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LIBRO PRIMO Chiose d'Jacopo, figliuolo di Dante Alighieri sopra alla "Commedia" Comincia il X Capitolo |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Ora sen va per un segreto calle
Tra 'l muro della terra e gli martiri
Lo mio maestro e io dopo le spalle
In questo cominciamento del decimo canto, la qualità dell'eretica credenza presente si dimostra, nominandone alcun de' seguaci del detto Epicuro come nelle seguenti chiose si contiene.
O Tosco che per la citta del fuoco
Vivo ten vai così parlando onesto
Piacciati di restare in questo loco
Tra l'altre resiarche qui con alcuno di quelle di Epicuro si ragiona, nominato messer Farinata degli Uberti di Firenze, dicendo sopra fatti futuri e passati di lei, cioè di Firenze, come nel libro chiaramente qui si contiene. Col qual simigliantemente un altro cavaliere di Firenze si vede, nominato, Messer Cavalcante de' Cavalcanti, il quale con simigliante credenza vivendo si tenne.
Ond'io a lui lo strazio e 'l grande sciempio
Che fece l'Arbia colorata in rosso,
Tale orazion fa far nel nostro tempio
Perchè la sconfitta ch'ebbono da' Sanesi anticamente i Fiorentini a Monte Aperti, fu più per valore degli Uberti che d'altri loro usciti, però contra a loro cotal contumacia si tiene; per la quale sconfitta ad uno fiumicello della detta contrada, nominato Arbia, per lo sangue si vole dire che l'acqua in rosso colore si turbasse, dietro alla quale vittoria tra certi grandi caporali ragionandosi di levare via Firenze del suo propio sito e di farne altrove più parti, per lo detto Messer Farinata finalmente ciò fare si distolse, e questo è quello che qui nel suo ragionamento di ciò si contiene.