IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
LIBRO PRIMO Chiose d'Jacopo, figliuolo di Dante Alighieri sopra alla "Commedia" Comincia il V Capitolo |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Così discesi del cerchio primaio
Giù nel secondo che men luogo cinghia
E tanto più dolor[e] che punge a guaio
Dimostrata la qualità del primo grado infernale, in quella del secondo qui si procede, la quale di coloro in cui la ragione umana all'abituato talento della lussuria è sottomessa, si considera; la cui essenza nella seguente chiosa, figurativamente, si contiene, seguitandosi qui nella disposizion di Minos, il qual, per motore nel presente grado e giudicatore degli altri si pone. La cui figurata allegoria in cotal modo permane che si come in ciascuno uomo naturalmente delle sue mali operazioni è coscienza contradicente giudicandosi sè stesso propiamente e più e meno lontano del sommo bene, cioè da Dio, secondo la colpa commessa, così qui il detto Minos giudicatore delle colpe in lei si figura, giudicando e approvando con certa sua coda, a dimostrare, che solamente con la fine di ciascuno sia più propio il giudizio, si come negli animali e nell'altre cose ella generalmente è fine. E perchè di sè medesimo più che di niun'altro e più propio il giudizio, però cotale coscienza, nominata Minos, figurativamente in questo secondo grado principalmente si pone. La quale, nel sopra detto grado non si concede, perchè non è di qualità di colpa commessa; e col sopra detto nome chiamandola, a similitudine d'alcun Re di Creta, nominato Minos, il quale anticamente fu di tanto giusto giudizio abituato, che per ciascun pagano si credea che nello inferno finalmente giudicator divenisse.
Io venni il luogo d'ogni luce muto
Che mugghia come fa mar per tempesta
Se da contrari venti è combattuto
Si come l'effetto di ciascun peccato degniamente è pena dell'operante, così qui in questa seconda qualità e nell'altre simigliante l'effetto delle fatte operazioni si concede: la pena in questo cotale figurativamente si sostiene, che alcuna fortuna di vento, percotendosi insieme sanza alcuno riposo, gli porti. Per la quale si considera la veloce voglia di coloro in cui, ardendo la lussuria vince, i quali da desiderosi piaceri di lor voglie sanza posa niuna d'uno in altro, e là e qua sono guidati; tra' quali d'alquanti antichi e moderni per esempio degli altri, nelle seguenti chiose procedendo si conta.
La prima di color di cui novelle
Tu vuo' saper, mi disse, quelli allotta
Fu inperadrice di molte favelle
Semiramis fu moglie del re Nino, la quale, dietro alla morte di lui, gran tempo in paesi d'Asia e d'Africa con sì grande abito di lussuria resse, che per legge cotale volontà appagare a ciascuno lecito fece vogliendo di sè medesima cotale biasimo torre.
L'altr'è colei che s'uccise amorosa
E ruppe fede al cener di Sicheo,
L'altr'è Cleopatras lussuriosa.
Questa che amorosa sè uccise fu Didone moglie de' re Sicheo di Cartagine, la quale, dietro alla morte di lui sopra il suo cenere di non accompagnarsi con altro uomo, secondo l'usanza, promise. Per la cui caldezza di lussuria, finalmente ad Enea troiano, essendo arrivato alla detta terra, carnalmente per moglie si diede. Ond'ei partito per venire in Italia, ed ella aspettandolo, per dolore del suo non tornare, sè stessa ucise. Cleopatras fu moglie del re Tolomeo d'Egitto, amica di Cesare, poi che della prigione del fratello liberata, lo trasse, essendo morto Pompeo. E poi fu moglie d'alcuno nipote di Cesare nominato Marcantonio, il quale essendo dallo imperadore Ottaviano cacciato per mare, finalmente fu morto. Per lo quale dolore ella simigliantemente fuggiendo, due velenosi serpenti al petto si pose, da' quali così la morte innamorata prese.
Tempo si volse e vidi il grande Achille
Che con amore alfine combatteo
Elena fu moglie de' re Menelao di Grecia, la quale fu tolta per Paris figliuolo del re Priamo di Troia, per cui finalmente la detta terra per li Greci deserta rimase. Achille fu figliuolo de' re Peleo d'Atilia, detta Civita di Creti, il quale, essendo a Troia nell'oste de' Greci con certi compagni per fare alcuna pace della morte d'Ettore, da quei dentro fu falsamente fidato, dovendo torre Polisena figliuola de' re Priamo, di cui egli era vago, per moglie, e dare Andromaca, cioè la moglie ch'era stata d'Ettore, a Pirro suo figliuolo. Nel quale trattamento in alcun tempio di Troia, essendo per vendetta d'Ettore da' fratelli a tradimento fu morto. Paris fu figliuolo del detto re Priamo, il quale tolse e fece le sopradette cose. Tristano fu figliuolo de' re Meliadusse di Logres, e finalmente morto da re Marco suo zio per cagione della bionda e bellissima Isotta, come nel leggere della Tavola Rotonda si conta.
Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
E cominciai: Francesca, i tuoi martiri
A lagrimar mi fanno tristo e pio
Essendosi degli antichi infino a qui ragionato, di due modernamente si segue, de' quali l'un fu una donna nominata monna Francesca figliuola di messer Guido da Polenta, cioè Guido vecchio da Polenta di Romagna, e della città di Ravenna, e l'altro Paolo d'i Malatesti da Rimini, la quale essendo del fratello del detto Paulo moglie, il quale ebbe nome Gianni Isciancato, carnalmente con lei usando, cioè col detto suo cognato, alcuna volta insieme, dal marito fur morti.