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XIV.
Come avevo promesso al buon Thompson, il mattino di poi, all'alba, io prendevo il treno per T.... Era una cittadina pittoresca, malgrado gli opifici e i cantieri che la chiudevano come in una cinta di ferro, di fuoco, di frastuono e sopratutto di fumo nero, acre, turbinoso.
Consultai il taccuino del povero mister Charnwood ed entrai in un caffè. Chiesi subito notizia della via indicatami dal taccuino e venni a sapere che la casa che in esso si accennava doveva essere posta molto fuori della cittadina, e che quasi certamente doveva essere un villino od una casa di campagna.
Uscito dal caffè stabilii di andarne subito in traccia.
Avviatomi nella direzione indicatami, mi trovai dopo poco fuori della città. La strada mi apparve subito poco battuta e solitaria, circondata da grandi orti, da giardini, da alti muri sopra i quali sbucavano ciuffi di oleandri e tralci odorosi di gelsomini. Gli opifici, le fabbriche, i cantieri restavan dall'altro lato del paese: questa parte, si vedeva, era riserbata alla pace e alla quiete della villeggiatura.
Man mano che procedevo andavo consultando i numeri posti sopra i cancelli di ferro e sulle porte per ritrovare quello del quale andavo in cerca e che, lo confesso, attendevo con una certa misteriosa trepidazione.
Quale umana creatura si trovava in quel luogo che nel taccuino del povero mister Charnwood si trovava al primo posto e che evidentemente doveva essere importantissima?
Avrei forse ritrovato colà l'essere che mi avrebbe dato la chiave dell'enigma che da qualche tempo ormai s'era imposto alla mia anima e che mi affaticava lo spirito?
Una voce misteriosa mi diceva di sì. Camminai quasi tre buoni quarti d'ora, finchè ad un certo punto, alzando lo sguardo alla targhetta di marmo posta sopra un cancelletto bruno, trasalii.
Era una villetta di aspetto severo e modesto: un breve giardino recinto da un alto muro bianco la circondava. La casa era semplice e disadorna: le verdi persiane erano tutte abbassate. Una grande quiete era intorno, e un silenzio completo veniva dalla villetta.
Mi appressai al piccolo cancello.
Osservai il giardino: molto povero, e, come tutto il resto, molto semplice davvero.
Pochi arbusti, degli oleandri, delle alte agavi, punto fiori. La porta d'ingresso alla palazzina, chiusa.
Una catenella pendeva in un angolo del cancelletto. La tirai.
Sentii risuonare un suono fioco di campanella, ma nessuno comparve.
Tirai nuovamente la catena.
Una finestra si aperse, l'imposta della gelosia si sollevò e apparve la testa di una donna, una vecchia.
Ebbi un'idea.
– Ho un biglietto qua.... da consegnare. Vi prego di scendere, scusate.
La vecchia mi osservò alquanto; m'accorsi che titubava, forse sospettava. Poi si decise a lasciar ricadere l'imposta.
Dopo un istante vidi aprirsi la porta che metteva nel giardino e la vecchia donna apparì.
Compresi subito che doveva essere una domestica. Si appressò al cancello ma non aperse.
– Ho qui un biglietto, v'ho detto....
– Ma....
– La signora è malata, non può ricevere nessuno. Date a me, se credete.
La signora!... avevo già un dato al quale appigliarmi.
– Ma gli è che.... – mormorai – dovrei consegnarlo proprio in sue mani....
– Me ne dispiace perchè aveva una certa urgenza di vederla....
– Sono giunto appositamente da New-York!
– Non so che dirvi, caro signore.
Trassi un mio biglietto di visita e con la matita vi scrissi rapidamente:
"Vengo da parte di mister Charnwood."
Costei lo prese e vi gettò sopra lo sguardo.
La vidi impallidire, far un grande atto di sorpresa, e guardarmi sgomenta e sbigottita.
– Mister Charnwood! – mormorò tremante.
– Sì, vengo a compiere un dovere....
La donna tremava tanto che temetti ne svenisse.
– Ma.... – mormorò ella balbettando; – chi siete voi dunque?...
– Un amico di mister Charnwood, una persona a cui egli, prima di morire, ha affidata una missione.... – feci io.
– Signore santo! – mormorò la vecchia e restò alquanto come trasognata appoggiata al cancelletto.
Poi con mano incerta e sempre tremante l'aperse.
– Vi prego di fare adagio.... – mormorò sottovoce; – non vi fate sentire, per ora.... poi vi spiegherò.
E precedendomi, in punta di piedi, per non far rumore, m'introdusse in una piccola saletta terrena.
– Vi prego di accomodarvi un momento, – disse ella; – e poi vi spiegherò....
Mi sedetti: la donna restò in piedi.
– La mia povera signora, dovete sapere, è rimasta tanto scossa, tanto spaventata, all'annunzio della tremenda disgrazia che ha colpito il suo povero marito....
– Mistress Mildred! – non potei a meno d'esclamare, vivamente commosso.
– Ella è in letto con forte febbre.... Oh, se sapeste! Ha saputo il fatto dal giornale.... era per mettersi a tavola.... già non istava neppur tanto bene.... non è più stata bene, da quei giorni! È caduta a terra, come morta. S'è riavuta.... ma il medico ha raccomandato quiete perfetta....
Io intanto mi guardavo intorno.
Che strana sequela di casi e di avvenimenti Dopo aver tanto pensato e almanaccato per riuscire a sciogliere l'enigma dello strano romanzo in cui il destino mi aveva gettato, io ero vicino all'eroina strana e principale di esso, io ero presso a conoscere tutto il bizzarro e certamente passionale intreccio, a scoprire tutto il mistero....
Io ero in casa di mistress Mildred Charnwood!
– Sentite, – cominciai, – ho bisogno d'intrattenermi alquanto con voi....
– Ascoltatemi. Io fui compagno, sulla nave naufragata, al povero mister Charnwood.
– Dio buono! – esclamò la donna giungendo le mani.
– Sì, è così. Io sono uno dei pochi riusciti a salvarsi, e con me miss Ethel e la bambina....
– Miss Ethel?... – chiese la donna.
– No.
– E la bambina?
– Ma sì.
– Oh sì, signore, se la conosco! L'ho veduta nascere!... – esclamò la vecchia con un sospiro.
– Come vi diceva, – continuai io, – fui al fianco di mister Charnwood negli ultimi momenti della sua vita; egli ebbe per me e per la figlia le sue ultime parole; egli ha, in quel terribile momento, affidata a me la sua piccina....
– Dove si trova ora la cara creatura, la piccola Doroty?.... – chiese con sollecitudine la vecchia.
La donna parve sollevata e sospirò di nuovo.
– Morendo egli mi ha affidato una missione.... che devo compiere. Ora io ho bisogno di sapere da voi.... di sapere molte cose, di sapere tutto.
– Domandate, signore, – fece la donna rassegnata.
– Mistress Mildred Charnwood abita dunque qua, in questa villetta?
– Da quando?
– Da quando.... dovette allontanarsi dalla sua casa e dal suo povero marito.
– Mister Charnwood è mai venuto qua?
– Mai.
– Voi siete stata sempre con mistress?
– Oh, sì, sempre.
– E voi sapete tutto.
– Tutto, signore.
– Quando potrò vedere mistress?
– È proprio necessario che la vediate?
– Sì, è necessario.
– Ora è impossibile.
E soggiunse:
– Faremo così.... io la preparerò, lentamente. E voi fate una cosa, signore, tornate domani.
Quanto diceva la donna mi parve ragionevole.
– Va bene, – dissi allora, – tornerò domani: nel pomeriggio.
– Sì, signore.
– Voi la preparerete....
– Le dirò che un signore il quale fu compagno di mister Charnwood sul bastimento....
– E che lo ha veduto morire....
– Signore santo, sì! che lo ha veduto morire!
– Desidera vederla perchè ha qualcosa da dirle....
– Sì, o signore.
– Forse anche da parte del povero suo marito, che ora riposa forse finalmente in pace, dopo tanto soffrire....
– Era tanto buono! – mormorò la donna.
– Verrò domani, – conclusi, – e voi preparatemi il terreno....
E uscito dalla villetta ripresi pensoso la strada già percorsa, verso la cittadina.