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XIV. precetti pel buon governo de’ filugelli, tratti dall’arte di governare i bachi da seta del Conte Dandolo. |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Le uova dei bachi da seta devono schiudersi in un piccolo stanzino perfettamente asciutto, munito d’un camino, stufa, di sfiatatoi nella volta per rinnovarne l’aria, di una finestra vestita di vetri, perchè la luce molto contribuisce al ben’essere de’ filugelli, e sopra tutto di un termometro. Ivi si situeranno in cassettine di cartone, o di sottili assicelle di grandezza proporzionale alla quantità della semente. Finchè la semente si dispone a nascere, conviene una volta o due il giorno muoverla con un cucchiajo, perchè il calore agisca sempre ugualmente sulle uova.
Ne’ primi due giorni che le uova sono nella stufa il calore dovrà essere al 14, nel terzo a 15, nel quarto a 16, nel quinto a 17, nel sesto a 18, nel settimo a 19, nell’ottavo a 20, nel nono a 21, nel decimo, undecimo, e duodecimo a 22. Quando il calore è giunto a 19 giova mettere nella stufa un piatto pieno d’acqua, perchè i vapori, che se ne svolgono, temperino la gran siccità, nocevole agl’insetti quanto la eccessiva umidità. Quando i bachi cominciano a nascere si ponga sulle uova un pezzo di carta bucherata, sulla quale si pongono de’ piccoli e teneri ramuscelli di gelso, acciò i bachi arrampicandovisi su possano con faciltà trasportarsi altrove. Quando la semente da schiudere è in gran quantità, i bachi appena nati si trasportino in una stanza più vasta, detta piccola bigattiera, ove dimoreranno sino alla terza muta. È interessantissimo l’assegnare ai bachi uno spazio proporzionato al loro numero, perchè è cosa certa che questi animali quanto più stanno comodi, tanto meglio vivono, mangiano, crescono, respirano, traspirano, digeriscono e riposano.
I bachi nati da un’oncia di semente abbisognano sin dopo la prima muta di un area di quattro braccia quadre; sino alla seconda muta otto braccia quadre; sin dopo la terza muta diciannove braccia quadre; dalla quarta muta in poi 45 braccia quadre.
La temperatura della piccola bigattiera sarà mantenuta sino alla prima muta a 19, sino alla seconda muta tra 18 e 19, sino alla terza muta tra 17 e 18. Nel primo giorno si daranno ai bachi due libbre e mezza di tenera foglia (15) mondata da’ ramicelli, gambi ec. minutissimamente tagliata, la quale deve loro somministrarsi in quattro pasti di sei in sei ore, dandone minor quantità al primo pasto, e crescendo sino all’ultimo.
Nel dare il pasto a’ bachi abbiisi l’avvertenza di mettere la foglia nei siti voti di foglia e di bachi, acciò questi vadano occupando maggiore area a misura che crescono. Il secondo giorno si daranno a’ bachi quattro libbre di foglia mondata e tagliata come sopra; il terzo giorno otto libbre divisa al solito in quattro pasti. Se i bachi mangeranno con troppa velocità il primo pasto, si dia loro un pasto intermedio di poco più della metà del primo. Il quarto giorno occorrono quattro libbre e mezza di foglia. Il primo pasto sarà di una libbra e mezza circa: gli altri diminuiscono in proporzione che i bachi mancano di voracità. Il quinto giorno si compisce la prima muta, onde basta somministrare a’ bachi una libbra di foglia in più volte, che si sparge per que’ luoghi ove si veggono de’ bachi non ancora assopiti. È sempre da avvertirsi, che la foglia debba essere minutissimamente tagliata e somministrata a’ bachi almeno dopo ott’ore ch’è stata raccolta e mantenuta in luogo fresco e non del tutto asciutto. Alla fine di questo giorno tutti i bachi sono assopiti, e parecchi cominciano anche a destarsi; ciò mostra la necessità di dar loro un competente spazio, onde tutti possano ugualmente nutrirsi, senza nuocersi l’un altro, così giungere per quanto si può ugualmente ai diversi periodi delle loro vicissitudini. I bachi passando dalla stufa alla bigattiera devono in questa esser posti sopra graticci attaccati al muro, appoggiati sopra travicelli fitti allo stesso: sopra tali graticci si stendono prima de’ fogli di carta uguali all’area che devono occupare i bachi in ogni età. Quando si vedrà che tutti o quasi tutti i bachi sono desti, distendendosi sopra di essi de’ teneri ramuscelli di gelsi che abbiano sei o otto foglie, i bachi lasceranno allora il vecchio letto per arrampicarvisi su, e così si trasporteranno al nuovo letto. Ivi si disporranno in tante strisce distanti l’una dall’altra in modo che slargandosi, i bachi vengano a coprire tutta l’area loro necessaria in questa seconda muta. Il primo giorno della seconda muta occorrono a’ bachi sei libbre di teneri ramuscelli, ed altrettanto di foglia mondata e minutamente tagliata. Un’ora, o due dopo che i bachi son passati nel nuovo letto si dia loro un primo pasto di due libbre di foglia tagliata, disponendola in modo tra una striscia e l’altra che questi vadano via via allargandosi. Nel rimanente della giornata si daranno a’ bachi le altre quattro libbre di foglia in due altri pasti. Trasportati tutti i bachi nel nuovo letto, si leveranno i fogli di carta del primo, e si ripuliranno di tutte le sporcizie.
Il secondo giorno occorrono venti libbre circa di tenera foglia mondata e minutamente tagliata, divisa ne’ soliti quattro pasti, più abbondanti gli ultimi due dei primi. Il terzo giorno occorrono ventidue libbre circa di foglia, ma in questo i primi pasti siano più abbondanti degli ultimi.
Il quarto giorno i bachi vanno tutti addormentandosi per compire la seconda muta, onde non occorrono che sei libbre circa di foglia. Come in questa muta l’animale più ingrossato respira e traspira più, e rende escrementi in maggior copia, conviene rinnovare spesso l’aria nella bigattiera aprendo qualche volta lo sfogatojo, ed il portello della porta. Preparati i fogli di carta sul nuovo letto, proporzionato all’area che i bachi devono occupare nella terza muta, vi si trasporteranno i bachi collo stesso metodo prima tenuto; bisogna però aspettare che pressochè tutti i bachi sian desti; nulla v’è a temere se i primi destati aspettano 24 o 30 ore.
Il primo giorno della terza muta occorrono a’ bachi dieci libbre di ramuscelli, ed altrettanto di foglia mondata e tagliata meno minutamente di prima. Le libbre dieci di ramuscelli servono come alla seconda muta per trasporto, ed altresì per un primo pasto; la foglia si ripartirà sempre in quattro pasti di sei in sei ore; avvertendo sempre che nei primi giorni d’ogni muta i pasti devono andar crescendo in quantità, negli ultimi al contrario. Si usi sempre lo stesso modo di sopra per disporre i bachi nello spazio loro conveniente ad ogni muta. I bachi, levati gli ultimi dall’antico letto, si situino in un graticcio separato, si mettano più larghi, e nel luogo più caldo della stanza, onde arrivare contemporaneamente a’ primi al compimento della muta. Il secondo giorno della terza muta occorrono 60 libbre di foglia mondata e tagliata. Il terzo giorno ne occorrono 65 libbre. Il quarto giorno i bachi cominciano ad assopirsi, e non occorrono che 35 libbre di foglia, mondata e tagliata. Scoprendosi che gran parte de’ bachi è assopita, ed altri sono ancor volenterosi di mangiare, si dia a questi un’ora o due dopo il pasto un secondo per satollarli ed affrettarne l’assopimento. Il quinto giorno occorrono sole 18 libbre di foglia, che si distribuiscono ove il bisogno lo chiede.
Il sesto giorno i bachi si destano, e compiscono la terza muta. A misura che i bachi crescono deve mancare la temperatura della stanza, e crescere la circolazione dell’aria esterna, perchè, mangiando essi di più, il loro letto composto degli avanzi della foglia, degli escrementi ec. sarà più alto e più facile a fermentare.
Chi produce gran quantità di bachi deve alla fine della terza muta trasportarli nella gran bigattiera, atteso il grande spazio che ora occupano. Pei bachi nati da cinque once di semente è necessaria una area di 500 braccia quadre. Nel primo giorno della quarta muta occorrono a’ bachi 25 libbre di ramuscelli, e 40 libbre di foglie grossamente tagliate. I ramuscelli serviranno al solito per trasporto e per primo pasto; compito il quale si dia loro 20 libbre di foglia, ripartendola allo stesso modo di sopra indicato per obbligare i bachi ad allargarsi. Le altre 20 libbre di foglia non si daranno se non quando i bachi avranno interamente mangiato la prima. Nel secondo giorno occorrono a’ bachi 110 libbre di foglia mondata e grossamente tagliata. Nel terzo giorno ne occorrono 150 libbre. Nel quarto 170. Nel quinto 85, perchè i bachi cominciano ad addormentarsi. Nel sesto non ne occorrono che 20 libbre. Nel settimo si destano, e compiscono la quarta muta. Si deve costantemente osservare, che chi sta dentro la bigattiera respiri colla stessa faciltà come se stasse all’aria aperta: perciò quando si sente l’aria interna un po’ grave, si susciti entro i camini che stanno all’angolo una fiamma di ricci da falegname, o di paglia, all’oggetto di uscire l’aria della stanza, e contemporaneamente s’aprono gli sfiatatoii per fare introdurre l’aria esterna. Durante la quinta età i bachi sogliono perire: 1o per la gran quantità di vapore umido ch’esala dall’animale e dalla foglia; 2o per l’aria mofetica che svolgesi nella bigattiera. È necessario tenere nella bigattiera un igrometro, e quando esso indica un grado di umidità eccedente si susciti la fiamma come sopra si è detto. Per prevenire il secondo male si tenga nella bigattiera una bottiglia con entro sei once di sale comune quasi polverizzato, e tre once di polvere di manganese ben mescolati, vi si versi di tanto in tanto un biccherino da rosolio pieno d’olio di vetriolo, comincerà allora ad uscire dalla bottiglia un vapore bianco; allora si porti la bottiglia in giro per la bigattiera tenendola alta, e, quando avrà cessato di mandare il vapore si turi. Ciò si replichi due tre volte al giorno. Se accada che per una pioggia straordinaria si bagni la foglia, si guardi il coltivatore di darla in questo stato a’ filugelli, che gli farebbe perire. Per prosciugarla subito si stenda sopra un suolo di mattoni, indi si rimescoli, facendola saltare in aria con de’ tridenti di legno; se dopo questa operazione non è ancora perfettamente asciutta si ponga la foglia attorno ad una stufa, entro la quale si susciti la fiamma, si vada intanto dimenando la foglia finchè divenga perfettamente asciutta. All’ingresso della quinta muta la temperatura interna della bigattiera deve essere mantenuta tra’ gradi 16 e 16 e mezzo. Nel primo giorno della quinta muta si devono dare a’ bachi 60 libbre di ramuscelli, ed altrettanto di foglia mondata, la quale si dividerà in due pasti a distanza di sei ore l’un dall’altro. Mentre che i bachi si trasportano dal vecchio al nuovo letto, e si ripulisce il primo, non si trascuri di fare i suffumigi e rinnovare l’aria. Il secondo giorno si diano a’ bachi 180 libbre di foglia mondata divisa in quattro pasti, il primo di 85 libbre, e l’ultimo di 65.
Il terzo giorno se ne diano 280 libbre colla stessa proporzione. Il quarto giorno se ne diano 300 libbre. Il quinto 540 libbre. Se i bachi avranno mangiato il loro pasto in meno di un’ora, si dia tra un pasto e l’altro qualche discreta quantità di foglia. Nel corso di questa giornata si devono mondare i letti. Ciò non può farsi come le altre volte col trasporto de’ bachi da un letto all’altro, conviene dunque, mentre i bachi stanno sopra le foglie, levarli una con esse, e riporli nelle tavolette, che servono a trasportarli da un sito all’altro, e levatane tutta la quantità che occupava un foglio di carta tor via questo, metterne il letame in un cesto, e quindi riporre il foglio ed i bachi; così via via si farà in tutta la bigattiera. Il sesto giorno di questa muta si diano a’ bachi 600 libbre di foglia mondata. Il settimo giorno occorre la stessa quantità di foglia.
L’ottavo giorno si diano 440 libbre di foglia mondata. In questo giorno devono pulirsi per la seconda volta i graticci colle stesse precauzioni. Il nono giorno occorrono 330 libbre di foglia mondata. Il decimo giorno il baco compie la sua maturità e si dispone a montare al bosco, a questo oggetto si devono trovar preparati de’ fili di ginestra, di bruco, o altro simile ben mondi; questi disposti in mazzetti si piantino sul graticcio contro le pareti interne; essi devono esser più lunghi dell’altezza del graticcio superiore, onde ripiegandosi l’uno verso l’altro per formare come un arco, occupino tutta l’altezza. Essi devono disporsi in modo, che i bachi che vi montano, se venissero a cadere, non cadano fuori del graticcio, e in forma d’arco acciò i superiori nel votarsi non isporchino gl’inferiori. Si mettono sopra i bachi dei ramuscelli secchi di quercia, olmo, altro; i bachi maturi vi montano su, allora si levino i ramuscelli, ed i bachi si prendono dolcemente, e si mettano a piè della siepe piantata, onde montarvi. Intanto si somministri ai bachi, che mostrano ancora voglia di mangiare, 160 libbre di foglia a piccole riprese. Quando molti bachi sono montati è necessario ripulire i graticci, ciò si fa mettendo sulle tavolette di trasporto i bachi che non sono montati, indi si levi la carta, se ne butta via il letame, e si ripongano i bachi.
Nel riporli si dispongano in tanti quadratelli, agli angoli dei quali si piantano gli stessi fascetti, che riuniti in cima formano come una capanna. Quando una gran parte dei bachi sono già montati, e ne rimangono sul graticcio degli altri, che si mostrano pigri e restii a montare, e non prendono i caratteri della maturità, si levino tosto, si trasportino nella piccola bigattiera in cui la temperatura sia a 18 gradi, trovino della carta pulita su i graticci, della foglia fresca, e le siepi già preparate, per tale modo ristorati, presto monteranno anch’essi. Quando i bachi sono tutti montati si facci l’ultima pulitura levando prima a mani il vecchio letto, e poi levandone con uno spazzolino le altre immondizie. Da che la maturità generale de’ bachi è manifesta, conviene avere gran cura che la temperatura interna della bigattiera non sia mai minore dei 16.° e mezzo circa; e che se l’aria esterna è men calda dell’interna, non colpisca mai direttamente i bachi, ma si mantenga la circolazione per mezzo de’ sfogatoi e delle fiamme ne’ camini. Deve anche curarsi di mantenere l’aria interna quanto più asciutta si può, acciò possa facilmente dissipare tutta l’umidità che cuopre i graticci, e quella ch’esala dal corpo del baco. Il baco sano e vigoroso in tre giorni e mezzo al più compisce il bozzolo, ed allora compisce la quinta muta, lascia la vecchia spoglia nel bozzolo, e si è cangiato in crisalide. Usando tutte le sopracennate diligenze da’ bachi nati di un’oncia di semente devono aversi circa 90 libbre di ottimi bozzoli.
N. B. — Si avverte che essendo le misure ed i pesi, di cui si è parlato, quelli di Milano, giova conoscere il rapporto delli medesimi con quelli di Sicilia.
Braccio corrispondente a palmi siciliani 2. 3. 7. 10.
Un’oncia dello stesso ad oncie 2. 3. 7. 8 di palmo.
Boccale ad once 11 di quartuccio.
Libbra grossa a lib. 2. 4. 7. 16. 5. 3.
Libbra piccola a lib. 1. 0. 3. 7. 1. 5.
Oncia ad oncia 1. 0. 15. 4. 75.