamento.

Si trebbia l’uno e l’altro riso, si pesta nei magazzini perchè imbianchisca, e se ne comincia la macina.

L’ortolano semina i cavoli cappucci, regitani e genovesi.

Il fiorista sotterra i bulbi dei fiori di primavera, come i giacinti, tulipani, corone imperiali, ed i tuberi dei ranuncoli e degli anemoni. Si piantano i nuovi rami di garofani, e si trapiantano quelli messi in terra nel mese di marzo.

Si tosano pure l’erbe odorose che adornano i viali.

Si fa la raccolta dei semi dei fiori d’autunno, ponendo cura a raccogliere separatamente quelli delle migliori varietà per estenderne la moltiplicazione.

Spesso nel presente mese, essendo state copiose le piogge di autunno e l’erba abbondante, si comincia a mugnere le vacche.

Nelle mandre ben tenute cominciano a figliare le pecore.

 


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