12-dormi | dorsi-nasce | nasco-sfila | sfior-zuffo
         grassetto = Testo principale
     Partegrigio = Testo di commento

1 | 12 2 | 15 3 10| certa mattina del marzo del 1525, affacciandosi alla balconata 4 9| Lucca, per i Marescandoli, 1707». Lo chiude tosto ed apre 5 10| E nell'autunno del 1829 sopra una alta strada di 6 6| ultima data: 15 settembre del 1862.~ ~Avevano due armadi pieni 7 10| non vi scriveva mai nulla (1903). Quel grande taciturno 8 | 45 9 3| del mare e del cielo lo abbacinasse tutto.~ ~E riprese ancora:~ ~– 10 4| riprese padron Michele, abbandonando alla brezza una formidabile 11 3| ebbrezza vincerlo tutto. Si abbandonava al mare, gli occhi chiusi, 12 2| occhi dolcissimi, non lo abbandonavano. Forse in quegli occhi v' 13 9| confuso, dovette senza volerlo abbassare gli occhi.~ ~– Buon riposo, 14 2| la mano paterna tornò ad abbassarsi grave e tenera sulla spalla 15 3| violetto mentre il sole si abbassava sull'orizzonte. Un gabbiano, 16 2| sicuro.~ ~I compagni, ricchi abbastanza di preda, aspettavano dallo 17 | abbiate 18 4| Padron Michele caricò abbondantemente la pipa, la nera e fumosa 19 7| di mare e di polvere in abbondanza.~ ~Il tram correva: da una 20 4| abbracciò (egli che non abbracciava mai nessuno!) lo fece sedere 21 4| Istituto nautico: prossimo ad abbrancar la mia patente di capitano... 22 10| quasi nessuno: neppure degli abitanti stessi del paese. Chi sa 23 3| menti e i cuori de' nostri abitatori della Riviera.~ ~E la Mina 24 2| Garibaldi.~ ~Marino invece abitava più in su di tutti, sulla 25 6| eguale, naturalmente; e abitavano la casetta di una di esse – 26 1| occhi color del nostro mare! Abitavi la grande casa – tutto ora 27 3| molto bruno. Il suo bell'abito di marinaio era l'incanto 28 10| travagliata di Giorgio Byron. Egli abitò nella Villa del Paradiso, 29 7| luoghi a me solitamente abituali e davanti ad altri orizzonti 30 5| male e aveva fatto le sue abitudini nel Sanatorio: ci si trovava 31 3| bussato alla porta del misero abituro della Teresa, la vedova 32 2| paese.~ ~Era piena d'odor d'acacia e di rose, per le ville 33 1| verdi – otto o dieci piccole acacie potate a mezzo – son rimaste 34 7| essere.~ ~Sentite ciò che m'accadde non saran due settimane 35 5| che sapeva tutto quanto accadeva nel ricovero, disse a Gianni:~ ~– 36 2| occhio del giovane scese giù, accarezzando, sul dorso del colle pallido 37 3| si volse alla fanciulla, accarezzandole famigliarmente la gota.~ ~– 38 2| parole sognate, baciate, accarezzate con la mente e col cuore, 39 3| che si rincorrevano, s'accavallavan, si scompigliavan senza 40 4| a dire alla figliuola di accendere il lume, che era l'ora di 41 3| tutto, a lei d'intorno, si accendesse per una rapida luce fulgidissima: 42 2| nell'ombra. In basso si accendevano piccoli lumi qua e , da 43 10| le più strane sfumature accendon quella nebbia, quegli scogli, 44 9| con un filo di voce, e gli accenna il Boccaccio posato sulla 45 7| Come è bello! – esclamai, accennandole con la mano quel mare agitato 46 6| che prima di morire avea accennato a dirle qualcosa... ma non 47 1| essi hanno adattate al loro accento caratteristico in quel loro 48 9| guarda intorno quasi per accertarsi che è ben solo. Possibile? 49 2| gala dei lampioncini già accesi, sebbene qualche barlume 50 7| intensamente: e la bellissima accettò serena e cortese l'intenso 51 2| con uno slancio vano, per acchetarlo con la passione della sua 52 3| degli ufficiali e sugli acciai delle artiglierie?...~ ~ 53 8| assumere oggi il nostro acciaio moderno, pari a delicati 54 7| una stradetta tortuosa e accidentata, tutta fatta sui dirupi, 55 9| foresteria dell'Oratorio si accinse a mantenere il voto fatto 56 1| altri italiani finiscono per acclimarsi completamente, diventar 57 3| cercava Salviano, che si era accoccolato sulla riva, sino a farsi 58 3| così.~ ~Poi Salviano si accoccolò sulla roccia, un po' sotto 59 9| in alcun modo di volerlo accogliere fra le sue braccia, riaccese 60 2| si capiva aver l'onore di accoglierlo esclusivamente, e, per una 61 7| signora, bianca e pallida, ci accolse di nuovo col suo buon sorriso.~ ~ 62 2| grigia del salottino, si accomodò bene nella capace poltrona 63 2| Marino, e il Signore ti accompagni...~ ~E avea soggiunto, sottovoce, 64 9| stanco pel viaggio, il priore accompagnò l'abatino nella cameretta 65 10| spesso mi sentivo anch'io accomunato ad uno di quegli esotici 66 3| descritto, rifacendone l'acconciamento con una pezzuola di lei 67 6| infinita cura e amore, l'acconciò per la sua ultima passeggiata.~ ~ 68 3| volesse mangiarmi! – si accontentò di aggiungere Betto. E non 69 3| accorgersi dello stupore accorato della buona donna man mano 70 3| piangeva, secretamente e si accorava....~ ~E allora la povera 71 5| buoni amici che vanno d'accordo e che se la intendono bene.~ ~ 72 7| dalla parete un violino, l'accordò brevemente, e volta a me 73 6| passato sopra di esse senza accorgersene soverchiamente, e avea avuto 74 3| continuava intanto Betto senza accorgersi dello stupore accorato della 75 3| sono un altro...~ ~– Me ne accorgo, mio Diosospirò la donna.~ ~– 76 9| parola....~ ~La servente è accorsa agli urli del suo padrone 77 3| di quel momento.~ ~Se ne accorse la Teresa, ch'era donna.~ ~– 78 6| chiara, con un tavolinetto accostato al muro, per due persone, 79 3| riva bruna, eran sempre accosto!... Quante cose avea dunque 80 9| predecessori di don Pietro avevano accumulato per conto loro. E qui il 81 7| si diverte a tormentarmi acerbamente. Giacchè lo sapete ben tutti 82 5| lenzuola di bucato, odoranti di acido fenico. Poi ricordava anche, 83 2| Ed è cominciata vendendo acquavite, laggiù nelle faziende! 84 2| a mostrare i pugni all'acquazzone salmastro che lo aveva investito 85 3| e bagnato dalla diaccia acquerugiola che cadeva minuta. E avea 86 3| verde che non s'era peranco acquetata.~ ~– Oh! – e il forte ragazzo 87 7| sgorgava dal cuore si andava acquietando il tumulto di poc'anzi. 88 10| sue celebri Guèpes meno acri del solito, vinto suo malgrado 89 2| bruna bestiola, dai neri aculei aguzzi e taglienti, non 90 3| umore. Un'aspra brezza, acutamente salina, sbatteva in volto 91 3| capo dalle onde. La vista acutissima del giovane, pescatore afferrò 92 1| l'azzurro del suo golfo, adagiata accanto al formidabile suo 93 7| potesse in qualsiasi modo adattare a lei.~ ~La guardai intensamente: 94 9| Mauro lo sa bene che dovrà adattarsi...~ ~– Oh, don Mauronotò 95 1| nord-americane ch'essi hanno adattate al loro accento caratteristico 96 9| vero, erano tutt'altro che adatti ad essere ospitati nelle 97 2| lui giù, nelle ombre che s'addensavano.~ ~Aveva forse, il sagace 98 8| umido dell'immenso Cantiere addormentato. Il suo volto rugoso era 99 3| nella notte, le venivano addosso da tutte le parti: in alto 100 10| sottile tristezza che l'adombra tutta. Ad un poeta di sensi 101 3| signore nel parlare, Betto! adoperi certe parole aristocratiche...~ ~– 102 3| una sciocca.~ ~– Sei un'adorabile cuginetta... e tanto bella, 103 6| Aveano così deciso di adorarselo insieme, senza speranza 104 1| sei invecchiato, s'è fatto adulto, ha messo tronchi solidi, 105 7| penne aguzze e dagli artigli adunchi, piglia il volo. Il mio 106 3| nell'azzurro fra la rete aerea delle gomene, attaccato 107 5| visi pallidi delle suore affaccendate nelle tuniche color di piombo. 108 10| mattina del marzo del 1525, affacciandosi alla balconata d'un grande 109 9| nella notte, il mare. Si affacciò. La nuvolaglia che aveva 110 1| nelle calche di altre città affannate di vita affrettata e più 111 9| Pietro da tanto tempo si affannava invano a cercare! Come sarà 112 5| mare che aveva sentito nell'affanno delle lunghe notti di febbre. 113 7| dirle ancora, in tono di affannosa preghiera:~ ~– Vi prego, 114 2| avea il muso lungo e tirava affannosamente a cercare se nella barca 115 3| nelle sue lunghe notti affannose e nelle sue eterne giornate 116 1| non per noi, che un po' affannosi andiamo a ricercare in esso 117 7| uomini e aiuta i miei buoni affari, si mette a sonnecchiare: 118 3| tese le braccia. La Mina affascinata vi si lasciò cadere. Salviano 119 2| sollecitudine:~ ~– Ma non t'affaticar troppo... non ti stancare... 120 | affatto 121 2| prima che la grande onda li afferrasse ambedue, avventò a terra 122 2| piccole cose che non aveva afferrato pel passato. Perchè attendeva 123 3| mancava di motteggiarlo affettuosamente appena lo scorgeva, la sera, 124 3| che siete una santa, io affido questa povera anima: ch' 125 5| giardino più cerea e più affilata che mai. Egli le fu subito 126 10| de' suoi grappoli famosi, affocati dal sole cocente e da' suoi 127 2| canta! ha avuto paura di affogaredisse uno della comitiva.~ ~ 128 2| a lui.~ ~Nulla. La voce affogata non voleva uscire. Un batter 129 2| fecer eco gli altri, affollandosi in un anfratto pieno ancor 130 10| tavolino d'uno sconfinato bar affollato da una turba cosmopolita, 131 2| sopra il sedile, vinto, affranto, preso anche lui, ormai, 132 3| da quella sera decise di affrettarsi.~ ~Bisogna riparare in tempo.~ ~ ~ ~ 133 3| piangendo, e don Piero uscì, affrontando di nuovo la notte buia e 134 4| per renderla più nera e affumicata che fosse possibile, e dopo 135 2| soavità. Nelle tormente, agganciato su per l'albero, sotto la 136 8| del vecchio guardiano, m'aggirai tra quei mostri di ferro 137 3| mangiarmi! – si accontentò di aggiungere Betto. E non vi pensò più 138 2| padre. «Ed amore», aveva aggiunto sino allora il suo cuore. « 139 2| ed i suoi compagni sotto, aggrappati alle sporgenze dello scoglio, 140 3| battuti dal vento, in vedetta, aggrappato alla gomene, pendente sul 141 3| il mare e, come quel mare agitatissimo, parean inquieti e tempestosi, 142 5| camerate di rantoli e di agonie; poi dopo la prima rabbia, 143 10| inglese alla moda, dall'aguzza barbetta color delle chiome 144 2| brume del mare. Però Marino aguzzando la vista – la sua buona 145 2| mentre la signora Paoletti aguzzava gli occhi miopi, per riconoscere 146 3| in questo lavoro ella era aiutata da altri due ragazzetti: 147 3| altri tre anni, con il buon aiuto del Signore.~ ~Salviano 148 3| gonfia di vento, come un'ala enorme di gabbiano; il breve 149 2| Cecchino s'infilò per il viale alberato, poichè egli aveva la casa 150 1| nell'ora mattutina: gli alberelli verdi – otto o dieci piccole 151 10| quiete ombrie, mai più ha albergato anima posseduta da dèmone 152 10| al mattino ai primissimi albori del giorno, i pescatori 153 2| Scivolava come un bell'alcione robusto, sfiorando appena 154 10| inglesi ai comodi faldoni alemanni, dalle pagliette spagnuole 155 10| Ricordiamoci che da qui Alfonso Karr ha spedito al suo paese 156 1| un rabesco e l'altro dell'algoritmo egli sospirava il visuccio 157 10| salino e profumato delle alighe de' suoi scogli. Ricordiamoci 158 8| neri e sudanti avevan dato alimento, giorno e notte, a questi 159 2| Veniva su, l'odor della sera, alitante di mare, di piante e fiori. 160 10| volte uno scoppio di voci allegre, un frigolìo irrequieto 161 3| e gli disse fremente di allegrezza:~ ~– Ma vieni una volta. 162 2| ricordan con più amore che le allegrezze! Chi sa perchè!...~ ~Fissò 163 3| lo ripigliava. Lo aveva allevato lui così. Era destino. E 164 3| Teresa era rimasta muta, come allibita. Le mani le tremavano per 165 3| colossali mucchi di case allineate con precisione, tutte uguali, 166 5| camerate, gl'innumerevoli letti allineati, le tabelle, gli scoppi 167 9| pericolo; quindi il pittore allogatosi nella foresteria dell'Oratorio 168 3| guardava la barca che si andava allontanando, Era pallido e teneva le 169 3| guardare la barca che si allontanava nell'azzurro, per iscorgerla 170 | almeno 171 7| livello dell'acqua, ora altissima su di essa.~ ~Quel giorno 172 1| inabissarsi: si corre su ponti altissimi, le case sono giú, abbasso, 173 2| S'infranse in un getto altissimo e luminoso, una nuvola di 174 | altrimenti 175 | altrove 176 7| si stava svegliando.~ ~M'alzai, uscii, vidi il tram della 177 2| so, babbodisse Marino, alzando sul volto del padre i suoi 178 10| ogni minuto cangianti, s'alzano i più arditi, i più bizzarri, 179 7| fastidio, una frenesia di alzarmi e di fuggire mi fe' avvertito 180 5| che poteva cominciare ad alzarsi e che presto sarebbe passato 181 3| vi hanno amato e che vi amano vi guardano da lassú, Teresa – 182 2| la vita!... Come si paga amaramente un momento di ebbrezza! « 183 4| Era da un anno che ci amavamo e fra noi due già s'era 184 6| venuto l'amore.~ ~Ma lo amavano tutte e due!...~ ~E si volevano, 185 2| santa testa della mamma con ambe le mani, e la coperse di 186 3| poi le smisurate città americane, che non finiscono mai, 187 1| francesi, inglesi, russi od americani: i liguri restano sempre 188 10| barbuto russo, lo snello americano, il pallido e nervoso spagnuolo, 189 10| di cui parla il buon De Amicis ne' suoi ricordi di Londra, 190 5| conoscenze e si stringevano amicizie.~ ~Gianni aveva stretto 191 6| giorno che una delle due ammalò: e fu Agata.~ ~L'altra le 192 7| pazzie. Questo ormai, è noto, ammesso, indiscutibile. Non c'è 193 3| Principe, sulla sua bella Ammiraglia, in mezzo a nuvole di fumo, 194 10| giovane biondo scriveva ammirando, mentre guardava l'orizzonte 195 3| creature Teresa e Salvatore, di ammirarli così felici e ignari, che 196 3| tutte le parti per meglio ammirarlo,~ ~Ed egli lasciava fare 197 4| lievissima nebbia che già ammorbidiva l'aria della sera marina.~ ~ 198 1| piccole storie semplici di amori tenaci che sembreranno ingenue 199 3| buona, ed è tutta dolce ed amorosa... La brezza fischia leggera 200 8| per le gole annerite delle ampie caminiere, le ruote si sono 201 2| la visione del suo mare, ampio e quieto, sotto la luce 202 2| sono pesche miracolose e ancoraggi difficili, orrende tempeste 203 3| creatura, poi, prima che se ne andasse disse ancora a Betto:~ ~– 204 4| che in lievi spire opaline andavan vagolando un poco sullo 205 2| convinzione.~ ~E si alzò.~ ~Andó presso il balcone e guardò 206 1| giorno verrà sempre in cui andranno a riposare sotto la loro 207 3| della Teresa, la vedova di Andrea il pescatore; della povera 208 2| quieta: ruotava le sue armi, anelante il suo scoglio, il suo salino... 209 3| sentiva in fremere ed anelare misteriosamente il piccioletto 210 1| ricordarcisi. Ecco: Luigina Anfossi.... – e il cuore vibra per 211 2| altri, affollandosi in un anfratto pieno ancor d'acqua e di 212 10| color delle chiome degli angeli di Padre Angelico e dagli 213 10| chiome degli angeli di Padre Angelico e dagli occhi cilestrini 214 3| E china sul volto dell'angiolino dormente, stupita e commossa, 215 10| ripetuto e ricordato negli angoli più opposti e reconditi 216 2| di voci. A fianco, alto, angoloso, colossale, tutto fessi 217 3| seno e guizzante come un'anguilla fra il suo nugolo di spuma 218 3| bruno avea i guizzi delle anguille e dei cefali, nell'onda 219 9| Pietro e lo lasciò solo nell'angusta cameretta.~ ~Don Mauro dette 220 3| Salviano non badava a l'animaluzzo. Parea dormire, tanto egli 221 1| ritorna giù, nelle viuzze animate adesso, a ricercar ne' volti 222 2| barca che si dondolava, annuente anch'essa, come tutto in 223 2| Mi capisci?...~ ~Marino annuì.~ ~– Il signor Paoletti 224 2| un po'. – Il padre aveva annuito, sempre inquieto, però. 225 2| corse giù con l'occhio, ansante di scorgere, di vedere. 226 2| passano al largo, neri e ansanti.~ ~Era vicino a finir vespro.~ ~ 227 2| aria. Marino ne ascoltò l'ansar precipitoso della macchina, 228 2| quel bacio tutte le sue ansietà e il suo corruccio. E corse 229 6| levò atterrita e la vide ansimare brevemente, accennando qualcosa 230 8| ferro dormenti. Le grandi antenne arrugginite pendevano dalla 231 4| capite? Quel tale aveva anticipato: era arrivato subito, l' 232 1| bocca nera della galleria aperta per ingoiarlo, per poter 233 2| dire,~ ~Marino ridendo lo apostrofò.~ ~– Cecchino! chi tardi 234 1| alti comignoli fumiganti appaiono qua e tra il verde. Alte 235 9| unica finestra dai vetri appannati, malgrado, le solerti cure 236 9| vicino stanzone.~ ~La sua apparizione nella bolgia dei vecchi 237 2| Su via, non si stia ad appassionare. Prenda la cosa con ispirito. 238 2| braccia del figliuolo s'appesero al collo del padre.~ ~Ma 239 6| quieta. Agnese che s'era appisolata un momento, si scosse ad 240 1| Liguria – e ci si indugiava appoggiati a quel muretto a guardar 241 7| quando voltandomi (ero appoggiato alla breve ringhiera di 242 | appresso 243 10| cesta piena di viole si appressò: e a manciate coprì tutta 244 3| bacio.~ ~ ~ ~E la sera, approfittando di un momento nel quale 245 1| profilano a far da sfondo aprendo vallate, stringendosi in 246 10| e sempre uguali!...~ ~E aprendomi sdegnosamente in volto i 247 5| mattino, verso i primi dell'aprile, alla visita, Gianni si 248 3| zampette frementi cercava aprirsi una via fra le tenaci maglie 249 6| il loro divertimento. Li aprivano insieme sorridenti, quasi 250 10| scogliere, ma qua e s'apron morbide vallette vellutate, 251 7| subito l'altra che come un'aquila grifagna, dalle penne aguzze 252 7| scatti all'improvviso e arabeschi bizzarri. Mai io aveva sentito 253 9| innalzò in cuor suo una ardentissima preghiera a Dio, facendo 254 2| fondo era un lampione che ardeva; si sentiva il fiotto tranquillo 255 10| cangianti, s'alzano i più arditi, i più bizzarri, i più scontorni 256 1| alle parole inglesi, russe, argentine o nord-americane ch'essi 257 3| Betto! adoperi certe parole aristocratiche...~ ~– Davvero? Sapete... 258 2| nel visetto pallido ed aristocratico i suoi occhi nerissimi sfolgorarono, 259 6| del 1862.~ ~Avevano due armadi pieni delle loro cose. Certe 260 8| è agile e minuscolo, ma armato del terribile fucile moderno...~ ~ 261 8| antichi, colossali nelle loro armature di ferro, dagli smisurati 262 2| istava quieta: ruotava le sue armi, anelante il suo scoglio, 263 4| pacatamente, comunicò il fuoco all'aromatico contenuto del ventre capace.~ ~ 264 4| gettavano già nugoli di aromatissimo fumo, come tre caminiere 265 3| Mina. La fanciulla si era arrampicata sino lassù, senza vederlo, 266 3| fantastico gruppo parve arrestarsi un attimo sopra l'abisso. 267 8| caminiere, le ruote si sono arrestate, i volanti si sono immobilizzati; 268 10| Quel grande taciturno era Arrigo Boito. E a proposito di 269 2| Cecchino! chi tardi arriva...~ ~Ma Cecchino s'era imbronciato 270 2| sul serio.~ ~– A momenti arrivano le altre barche! ce ne sarà 271 2| senza altra strada per arrivarvi che quella del mare...~ ~ 272 2| luce, di buio!) prima che arrivasse quel beato momento. Egli 273 10| lucida. Era un'inglesina arrivata poche settimane prima con 274 5| quarto giorno dopo il suo arrivo, e Gianni aveva assistito 275 1| palmi di terra, molti fiori arrobustiti dalla brezza salina, il 276 8| gocciolanti sudore. Il ferro arrubinato, la ghisa fusa dai bagliori 277 8| dormenti. Le grandi antenne arrugginite pendevano dalla nera tettoia; 278 8| enormi congegni giacenti e arrugginiti. Una figura strana e lontana 279 2| e gran reame di ricci, arselle e granchiolini.~ ~– Urrà! – 280 1| accanto al formidabile suo arsenale forza marinara d'Italia.~ ~ 281 3| natura biondastri ed ora arsi dal sale marino e fatti 282 10| scogliere divengon cosa d'arte. Osservate quelle grotte 283 7| dalle penne aguzze e dagli artigli adunchi, piglia il volo. 284 3| ufficiali e sugli acciai delle artiglierie?...~ ~L'avvenire, il sogno 285 2| agile e svelto continuò l'ascesa su per le punte bluastre, 286 3| figliuolo?...~ ~La Teresa si asciugava gli occhi. La Mina, pallida, 287 3| bel grado.~ ~Il vecchio si asciugò ruvidamente le lacrime.~ ~– 288 4| sere scure, avessi potuto ascoltare i suoi racconti di viaggio!... 289 1| curiosa meraviglia degl'ignari ascoltatori, in mezzo alle parole inglesi, 290 4| piacimento de' suoi viaggi e lo ascoltavo con una pazienza, una pazienza 291 3| Parla su, da bravo: ti ascolto.~ ~Betto pensò un momento 292 3| medesimo tempo: le città dell'Asia, della China del Giappone 293 3| ora... vedrai, Mina mia, aspettami, non mi dimenticare.~ ~– 294 4| diceva di no, ch'era meglio aspettare un poco, che non era tempo 295 6| beate, insieme, e insieme assaporandosene la dolcezza e la poesia.~ ~ 296 7| dicono: «Ecco un uomo che sa assaporare la vita in tutta la sua 297 2| nell'acqua salsa egli ne assaporò il voluttuoso arziglio ( 298 10| navigli dei vari Doria, degli Assereto e degli altri cento uomini 299 6| pura, così verginale, così assestata. Un salottino con le poltroncine 300 6| di canfora, ben piegati, assestati, e lucidi come nuovi, malgrado 301 6| e vecchie – sempre così, assettate, sorridenti, il lieve incarnato 302 6| tanti anni. La lavò, l'assettò cavò fuori la veste di seta 303 8| gettavano in alto certi loro assi smisurati; volanti colossali 304 3| alla allegra fiammata l'assideramento che lo faceva ancora a tratti 305 10| smerlettature incise dal bacio assiduo della spuma, quelle pareti 306 2| viaggio di mare... Partiamo assieme? – finì ridendo.~ ~Cecchino 307 10| una breve visione a cui assistetti nella piccola stazione ferroviaria – 308 9| Pierino del Vaga» i quali assistevan così, tremanti e bagnati 309 5| suo arrivo, e Gianni aveva assistito nella febbre al breve viatico, 310 2| pianto universale, che tutto assorbiva, tutto vinceva.~ ~Ma non 311 3| membra stanche, gli orecchi assordati dagli strilli della bufera 312 5| dal lato sinistro, e lo assordava un grande martellamento 313 8| minute e tenacissime che può assumere oggi il nostro acciaio moderno, 314 2| Guardava in su. Ma era tanto astratto e preoccupato che, lui, 315 2| sentiva?... Non un solo atomo di quel grande spasimo volava 316 3| rete aerea delle gomene, attaccato ad una vela candida, gonfia 317 3| Teresa e il fratello stavan attendendo con Betto i due compagni 318 1| che , fra que’ morti, ci attendono per ricordarsi a noi e darci 319 7| sentito i versi, mi osservava attentamente e con una certa simpatica 320 6| gemito dell'amica: si levò atterrita e la vide ansimare brevemente, 321 4| mie vecchie ossa?...~ ~Io attesi, pazientemente.~ ~– Io giurai ( 322 2| Avea il corsettino rosso, attillato sulla gonna corta, d'un 323 8| morto Cantiere, era in piena attività – un vulcano di ferro e 324 3| nuovamente cadere nel supino atto di prima. E, ritornò immoto 325 2| I sedili di ferro che l'attorniano eran pieni di vecchi lupi 326 3| sera, al parco desco, o attorno al focolare, nella capanna.~ ~ 327 | attraverso 328 4| aspetta un po'.~ ~Di a poco attraversò la piazzetta un vecchietto ( 329 2| padron Traverso: un lupo autentico. Vicino ai cento anni!...~ ~– 330 9| una firma di stampatore autorevole. Perciò in quella catasta 331 3| si era gettato in mare.~ ~Ava preso il largo, nuotando 332 8| fumosa lanterna ad olio, avanzante come un'ombra sul terriccio 333 2| punta di Portofino, che s'avanzava nel sereno. Genova, a ponente, 334 2| vapori viola, da Genova, avanzavano. Il cielo n'era in parte 335 | avendo 336 | avere 337 5| Era ben contento lui di averla conosciuta: in due si sarebbero 338 | averlo 339 | avessi 340 | Aveste 341 8| di operai neri e sudanti avevan dato alimento, giorno e 342 9| istante, figgendo i loro avidi e spauriti occhietti sulla 343 | avrà 344 | avrebbero 345 | avuta 346 5| era informato di quanto avveniva dentro, istruiva i nuovi, 347 6| loro giorni passati...~ ~Avvenne un giorno che una delle 348 2| onda li afferrasse ambedue, avventò a terra il piccolo inesperto. 349 1| barbiere hanno aperto, per gli avventori mattinieri: e vi si vede 350 9| venga a sapere della curiosa avventura.~ ~Si alza, raccatta il 351 3| guardare il mare ove si avventurava per lunghe giornate il padre.~ ~ 352 3| quella sua vita scapigliata e avventurosa di uomo di mare, di marinaio, 353 2| orrende tempeste e viaggi avventurosi in lontani paesi di sogno, 354 3| dopo!... tante cose sono avvenute, tante!... e io, vedete, 355 3| questa notte terribile è avvenuto. Voi ed io siamo custodi 356 7| alzarmi e di fuggire mi fe' avvertito che la second'anima si stava 357 2| fatto. E, prima di tutto, l'avverto che io parlo chiaro, molto 358 3| voce robusta e simpatica, avvezza al comando, Betto se la 359 1| caligine del viaggio. Egli si avvia sicuro verso una stradicciola 360 10| vedevan pallido e taciturno avviarsi in alto, dopo la fantastica 361 9| libraccio. Scorre alcune pagine: avvicina bene gli occhi, se li stropiccia, 362 2| Cecchinodisse Marino, avvicinandoglisi.~ ~Era un ragazzetto mingherlino 363 10| e di Sestri Levante. Ma avvicinandosi alla Spezia ritornan aride, 364 2| di braccia non si lasciò avvicinare: e un poco prima ch'ella 365 3| che cercava? Il punto si avvicinava alla Mina e poi ristette. 366 2| bello che prima non capivo! Avviene così sempre. Ciò che ci 367 6| agli altri naturali per avvincere ancor più, s'era possibile, 368 3| sul vuoto. I due corpi avvinti così scivolarono in mucchio 369 3| rugose del vecchio pescatore, avviticchiato al suo collo. – Addio, babbo, 370 3| ardente del settembre, che avvolgevalo tutto, in quel momento, 371 2| disbrogliata dalle nebbie che l'avvolgevano ed appariva alta e nitida 372 2| carezza del suo sguardo l'avvolse tutta. Il cielo in fondo 373 10| rapido. Il buon Massimo d'Azeglio – il gran cavaliere nostro – 374 1| solenni, poderose le colline azzurrastre che si profilano a far da 375 3| lasciava dondolare dalle onde azzurre, aspirando con voluttà l' 376 10| profilo dolce, d'un tenue azzurrino violaceo, tutta mitezza 377 3| una nube aveva il cielo, azzurrissimo. Solo due gabbiani – ch' 378 9| Mauro e l'abbraccia e lo bacia come un forsennato, senza 379 4| inumidirsi e strinsi al cuore e baciai la nera mano callosa di 380 3| Addio, babbomormorò egli baciando le gote rugose del vecchio 381 2| quelle parole sognate, baciate, accarezzate con la mente 382 3| passione. – La vita sul mare, baciato sempre dall'onda salsa: 383 3| ruggine.~ ~Ma Salviano non badava a l'animaluzzo. Parea dormire, 384 8| arrubinato, la ghisa fusa dai bagliori fantastici e solfurei correva 385 3| si chinò sulla sua mano bagnandogliela di lacrime.~ ~– Due anime 386 3| gettarsi a sedere sulla ghiaia bagnata dalla marea, che le veniva 387 9| assistevan così, tremanti e bagnati dalle onde e dalla pioggia 388 2| benefica e sana del buon bagno fatto nel mare, suo amico. 389 2| entrava ora nella piccola baia di Portofino. Un chiarore 390 2| Promessa?... – egli balbettò.~ ~– Sì... ad un giovane 391 10| 1525, affacciandosi alla balconata d'un grande castello posto 392 3| di una barca capovolta in balìa delle onde ed un altra giovinezza ( 393 2| orecchie e il mare liscio gli ballava intorno! ... Ah, quelle 394 3| sino all'ultimo... In due balzi Salviano le fu a lato. La 395 2| si precipitò d'un gran balzo contro lo scoglio e la spiaggia. 396 6| Pensavano a' loro bei giorni: bambine, fanciullette, ragazze, 397 3| diventata la bella Mina: una bambinetta dolce e seria, dai begli 398 3| Salviano il piccino, un bel bambinone pacifico, dai capelli biondastri 399 3| mandorla e i piedini da bambola...~ ~E intorno a lui, nella 400 2| erano al sicuro. Sulla banchina la folla dei rimasti facea 401 4| se fosse stata la Santa Barbara d'un naviglio di guerra, 402 10| inglese alla moda, dall'aguzza barbetta color delle chiome degli 403 10| inglese; il solito tedesco, il barbuto russo, lo snello americano, 404 5| quantità di sedili di ferro bassi e quasi soffici.~ ~Vi venivano 405 5| batteva la cadenza col suo bastoncello sulla ghiaia del giardino.~ ~ 406 1| invecchiando nelle più rudi battaglie del lavoro. È la sentimentalità 407 4| sedere in mezzo a noi, poi battendomi sulla spalla mi disse:~ ~– 408 10| lontane parti del mondo, battersi la testa per la disperazione 409 3| Sappiatelo. Io stesso l'ho battezzata... Mi vedrete qualche volta 410 2| Genova, semplice mozzo, sulla Battistina! Mi capisci?...~ ~Marino 411 2| vuole? non per nulla si batton trent'anni di quelli che 412 2| sullo scoglio ov'è piantata, battuta dalle onde. Ne' giorni di 413 3| tra il viluppo dei cordami battuti dal vento, in vedetta, aggrappato 414 7| quella che mi l'aria beata e da filosofo epicureo, 415 2| La barca ebbe un lieve beccheggio. A Marino parve inabissare. 416 7| delle ondate, tuffando il becco in quel ribollìo per cavarne 417 9| servente ridono a crepapelle beffandolo dietro le spalle.~ ~Riapre 418 9| Pietro gli risuonano chiare e beffarde all'orecchio.~ ~Come fare 419 10| bambini inglesi di que' bellissimi bambini di cui parla il 420 2| rossa vivida: l'albergo del Belvedere. Marino corse giù con l' 421 9| in un famoso convento di benedettini bianchi, il cui maestoso 422 3| Addio, figliuolo, e Dio ti benedica e ti dia salute e fortuna... 423 2| ma che importava? Marino benediceva l'ora, il mare, la festa 424 5| della Riviera, che Dio lo benedisse sempre. I primi passi li 425 5| Voleva salutare il sole, suo benefattore, e poi vedere il mare, quel 426 2| tutto il corpo, la forza benefica e sana del buon bagno fatto 427 10| festa e, sopra tutto, d'ogni beneficenza... Mi par di vederla ancora, 428 2| nel mare, suo amico. Un benessere, una pienezza giovanile 429 6| libri da messauguali beninteso – due letterine, identiche: 430 1| ricordarsi a noi e darci il bentornato.~ ~Mortuis morituri. Un 431 3| indeciso... ma si lasciò bentosto nuovamente cadere nel supino 432 10| vitalità. Troppi vengon a bere – supremo rimedio – l'alito 433 10| miti ai più ardenti. Dal berillo più tenero al viola cupo, 434 9| mezzo alla barca, senza berretto, portatogli via da uno sbruffo 435 2| una rarità.~ ~La bruna bestiola, dai neri aculei aguzzi 436 3| brezza salina e Salviano la bevea largamente, la testa alta 437 4| seduti di fronte, in coperta, bevean il saporitissimo arziglio ( 438 3| dalle onde, in alto mare, beveva la brezza pregna di salino 439 3| avea, da' primi suoi anni, bevuta la forte brezza salina e 440 2| bene: una lunga macchia biancastra che saliva su pel monte. 441 6| con bella e nitidissima biancheria, un poco antica com'esse, 442 7| spumeggiavan subito di neve bianchissima e lucente pe' mille guizzi. 443 9| certa (assai rinomata tra i bibliofili) edizione di ser Giovanni 444 3| bella fanciulla, quasi una bimba ancora, flessibile ne le 445 10| gruppi di quelle belle bimbe inglesi, già donnine in 446 1| e sembran giocattoli di bimbi. E si rivedono le note strade 447 3| quante ne avrai fatte, no, birbante?~ ~Betto diede in una franca 448 3| grande, un monello vispo e biricchino, sempre ne l'acqua salsa; 449 10| turba cosmopolita, ed ove la birra correva a fiumi. Davanti 450 5| si veniva che per morire! Bisognava raccomandarsi al sole, quel 451 7| talvolta, ne' suoi momenti di bizzarria.~ ~ 452 3| dimentica per un momento le sue bizzarrie e vuol far la buona, ed 453 8| sempre nuovi mostri giacenti, blocchi metallici coperti di paurose 454 2| Portofino s'ergeva diritto e bluastro – una barca in pieno sole 455 9| scorrette di demoni gli fanno boccacce infernali mentre don Pietro 456 4| accorgeva che se le nostre bocche tacevano era per meglio 457 3| piccina! Bionda, bianca, la boccuccia socchiusa, le manine sul 458 10| grande taciturno era Arrigo Boito. E a proposito di musicisti 459 8| ingoiati qua e da altre bolgie, da altri inferni...~ ~Non 460 2| nuove albe, e tormente e bonacce, e fortunali ed avventure! 461 2| si lasciava cullare dalla bonaccia azzurra...~ ~– Marino – 462 1| Resterà la fama della nostra bonaria onestà, resterà la traccia 463 6| da un timido sorriso di bontà e di naturale modestia.~ ~ 464 1| corso tutta la notte sui bordi della maremma toscana vasta 465 10| tra quelle rose e que' boschetti sempre verdi.~ ~Un nero 466 1| le stesse insegne delle botteghe di quando sei partito – 467 1| tutte sbarrate, e chiuse le bottegucce: solo il caffeuccio ed il 468 9| dell'ospite fu una veneranda bottiglia che recava su le spalle 469 8| dieci uomini a sollevarle, bracci metallici che si portavan 470 3| gettato a nuoto.~ ~Con due bracciate gli fu vicino.~ ~– Salviano! – 471 3| fascina di alghe secche sulla brace. Ma Betto la trattenne:~ ~– 472 2| avrebbe avuto un giorno la sua brava storia romantica da raccontare 473 3| stessa, della Mina; e le briose francesine tutto spirito 474 3| occhi pesti e un leggero brivido nelle ossa, andava a guardare 475 3| acceso, mentre fuori il mare brontolava nella sua eterna questione 476 5| senza tregua, con un sordo brontolio di collera rotto da scoppi 477 2| conquistatori, nudi, la pelle bronzata dal bacio marino, tutti 478 4| ventaccio sciroccale che bruciava gli occhi e metteva nei 479 2| notte. Ora , fra le rocce brulle, nel buio, s'intravvedeva, 480 3| Il Promontorio, nero e brullo, appariva come un pugno 481 2| È la conclusione. Ed è brutale, lo so, ma tant'è! Mia figlia... 482 2| aveva tentato giocargli il brutto tiro...~ ~Marino gli si 483 5| tra le grosse lenzuola di bucato, odoranti di acido fenico. 484 10| pieni di ferite, di morsi, bucherellati dal continuo ed indefesso 485 9| in ogni stanzino, in ogni buco: non c'è veramente, è proprio 486 2| tormente strane e lunghe, bufere e naufragi. Mille sogni 487 3| bello e orrido, magnifico e buffo, nel medesimo tempo: le 488 9| possibile disagevole il bugigattolo che il buon don Pietro nella 489 2| terracotta ! E, nei momenti di buonaccia, pieno di storielle, di 490 3| pendente sul mare nero e burrascoso, pallido ma forte, stanco 491 1| passo al treno che vi si caccia risolutamente dentro e le 492 5| nuovi che l'inverno avrebbe cacciato a dozzine nei letti delle 493 8| non sono altro che inutili cadaveri, rosi lentamente dal tarlo 494 9| uno strappo (forse fattosi cadendo) sulla pergamena della coperta 495 3| la Rupe del Promontorio cadente a piombo nel mare, sciogliendosi 496 5| color d'ambra batteva la cadenza col suo bastoncello sulla 497 9| Finalmente i suoi occhi cadono sul vecchio Boccaccio che 498 2| il padre.~ ~La sera era caduta ormai. Si sentiva il respiro 499 4| corda, tanto che il sole era caduto da un pezzo e il mare già 500 1| si ferma: non entra nel caffè ricorre neppure al barbiere 501 1| chiuse le bottegucce: solo il caffeuccio ed il barbiere hanno aperto, 502 9| bolgia dei vecchi libracci cagionò una precipitosa fuga di 503 9| un breve torpore pesante cala per un momento sulle palpebre 504 9| Poi siccome la notte era calata rapidamente e don Mauro 505 2| Schiaffino, quello morto a Calatafimi, con Garibaldi.~ ~Marino 506 4| fermò un momento. La sera calava rapidamente sul mare: il 507 8| incandescenti, di cui io calcava ancora le ultime scorie 508 1| ad altri, maturati nelle calche di altre città affannate 509 2| Nelle ore fastidiose di caldura, disteso sul ponte in una 510 6| persone, era un vecchissimo calendario: nessuno da anni ed anni 511 1| farsi togliere di dosso la caligine del viaggio. Egli si avvia 512 4| cuore e baciai la nera mano callosa di capitan Traverso, che 513 1| marinaio, che le lunghe calme in alto mare fan sognare 514 3| piccina, rosea ora pel dolce calore della stanza, sul letto 515 10| sale sull'orizzonte, così cambia la loro tinta: da nera divien 516 4| cose quel giorno non siano cambiate? che quel ragazzo che sai 517 5| quel vecchietto maligno non cambiava d'un pelo, con la sua vocetta 518 5| piccolina a vista d'occhio. E in cambio il suo sorriso era più dolce 519 3| di quelle strade piene di camelie, di quella strana gente 520 5| di faccia in fondo alla camerata e che tanto aveva studiato 521 6| pulizia e di compostezza. Due camerette linde da vecchie fanciulle, 522 2| elegante, a fianco della cameriera, giù per la viuzza ripida...~ ~ 523 10| ed uno zelante vecchio cameriere dell'albergo conduceva allora 524 2| sul caro tetto, nella cara cameruccia sul caro cuore... La vita 525 2| E Marino riprese il cammino verso la sua casetta, tutta 526 10| sopra una alta strada di campagna, fiancheggiata da un lato 527 2| giorni di chiarità serena la campanella della chiesa dei marinai 528 9| quante storie quell'oratorio campato in alto, tra i due azzurri, 529 1| han voluto precederci nel campicello di sole dove non ci sembra 530 1| guarda il mare.~ ~Piccoli camposanti di Liguria! Pochi palmi 531 3| ella non aveva saputo più cancellarlo dal cuore, quell'addio, 532 1| per conforto eterno.~ ~Il cancellino è aperto: silenzio profondo: 533 2| anche amore!...~ ~Accese la candela e ritornò al suo libro.~ ~ 534 2| nel suo mare alcune vele candide s'erano aperte, come ali.~ ~ 535 3| sprofondò giù, nella schiuma candidissima, sugli aguzzi scogli scintillanti 536 2| luminoso, una nuvola di candore, scorrendo, scivolando e 537 6| che sapevano di spigo e di canfora, ben piegati, assestati, 538 10| da' riflessi ogni minuto cangianti, s'alzano i più arditi, 539 2| babbo su, alla Specola, al cannocchiale, a ispezionar la distesa 540 3| di fumo, al rimbombo dei cannoni, agli hurrà, quando la nave 541 2| foglie. Venivano i suoni e i canti.~ ~Un urrà dei naviganti 542 1| metalliche, sono ferriere, cantieri, officine meccaniche, altre, 543 1| trent'anni fa – ecco le note cantonate delle case, le gelosie verdi, 544 10| giovanotti tristi seduti ne' cantucci con un libro in mano, signore 545 2| a cantare, nel buio, una canzone del suo paese, ed era il 546 3| sposò Salvatore e delle due capanne se ne fece una sola e la 547 3| momento, ove in una povera capannuccia, tutta agitata dalla bufera... 548 7| assolutamente ignota.~ ~Ma capii che doveva parlarmi di quel 549 2| perchè ho dei milioni. Capirà, lei, che non mi vergogno 550 3| in quei giorni... voi capirete... io era un ragazzo... 551 2| ancora a domandare! dovrebbe capirlo. Del resto sono sicuro che 552 9| soglia: ella non riesce a capirvi nulla.~ ~Finalmente i suoi 553 2| mozzo, sulla Battistina! Mi capisci?...~ ~Marino annuì.~ ~– 554 2| inclinazione... viva, sincera, capisco, per mia figlia. Lei vorrebbe 555 3| ragazzo... cosa volete che capissi e che pensassi! Si potevano 556 4| aveva già due di marmocchi, capite? Quel tale aveva anticipato: 557 9| Pietro, venga a fare, quando capiterà, la preziosa scoperta?... 558 2| qualcosa di bello che prima non capivo! Avviene così sempre. Ciò 559 9| tinte appare un piccolo capolavoro di colori e di luci: una 560 10| i picchi verdeggianti fa capolino l'onda azzurra, e le navi 561 3| la visione di una barca capovolta in balìa delle onde ed un 562 2| azzurro cupo.~ ~Sotto il cappellone scuro, sotto i brevi riccioli 563 5| ormai.~ ~Quella sera nella cappelluccia del Sanatorio egli pregò 564 4| pazienza, una pazienza da frate cappuccino. Non la finiva più, capitan 565 3| gli batteva sul volto. Un capriccio improvviso. Era venuto alla 566 3| una grande mamma severa e capricciosa che dimentica per un momento 567 7| mani, un bel fiore sulla caraffa che tengo costantemente 568 10| sempre l'alta ossuta, e caratteristica figura di Marco Sala. Egli 569 10| voi incontrerete. Tutte le caratteristiche tradizionali delle razze, 570 2| intuito ove s'era indugiato, carezzoso, lo sguardo del figliuolo?~ ~ 571 2| Cartagena dove la Caterina aveva caricato aveva trovato le ultime 572 2| conduceva in paese, i ragazzi carichi della loro preda marina 573 4| tuffava...~ ~Padron Michele caricò abbondantemente la pipa, 574 1| che ora rinasce vivido. Carlo Peretti, morto il... Ah, 575 6| tempi, e perfino certe scene carnevalesche che dovean esser state famose – 576 10| bella passeggiata sul mare! Carrozzelle tirate a mano, poltroncine 577 10| portatile, de' fogli di carta: ma non vi scriveva mai 578 2| nuove, forse, laggiú?... A Cartagena dove la Caterina aveva caricato 579 9| rapida occhiata al genere di carte che il suo padrone stava 580 9| pergamena che ricopre lo spesso cartone della coperta... E getta 581 1| più floride, più fitte di casine, di piccole chiese a torre; 582 10| quattro uomini deposero la cassa di noce – stretta e lunga – 583 10| verde che viene a lambire le casucce, venne a cercare un mese 584 2| una partenza violenta e cattiva, che una dolce creatura 585 3| aperto il bianco fardello, cautamente, e ne avea tratta una fantolina 586 10| Massimo d'Azeglio – il gran cavaliere nostro – vi portò il suo 587 10| girando mezzo mondo – il suo cavalletto smontabile ed i suoi occhiali 588 2| slanciava innanzi, come un cavallo di razza, sull'acqua di 589 9| che il suo padrone stava cavando fuori dal ventre prominente 590 7| becco in quel ribollìo per cavarne i disgraziati pesciolini 591 4| capitan Traverso, quando cavava fuori le sue storie, ma 592 3| guizzi delle anguille e dei cefali, nell'onda azzurra. Egli 593 3| nell'acqua azzurra, come un cefalo. Betto lo raggiunse.~ ~– 594 3| fors'anche, piuttosto, per celare il lungo suo ozio di quelle 595 9| mistero, secondo lui, doveva celarsi.~ ~Ma prima o poi sperava 596 9| molta gelosa cura nel tener celati i loro tesori, e a don Pietro 597 10| vino delle Cinque Terre, celebre in Liguria e fuori, da' 598 3| avesse mai dunque battuto più celere in nessuna di esse?...~ ~ 599 9| divota e fervente invocazione celeste veniva a narrare come e 600 2| E sebbene parlassero celiando, la sua voce tradì un lieve 601 6| verginità fu illuminata e cementata da un raggio di amore bizzarro 602 4| che era l'ora di andare a cena... Voi mi avete già capito. 603 5| piccole orecchie color di cenere. Gianni aveva scoperto ch' 604 9| Don Pietro, allora, fatto cenno alla sua serva che li lasciasse 605 6| fotografie di persone morte da cent'anni, che neppur esse ricordavan 606 8| in questi nostri grandi centri di lavoro son troppo frequenti 607 2| ispezionar la distesa luminosa, cercando di scoprir la bianca nota 608 9| fatto del suo meglio per cercar di rendere il meno possibile 609 10| lontano, e da lontano assai, a cercarvi l'ultimo ristoro alla lor 610 2| pensoso a guardar le onde a cerchio, da prima piccole, poi maggiori, 611 2| volto del padre i suoi occhi cerulei, pieni di volontà e di convinzione.~ ~ 612 2| enorme portasigari d'argento cesellato e offrì delle sigarette 613 2| attimo, il suo cuore aveva cessato di battere?~ ~– Ragioniamo 614 5| prima rabbia, il mal tempo cessò per incanto e ritornò a 615 10| giovanetto biondo con una cesta piena di viole si appressò: 616 3| loro agonia nelle grandi ceste fragranti di salino.~ ~Ma 617 10| tutte furon gettate, e la cestellina fu vuota, il giovanetto – 618 2| Non ho detto per questo... chè ne son ben, sicuro. E poi, 619 2| si rompeva sotto di lui chetamente: parea scherzar con le sue 620 3| una grazia. La bambina si chiama Marina. Sappiatelo. Io stesso 621 3| dovette ripetere più volte la chiamata perchè la ragazza non lo 622 3| quelle bambinate...~ ~– Le chiami bambinate, ora – rimproverò 623 2| saper nulla... Ne' giorni di chiarità serena la campanella della 624 6| forte, tarchiato, un poco chiassoso, e marinaio.~ ~Poi lui era 625 8| e della ruggine, lunghe chiazze di luce sfuggente, rivelando 626 3| la gota.~ ~– Bambina! si chiede questo ad un marinaio?~ ~– 627 10| desiderio di vita che van invano chiedendo a quel mare sempre azzurro, 628 10| il fratello. Era venuta a chiedere ai fiori e al mare della 629 2| storica ch'è davanti alla chiesina era visibile per le luci 630 4| da marinaro, e gli avrei chiesta la ragazza... Ma lei, la 631 1| con, nuovi paesetti, nuove chiesuole, piazze, opifici e giardini. 632 2| frantumi assai pericolosi alle chiglie inesperte.~ ~Marino taceva. 633 10| cioè a pochi passi (12 chilometri) si gela, a Nervi, sul mare, 634 2| era chi s'avea portato la chitarra e i mandolini, veniva da 635 9| Marescandoli, 1707». Lo chiude tosto ed apre il libraccio. 636 3| Salviano si abbandonò, chiudendo gli occhi, nuovamente all' 637 10| i quattro uomini allora chiusero le portelle del vagone e 638 3| abbandonava al mare, gli occhi chiusi, il capo reclinato all'indietro. 639 5| Avevano in esso una fede cieca, assoluta. E il buon sole, 640 4| vita, lo avrei ubbidito, ciecamente.~ ~Capitan Traverso mi fissò 641 3| angiolo? o sei diventato cieco del tutto?~ ~E la buona 642 2| libro, grave di formule e di cifre, il futuro marinaio si fece 643 3| rotolaron, sempre uniti, sin sul ciglio a picco sul mare. il 644 3| di ferro e lieve come un cigno nell'acqua azzurra, fremente 645 8| tra le vampe ardenti, il cigolar delle ruote, il frastuono 646 2| al suo fianco, stridette, cigolò, s'aperse.~ ~E la snella 647 10| fra la nebbia sottile e cilestrina, dall'altro il promontorio 648 10| pagliette spagnuole ai mezzi cilindri gallici, corre giù serpeggiante, 649 2| vampa, e sbuffava come una ciminiera!...~ ~Ma che razza di furia 650 10| ciottoloni tutti fessi, cincischiati, corrosi, pieni di ferite, 651 3| innanzi. L'acqua, da prima cinerea, si veniva colorando man 652 2| marino.~ ~Immerso fino alla cintola nell'acqua salsa egli ne 653 2| il suo gomito, le piccole ciocche dei suoi capelli gli sfioravan, 654 10| sgretolandosi in mare, quegli ultimi ciottoloni tutti fessi, cincischiati, 655 1| sono opifici: alcuni neri, circondati da vaste tettoie metalliche, 656 4| posto, e ritornò nel gruppo circonfuso dal fumo delle pipe.~ ~– 657 2| Poi voltò la testolina, civettuola, indietro, verso la donna 658 2| i buoni marinai genovesi classici dei tempi famosi. Ne aveva 659 7| ingombro di dracene, di clematidi e di passiflore, e mi fe' 660 10| fuori, da' riflessi d'oro colato il bianco, e del più schietto 661 2| dimandato, in mia vece, dal collega De Marta... quello di geografia; 662 9| distintamente dalla povera collinetta dell'Oratorio, tutta «sassi, 663 1| conca di verde: corrono le collinette ricche di vigne che precedono 664 1| paese, piena l'anima del colloquio con i morti che furon un 665 3| senza saper che fosse, la colmava di un sottile soavissimo 666 2| Sette barche eran già colme, zeppe, e Marino già cominciava 667 1| liguri c'è sempre un poco di Colombo e di Mazzini.~ ~E poi un 668 2| saliva su pel monte. Quella colonnina bruna laggiù era la lanterna! 669 3| prima cinerea, si veniva colorando man mano di roseo; ed erano 670 1| case, villette, campanili colorati, ponti, giardini, viuzze 671 3| Salviano!~ ~Una lieve vampa colorì il volto del giovane pescatore. 672 1| villette bianche o vivamente colorite, piccole chiese, villaggetti.~ ~ 673 3| Betto sollevò la testa, colorito in volto, sentendo un'ondata 674 3| mentre una rapida vampa gli coloriva il volto:~ ~– Lasciami stare... 675 8| aveva animato un giorno que' colossi di ferro, vomitanti fiamme 676 3| sopportare il fio delle colpe dei malvagi, ah no! A voi, 677 3| voce lontana che riuscì a colpire l'orecchio de l'inerte pescatore:~ ~– 678 9| in alto mare ne andava, colta allo improvviso da una raffica 679 10| terriccio, lassù deposte dal coltivatore, vegeta il magliolo che 680 5| sonno profondo che lo aveva còlto appena si era messo, tutto 681 3| parole, il saluto del suo comandante, il giorno del congedo, 682 3| e simpatica, avvezza al comando, Betto se la sentiva risuonar 683 9| dello scartafaccio, fece un comico e significativo gesto a 684 1| piccole chiese a torre; alti comignoli fumiganti appaiono qua e 685 10| chiamava Heinrich Heine.~ ~ ~ ~Comincia il vero paese delle scogliere, 686 10| collina d'Albaro, ho detto, comincian le vere scogliere; e voglion 687 6| ed unico amore.~ ~ ~ ~Era cominciato quando lui aveva tredici 688 2| affogare – disse uno della comitiva.~ ~Cecchino era l'inesperto 689 1| delle nostre imprese o de' commerci che abbiam portato lontano 690 7| prima, che bene spesso ci fa commetter delle pazzie. Questo ormai, 691 6| raggio di amore bizzarro e commovente.~ ~Le credevano tutti due 692 3| mai più. – E le ardenti commozioni delle manovre – i bei giorni 693 10| zimarre a quadri inglesi ai comodi faldoni alemanni, dalle 694 8| lentamente le fibre più compatte e resistenti. E il Cantiere 695 6| sopra un altro amore, che lo compendiava e lo rendeva più intenso. 696 2| padre, con tenerezza – tu compi i diciotto anni...~ ~– E 697 1| qualcosa di buono vi abbiam compiuto; il ricordo di noi, laggiù 698 3| nel suo cuore.~ ~Ma Betto compiva ormai i venti anni. Venne 699 6| forma d'idealità, era, un complemento al loro affetto di amiche, 700 3| recondito, ma un lungo sospirone completava la tristezza. E la giovinetta 701 6| volle esser sola a vestire e comporre per l'ultimo riposo la sua 702 6| meraviglia di pulizia e di compostezza. Due camerette linde da 703 4| sacchetto di denari e si era comprata la casina sul mare nella 704 2| ricchissimo forestiero, che avea comprato la villetta da poco, rimettendola 705 7| agitato... Ella non poteva comprendere le mie parole, come io non 706 2| quello di geografia; tu mi comprendi.~ ~– Oh, babbodisse Marino 707 6| sempre vissuto insieme: e la comunanza di vita, da tempo immemorabile, 708 6| se l'eran letta insieme,– comunicandosela l'una con l'altra, ed eran 709 4| silenziosamente e pacatamente, comunicò il fuoco all'aromatico contenuto 710 9| priore di San Fabiano si concesse quella sera in onore dell' 711 3| raccogliere pazientemente le belle conchiglie che la marea lasciava sulla 712 9| del dove «le demonia» li conducessero, per i loro peccati, a finire 713 3| Salvatore fu preparata per condurre Betto ed altri due suoi 714 7| indeciso la seguii.~ ~Ella mi condusse presso una delle villette 715 4| venni al gran fatto; gli confessai tutto, il mio amore per 716 6| prendere certi vasetti di confettura confezionati con le loro 717 6| certi vasetti di confettura confezionati con le loro mani, di cui 718 6| spirituali rapimenti che si confidavano, beate, insieme, e insieme 719 1| quasi a continuare le intime confidenze che nel gran riposo dell' 720 5| immensa distesa quieta che si confondeva col cielo. Esso veniva a 721 3| urli delle onde furiose si confondevano con i fischi irosi del vento, 722 5| fenico. Poi ricordava anche, confusamente, la prima impressione delle 723 3| comandante, il giorno del congedo, sul ponte, in grande 724 3| azzurra, fremente come un congegno infernale ne' suoi immani 725 6| AGATA E AGNESE.~ ~ ~ ~Conobbi Agata ed Agnese a Camogli, 726 3| inesorabile che aveva fatto conoscere tante altre donne al suo 727 10| promontorio di Portofino, che conosciamo, si profila dolcemente violaceo... 728 2| mia parte, sa? oh, se n'ho conosciuti!~ ~Il signor Paoletti pareva 729 2| guardi che di uomini ne ho conosciuto anch'io la mia parte, sa? 730 2| quali avean fatto a gara per conquistarsi il posto, poi le signore.~ ~ 731 2| quei sette od otto piccoli conquistatori, nudi, la pelle bronzata 732 2| braccia e di gambe la schiera conquistatrice fu inerpicata sulle sporgenze 733 10| detta seppe salvarsi dalle conseguenze non del tutto lusinghiere 734 3| tempo nuotarono così di conserva, in silenzio. S'era levata 735 6| Le due lettere furono conservate preziosamente, sotto i vecchi 736 3| Fratello cugino... così ella considerava Salviano, ma pur nulla avea 737 5| dentro, istruiva i nuovi, li consigliava, godeva una certa confidenza 738 2| dei rimasti a terra parve consolarsi. Solo Cecchino era rimasto 739 5| passava non mancava di far constatare alla sua amica le prove 740 9| venuta a turbare le loro consuete notturne operazioni. Don 741 3| differenti dai volti noti e consueti...~ ~Vagamente ella si raffigurava 742 9| gli s'era fitta in capo consultando un certo vecchio manoscritto 743 9| all'altro dalle viti ormai consunte dalla ruggine per venir 744 9| migliaia di anime, tutti contadini e pescatori, che si spargevano 745 9| sant'uomo passava sopra al contenente purchè il contenuto recasse 746 3| ancora don Piero e sono contente di quest'innocente che viene 747 3| della spiaggia, ed eran così contenti, nella loro tristezza e 748 9| Pierin del Vaga non si contentò di dipingere in onore di 749 1| una verso l'altra, quasi a continuare le intime confidenze che 750 6| incanto. Ambedue tacquero: e continuarono ad amarlo in silenzio per 751 10| scavate dal mare, a morsi continui, nella roccia dura come 752 1| qualche nero pizzo si protende contorto nelle onde; il treno non 753 7| il volo. Il mio corpo si contrae; il volto mi divien pallido, 754 7| empieva di sorriso, ora si contraeva per le lagrime: ora luminoso 755 9| ma giovanilmente eretta, contrastavan singolarmente con la testina 756 7| due anime quasi sempre in contrasto fra di loro. Ebbene, anche 757 3| che la miglior cosa che mi convenga fare, adesso, è di partire 758 9| dette un'occhiata intorno e convenne subito che la loquace servente 759 10| reconditi del globo. Di ciò vi convincerete subito osservando i passeggiatori 760 10| in quel momento e gridavo convinto: – Oh, no, Dio mio, è impossibile 761 9| nel letticciuolo finchè, convintosi che il sonno per allora 762 2| cerulei, pieni di volontà e di convinzione.~ ~E si alzò.~ ~Andó presso 763 7| ridendo o spasimando la convulsione che la second'anima inquieta 764 2| mamma con ambe le mani, e la coperse di baci.~ ~ ~ ~ 765 8| giacenti, blocchi metallici coperti di paurose muffe. Ma quello 766 9| andato a finire sotto la copertina d'un tal libro scomunicato? 767 10| silenziose, e malinconiche coppie taciturne... È vero che 768 10| si appressò: e a manciate coprì tutta la piccola bara delle 769 9| nebbione maledetto che tutto copriva col suo infernale nerume. 770 7| strappo di tutte le quattro corde, finì.~ ~Mi prese la mano 771 9| pranzo trascorse lieto, cordiale e come tutti i pranzi di 772 9| Poi levatosi, prima di coricarsi, si fece alla finestra dai 773 1| frontiera francese della Cornice. Egli è contento di essere 774 3| il breve sonno sur una corona di corda, in un cantuccio 775 10| questo mare, molte teste coronate, molti principi del sangue 776 7| aureola di capelli biondi coronava quella bella testa, posata 777 1| visto così dall'alto, e correndo senza tregua; solo grandi, 778 7| gli occhi inquieti; una corrente nervosa squassa tutto il 779 1| fruscìo che turbina nel lungo corridoio sotterraneo. A tratti il 780 10| bizzarri scherzi di luce corron da un picco all'altro, da 781 1| luce in una conca di verde: corrono le collinette ricche di 782 10| tutti fessi, cincischiati, corrosi, pieni di ferite, di morsi, 783 2| madre. Questo pensiero la corrucciava. Era questa la sua ombra 784 10| melanconico, che ha veduto i corsari saraceni, le galere venete 785 2| apparve nel vano.~ ~Avea il corsettino rosso, attillato sulla gonna 786 3| in alto il cielo nero era còrso da immani nuvole mostruose, 787 2| barca di Marino chiudeva il corteo. Il mare s'era fatto nero: 788 7| bellissima accettò serena e cortese l'intenso omaggio che tutto 789 3| di melanconia: misteriosa coscienza, forse, per lei che nulla 790 7| al mare. Quivi corre la cosidetta passeggiata sugli scogli: 791 1| erbacce invadenti: i vialetti cosparsi di sabbia marina sono nitidi, 792 2| suoi milioni di oggi gli costano gocce di sangue e sudore! 793 1| questo momento fu signore costante dell'anima, ed ora finalmente 794 7| sulla caraffa che tengo costantemente sulla mia scrivania, io 795 2| famosi. Ne aveva veduto delle coste e aveva avuto agio di lavorarci 796 10| sguisciar giù a fracassarsi le costole sulle punte aguzze della 797 | costui 798 6| tendine a ricami che ora non costumano più in nessuna parte del 799 6| inconsapevole, un certo cotal rispetto.~ ~Erano vecchissime, 800 1| le vetrate nell'alba sono cotonifici. Ed ecco la Spezia, nella 801 3| era accorta di quello che covava nel cuore il fiero ragazzo.~ ~ 802 2| diritto di parlare, io. Non crede?...~ ~Il signor Paoletti 803 9| tra' piedi?... Egli non lo crederà, in cuor suo, e penserà...~ ~ 804 3| secreto... Terribile, Teresa, credete a me!...~ ~Prima di andar 805 9| loro. E qui il priore si credette in dovere di far noto a 806 6| bizzarro e commovente.~ ~Le credevano tutti due sorelle: ma in 807 3| non giurare. Tanto non ti crediamo. Non è vero Mina?~ ~Ma la 808 6| ingoiato quello che lui avea creduto una disdetta e d'allora 809 2| protendendosi verso una gran crepa dello scoglio.~ ~– I ricci, 810 9| Pietro e la servente ridono a crepapelle beffandolo dietro le spalle.~ ~ 811 7| suo azzurro intenso veniva crepato, all'improvviso, da larghe 812 10| questo spettacolo all'ora del crepuscolo, quando gli ultimi raggi 813 2| gli anni passavano ed ella cresceva gigante nel suo cuore. In 814 3| sola nidiata.~ ~Ed erano cresciuti su insieme.~ ~La piccola 815 7| ricco, povero, geniale, cretino che sia, che non alberghi 816 9| per modestia e pudicizia cristiana: parecchi anzi, a dire il 817 9| tarlato, con suvvi un bel Cristo in osso del secolo passato. 818 2| del porto gli uomini in crocchi aspettavano le signore che 819 9| tavolo, sotto il grande crocifisso di legno nero, su cui il 820 9| Biblioteca dell'Oratorio, crollata un bel giorno per vetustà, 821 9| trattava di una vecchia cronaca della chiesa scritta con 822 9| grammaticali.~ ~Il buon prete cronista dopo una divota e fervente 823 3| pregando Iddio che rendesse men cruda la prova alla povera creatura, 824 3| il ponte, in quella sua cuccetta ch'egli aveva una volta 825 6| verità non erano meno cugine, la più lontana parentela 826 3| dormire la nave a vela, cullandola nel suo seno enorme, come 827 2| in pieno sole si lasciava cullare dalla bonaccia azzurra...~ ~– 828 3| in fronte.~ ~ ~ ~Salviano cullato dalle onde, in alto mare, 829 3| Rupe che ne è l'estremo culmine – di lassù solea Salviano 830 10| specialmente in quelle cupe di tempestascendesse 831 3| alla Teresa.~ ~– Non te ne curare – aveva risposto la buona 832 3| Era don Piero, il buon curato del vicino paesello. Egli 833 7| con una certa simpatica curiosità.~ ~Il volto, come ho detto, 834 2| alto del suo picco, non si curò gran che di loro: il suo 835 3| avvenuto. Voi ed io siamo custodi di questo secreto... Terribile, 836 2| per una vecchia abitudine, dacchè era riuscito ad entrar nel 837 1| nuova lingua del paese a cui danno il lavoro e la loro operosità: 838 10| intreccian la loro fantastica danza con le prime ombre della 839 1| attendono per ricordarsi a noi e darci il bentornato.~ ~Mortuis 840 4| le mie buone ragioni per dargli la corda, tanto che il sole 841 2| sapere, era mio desiderio darla a Lei in persona. Ah, il 842 2| Sta bene, avrai tempo a darlo in altro momento, l'esame! 843 3| destino. E si sforzava di darsi pace. Ma un muto accoramento 844 3| Salviano? ho una nuova a darti...~ ~Salviano interrogò 845 9| da questi paraggi, non debba trovarsi certamente...~ ~ 846 3| povere anime innocenti non debbono sopportare il fio delle 847 9| frontispizio e legge: «Il Decameron sì come lo diedero alle 848 5| primavera e viceversa senza decidersi mai ad andarsene. Egli diceva 849 4| quando il buon uomo si decideva a dire alla figliuola di 850 9| in un volgare grosso del decimosesto secolo. Si trattava di una 851 3| ragazzo.~ ~E da quella sera decise di affrettarsi.~ ~Bisogna 852 9| fermandosi ad una pagina del decrepito manoscritto – ecco qua il 853 1| prezioso per noi e non ne defraudiamo per istinto gli altri. Resterà 854 | degl' 855 9| sciuparla, senza un lungo e delicato lavoro. E don Mauro rivede 856 3| suo cuore, si andava ora delineando più nettamente davanti alla 857 3| sottil dubbio atroce si delineava insistente davanti al suo 858 10| rupi scoscese che fanno deliziosamente paura alle belle miss che 859 10| albergato anima posseduta da dèmonebizzarro ed agitato.~ ~ 860 9| mille figure scorrette di demoni gli fanno boccacce infernali 861 9| illusione? un altro tiro del demonio?~ ~Quasi senza volerlo slarga 862 4| ammucchiato un buon sacchetto di denari e si era comprata la casina 863 8| mostruosi, quelle ruote dentate aveano pur avuto un'anima 864 10| manciate di terriccio, lassù deposte dal coltivatore, vegeta 865 3| scorgeva, la sera, al parco desco, o attorno al focolare, 866 3| rozzamente e scherzando descritta in una delle sue, ahimè! 867 3| ch'egli aveva una sera descritto, rifacendone l'acconciamento 868 3| per qualcosa che vagamente desiderava, senza saper che fosse, 869 10| imagini sopite nell'anima si destano e poi di nuovo dileguano...»~ ~ 870 9| povero Oratorio, gli avea destinata come camera di riposo. Vide 871 9| della grande città ove era destinato a vivere contro la sua inclinazione, 872 10| quello che con una frase ben detta seppe salvarsi dalle conseguenze 873 10| genovesi.~ ~Io penso a ciò che dev'esser passato nella mente 874 9| le dita, lascia cadere il diabolico volume il quale va a rotolare 875 9| dalle onde e dalla pioggia diacciata, alla corsa in perdizione 876 3| spiccicar le parole da le labbra diacciate.~ ~Il sant'uomo avea fatto 877 5| parecchi altri no, sempre più diafana e cerea; parea diventasse 878 3| sabbia scintillante di mille diamanti al sole. E allora in questo 879 3| così graziosi que' cari diavoletti quando uniti folleggiavan 880 3| due si parlavano. Che si diceano? Aveano dunque molte cose 881 3| Una fredda notte del dicembre, mentre le ondate squassavano 882 5| tutti quei visi pallidi che dicevano che dentro non ci si 883 6| due amarlo insieme.~ ~Il dichiararsi dell'una sarebbe stato l' 884 2| Il ragazzaccio gli ha dichiarato, l'altro giorno, che non 885 3| la tenerezza per la cara dichiarazione e la promessa del giovane 886 6| letterine, identiche: due dichiarazioni d'amore. Una delle due avrebbe 887 3| Betto lo raggiunse.~ ~– Ma dici davvero dunque, tu ? – borbottò 888 7| a' miei cari amici quando dicono: «Ecco un uomo che sa assaporare 889 3| fatte, no, birbante?~ ~Betto diede in una franca risata.~ ~– 890 9| Il Decameron sì come lo diedero alle stampe, ecc... ecc.» 891 2| pesche miracolose e ancoraggi difficili, orrende tempeste e viaggi 892 1| sole che luce intorno e si diffonde in una larghezza di visione 893 9| mite sua anima religiosa, diffondeva quel quadro per lui insolito. 894 10| morente tepore, di vaga nebbia diffusa e di foglie morte. Nervi 895 2| indietro, nel suo cuore. Diggià! era dunque divenuto sì 896 10| fiancheggiata dagli uliveti e digradante al mare era quella famosa 897 10| si destano e poi di nuovo dileguano...»~ ~La strada fiancheggiata 898 5| speranze tenacemente nutrite si dileguarono: e il grigiore del cielo 899 3| Teresa, e un solo grande diletto: l'azzurro sconfinato del 900 3| tu, non lasciarla così: dille una buona parola: sarà l' 901 4| momento» sul quale si era dilungato minuziosamente due sere 902 2| Era per dirti che tu sarai dimandato, in mia vece, dal collega 903 9| oltre a varie altre piccole dimenticanze grammaticali.~ ~Il buon 904 1| anche d'inverno. Potranno dimenticar cento cose, imparare a servirsi 905 3| avea egli dunque potuto dimenticarlo? e così presto?...~ ~Ah, 906 6| di una di esse – si eran dimenticate quale delle due fosse la 907 3| proposito, buona Teresa... dimenticavo una cosa. La... – e si arrestò 908 1| e la loro operosità: mai dimenticheranno il loro linguaggio, e certe 909 10| son sani, vivaddio! e lo dimostran le loro vocette squillanti 910 6| ragazzo, roseo e biondo, e dimostrava non meno di sedici anni: 911 9| Vaga non si contentò di dipingere in onore di San Fabiano 912 9| quindicenne «et un rinomatissimo dipintore ch'aveva nome Pierino del 913 2| ascolti... Oggi forse mi dirà cattivo, duro di cuore, 914 5| sempre. I primi passi li diresse verso la grande vetrata 915 2| avea presa la corsa e s'era diretta verso l'ultima ove Marino 916 10| dalla casuccia marinaresca direttamente per Roma, pochi giorni dopo 917 2| passione, che la faceva filare, diritta e snella, nell'acqua chiara.~ ~ 918 9| liguri, che scendono giù diritte sino al mare: una specie 919 2| Lei vorrebbe realizzare, diró così, questa sua inclinazione...~ ~ 920 3| lagrime:~ ~– Mina, te lo dirò quando sarò tornato quello 921 3| Aveano dunque molte cose a dirsi?... Salviano si abbandonò, 922 3| di quella grossa roccia dirupante in mare e che chiamavan 923 10| minacciosi, giganti, per diruparsi, in basso, in mille schegge 924 10| ingentilisce, si fa meno ruvida e dirupata. Siamo sempre tra le scogliere, 925 3| roccia più bassa, che si dirupava sotto i suoi piedi. E scorse 926 3| agile e sicura sulle creste dirute e scabrose, ferma sui suoi 927 3| masso, su gli scogli erti e diruti, ella s'avviò avanti.~ ~ 928 9| rendere il meno possibile disagevole il bugigattolo che il buon 929 3| inevitabili durezze, le fatiche, i disagi, i pericoli, che nessun 930 2| La costa azzurra s'era disbrogliata dalle nebbie che l'avvolgevano 931 1| selvaggio. Grandi rocce discendono a picco sul mare: e qualche 932 2| E Marino riprese la discesa, verso Camogli.~ ~Sulla 933 2| gli seccava la pelle, e discese, sicuro, giù per le balze 934 2| poi quando il nero era disceso, lungo la strada che reca 935 5| infermieri.~ ~Gianni lo ascoltava discorrere a lungo, guardando la bella 936 2| Discorsi seri.~ ~ ~ ~Il signor Paoletti, 937 9| socchiuse l'uscio, mise discretamente la testa dentro e domandò 938 6| che lui avea creduto una disdetta e d'allora in poi aveva 939 3| occhi. La Mina, pallida, disfatta, non fiatava. Aveva i suoi 940 7| quel ribollìo per cavarne i disgraziati pesciolini sballottati nella 941 3| La Mina era un poco in disparte. Guardava la ghiaia lucida, 942 3| nella modesta capanna, così disperato, tenerle fissi in volto 943 5| Non si lamentavano, non si disperavano: non rimproveravano neppure 944 10| battersi la testa per la disperazione di non poter portarseli 945 2| racconsolato.~ ~I ragazzi si disperdevano per le vie del paese. Molti 946 2| di conto, sa? non gli dia dispiaceri! lei è giovane ora; ne incontrerà 947 9| triste il tramonto s'era dissipata e don Mauro sprofondando 948 2| prese la sua pipa, s'andò a distendere lungo a prua, e restò così, 949 2| s'era fatta gigante e si distingueva tutta, nitida, nell'azzurro 950 9| re storici, si scorgeva distintamente dalla povera collinetta 951 3| Avea sul braccio il rosso distintivo.~ ~– Sempre vecchi amici 952 9| la lampada. E pensò, per distrarre e stancare la mente, di 953 3| Genova, per presentarsi al distretto di marina.~ ~Sulla spiaggia 954 3| fratelli davvero! Che ne dite Teresa?~ ~La buona Teresa 955 7| preghiera:~ ~– Vi prego, ditemi il vostro nome, almeno.~ ~– 956 9| recava su le spalle alta un dito la stessa polvere all'incirca 957 6| Occupava tutto il salottino dai divani color di rosa autunnale, 958 10| fra poco – le scogliere divengon cosa d'arte. Osservate quelle 959 10| Spezia ritornan aride, per divenir poi addirittura selvagge... 960 2| del balcone, l'azzurro che diveniva violaceo.~ ~Ah! una lieve 961 2| sembrato dolore, un giorno diventa poi quasi una dolcezza, 962 5| più diafana e cerea; parea diventasse più piccolina a vista d' 963 3| Così la piccola Marina era diventata la bella Mina: una bambinetta 964 3| guardata, povero angiolo? o sei diventato cieco del tutto?~ ~E la 965 6| quell'amore in comune era divenuta la loro gioia, era stato 966 3| vero mare, la sua voce è diversa! È più forte e più dolce, 967 2| avrebbe amato in cento terre diverse, e la vita del marinaio 968 7| anima che molto spesso si diverte a tormentarmi acerbamente. 969 6| antichi veli. Erano il loro divertimento. Li aprivano insieme sorridenti, 970 7| spumeggiante.~ ~Ella sorrise divinamente e mi rispose con una favella 971 9| prete cronista dopo una divota e fervente invocazione celeste 972 9| raccomandare l'anima a Dio: e divotamente si segnò e cominciò a recitare 973 9| momento il pittore «anima divotissima» ebbe un'inspirazione. Ritto 974 3| grava su di essi e noi non dobbiamo che pregare perchè ella 975 8| martellanti...~ ~Ora, da dodici anni, il grande Cantiere 976 7| suonò, una musica strana, dolcissima a volte e tutta scatti all' 977 3| sorrise ancora una volta, dolcissimamente, e andò poco discosto, sotto 978 2| aver compreso. I suoi occhi dolcissimi, non lo abbandonavano. Forse 979 7| capelli di neve e un sorriso dolcissimo e buono che la illuminava 980 5| Gianni cominciò a sentirsi dolere il petto più forte e farsi 981 2| una dolce creatura forse dolorava, in quel momento, gliela 982 5| breve viatico, all'agonia dolorosa, e si era svegliato nel 983 3| Oh! – mormorò la Mina dolorosamente.~ ~– Tanto?~ ~– Oh, tanto!~ ~– 984 10| cotesto paese delle rocce, – domandai, – sarebbe?...~ ~– Non lo 985 2| non me lo stia ancora a domandare! dovrebbe capirlo. Del resto 986 2| quel che dico. E non mi domandi altro.~ ~Tacque un poco 987 2| Dove vai tu, ora? – domando a Marino.~ ~– Scendo abbasso, 988 2| lieve, facile, semplice a domare, e si rideva della raffica 989 9| compiuti dal Santo dalla vetta dominante il mare col suo lumicino 990 3| di lassù solea Salviano dominare tutta l'irrequietissima 991 5| gli scoppi di tosse che dominavano ogni altro rumore, sempre, 992 4| sibilar fra i cordami facea dondolar la Santa Maria nelle onde 993 2| suoi quattordici anni già donnina, elegante, a fianco della 994 10| belle bimbe inglesi, già donnine in miniatura, da' lunghi 995 10| tutte le movenze che è il dono caratteristico della loro 996 9| il bellissimo gonfalone: donò anche alla chiesa un'altra 997 2| e la punta del Capo era doppiata. S'entrava ora nella piccola 998 10| pisane, e i navigli dei vari Doria, degli Assereto e degli 999 2| la testa bassa, come se dormisse. Veniva da fuori del balcone 1000 2| disteso sul ponte in una dormiveglia noiosa, bastava quel pensiero


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