Jacopo Alighieri
Chiose alla cantica dell'Inferno di Dante Alighieri

PROEMIO   D'Jacopo Figliuolo di Dante Aleghieri sopra la Commedia

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PROEMIO

 

D'Jacopo Figliuolo di Dante Aleghieri

sopra la Commedia

 

O voi che siete nel verace lume

alquanto illuminati nella mente,

ch'è sommo frutto de l'alto volume,

Perchè vostra natura sia possente

più nel veder l'esser dell'universo,

guardate all'alta commedia presente

Ella il dimostra, e 'l simile e 'l diverso

dell'onesto piacere, il nostro oprare

e la cagione che 'l fa o bianco o perso.

Ma perchè più vi debbia dilettare

della sua intenzione entrar nel senso,

come è divisa in vi vo mostrare.

Tutta la qualità del suo immenso

o vero intendimento si divide

prima in tre parti senz'altro dispenso.

 

La prima viziosa dir provide,

però che prima più ci prende e guida,

e già Enea con Sibilla il vide.

E questa i nove gradi fa partida,

sempre di male in peggio, infino al fondo

dov'el maggior peccato si rannida;

Con propria allegoria formata in tondo,

sempre scendendo e menomando il cerchio,

come conviensi all'ordine del mondo.

Sopra da questi nove per soperchio,

sanza trattare di lor, fa dirisione

di que' che sono nel mondo sanza merchio.

Poscia nel primo, sanza altra ragione

che d'ordine di fe, mostra dannati

quei ch'ànno la innocente offensione,

E quei che son più dal voler portati

per lor disij che da ragione umana,

son nel secondo per lei giudicati.

Nel terzo quella colpa ci dispiana

con propii segni ch'è del gusto inizio,

da cui ogni misura istà lontana.

E quelle due opposizioni in vizio

nel quarto fa parer per giusto modo,

che rifiutò il buon Roman Fabrizio.

Nel quinto l'altre due che son nel nodo

del mal incontanente, ci fa certi,

con accidioso ed iracondo brodo.

E quei che son dalla malizia esperti

co lor credenze eretiche e fiammace

nel sesto dona lor simili merti.

Seguendo la bestiai voglia fallace,

nel settimo la pon, diviso in tree:

la prima violenza in altrui face

E la seconda offende pure a see,

la terza verso Iddio porge dispregio

e Soddoma e usura con essa ee

Nell'ottavo conchiude il gran collegio

della semplice froda, che non taglia

però la carta al fedel privilegio.

E questo in diece parti cerne e vaglia:

ruffiani, lusinghieri e simonia

e chi di far fatture si travaglia,

Barattieri e ipocreta resia,

ladroni e frodolenti consiglieri,

scommetitori di scismatica via,

Con quei che fanno scandal volentieri,

falsator d'ogni cosa in fare e 'n dire,

figurandogli a modo aspri e leggieri.

Nel nono quella froda fa seguire

che rompe fede ed in quattro il diparte:

lo primo chiama Caym a tradire.

Quei che la patria tradiscono o parte,

nel secondo gli mette in Antenora;

e nel terzo chi serve e fa tale arte.

Chiamando Tolomea cotal dimora,

e il quarto Giudecca, che riceve

ciascun che trade chi 'l serve e onora.

Quello il fondo d'ogni vizio greve

de lei, chiamato inferno e figurato;

e qui fo punto per parlar più breve.

 

Nella seconda parte fa beato,

purgando per salir infino al sito

che fu al nostro antico poco a grato.

Ed à in otto parti ancor sortito

cotal salir in forma d'un bel monte,

ma fuor di loro in cinqudipartito.

Però che cinque cose turba il ponte

over la scala da ire a purgarsi:

cioè diletto, violenza ed onte.

Onde convien di fuor da set[t]e starsi,

con questi infino al termine lor posto

i nigligenti o uffizial trovarsi.

Nel primo ci dimostra esse[r] disposto

prima a purgarsi sotto gravi pesi

quel superbir che 'n noi s'accende tosto.

E propiamente nel secondo à lesi

gl'invidiosi con giusta vendetta,

nel terzo gl'iracondi fa palesi,

Nel quarto ristorar fa con gran fretta

l'amor del bene iscemo, e dentro al quinto

con gran sospiri gli avari saetta.

E l'appetito nostro à si distinto

quel che soperchia dentro al sesto giro,

che 'l vero è quasi da tal forma vinto.

Nell'infiammato settimo martiro

ermafrodito, Sodoma e Gomorra

cantar dimostra il lor aspro disiro.

E poi di sopra, per ch'altri vi corra,

della felicità dimostra segni

a chi la sua scrittura non aborra.

Ma ora, per seguire i suoi contegni

dir mi conviene dell'opera divina,

e voi assottigliate i vostri ingegni.

 

La terza parte con alta dottrina

in nove parti figurando prende,

simili al ben che da essi declina.

La prima con quella vertù risplende

che con freddezza d'animo a eccellenza,

che carità di spirito s'intende.

E la seconda celestial semenza

al governo del mondo cura e guarda,

secondo il senso de la sua sentenza.

La terza par che in foco d'amore arda

e la quarta risplenda tanta luce

che sapienzia a suo rispetto è tarda.

La quinta che feroce ardire adduce

tanta vertute e forza corporale

che solo il militar prende per duce

D'ogni grandezza e animo reale

La sesta par che al suo parere imprenti

la mente dove sua vertute cale;

E la settima par che si contenti

a castitate in sacerdotal manto;

e ciò dimostran bene suoi argomenti

Diversamente d'ogni abito santo

l'ottava, e d'ogni ben fa esser madre

per la vertù ch'ell'à in cotanto;

La nona in conchiude come padre

mobile più ciascun moto celeste,

e qui l'enchiude sincere e leggiadre.

Poscia di sopra a tutte quante queste

vede l'essenza del primo fattore,

che l'universa macchina si veste.

I' lei discerne del nostro colore,

per dimostrar che sola nostra vista

sensibil può vedere il suo amore

Però vedete omai quanto s'aquista

studiando l'alta fantasia profonda

dalla qual Dante fu comico artista.

Vedete ben come il suo dir si fonda

nel bene universal per nostro exemplo,

acciò che i' noi il mal voler confonda.

Mettete l'affezione a tal contemplo,

non vi smarrite per lo mal cammino

che ci distoglie dall'etterno templo,

Nel quale e' fu smarrito pellegrino,

finchè dal ciel no gli fu dato aita,

la qual gli venne per voler divino

Nel mezzo del camin di nostra vita.


 

 

 


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