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LIBRO PRIMO Chiose d'Jacopo, figliuolo di Dante Alighieri sopra alla "Commedia" Comincia il XXXIV Capitolo | «» |
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Vexilla regis prodeunt inferni
Verso di noi; però dinanzi mira,
Disse il maestro mio, se tu discerni
In questo ultimo capitolo del primo libro, ultimamente la quarta qualità del tradimento, cioè quella che trade il servente per più grave di tutte l'altre, così si conchiude, che siccome ella è più grave di tutte [e] contrarie al dovere della natura, cioè d'Iddio, così nel più lontano e contrario sito dal cielo figurativamente qui immaginata si pone, el quale56 l'intimo mezzo della terrestre isfera e di tutto l'universo s'intende, al quale naturalmente, siccome mezzo dell'universo, d'ogni parte ogni gravezza, si pigne, figurandosi i suoi operanti nella detta ghiaccia per diversi modi trasvolti, a dimostrare che intorno dal presente indivisibile punto diversamente il sotto e 'l sopra di loro ad una vista si ponga; nel quale punto tra gli altri il sommo superbo nel suo mezzo per più basso considerato si pone, cioè colui che contro al sommo fattore in prima con superbia s'accese, il quale per questo libro Dite si chiama, cioè peccato e volgarmente Lucifero. È figurato grandissimo con tre visi e con tre grandissime ali, a significare che tutto il peccato del mondo che in lui si raguna, siccome sommo male per tre modi si piglia, cioè per ignoranza, per odio e per inpotenzia, siccome nel suo opposito, cioè il sommo bene, ogni bene in tre modi si prende, cioè per prudenza, per amore e per potenza; delle cui colorate faccie quella di mezzo, cioè la rossa, a l'iniqua e odiosa ira si figura, la gialla e bianca mista a l'impotenzia e alla scurità dell'ignoranza; la nera, delle cui bocche figurativamente son morsi i tre traditori che le due maggior potenzie tradiro siccome Giuda Scariotto ispiritualmente in Gesù Cristo, e Bruto e Cassio di Roma in Cesare, primo [segnore] 57 temporalmente, i quali, secondo le storie di Lucano, in tanta grazia di lui permanieno che ciò che volieno era fatto, da' quali finalmente per superbia in sul palagio di Roma con due stili di ferro finalmente a tradimento fu morto. Per lo quale Giuda, siccome traditore di più alto dominio, la presente ultima qualità Giudecca si chiama.
Quando noi fummo là, ove la coscia
Si volgie al punto in sul grosso dell'anche
Lo duca con fatica e con angoscia
Qui figurativamente si dimostra per non poter più scendere l'immaginato trasvolgersi sotto sopra del centro per procedere a salire nell'opposita parte della determinata infernale, la quale in opposito emisperio alla quarta abitabile immaginata s'intende, nella cui sommitade il monte della felicità nostra, cioè il purgatorio immaginato si pone, siccome nelle chiose del seguente secondo libro si conta.
Levati su, disse il maestro, in piede!
La via è lunga e 'l cammino è malvagio
E già il sole a mezza terza riede
Per dimostrare la quantità del tempo col quale per l'inferno s'è ito, e simigliantemente di quel col quale partendosi di sopra si torna per la diversità di due detti emisperii del sole così si ragiona per lo quale essendosi disceso tutta una notte, come per lo libro in più luoghi si conta, e finalmente presso che 'n sull'oriente prodotto, nell'altro emisperio rivolti, il contrario si segue, cioè che la notte vi surga come nell'altro la luce, la quale a mezza terza, cioè al luogo del cielo, onde quindi mezza terza si toglie, nel detto emisperio si tornava. Onde per l'inferno una notte e un'altra sanza mediato giorno per uscirsene infino al cominciamento del purgatorio per ispazio di tempo si piglia, la cui allegoria nelle prime chiose assai chiara si conta, considerandosi cotale emisperio opposito a quello sotto, il cui colmo, cioè il mezzo, il sito di Gerusalem, dove Cristo fu morto, siccome mezzo di gran secca, cioè della quarta abitabile permane. E così dimostrata la prima viziosa infernale qualità in quella di quinci innanzi secondamente procede, che è tra lei e le stelle.
Compiute le chiose di Dante sopra la prima parte dell'Inferno ovvero cantico, o comedia, fatte per Iacopo di Dante sido (sic) Figliuolo, Amen58
Amen.
nella Tipografia "L'Arte della Stampa"
Successori Landi, in Firenze
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