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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
1. Bisogna che il giardiniere coltivi le piante per genio, non per la sola mercede, altrimenti non saprà farsi onore; onde il padrone coltivi o vegli a tutte le operazioni. Quello inoltre deve essere onesto, altrimenti le rarità presto scompariranno dal giardino.
2. Sia il giardino ben riparato, e non soggetto alla nebbia. Le ajette e compartimenti facciansi di pietre, mattoni, o tavole. Il bossolo, e qualunque erba rubano l’alimento alle piante, e servono di commodo agli insetti, per fare, propagandosi, strage di fiori. Chi vuol conservare l’uso di orlare le ajuole con tali piante, rinunzii ad avere un giardino pulito e libero dagli insetti.
3. La terra di un giardino deve peccare piuttosto nell’essere sciolta che tenace. Lo scolo dell’acqua debb’essere facilissimo e rapido. I concimi sieno almeno di un pajo d’anni. Le vinacce dopo tre anni possono servire pel fiorista invece del terriccio di bosco. Si badi che lo ingrassar troppo è spesso cagione che molte piante vanno a male. La pratica insegna quando occorra aggiunger letame.
4. Le piante con cipolla amano il terreno sabbioso mediocremente pingue. Le piante tuberose, o a radica, lo vogliono più compatto, ma non troppo pingue. Una terra di vecchio canapaio passata a traverso un vaglio è molto conveniente.
5. Non dee il giardiniere fissare mese, nè quarto di luna per lavorare e ripulire il giardino. Le stagioni di primavera e di autunno sono quelle dei maggiori travagli da farsi, se è possibile, prima che cadano le benefiche piogge. Ogni giorno vi è qualche erba da levare, qualche angolo da lavorare.
6. Non si possono dare precise regole intorno alla disposizione dei fiori. Un abile fiorista tiene le sue ajuole in modo che possono quelli succedersi. Perciò p. e. pianta nel mezzo o nell’orlo delle ajette le piante da primavera, e poi mette dove lasciò vuoto quelle della estate. Non piace quel destinar esclusivamente una porzione del giardino alle piante di una data stagione. Rimanendo vuota dopo la fioritura, rende tristo il giardino.
7. Si pecca fra noi nel tenere vasi grandi. I giardinieri di Francia e di Germania al contrario li vogliono troppo piccoli. Ciò va bene in quei paesi. Ma fra noi, dove abbiamo una vegetazione rapida ed il sole ha molta forza, si corre pericolo di perdere delle piante. L’esperienza convince di questa verità. I vasi sieno proporzionati alla pianta. Ricordiamoci però che quando sono troppo grandi le piante tardano più a fiorire. Se sono angusti, il caldo le uccide. Tutti i vasi sieno bene a cono troncato, e non altrimenti.
8. Si trapianti quando le pianticelle hanno almeno cinque o sei foglie. La mattina per tempo, e poco prima del tramontar del sole, sono le ore migliori. Si difendano dal sole e dal freddo, cuoprendole almeno con un vaso vuoto a rovescio.
9. Si usi diligenza nel raccogliere i semi asciugandoli bene all’uggia, e riponendoli in luoghi asciutti. Si tronchino con tagliente temperino i rami delle piante che ne hanno troppi. Si lascino solo i fiori più vigorosi.
10. Chi ha copia di semi semini; specialmente quelle piante che sono perenni, appena il seme è maturo; se ne troverà sempre contento secondando così ciò che farebbe la natura stessa.