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Alfabetica [« »] pensate 10 pensati 53 pensati-zero 2 pensato 249 pensato- 1 pensato-zero 1 pensatore 2 | Frequenza [« »] 254 universalità 251 ciò 251 natura 249 pensato 245 quella 243 generale 239 sempre | Giordano Bruno Cavagna La soluzione kantiana del problema epistemologico fondamentale Concordanze pensato |
Cap.
1 1 | garantisce la realtà ./. del pensato uomo in quanto pensato facendo 2 1 | del pensato uomo in quanto pensato facendo di sé la conseguenza 3 1 | predicato di possibile è pensato come «un sottraentesi di 4 1 | distinguendo essa l’essere dal pensato e stabilendo che le ragioni 5 1 | stabilendo che le ragioni del pensato non sono le ragioni dell’ 6 1 | sia come essere che come pensato; per questo l’ontologia 7 1 | reale simmetrico all’ente pensato, viene dichiarato realizzazione 8 1(xiii) | cioè un ente puramente pensato, di cui si tratta di dimostrare 9 1 | concetto che non può essere pensato se non nel giudizio; b) 10 2 | semplice apolide della logica, pensato perché un qualunque ente 11 2 | qualunque ente può essere pensato, in un cittadino della sfera 12 2 | possibile extralogico un pensato logico dev’essere in entrambi 13 2(xv) | intendimento come un puro pensato indipendente da un suo valore 14 2(xv) | conoscere, è necessariamente pensato dalla mente. Con ciò la 15 2 | gnoseologici di qualunque pensato alla genesi sensibile; se 16 2 | equilatero sia veramente pensato da noi con quell’uguaglianza 17 2 | entro il dato sensoriale pensato al superlativo, in altre 18 2(xvii) | assoluta - quando cioè l’ente è pensato molteplice e divisibile 19 2(xvii) | sono dei pensati, se per pensato s’intende una rappresentazione 20 2(xvii) | concetto puro è un ente pensato, completamente conosciuto 21 2(xvii) | intuito, venga tuttavia pensato come oggetto in generale» (… 22 2(xvii) | l’oggetto atto a essere pensato, così come la rappresentazione 23 2 | struttura essenziale di un pensato, ma non si conoscono né 24 2 | contraddizione che esige che di un pensato logico si diano le ragioni, 25 2 | approfondendo sempre più il pensato da cui ./. muovono e ricercandone 26 2 | analitico che distingue in un pensato il necessario dal non necessario 27 2 | dalla semplice analisi del pensato di cui è stata trovata la 28 2 | il loro riferimento a un pensato dipende o da una ragione 29 2 | aristotelico non c’è analisi di un pensato che ci faccia ritrovare 30 2 | realtà logica di sé come pensato, dalla realtà logica ontologica 31 2 | connotazione sua di concetto pensato in sé la trae dalla realtà 32 3(xx) | concetto, c) quindi non è pensato dall’intelletto, d) quindi 33 3(xx) | contraddizione e che per essere pensato tale deve essere comunque 34 3(xx) | tale deve essere comunque pensato. La prima e la terza nota 35 3(xx) | l’intelletto», il quale pensato si sottrarrebbe al dominio 36 3(xx) | cos’è questo «ciò» che è pensato dall’intelletto? Riferendoci 37 3(xx) | noumeno verrebbe ad esser pensato un rapporto di causa ad 38 3 | accoglie nell’atto in cui è pensato. Un soggetto che intuisce 39 3(xxiii)| esplicantesi nel campo del pensato e nel campo dell’intuito – 40 3(xxiii)| sia l’intuizione che il pensato, unica dovrà essere la funzione 41 3(xxiii)| modi della categoria nel pensato, dovrà manifestarsi secondo 42 3(xxiii)| necessità solo nei riguardi del pensato, qualora la si affermi esplicantesi 43 3(xxiii)| che si dia identica nel pensato e nell’intuito, assume la 44 3(xxiii)| la sua funzione sia nel pensato che nell’intuito, dall’altro 45 3(xxiii)| la sua funzione solo nel pensato e che attende dimostrazione 46 3(xxiv) | caratteristica del concetto in quanto pensato, dovrà cioè essere concepita 47 3 | lo rendono atto ad essere pensato, ossia a divenir concetto-soggetto 48 3 | meno quando l’oggetto viene pensato, a parte il fatto che, almeno 49 3 | identità del reale e del pensato: l’impossibilità di intuire 50 4 | esclusivamente nella sfera del pensato. Qui, dove i concetti hanno 51 4 | possibilità al piano logico del pensato e la sostituzione, al rapporto 52 4 | e concetto-condizionale pensato come possibile, di un giudizio 53 4 | necessario viene da lui pensato sotto i modi del concetto 54 4 | dell’ente attraverso di esso pensato, problematico per ciò che 55 4 | quanto possibile futuro verrà pensato in un concetto la cui problematicità 56 4 | reale rappresentato sia pensato tale da non offrirsi, al 57 4 | problematico, cioè un concetto pensato come possibile, a meno che 58 4 | acquistato quel diritto ad essere pensato in sé e per sé come concetto 59 4 | l’esperienza del rapporto pensato dall’intelletto col giudizio 60 4 | fatto che il trascendentale pensato in sé è un concetto vuoto 61 4 | pensiero esiste sotto forma di pensato non contraddittorio ed esistendo 62 4 | pensiero esiste sotto forma di pensato non contraddittorio ed esistendo 63 4(xxvi) | fatto logico in generale. Un pensato è in generale un logico 64 4(xxvi) | concetto di causa, verrà ancora pensato dalla coscienza, ma solo 65 4(xxvi) | generale e la fisica come pensato in generale; a lui non resterà 66 4 | avente il diritto ad essere pensato e quindi pensato di fatto 67 4 | essere pensato e quindi pensato di fatto e di diritto – 68 4 | dell’esperienza siano non un pensato o un possibile come pensato 69 4 | pensato o un possibile come pensato ossia un godimento del diritto 70 4 | godimento del diritto di esser pensato – altrimenti il ./. processo 71 4(xxvii)| normalité donnée», ossia il pensato non contraddittorio –possibile 72 4(xxvii)| assoluto o logico -, il pensato congruente con le condizioni 73 4(xxvii)| in secondo luogo, ogni pensato è in sé un non contraddittorio, 74 4(xxvii)| del tempo, doveva essere pensato atto a generare figli capaci 75 4(xxvii)| osservanza prestata da un pensato al principio di contraddizione, 76 4(xxvii)| scrupolosa ottemperanza di un pensato al principio di contraddizione, 77 4(xxvii)| relazione a qualche altro pensato, nel qual caso il principio 78 4(xxvii)| immutabile la congruenza tra il pensato e il suo principio; l’osservazione 79 4(xxvii)| principio venga assunto un pensato particolare e insieme il 80 4(xxvii)| sempre il principio del pensato, il quale sarà concepito 81 4(xxvii)| è data la congruenza del pensato col suo principio, si darà 82 4(xxvii)| non altro l’esistenza del pensato in quanto congruente con 83 4(xxvii)| durata dei principi del pensato e quindi per tutta la durata 84 4(xxvii)| per tutta la durata del pensato; solo al venir meno o dei 85 4(xxvii)| principi o della congruenza del pensato coi principi, verrà meno 86 4(xxvii)| principi, verrà meno il pensato, quindi la tautologia, quindi 87 4(xxvii)| qualcosa che è altro e dal pensato e dal principio di contraddizione; 88 4(xxvii)| logica affetta qualunque pensato che abbia un contenuto, 89 4(xxvii)| non-pensati -, afferma che ogni pensato è tale se ha un contenuto 90 4(xxvii)| di pensare un qualunque pensato; un qualunque pensato è 91 4(xxvii)| qualunque pensato; un qualunque pensato è quindi un possibile logico; 92 4(xxvii)| conseguentemente il primo pensato da cui potranno essere inferiti 93 4(xxvii)| principio; e quindi qualunque pensato può essere possibile relativo, 94 4(xxvii)| e precisamente che ogni pensato è pensato in funzione di 95 4(xxvii)| precisamente che ogni pensato è pensato in funzione di un principio 96 4(xxvii)| altro caso a principi del pensato almeno o il pensiero stesso 97 4(xxvii)| quelle che connotano il pensato; ma un pensato-zero non 98 4(xxvii)| esiste in quanto dato X come pensato o X è un pensato e allora 99 4(xxvii)| X come pensato o X è un pensato e allora avrà un contenuto, 100 4(xxvii)| più, cessando di essere pensato nel caso che all’originario 101 4(xxvii)| è sempre atto a divenir pensato come possibile relativo 102 4(xxvii)| qualsivoglia ente che divenga pensato, ragione che però non è 103 4(xxvii)| formulato o in sé o nel pensato stesso.~ ~I lunghi discorsi 104 4(xxvii)| contraddittorietà di un pensato occorre un principio, il 105 4(xxvii)| condizioni onde sia consentito un pensato come possibile; questo sarà 106 4(xxvii)| non contraddittorietà del pensato con quelle condizioni che 107 4(xxvii)| principio a cui qualunque pensato dev’essere ricondotto onde 108 4(xxvii)| in terzo luogo per essere pensato ossia per essere accolto 109 4(xxvii)| nell’esistente che non è pensato, sotto il duplice aspetto 110 4(xxvii)| contraddittorietà – un uomo che sia pensato mammifero invertebrato, 111 4(xxvii)| se dichiaro possibile il pensato di cui ignoro l’essenza, 112 4(xxvii)| essenza, il possibile è un pensato che è e che mi appare tale 113 4(xxvii)| se dichiaro possibile il pensato di cui ignoro la causa efficiente, 114 4(xxvii)| efficiente, il possibile è un pensato che è e che mi appare tale 115 4(xxvii)| della volontà quindi è un pensato cui è lecito l’esistere; 116 4(xxvii)| esistenza ad esistente, un pensato può entrare nel pensiero 117 4(xxvii)| essere che si dia tale è il pensato, che per esistere dev’essere 118 4(xxvii)| per esistere dev’essere pensato da un pensiero; un pensato 119 4(xxvii)| pensato da un pensiero; un pensato come essenza è sempre un 120 4(xxvii)| un possibile, ossia un pensato, è qualcosa che è esistente 121 4(xxvii)| giudizio problematico, «il pensato può essere», giudizio equivalente 122 4(xxvii)| altro «i due giudizi, il pensato è esistente, e il pensato 123 4(xxvii)| pensato è esistente, e il pensato non è esistente, sono entrambi 124 4(xxvii)| come fatto che si dà nel pensato in generale, ed esclude 125 4(xxvii)| soggetti: a) di un qualsiasi pensato indipendentemente dalla 126 4(xxvii)| possibile»; b) di un qualsiasi pensato che abbia funzioni di concetto 127 4(xxvii)| possibile»; c) di un qualsiasi pensato con qualunque funzione, 128 4(xxvii)| qualunque funzione, quando tale pensato è concepito come ente attivo, 129 4(xxvii)| allattare»; d) di un qualsiasi pensato con qualunque funzione, 130 4(xxvii)| qualunque funzione, quando tale pensato è concepito come ente passivo, 131 4(xxvii)| lavabile»; e) di un qualsiasi pensato con qualunque funzione, 132 4(xxvii)| qualunque funzione, quando tale pensato è concepito come ente o 133 4(xxvii)| mangio posso mangiare» «il pensato è un pensabile»; f) di un 134 4(xxvii)| pensabile»; f) di un qualsiasi pensato con le funzioni generiche 135 4(xxvii)| funzioni particolari di pensato di un individuale se la 136 4(xxvii)| nella sua sfera, di ogni pensato è dato affermare che è esistente 137 4(xxvii)| lecito accogliere per ogni pensato i due giudizi che sono equivalenti « 138 4(xxvii)| che sono equivalenti «il pensato è esistente» «il pensato 139 4(xxvii)| pensato è esistente» «il pensato non è esistente». La duplicità 140 4(xxvii)| della commisurazione del pensato a due criteri di giudizio, 141 4(xxvii)| contraddizione per cui un qualsiasi pensato in sé e per sé è sempre 142 4(xxvii)| alle condizioni per cui al pensato viene attribuita anche la 143 4(xxvii)| contraddittorio in quanto pensato; in quanto rappresentativo 144 4(xxvii)| ha il diritto di esser pensato alla condizione di essere 145 4(xxvii)| motivo non commisuriamo il pensato al secondo criterio, ogni 146 4(xxvii)| al secondo criterio, ogni pensato assume i caratteri del possibile; 147 4(xxvii)| quindi due, confronto del pensato col principio di contraddizione 148 4(xxvii)| alle condizioni per cui un pensato può essere pensato, ossia 149 4(xxvii)| cui un pensato può essere pensato, ossia in quanto presente 150 4(xxvii)| qualunque sussunzione del pensato sotto altre condizioni che 151 4(xxvii)| pensare; ogni «miracolo» è pensato in virtù di questa funzione 152 4(xxvii)| cui un concetto può essere pensato; in quanto le note della 153 4(xxvii)| generale per cui un concetto è pensato come concetto e di conseguenza 154 4(xxvii)| disgiuntivo: un concetto è un pensato di cui si dà la congruenza 155 4(xxvii)| essere, nel qual caso è un pensato che è esistente, oppure 156 4(xxvii)| è esistente, oppure è un pensato di cui non si dà la congruenza 157 4(xxvii)| generale, e in questo caso è un pensato che non è esistente, oppure 158 4(xxvii)| è esistente, oppure è un pensato che non ha la congruenza 159 4(xxvii)| date, nel qual caso è un pensato che è esistente e non esistente; 160 4(xxvii)| questo concetto non è né un pensato di cui si dà la congruenza 161 4(xxvii)| condizioni di esistenza né un pensato di cui è impossibile la 162 4(xxvii)| è un possibile ossia un pensato di cui non si dà la congruenza 163 4(xxvii)| generale e in particolare del pensato col principio di contraddizione, 164 4(xxvii)| per cui si conosce che il pensato è un pensato, b) confronto 165 4(xxvii)| conosce che il pensato è un pensato, b) confronto particolare 166 4(xxvii)| condizioni in cui il soggetto è pensato – l’uomo che supera della 167 4(xxvii)| generali del concetto in quanto pensato e del concetto in quanto 168 4(xxvii)| conclusione, l’uno è sempre un pensato, l’altro è la condizione 169 4(xxvii)| la condizione per cui al pensato è lecito porsi come pensato; 170 4(xxvii)| pensato è lecito porsi come pensato; questa condizione può sussistere 171 4(xxvii)| nell’essenza concettuale del pensato o nell’esistenza intuita 172 4(xxvii)| intuita dell’essenza del pensato o in ragioni, non coincidenti 173 4(xxvii)| promana necessariamente il pensato. L’assenza di tutte queste 174 4(xxvii)| equivale ad assenza del pensato, a impossibilità del rapporto 175 4(xxvii)| di affermare o negare il pensato stesso; data tale assenza, 176 4(xxvii)| della pensabilità o meno del pensato. Il pensato allora non ha 177 4(xxvii)| pensabilità o meno del pensato. Il pensato allora non ha diritto ad 178 4(xxvii)| entrare nella sfera del pensato né è lecito servirsene per 179 4(xxvii)| accettando ugualmente il pensato nella propria sfera, ma 180 4(xxvii)| data la commisurazione del pensato con le sue condizioni e 181 4(xxvii)| contraddittorietà di un pensato che venga o non venga pensato 182 4(xxvii)| pensato che venga o non venga pensato nell’ambito del concetto-soggetto 183 4(xxvii)| liceità al puro piano del pensato, implica che i due modi, 184 4(xxvii)| essere trattato come un pensato in generale, ossia come 185 4(xxvii)| di essere né l’essere del pensato; abbiamo una liceità che 186 4(xxvii)| non è dato l’essere del pensato. La prima è, delle due forme, 187 4(xxvii)| due accezioni Kant abbia pensato il suo concetto di possibile. 188 4(xxvii)| possibilità comporta un concetto pensato, un oggetto intuito nell’ 189 4(xxvii)| ponendosi come irreale in quanto pensato, o il principio di ragione 190 4(xxvii)| indipendentemente dall’essere «pensato» - è reale nell’esperienza 191 4(xxvii)| che è reale solo in quanto pensato – è reale nel pensiero che 192 4(xxvii)| per Kant l’estensione del pensato supera di gran lunga l’estensione 193 4(xxvii)| condizione dell’unica sfera di pensato che mi è lecito accettare 194 4(xxvii)| accettare quale reale; ogni pensato, allora, per essere dichiarato 195 4(xxvii)| ossia all’esperienza; ogni pensato che non realizzi in sé l’ 196 4(xxvii)| tale un impensabile; ogni pensato che realizzi in sé l’uniformità, 197 4(xxvii)| non un reale - perché come pensato è sempre congruente con 198 4(xxvii)| contraddizione e quindi un pensato -, ma un possibile, ossia 199 4(xxvii)| delle condizioni per cui un pensato è pensato e che di conseguenza 200 4(xxvii)| condizioni per cui un pensato è pensato e che di conseguenza gode 201 4(xxvii)| consentito affermare che «il pensato A, in quanto verifica come 202 4(xxvii)| realtà dell’esperienza, è un pensato legittimo e quindi un pensabile, 203 4(xxvii)| legittimità della predicazione; un pensato in quanto ente non si limita 204 4(xxvii)| affermare la possibilità di un pensato equivale ad affermare che 205 4(xxvii)| equivale ad affermare che il pensato è un conosciuto e che quindi 206 4(xxvii)| cui è lecito porsi come pensato, perché nulla osta a tale 207 4(xxvii)| possibile si dà – se un pensato è un possibile, ciò significa 208 4(xxvii)| possibile, ciò significa che nel pensato non si presenta nessuna 209 4(xxvii)| e che nei rapporti tra pensato ed esperienza non si deve 210 4(xxvii)| possibilità che affetta il pensato racchiude ancora l’aspetto 211 4(xxvii)| possibile il concetto come pensato della struttura, l’attribuzione 212 4(xxvii)| oggetto, sia questo, o non, pensato come esistente; l’esistenza 213 4(xxvii)| poiché un concetto è sempre pensato in relazione con un altro 214 4(xxvii)| un concetto possa essere pensato è quella di entrare nel 215 4(xxvii)| due pensati, non vi sarà pensato se non vi è esistenza; è 216 4(xxvii)| concetto di possibilità, qual è pensato nella part. I, è già data: 217 4(xxvii)| e quindi dal rapporto al pensato in quanto sintetico, vale 218 4(xxvii)| il pensiero, cioè come un pensato; il possibile del num. 4 219 4(xxvii)| deve essere necessariamente pensato dal pensiero come concetto 220 4(xxvii)| soggetto può non essere pensato» con le condizioni che stabiliscono 221 4(xxvii)| elisione del soggetto come pensato, in quanto ogni esistente 222 4(xxvii)| ogni esistente deve essere pensato. Poiché la prima dimostrazione 223 4(xxvii)| introdotto: possibile in quanto pensato viene distinto da reale 224 4(xxvii)| quanto intuito; poiché un pensato si dà quando si ottempera 225 4(xxvii)| che è contrapposizione tra pensato e reale, il possibile acquista 226 4(xxvii)| dall’essere in quanto essere pensato, che è l’esperienza: possibile 227 4(xxvii)| essere che è il pensabile o pensato; questo invece è un modo 228 4 | tutti i diritti di essere pensato come dato di pensiero – 229 4 | soggetto «scintilla» è da me pensato come sostanza ./. sia perché 230 4 | sua mente fino ad ora ha pensato; e che quindi tale concetto 231 4 | modo; c) che il giudizio pensato dall’intelletto, cioè l’ 232 4 | concludere a una congruenza del pensato con le condizioni per cui 233 4 | cui il pensiero accetta il pensato come un logico reale in 234 4 | dimostrare la congruenza di un pensato con le condizioni del pensiero 235 4 | Le condizioni per cui un pensato universale e necessario 236 4 | vale a dire per cui un pensato che si ponga universale 237 4 | da parte delle forme del pensato e del sentito. Ora, tali 238 4 | della possibilità di un pensato in generale che sia scienza 239 4 | insieme la possibilità di un pensato che è scienza: ne risulterebbe 240 4 | leggi del pensiero che, pensato un possibile nel senso di 241 4 | pensabile trascorrevano al pensato legittimo, che è pur sempre 242 4 | nell’esistente e non nel pensato del rappresentato da quest’ 243 4 | positivo e ha inciso nel pensato, come rappresentazione di 244 4 | che quando si darà come pensato avrà i diritti di essere 245 4 | avrà i diritti di essere un pensato e di ricevere tutte le predicazioni 246 4 | predicazioni che si danno di un pensato, compresa quella, di portata 247 4 | congruenza dalla sfera del pensato come logico alla sfera del 248 4 | come logico alla sfera del pensato come rappresentativo; ma 249 4 | di tutti i miei stati, è pensato come libero da qualsiasi