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LIBRO PRIMO Chiose d'Jacopo, figliuolo di Dante Alighieri sopra alla "Commedia" Comincia il XVIII Capitolo |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Logo in inferno detto Malabolge
Tinto30 di pietra e di color ferrigno
Come la cerchia che d'intorno il volge
Siccome nel proemio delle presenti chiose e nell'undecimo canto si contiene, l'ottavo infernal grado, nel quale qui a proceder si comincia, in dieci parti, cioè qualitadi ordinate e distinte si divide, siccome per dieci modi la semplice froda, cioè quella che fidanza non rompe operando, si porge, la quale, come detto in questo presente grado figurativamente, così si contiene, che in dieci gran fosse, circustante l'una nell'altra, il suo spazio diviso si piglia, nel cui mezzo il vano del nono grado permanga. Le quali, figurativamente, bolge si chiamano, cioè luoghi per sè determinati sotto una generale qualità, nelle quali, secondo la gravezza del peccato, di lor modi d'una in altra ordinatamente si procede. Alle quali incominciando in questo canto, prima quella de' ruffiani si dimostra, nella quale, figurativamente, con contrario andamento d'anime si pone, a dimostrare che due modi contradi la froda e lo 'nganno contra le femmine operata si segnia, cioè per suo propio diletto, o per altrui, per amistà, o per guadagno promesso, e che de' certi diavoli isforzati sieno a significare i lor disii, da' quali continovamente nelle operazioni spronati sono, tra quali per simiglianti nelle seguenti chiose d'alquanti si fa menzione.
Io fu' colui che la Ghisola bella
Condussi a far la voglia del marchese
Come che suoni la sconcia novella
Per l'una qualità della presente colpa, qui d'alcuno cavaliere bolognese, nominato Messer Vinedico di Caccianimisi si ragiona, il quale, per certa quantità di moneta, la serocchia carnale alla voglia del marchese Obizo da Este carnalmente condusse; e per dimostrare che Bologna, più ch'altra terra di tal vizio più sia corrotta, di ciò favellando così si ragiona, prendendo per segno di lei il sito suo tra due fiumi, cioè tra Savena e Reno, e simigliantemente per alcuno suo vocabolo che sipa31 favellando producano.
Il buon maestro, sanza mia domanda,
Mi disse: guarda quel grande, che viene,
E per dolor non par lagrime spanda
Dell'altra qualità della presente bolgia, qui di Jansone, figliuolo de' re Ysion, e fratello del re Pelleo di Grecia si ragiona, la cui storia in cotal modo permane: che regnando il detto re Pelleo colla corona di Grecia, e sentendo appresso di sè Jansone suo fratello, di valoroso e magnanimo cuore, con gran temenza che non gli togliesse il dominio di lui dimorava; per la qual cosa con intenzione di farlo morire nelle parti di Chochia, a conquistare un certo montone d'oro, con certa cavalleria cavalcar lo fece, il quale, essendo giunto nella detta parte, e proveduto alla guardia del detto montone, la quale era un aspro dragone, i cui denti prima si dovieno avere che 'l montone, e in un certo giardino seminarli con salvatici buoi, de quali denti doveano cavalieri nascere, co' quali si conquista il Montone, come ciò potesse fornire, e nol sapiendo, dimorando pensava. Nella quale dimora, alcuna figliuola de' re di Chocia, nominata Medea, siccome vaga di lui, promettendo gli disse che, se per moglie la togliesse, che il modo d'acquistarlo gl'insegnerebbe. Ond'egli il suo volere accettando, per suo ammaestramento arando e seminando, come di sopra si conta, così fece; con la qual Medea, e col montone, nelle sue parti vittorioso tornossi. Nelle quali dimorato alcuno tempo, Medea sua moglie, siccome iscienziata persona delle sette arti, alla vecchiezza del suocero suo, cioè di Yxion, procurando provide, facendo alcuna acqua da ringiovanire, al quale le sue vene aprendogli e della detta acqua rimettendoglivi in giovane prosperità lui produsse. La qual cosa le figliuole del re Pelleo veggiendo, graziosamente per lo padre cotal medicina le chiesero. Ond'ella, maliziosamente, acciò ch'ei morisse, perchè a Giasone procedesse i' reame, il sopra detto modo con altra acqua insegnando compuose; colla qual medicina, credendosi far bene al padre, dormendo tagliaron le veni, rimettendovi la maliziosa acqua detta, per la quale il detto re Pelleo finalmente morto rimase, a Jasone la signoria del reame, colla quale signoria permanendo, lasciando Medea, un'altra moglie riprese; per lo qual dolore ella celatamente due suoi figliuoli in alcuno convito mangiare gli fece, per lo quale inganno parte di suo dovere qui della presente bolgia si segue.
Ivi con segni e com parole ornate
sifile ingannò, la giovinetta
Che prima avea tutte l'altre ingannate
Ancora del detto Iasone d'un altro ingannato simigliantemente così si ragiona, che, andando nel sopra detto paese di Chochia ad alcuna isola di mare, nominata Lenno, pervenne, della quale, secondo i poeti, tutte le femmine con saramento insieme d'uccidere tutti i loro maschi, per alcuno odio ch'era tra loro e loro, fermamente si proposero. Per lo quale, sentendo i' re della detta isola la notte che ciò si faceva, il lamento e 'l pianto che de' suoi medesimi ciascuna faceva, a sua figliuola, nominata Isifile, domandamento ne fece, la quale rispondendogli la continenza giurata gli disse, e simigliantemente che della terra, cioè dell'isola incontanente si dovesse partire, però che a lei il cuore non sofferìa, come all'altre d'ucciderlo. Per la quale, partita l'altre da lei in cotal modo, ricevettero inganno. E così sole per alcun tempo stando, il detto Jiasone, come è detto di sopra, quivi ad esse pervenne, nella quale per pugna d'assedio con certi compagni, a patti finalmente fu messo, dove colla reina delle dette femmine, nominata Isifile, a stare carnalmente si mise, promettendole che nella sua tornata nelle sue parti la menerebbe. E così gravida di lui, nel detto luogo, sanza tornarvi mai, vi rimase. Per lo quale inganno simigliantemente qui si concede.
Quindi sentimo giente, così nicchia32
Nell'altra bolgia, che col muso isbuffa
E sè medesma colle palme picchia
Veduta la qualità della prima bolgia, qui nella seconda si procede, nella quale la frodolente qualità di lusinghieri così si conchiude, che, si come da vilisimo intelletto allusingar dipende confessando altrui così nel male come nel bene a ben piacere per effetto d'alcuna utilità, così nel male per lo fastidio che di ciò nella mente si sostenne, figurativamente qui in alcuna bruttura di sterco sommessi, tra' quali un cavaliere di Lucca nominato messer Alesso Intermintelli per simigliante si trova.
Al drudo suo quando disse: ò io grazie
Grandi apoi te: anzi maravigliose
Ancora per simigliante della presente qualità, secondo che per Terenzio in alcuna sua comedia si tratta, d'una femmina nominata Taide così si ragiona: che tra l'altre sue lusinghe alcuna volta, essendo d'alcuno uomo amata, mostrando d'amare lui, e niente l'amava, ritraendo con lusinghe da lui assai frutto, ed essendo da lui domandata se mai grazie da lei aspettando le avesse, rispose di sì, e che maravigliose sarebbono, per le quali qui così si concede.