Niccolò Palmeri
Calendario dello agricoltore siciliano

VIII. coltivazione dell’ortensia.

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VIII.
coltivazione dell’ortensia5.

L’ortensia (hortensia mutabilis) si contenta di una terra sciolta e fresca cui sia aggiunto del terriccio di bosco, ed anco della arena estratta dal fondo delle lame marittime6 arricchita colla decomposizione degli animali e vegetabili che per lunga serie di anni sonovisi corrotti. Preferisce l’esposizione a levante, e sempre bene e molto difesa dai raggi solari, ed in ispecial modo quando comincia a fiorire. Ciò accadendo nella grande està converrà annaffiarla mattina e sera. Si propaga col mezzo dei piantoni7 e dei margotti8, ed anche con somma facilità ponendo in terra in ottobre ed in marzo le mazze tagliate nel potarla; con questo metodo, moltiplicandosi prestissimo, tosto che se ne abbia una quantità di piante, che troppo cure richiederebbero ad essere custodite in vasi proporzionati alla loro forza e grandezza, che va rapidamente aumentando, conviene collocarle in terra, facendovi una buca corrispondente alla mole dei vasi ed un poco più profonda per potervi formare un suolo di lettiera di stalla, all’ombra di qualche cerchiata, o di folte piante anco boschive, ove esigono minori cure, servendo più rare annaffiature ed una semplice rinnuovatura superficiale di terreno una volta sola all’anno, giacchè questa pianta lo sfrutta e lo impoverisce molto e presto. Perciò tenendola in vasi dove si abbia cura di tagliare alle giovani piante i primi fiori, queste ne riprodurranno presto dei nuovi in maggior quantità, che nel settembre sogliono sfiorire9, ed allora si cambieranno i vasi, e si rinnoverà il terreno con i mescoli preparati al solito modo.

Questa magnifica pianta, che giunge a portare contemporaneamente ottanta, cento e più globi bianchi, rossi, verdi e gialli, secondo la diversa loro maturità, per cui vien ricercata avidamente da tutti gli amatori e dilettanti di giardini, perisce con faciltà ed intisichisce per mancanza di attenzione e di custodia, e qualche volta, benchè più raramente, per eccesso d’inaffiature, per troppo sole ecc., onde richiede una continua vigilanza del giardiniere, che seguitando questi suggerimenti dettati da una lunga pratica esperienza, potrà godere della vista sorprendente di questa pianta, creata per istupire chiunque non l’abbia giammai veduta.

Se ne osserva di quando in quando una varietà non meno bella, e più apprezzata, forse perchè più rara, con turchini nella loro perfezione, ma questa facilmente degenerando, e poca efficacia ricavandosi dalle ricette spacciate per ottenerla e conservarne il colore, fra le quali un miscuglio di nitro con limatura di ferro, vi è tutto il luogo di temere che provenga da qualche accidentalità indipendente dalla mano dell’uomo, di cui è molto difficile dar buone ragioni, ed è superfluo per l’oggetto del presente Calendario di occuparsene.

 





5     Per rendere omaggio al bel sesso, aggiungiamo un articolo sull’ortensia, estratto da Lunario dei contadini, sperando che le signore saranno per gradire questi pochi cenni sulla cultura di un fiore che tanto loro somiglia, non perchè mutabile spesso, ma perchè sempre vago.



6     Lame marittime, pianure presso il mare.



7     Si dicono piantoni i nuovi getti che vengon su dalle radici, e dai nostri son chiamate barbotte.



8     Margotti, propagini fatte dai rami delle piante che si fanno passare a traverso di un vaso pieno di terra, che i Franccsi chiamano margotte. Si fa così da noi per propagare il gelsomino o altre piante, e si chiamano caruseddi, calaturi.



9     I nostri fioristi possono per avventura credere che da noi questa pianta fiorisca molto più tardi, ed esser tratti in errore dall’osservare che sulla fine di ottobre il suo fiore di verde si muta in rosso. A scanso di ogni equivoco è bene l’avvertire che da noi in ottobre la corolla del fiore è già secca e caduta, ciò che resta è l’ammasso di tutti i calici del fiore, che all’occhio inesperto sembra un fiore, i quali in questo tempo, da verdi che erano, cominciano a diventar rossi e producono il vago cambiamento. Quindi i fioristi possono senza alcun timore da noi trapiantare l’ortensia sulla fine di ottobre, malgrado che apparisca d’essere ancora fiorita. Ove però non voglia perdersi la vaghezza di quest’ultimo cambiamento può aspettarsi a potar l’ortensia in marzo, perchè questa pianta gentile potrebbe soffrire, se si potasse in inverno.



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