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LIBRO PRIMO Chiose d'Jacopo, figliuolo di Dante Alighieri sopra alla "Commedia" Comincia il XXXII Capitolo |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
S'io avessi le rime aspre e chioccie,
Come si converrebbe al tristo buco
Sovr' 'l qual pontan tutte l'altre roccie
Secondo l'ordine delle cose infernali il quale nelle soprascritte chiose in più luoghi si tocca, ultimamente in questo nono grado quella che con froda rompe l'amore naturale e la fidanza promessa e non promessa procede, la quale, volgarmente tradimento chiamata, in quattro partiti circostanti al centro dell'universo nel presente grado si pone, siccome per quattro modi cotale effetto si segue, d'i quali i due naturali, cioè di naturale fidanza, e gli altri volontarii si considerano. E perchè dell'uomo è meno colpa la fidanza naturale che la volontaria incisione, però prima, secondo l'ordine della gravezza usato qui nella men grave di lei a dimostrar procede, la qual di coloro s'intende che ne' lor carnali e parenti ciò fanno, chiamandola Caina, a derivazion di Caino, che di ciò fu principio. E figurandogli in una freddissima ghiaccia, a significare la freddezza dell'animo loro, privato d'ogni calore d'amore natural che per loro si contiene. Per la qual ghiaccia l'ultimo di quattro fiumi infernali si considera, cioè Cocito, che pianto interpetrato si chiama. Fra' quali nelle seguenti chiose d'alquanti per simiglianti si conta, procedendo nell'altre con simigliante allegoria secondo la gravezza di loro.
Ma quelle donne aiutino il mio verso
Ch'aiutar Amfïone a chiuder Tebe,
Sicchè dal fatto il dir non sia diverso
Anticamente alcun di Tebe, nominato Amfione, e nelle dieci iscienze naturalmente complesionato, vogliendo per più fortezza di mura chiudere sua terra, con tanta dolcezza pregando d'aiuto la gente richiese, che compiutamente al suo volere ne pervenne. Onde per vertù delle donne, cioè delle dette iscienze, cotale edificio per cotal modo si fece, alle quali chiamandosi qui per simigliante l'effetto produce.
Se vuoi saper chi son cotesti due,
La valle, onde Bisenzio si dichina,
Del padre lor Alberto e di lor fue
Tra gli altri di questa prima natural qualità che Caina si chiama, qui del conte Alessandro e del conte Napoleone fratelli del conte Alberto in prima così si ragiona, i quali l'uno coll'altro sempre mai si tradiro.
Non questi a cui fu rotto il petto e l'ombra
Con esso un colpo per la man d'Artù;
Non Focaccia; non questi che m'ingonbra
Ancora d'un cavaliere della Tavola rotonda, nominato Messer Morderet, per simigliante qui si ragiona, il quale essendo nipote de' re Artù, alcuna volta traditolo, da lui d'una lancia per lo petto passando dall'altra parte delle reni per vendetta sentio. E d'un altro cittadino di Pistoia de' Cancellieri, nominato Focaccia, che in simigliante si resse. E simigliantemente d'un Fiorentino nominato Sassol Mascheroni, al quale essendo ei rimaso manovaldo d'alcun suo nipote, abbiendolo ucciso52 per redare suo avere, la testa in Firenze finalmente fu tagliata.
E perchè no mi metti in più sermoni
Sappi ch'io fui il Camicion de' Pazzi
Ed aspetto Carlin che mi scagioni
Qui avendo i sopradetti notificati, finalmente, di messer Uberto Camiscione de' Pazzi di Valdarno si conta, il quale tradì e uccise alcun suo consorto, per cui d'alcuno altro di sua casa, nominato Carlino, moreggiando53 s'aspetta, predicendo alcun tradimento che perlui poscia si fece.
E mentre ch'andavamo in ver lo mezzo,
Al quale ogni gravezza si raguna,
Ed io tremava nell'eterno rezzo
Dimostrata la prima qualità del naturale rompimento di fidanza e d'amore, qui della seconda procedendo si segue, la quale è di coloro che tradiscono lor gente o patria si considera. E perchè non solamente questa, come la sopradetta, all'offeso danneggia, per più grave seguente di lei si concede, chiamandosi Antenora, a derivazione d'Antenor Troiano, il quale anticamente, secondo le sue istorie, alla sua terra e patria tradimento fece, tra' quali d'alquanti nelle seguenti chiose per simigliante si conta.
Piangendo mi gridò: perchè mi peste?
Se tu non vieni a crescer la vendetta
Di Monte Aperti, perchè mi moleste?
Qui alcuna ricordanza si fa della sconfitta che i Fiorentini, anticamente, da' Sanesi ricevettero a monte Aperti, reducendosi la colpa a un cavaliere degli Abati di Firenze, nominato Messer Bocca, il quale, essendo nella fiorentina ischiera per determinato tradimento, con una ispada a colui che la loro insegnia tenea la man dal braccio ricise; onde il processo della sconfitta seguio. Per lo quale così d'alquanti della sua qualità ragionando si conta, e spezialmente in prima d'uno cavaliere di Cremona, nominato Messer Buoso da Duera, il quale contra sua parte a' cavalieri de' re Carlo vecchio per danari, nel distretto di Brescia il passo d'Italia diede. Per lo quale, essendo per mare in Italia il detto re Carlo venuto, la sua patria, cioè Cremona, e la parte ghibellina finalmente si strusse. E seguentemente d'un altro di quei da Beccaria di Pavia, il quale essendo abate di Vallenbrosa col seguito d'alcun Fiorentino, la parte guelfa di Firenze tradio, per lo quale tradimento la testa finalmente in Firenze gli fu per giustizia tagliata. E ancora simigliantemente d'un altro cavaliere de' Soldanieri di Firenze, nominato Messer Gianni, e d'uno di Lanbrasi da Faenza di Romagna, nominato Tribaldello, il quale, essendo alcuna volta il detto messer Gianni podestà della detta terra di Faenza, a' Bolognesi di notte tempo la dierono. Tra' quali sopradetti così nominati, finalmente di Ganellone di Maganza così si conchiude, per lo quale la gran gesta de' Paladini finalmente, essendo e' tra loro fu tradita.
Le tempie a Menalippo per disdegno,
Che quei faceva il teschio e l'altre cose
Per essempro di due altri della presente colpa, qui alcuna istoria di Tideo Tebano ragionando si tocca, il quale, alcuna volta combattendo co' Greci, da un Greco, nominato Menalippo, mortalmente di colpo fu tocco, per lo quale dolore il detto Tideo spronandogli addosso, colla spada la testa dal busto gli recise, la quale testa essendo nella terra, per la detta fedita gravemente tornato del campo recare la si fece, sopra la quale, vogliosamente mangiando, la sua vita finì.