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LIBRO PRIMO Chiose d'Jacopo, figliuolo di Dante Alighieri sopra alla "Commedia" Comincia il XXXIII Capitolo |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
La bocca sollevò dal fiero pasto
Quel peccator, forbendola a' capelli
Del capo, ch'egli avea dirietro guasto
In questo cominciamento del capitolo, ancora della detta seconda qualità di due così si ragiona, di' quali l'uno fu il conte Ugolino de' conti Gherardeschi di Pisa, e l'altro degli Ubaldini, l'arcivescovo Ruggieri di Pisa, il quale, colla forza del popolo di Pisa, il detto conte Ugolino con tre suoi figliuoli e uno nipote a tradimento per fame in alcuna torre siccome prigione fe' morire per alcuno tradimento di castella pisane, per lui a' Lucchesi e a' Fiorentini concedute. Per lo quale tradimento e crudeltà il detto conte Ugolino sopra all'arcivescovo qui figurativamente così si ristora, la cui continenza chiaramente nel testo procede.
Noi passammo oltre, dove la gelata
Ruvidamente un'altra gente fascia
Non volta in giù, ma tutta rovesciata
Determinate54 le due prime qualità del tradire rompendo fidanza e amor naturale, qui nelle seguenti due volontarie, cioè in quelle dove l'amore naturale e la volontà accidentalmente a fidanza disposta si rompe, a dimostrare si procede, delle quali l'una è quella che servendo tradisce il servito, e l'altra è quella che servita tradisce il servente. E perchè il servendo tradir non è a meritabile debito come l'altro legato, però prima qui per men grave penultimamente si pone. Nelle cui qualità d'alquanti nelle infrascritte chiose per simiglianti si fa ricordanza, con quella medesima pena e cagione che di sopra per l'altre due passate si conta, disvariandosi solo al supino e carpone dimorare. La cui allegoria al più e al meno della vergogna passionando si tira, chiamandola Tolomea, a derivazione d'alcuno Ebreo del popol d'Isdrael, nominato Tolomeo, il quale anticamente a un convito per lui ordinato a cierti suoi amici fidati, la morte, essendo alle tavole, diede.
Rispuose dunque: io son frate Alberigo:
Io son quel delle frutte del mal'orto;
Che qui riprendo dattero per figo
Della presente terza qualità qui d'alcun frate godente di Romagna, nominato frate Alberigo di Manfredi da Faenza, non essendo ancor morto, così si ragiona, il quale convitando di suoi gran cittadini e vicini circostanti, siccome fidati e intimi amici, al chiamar delle frutte finalmente uccidere gli fece.
Cotal vantaggio à questa Tolomea
Che spesse fiate l'anima ci cade
Innanzi che Antropos morte le dea
Conciò sia cosa che qui alcuno errore alla comune gente par che si mostri, fermamente l'anima dannando prima che 'l corpo sia morto, possendo per pentimento salvarsi, così nel suo vero, figurativamente è da considerare che, secondo naturalmente appare, l'umana generazione in due principii si fonda, cioè in amore, e razionale intelletto, del quale accidentalmente poi la fede ch'è tra uomo e uomo si cria. Onde, privandosi di cota' due principii, non più uomo, ma iniquo volere si considera, e dove non è principio, pentimento di contrario non cape. La quale privazione solamente nella presente qualità si concede, per la fede rotta da loro nell'apparenza promessa; sì che, figurativamente parlando, ragionevolemente innanzi al dare d'Antropos, di loro così si può dire; per la quale Antropos, secondo la considerazione di' pagani, la generale morte s'intende; i quali al corso dell'umana vita tre idee così produceano; la prima nel compilare della generazione infino al nascimento, chiamandola Cloto; la seconda nella conservazione della vita chiamandola Lacchesis; la terza nella difinizione della vita, chiamandola Antropos, come qui in simigliante si conta55.
Tu 'l dei saper se tu vien pur mo giuso.
Egli è ser Branca Doria e son più anni
Poscia passati ch'el fu si rinchiuso
Ancor vivendo, qui della presente qualità d'alcun cavaliere genovese, nominato Messer Branca Doria, per simigliante così si ragiona, il quale alcuna volta essendo nell'isola di Sardigna, e convitando alcun grande ricco uomo, nominato Michele Zanca, per posseder sua ricchezza, mangiando insieme, con un suo nipote l'uccise.