Tristano Martinelli
L'epistolario di Arlecchino

L'EPISTOLARIO D'ARLECCHINO

Lettera di Tristano Martinelli al conte Alessandro Striggi presidente del Magistrato ducale in Mantova. Al ill.mo Sig.r mio Col.mo il Sig.r Conte Alessandro Striggi, presidente del Magistrato in Mantova.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

Lettera di Tristano Martinelli al conte Alessandro Striggi presidente del Magistrato ducale in Mantova.

 

Al ill.mo Sig.r mio Col.mo

il Sig.r Conte Alessandro Striggi, presidente

del Magistrato in Mantova.

 

Ill.no Sig.r

 

Questa mia sarà per fargli riverenza et per dargli raguaglio di noi aricordandoci anco alcun servicio per mio bisogno, perciò la saperà che passando por Turino gli sogiornasimo dui giorni et partissimo per Francia senza dir niente a S. A. dove sapendo lui la nostra partenza mi mandò dietro una letera per un coriero a posta dicendomi che dovessi tornare in dietro se desideravo la sua gratia chel voleva una Comedia, dove bisognossimo ritornare con nostro grandissimo disgusto sperando piutosto male che bene, dove subito gionto gli andai a baciar le mane et mi fece di quelle careze che un fratello non avrebe fatto di più et mi fece montare nella sua caroza dove lera lui sollo, che landava al parco al disnare et sempre andassimo ragionando insieme di più cose et subito gionti al parco fece venire la Comp.a et gli fesimo una comedia la quale gli piaque assai et ne fece fare altre sei Comedie a Turino et in termine di 13 giorni ne spedì con Ducatoni 400, et 100 ne diede il Duca di Nemurs, et se ne venesimo a Lione dove anco questi Sg.i àno volsiuto 4 comedie in publico. Abiamo fatto pagare 10 soldi che sono 33 di nostri per persona, in 4 comedie abiamo fato Ducatoni 220 in circa, et sobito gionti il tesoriero di S. M. ne diede D.ti 1200 doro, siche le nostre cose sono pasatte meglio di quello che io credevo, dimane noi partiamo per parigi se son buono a servirla in quelle parte che la mi comanda che mi sarà favor singolare, hora io prego V. S. favorirmi et farmi giusticia chel mio privilegio sia ubeditto da tutti et in particolare da quel manegoldo del Riva che tien la piaza affitto chel non vuole che i zaratani metano i loro banchi dove gliano sempre mesi, et sempre costui aspeta ch'io sia partito da Man.a et poi mi fa questo torto di dar fastidio a quello che tiene detto privileggio il qual privileg.o dichiara che nisuno ardisca di molestare detti zarlatani et che possano metere i loro banchi dove più gli pare et piace altro senza pagare cosa alcuna per la piaza. V. S. lega il privil.o che la trovarà che glie così, hora ò auto le tere da quello che tien cura del privil.o il qual mi scrive che detto Riva à otenuto per favore del Magistrato di fare che i Zaratani non metano più i loro banchi in piaza nel suo luoco ordinario questo mi è parso quasi impossibile perchè non lo possono fare di ragione, stante il privil.o di S. A. S. però se glie così prego V. S. Ill.ma a non mancare di fare una bravata per amor mio a quel insolente del Riva et comandargli che lobedisca ancor lui a detto privilg.o che del tutto gliene restarò con obligo infinito, io aviso anco S. A. S. di questo e mando la letera a V. S. che la mi facia gracia di farcela avere che so che laverà a caro per essere alquanto ridicolosa non alaltro, N. S. la conservi in somità di Lione a di 26 agosto 1613.

 

D. V. S. Ill.ma

 

Aff.mo servo

Tristano Martinelli.

 

La prego darmi risposta a Parigi.

 

—————————

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License