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(Nota del traduttore) | «» |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Un gentiluomo napoletano, dicesi, ebbe quattordici duelli per sostenere la preminenza del Tasso sull’Ariosto. Al quattordicesimo duello, ferito a morte, esclamò: - E dire che non ho mai letto nè l’Ariosto nè il Tasso! –
Questa è un po’ la storia degli italiani rispetto a Darwin: molti che ne dicono male, ed anche taluni che ne dicono bene, non lo hanno mai letto.
Ed è certo che, ove lo leggessero, i suoi lodatori lo loderebbero più nobilmente, ed i detrattori, a quello amore purissimo del vero che spira in ogni parola del sommo filosofo, forse si darebbero al meditare in luogo dell’inveire, ciò che sarebbe un gran bene.
In questa traduzione ho tutto sacrificato alla fedeltà, studiandomi soprattutto di dire chiaramente quello che l’autore ha detto. Darwin esprime limpidamente i suoi concetti: ma questi sovente sono alti e nuovi, e bisogna meditare.
Io ringrazio qui l’autore del consenso suo per questa traduzione, e mi auguro pel bene della mia patria che essa sia per avere molti ed attenti lettori.
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