Egisto Roggero
Le ombre del passato

MISS ETHEL.

IV.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

IV.

 

Mister Charnwood aveva ascoltato molto attentamente il mio racconto. Quando ebbi finito, mi offerse uno splendido avana, mi aiutò ad accenderlo, quindi disse:

– Quanto mi dite, mio caro signore, ha veramente dello strano e dell'incomprensibile. E non posso a meno di confessarvi che anch'io ne rimango molto perplesso. – Sì, – continuò, dopo un momento di pausa, – sì, per quanto corazzato contro le facili illusioni delle parvenze, delle allucinazioni, contro le ombre dello spirito, come le chiamate voi, anch'io non posso sottrarmi all'evidenza dei fatti, alla realtà delle cose.

Prese in mano il famoso biglietto che io non aveva mancato di mostrargli e mormorò:

Strano, strano davvero.

E, come parlando fra :

– Questo è il carattere di miss Ethel: e in ciò non v'è dubbio.

Osservò ancora lungamente lo scritto, poi lo posò sul piccolo scrittoio, davanti a lui.

E rimase pensoso.

Io ruppi per il primo il silenzio:

– Come anche voi vedete, il veramente meraviglioso è che un nesso fra la nostra situazione presente e questo bizzarro messaggio, che non esito ormai più a considerare del mondo di ....

– Non si può dire altrimenti, – osservò mister Charnwood.

– Come vi dicevo, un nesso fra questo biglietto e la presente nostra situazione vi è.

– È vero, – fece mister Charnwood serio.

– L'Oceano.... e siamo in pieno Oceano!... Ma cosa significano questi sweet moments?... e sopratutto questa oscura minaccia: è nel sogno il gelo della morte?...

– È incomprensibile, – mormorò ancora mister Charnwood.

– Io ci perdo la testa, – esclamai.

Mister Charnwood mi guardò.

Calmatevi, signore. Confesso che il presente è un caso bizzarro assai, il più bizzarro che mi si sia presentato finora. Questo però ci obbliga maggiormente a serbare la calma e la serenità dello spirito.

– Avete ragione, – dissi.

Rimanemmo ambedue in silenzio.

Mister Charnwood pareva in preda ai più gravi pensieri.

A un tratto egli ruppe il silenzio:

Ascoltatemi, signore. E vi prego di comprendermi bene. Io vi rivolgo una preghiera.

Dite, mister.

– Io vi pregherei di adoperarvi a cancellare, se vi sarà possibile, l'impressiono che le vostre rivelazioni hanno prodotto sopra l'animo di miss Ethel. La povera fanciulla n'è rimasta straordinariamente turbata. Ella stessa mi ha confessato....

– Vi ha dunque parlato di me?

– Sì, voi non ignorate che io sono un secondo padre per lei. Ella non ha più nessuno al mondo. Non ha che me e Doroty. Io, ve l'ho detto, l'amo come una figlia: Doroty l'adora. Voi non sape te....

Miss Ethel mi ha detto....

– Ella non sa nulla. Un gran mistero, sappiatelo, grava sulla sua nascita e sopra la sua infanzia. Non ho il diritto di dirvi altro.

Mister Charnwood si fermò un momento.

Chissà? un giorno forse.... se è vero che il destino ha deciso qualche cosa sopra di voi due, un giorno, forse, saprete.... Per ora, signore, vi basti quanto vi ho detto. Un mistero, un dramma, capite? ha presieduto ai primi giorni di vita di questa povera fanciulla.

– Ella lo ha intuito, – mormorai.

– Ma non sa nulla, – riprese mister Charnwood, – non sa nulla. Io, e.... un'altra persona, siamo i soli depositari del triste e doloroso mistero. Non mi chiedete di più.

– Come volete, – mormorai.

– Quindi vi prego, o signore, non turbate oltre la povera delicata anima di miss Ethel. Cercate, se vi sarà possibile, farle dimenticare quanto le avete detto.

– E poi?

Lasciamo fare al destino: inchiniamoci ad esso, – disse mister Charnwood gravemente.

Rimasi pensoso.

– Anche in me, – continuò mister Charnwood a voce più grave e triste, – voi vedete un colpito dal destino....

– Lo avevo già sentito, – mormorai.

– E terribilmente colpito, – disse ancora egli, abbassando la testa.

Rispettai il suo silenzio.

Ma mister Charnwood rialzò ben tosto la testa.

La rapida commozione che aveva fatto impallidire il suo volto, cedette il posto alla consueta calma e correttezza.

Prendete un altro avana, signore, – esclamò. E mi porse la scatola dei sigari.

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License