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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Una società di speculatori francesi ha messo in vendita certo concime che chiama polveri vegetali, le cui virtù e la maniera di usarle si descrivono in un avviso in stampa che si è fatto circolare in Europa. Per conoscere un tal concime noi ne facemmo venire una certa quantità. Persona che ne fece l’analisi assicura che in 240 acini di esso concime si sono trovati acini 90 di acqua di trattenimento, sostanze vegetabili ed animali; il rimanente è solfato e carbonato di calce, allumina, poco di magnesia e di ossido di ferro, silice, e fosfato di calce.
Dalla quale analisi ben si scorge che una tal sostanza non è che terra, alla quale si è mescolato dell’ingrasso animale e vegetabile, e forse del bottino. Si sa che ciò che dicesi comunemente terra non è che un composto di silice, calce, allumina, magnesia, ossidi di ferro e di manganese uniti a sostanze animali e vegetabili, ed a combinazioni saline, acide ed alcaline (Davy, Chimica Agr., lez. IV.) Queste sostanze esistono in varie proporzioni in tutti i terreni in istato o di combinazione chimica, o di mescolanza meccanica. La varia proporzione in cui essi esistono, la mancanza talvolta di alcuno di essi, costituiscono le differenti qualità delle terre, e la maggiore o minore feracità delle stesse.
Paragonando l’analisi delle polveri vegetali a quella di varie sorti di terreno analizzate da Davy, si scorge in queste una dose maggiore di sostanze animali e vegetabili. Ciò che ci conferma nella sopra esposta idea sulla natura delle stesse.
Posto tutto ciò facciamoci ad esaminare il valore delle sudette polveri. Esse sono un composto di terra e d’ingrasso. La terra per sè stessa non è un ingrasso; può servire a migliorare un suolo, quando essa contiene dei principj che mancano in questo. Tale è l’effetto di tutti gl’ingrassi minerali. Se dunque l’analisi fattane è esatta, le polveri vegetali dovrebbero esser meno fertilizzanti di quel che sarebbero le sole sostanze animali e vegetali ch’esse contengono nella proporzione di 90 a 240.
È però da riflettere che anche la terra stessa può avere acquistata una certa forza fertilizzante; non solo perchè può agire come ingrasso minerale, ma perchè serve a contenere le parti volatili e fluide del concio, che altrimente si disperderebbero. Si usa in fatti dai buoni agricoltori inglesi con sommo profitto quel concio ch’essi dicono compost, ch’è un mescuglio di tutte le spazzature della casa e del cortile, degli avanzi delle stalle, di fimo, ec. il quale miscuglio si mette nelle concimaje a strati, frapponendovi degli strati di buona terra, la quale serve ad accrescere utilmente la massa del concio, fissare, come si disse, quelle parti dello stesso, che in altra guisa sarebbero perdute, e finalmente ad impedire la violenta fermentazione delle sostanze.
I principj animali e vegetabili però che si contengono in queste polveri, devono necessariamente essere estremamente spossati, o affatto spenti da una lunga fermentazione. È una verità dimostrata che gl’ingrassi perdono in attività quanto più invecchiano.
È degno ancora di considerazione che le polveri vegetali, non potendo contenere quella copia di semi che si contengono negli ordinarj ingrassi, possono adoperarsi nello stesso anno col frumento, senza farvi precedere la coltura di fave o di altre piante baccelline. Lo che deve necessariamente farsi, quando si usano tali concimi, per avere il tempo di estirpare tutte le piante parassite, i cui semi essendo combinati col concio vengono sù, quando esso è sparso nel campo. Ciò che non può avverarsi nelle polveri vegetali, perchè i semi, ove anche ve ne siano, trovansi già decomposti.
Noi però non sapremmo consigliare a’ nostri agricoltori a mandar sino in Francia a provvedersi d’un tal concime per fertilizzare i loro poderi. Qualche piccolo saggio da noi fatto sulle medesime prova, che esse non hanno più efficacia del concime che da noi comunemente usasi. Sarebbe dunque una strana manìa il provvedersi d’un concime dispendioso, mentre da noi se ne trascura una gran quantità del più efficace.
Le polveri vegetali sono preparate in Marsiglia da una società di specolatori che ha assunto l’impresa, coll’autorizzazione del Governo, di ripulir le latrine, spazzar le strade e sbarazzare la terra e i cementi delle fabbriche dirute. Dalla combinazione di tutti questi materiali si è formato un immenso deposito di concime, che la società vende con sommo profitto. Una tal società è detta: Intrapresa generale delle latrine mobili.
Delle nuove macchine si sono inventate per ripulir facilmente e raccorre le latrine senza nuocere alla salute umana. In Sicilia non v’ha quasi città e villaggio in cui le strade non sieno così sporche, che tutto l’abitato presenta l’aspetto di una gran concimaja più presto che di un luogo destinato al soggiorno di uomini. Anzi nella capitale stessa non solo le principali strade non sono mai spazzate qual si converrebbe ad una capitale, ma delle piazze e delle strade si veggono destinate a pubbliche latrine, senza che alcuno si dia la pena d’impedire, o di riparare una sì stomachevole sporcizia, e molto meno di profittarne (13). Così, ciò che forma tra noi un oggetto di sconcezza e d’insalubrità, serve altrove a dar nuovi impulsi ai talenti del filosofo, all’industria dello specolante, ed offre una nuova sorgente di pubblica e privata ricchezza.