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IV.
Ora vediamo quanto fosse arduo, anche tre secoli or sono, tener d'accordo gli attori, formar buone Compagnie, conciliar tutti gli estri, gli esagerati amor proprii, le pretese infurianti sul palcoscenico!
Si tratta di formare la Compagnia, che Arlecchino deve condurre a Parigi, per la seconda volta.
Ecco gli strattagemmi, cui egli ricorre: si direbbe proprio di raffinata diplomazia: come a preparare un avvenimento politico di singolare rilievo.
Arlecchino scrive al Cardinal Gonzaga:
....Se S.ua M.tà desidera una buona Comp.a bisogna che la facia quanto io gli ò scritto et subito scrivere una letera a S. A. S. che lui sia quello che mete una buona Comp.a insieme, et comandarmi a me che la conduca in Franza a servire S. M. et anco farmene scrivere un'altra a me che dica che la Comp.a venga alegramente che sarano ben tratati et che gli sarà pagato i viagi del venire in Francia et da tornare in Italia: perchè chi vuol condurre una Comp.a buona fuore d'Italia bisogna fargli delle proferte assai, perchè V. S. Ill.ma sa che le buone Compagnie guadagnano da per tutto e bene....
Verità, che molte nostre Compagnie non vogliono oggi comprendere: e credono, unicamente perchè sono cattive, poter piacere fuori d'Italia!
E in altra lettera:
Avisai, come aveva a fare per avere una buona Compagnia in Franza: et a ciò che V. S. Ill.ma sapia come bisogna fare per avere detta C.a io lo dico anco a lei. Bisogna che subito S. M. scriva due lettere, una a S. A. S. che deba metere insieme una buona Comp.a per questa Pasqua et fare che io l'abia da condurre a Parigi et che S. A. me lo comanda lui et poi scrivermene un'altra a me che li comici che verano in Francia a servire S. M. sarano ben trattati et ben visti da S. M. et che in particolare gli sarà pagato il viaggio del venire a Parigi et per tornare in Italia, come fece anco S. M. buona memoria, et anco V. S. Ill.ma ne pol scrivere un'altra che mi venga a me, che dica il medesimo et far animo a costoro.... Ò auto una sua, che va alla signora Florinda, la quale è a Bologna....
Col nome di Florinda era conosciuta la prima donna allora più in voga: Virginia Andreini.
Ma udite che fina diplomazia!
....Non sarebbe male che V. S. Ill. gli scrivesse una letera anco a lei in questo particulare, esortandola che, se la viene in Franza, beata lei et, oltre al bon guadagno, che si farà in generale, che ce ne sarà anco particolare: in suma bisogna chiaparle come si fa le rane, al boccone (!): io so che V. S. Ill.ma ha giudicio in tutte le cose et, in particolare, la sa che cosa è comediante....
Povere prime donne! Così giudicate, non da un critico, ma da uno della famiglia, che dovea bene conoscerle! E, in trecento anni, dire che non sono punto mutate.... in meglio!
Quest'ultima lettera d'Arlecchino ha la data del 3 decembre 1611: però si scorge che la sua diplomazia a nulla approda!...
In data del 14 decembre, undici giorni dopo, il cardinal Gonzaga riceve a Parigi una lettera della prima donna Andreini: e una prima donna, per giunta, che aveva un marito attore. I mariti delle prime donne sono i soli mariti, che facciano sempre l'elogio della propria moglie.... per interesse.
Cominciano, dunque, i ripicchi.
Faccia V. S. Ill.ma — scrive la prima donna al Cardinale — quello che di me più le agrada, ma averta, per gratia, due cose: l'una che il carico di far la Compagnia lo debba haver io et mio marito, per non perdere l'ordine che in queste parti habbiamo di farle, come al presente io ho la meglio Compagnia, che reciti. L'aver Arlecchino mendicata l'autorità di far lui la Compagnia non piace ad alcuno, et quando lui far la dovesse, alcun comico non anderebbe, sapendo che è troppo interessato.... Sì che farà di bisogno, piacendole (e come è ironico quel piacendole, dopo il farà di bisogno: vero cervelletto autocratico di prima donna!) far che in nome di S. M. sia fatta commissione a Lelio et Florinda di far la Compagnia....
E poi indica in qual sala vorrebbe recitare!
Il Duca entra allora, chiamato in causa dal cardinale suo figlio, a occuparsi dell'affare; poichè gli affari di cui oggi si occupano gl'Impresari e i così detti agenti, allora domandavano nientemeno che l'intervento di Sovrani. I Sovrani facevan da sè gli agenti teatrali. Come oggi molti uomini di Stato fanno da sè la parte di commedianti. Forse si deplora che manchino esperti commedianti al Teatro, poichè i migliori, i più abili, sono tutti occupati nella politica.
Già anche fra due prime donne era sorto un dissidio.
Nissuna cosa — scrive il duca al cardinal suo figliuolo — potrebbe commandare, o desiderare da me la Maestà della Reina, che non l'intraprendessi con tutto l'animo, ma il metter insieme una buona Compagnia di Comici, in questo tempo et in questa dissensione di Florinda et di Flaminia l'ho per impossibile, non che per difficile, havendone già la prova, poichè, per quanto diligenze io habbia fatte, non ho potuto unirli, nè ridurli ad andare a servire il Re d'Ongaria nelle sue nozze, come desiderava, non ostante tutte le comodità che se gli offrivano per parte di S. M. et mia.
Intendete: il duca di Mantova, il re e la regina di Francia, il re d'Ungheria, un cardinale, nulla poteano ad ammorzare la collera di due prime donne e d'un Arlecchino: e doveano, anzi, subirne i capricci!
Circa Arlecchino, continua il Duca:
E, se Arlecchino, per suoi interessi e taccagnerie dà ad intendere alla Reina et a voi diversamente, egli si move più col suo senso che con la verità, la qual'è come vi ho detto; nè mi ardirei a mandare in una Corte di Parigi, sotto mio nome, la Compagnia di Florinda e d'Arlecchino nel modo che ora sta....
La lettera del Duca è del gennaio 1612.
Nel giugno 1613 Arlecchino, malgrado le proteste di Florinda, e le dichiarazioni del Duca, è incaricato di formar la Compagnia.
La Regina Maria gli scrive nel luglio che ha già ordinato gli sian pagate a Lione le spese del viaggio in lire tremilaseicento;
...ma bisogna — scrive — che procurate di condurre la Compagnia di Florinda, o vero di Flaminia, con Frittellino, le quali due si stimano per le migliori d'Italia. In fine, siate sollecito di venire per questo settembre prossimo et accompagnarvi di persone degne della reputacione di Arlechino, imperoche di questo io et il Re mio figliollo ne riceveremo gusto et contento…. Pregando Idio, Arlechino, che vi tenga nella sua santa protecione. Maria.
Arlecchino scrive al Cardinale:
....Gli fo sapere che subito che ò ricevuta la su detta lettera la mostrai alla S.a Florinda, la quale non desiderava altro, ma essendosi alquanto insuperbita, come qui lo intenderà, la saperà che pochi giorni inanti lo arrivo di deta letera la se era contentata che la signora Flavia venisse a recitare con lei, con gli medesimi patti che erano prima tra di loro, con quelle sue maledette ambizioni di tutte le comiche, di voler fare le prime parti una settimana per uno: hora, al restringere della Compagnia per andar in Franza, la signora Florinda non ha volsiuto star a quei patti et il Capitano([5]) marito della signora Flavia, intendendo ciò, s'è adirato et dice che, in conto nissuno, non vol più che sua moglie vada in Francia, nè manco lui ci vol andare....
Pettegolezzi!... — direte — ma invece di Flavia e di Flaminia, mettete.... stavo veramente per scriver altri due nomi di donne, anzi di prime donne... e avrete, non più storia antica, ma cronaca.... di ieri. Le maledette ambizioni di tutte le comiche: e Arlecchino parlava al femminile perchè ci trovava il suo conto: sono pur troppo anch'oggi il massimo ostacolo al fiorire delle buone Compagnie drammatiche, alla razionale distribuzione delle parti, e furono causa per cui vennero a mancare i tentativi più generosi, fatti, pur di recente, per crescer decoro all'arte recitativa.
E si osservi che le Compagnie, nel secolo XVI e XVII, non erano molto numerose.
In una lettera a un suo compagno comico Arlecchino ha queste linee:
....Lei non scrive per altro a V. S. Ill.ma e al signor Compadre Duca, a ciò che ambi due dobiate fare una bona et perfetta Compagnia de' comici, dove sia dentro questi personaggi: la signora Florinda, suo marito, Flamina, Frittellino, Cincio, Flavia, il Capitano rinoceronte et io, et dui altri personaggi buoni, cioè un Gratiano et un bon Pantalone.
Ecco, dunque, una Compagnia buona et perfetta!
E allorchè nel 1621 la Compagnia tornava per la terza volta a Parigi era composta di dieci persone.
Tristano Martinelli Arlecchino, Gio. Batt. Andreini, detto Lelio, Giovanni Rivani, Girolamo Garaccini, detto il Capitano, Lorenzo Nettuni, detto Fichetto, Federigo Ricci, detto Pantalone, Virginia Andreini, detta Florinda, Virginia Rotari, detta Lidia, Urania Liberati, detta Bernetta: e un certo Ricci, detto Leandro.
Ma un altro documento sono lieto di pubblicare:
«Nota de' Comici, che sono obligati all'Ill.mo signor M. Francesco Angelelli:
Eulalia, Florinda, Marco, Silvio, Capitano Sangue e Fuoco, Pantalone, Stopino, Dott.e Bombarda, Bagolino.
Quelli che mancano per il compimento della Compagnia e si desiderano, sono:
Flaminio e sua famiglia, Truffaldino, la Serva a ellettione di Flaminio.
(Lettera di Fr.co Angelelli al sig. Montemagni Segretario del Cardinale Gio. Carlo dei Medici).
Tali elenchi sono curiosi, se si ripensi che sono elenchi di Compagnie primarie: e vanno studiati tra i documenti, che ci possono istruir tanto sul repertorio e su altre questioni artistiche del tempo.