Cap.

  1         1       |         garantisce la realtà  ./. del pensato uomo in quanto pensato facendo
  2         1       |            del pensato uomo in quanto pensato facendo di sé la conseguenza
  3         1       |              predicato di possibile è pensato come «un sottraentesi di
  4         1       |        distinguendo essa l’essere dal pensato e stabilendo che le ragioni
  5         1       |         stabilendo che le ragioni del pensato non sono le ragioni dell’
  6         1       |              sia come essere che come pensato; per questo l’ontologia
  7         1       |             reale simmetrico all’ente pensato, viene dichiarato realizzazione
  8         1(xiii) |                cioè un ente puramente pensato, di cui si tratta di dimostrare
  9         1       |           concetto che non può essere pensato se non nel giudizio; b)
 10         2       |        semplice apolide della logica, pensato perché un qualunque ente
 11         2       |             qualunque ente può essere pensato, in un cittadino della sfera
 12         2       |              possibile extralogico un pensato logico dev’essere in entrambi
 13         2(xv)   |             intendimento come un puro pensato indipendente da un suo valore
 14         2(xv)   |          conoscere, è necessariamente pensato dalla mente. Con ciò la
 15         2       |             gnoseologici di qualunque pensato alla genesi sensibile; se
 16         2       |              equilatero sia veramente pensato da noi con quell’uguaglianza
 17         2       |              entro il dato sensoriale pensato al superlativo, in altre
 18         2(xvii) |       assoluta - quando cioè l’ente è pensato molteplice e divisibile
 19         2(xvii) |              sono dei pensati, se per pensato s’intende una rappresentazione
 20         2(xvii) |               concetto puro è un ente pensato, completamente conosciuto
 21         2(xvii) |               intuito, venga tuttavia pensato come oggetto in generale» (…
 22         2(xvii) |               l’oggetto atto a essere pensato, così come la rappresentazione
 23         2       |            struttura essenziale di un pensato, ma non si conoscono né
 24         2       |    contraddizione che esige che di un pensato logico si diano le ragioni,
 25         2       |           approfondendo sempre più il pensato da cui  ./. muovono e ricercandone
 26         2       |         analitico che distingue in un pensato il necessario dal non necessario
 27         2       |            dalla semplice analisi del pensato di cui è stata trovata la
 28         2       |              il loro riferimento a un pensato dipende o da una ragione
 29         2       |    aristotelico non c’è analisi di un pensato che ci faccia ritrovare
 30         2       |              realtà logica di sé come pensato, dalla realtà logica ontologica
 31         2       |          connotazione sua di concetto pensato in sé la trae dalla realtà
 32         3(xx)   |             concetto, c) quindi non è pensato dall’intelletto, d) quindi
 33         3(xx)   |       contraddizione e che per essere pensato tale deve essere comunque
 34         3(xx)   |             tale deve essere comunque pensato. La prima e la terza nota
 35         3(xx)   |               l’intelletto», il quale pensato si sottrarrebbe al dominio
 36         3(xx)   |              cos’è questo «ciò» che è pensato dall’intelletto? Riferendoci
 37         3(xx)   |             noumeno verrebbe ad esser pensato un rapporto di causa ad
 38         3       |           accoglie nell’atto in cui è pensato. Un soggetto che intuisce
 39         3(xxiii)|            esplicantesi nel campo del pensato e nel campo dell’intuito 40         3(xxiii)|               sia l’intuizione che il pensato, unica dovrà essere la funzione
 41         3(xxiii)|              modi della categoria nel pensato, dovrà manifestarsi secondo
 42         3(xxiii)|       necessità solo nei riguardi del pensato, qualora la si affermi esplicantesi
 43         3(xxiii)|               che si dia identica nel pensato e nell’intuito, assume la
 44         3(xxiii)|               la sua funzione sia nel pensato che nell’intuito, dall’altro
 45         3(xxiii)|              la sua funzione solo nel pensato e che attende dimostrazione
 46         3(xxiv) | caratteristica del concetto in quanto pensato, dovrà cioè essere concepita
 47         3       |             lo rendono atto ad essere pensato, ossia a divenir concetto-soggetto
 48         3       |           meno quando l’oggetto viene pensato, a parte il fatto che, almeno
 49         3       |              identità del reale e del pensato: l’impossibilità di intuire
 50         4       |        esclusivamente nella sfera del pensato. Qui, dove i concetti hanno
 51         4       |       possibilità al piano logico del pensato e la sostituzione, al rapporto
 52         4       |               e concetto-condizionale pensato come possibile, di un giudizio
 53         4       |               necessario viene da lui pensato sotto i modi del concetto
 54         4       |          dell’ente attraverso di esso pensato, problematico per ciò che
 55         4       |         quanto possibile futuro verrà pensato in un concetto la cui problematicità
 56         4       |               reale rappresentato sia pensato tale da non offrirsi, al
 57         4       |        problematico, cioè un concetto pensato come possibile, a meno che
 58         4       |     acquistato quel diritto ad essere pensato in sé e per sé come concetto
 59         4       |             l’esperienza del rapporto pensato dall’intelletto col giudizio
 60         4       |           fatto che il trascendentale pensato in sé è un concetto vuoto
 61         4       |        pensiero esiste sotto forma di pensato non contraddittorio ed esistendo
 62         4       |        pensiero esiste sotto forma di pensato non contraddittorio ed esistendo
 63         4(xxvi) |          fatto logico in generale. Un pensato è in generale un logico
 64         4(xxvi) |       concetto di causa, verrà ancora pensato dalla coscienza, ma solo
 65         4(xxvi) |             generale e la fisica come pensato in generale; a lui non resterà
 66         4       |           avente il diritto ad essere pensato e quindi pensato di fatto
 67         4       |               essere pensato e quindi pensato di fatto e di diritto –
 68         4       |          dell’esperienza siano non un pensato o un possibile come pensato
 69         4       |           pensato o un possibile come pensato ossia un godimento del diritto
 70         4       |        godimento del diritto di esser pensato – altrimenti il  ./. processo
 71         4(xxvii)|           normalité donnée», ossia il pensato non contraddittoriopossibile
 72         4(xxvii)|               assoluto o logico -, il pensato congruente con le condizioni
 73         4(xxvii)|                in secondo luogo, ogni pensato è in sé un non contraddittorio,
 74         4(xxvii)|              del tempo, doveva essere pensato atto a generare figli capaci
 75         4(xxvii)|             osservanza prestata da un pensato al principio di contraddizione,
 76         4(xxvii)|         scrupolosa ottemperanza di un pensato al principio di contraddizione,
 77         4(xxvii)|             relazione a qualche altro pensato, nel qual caso il principio
 78         4(xxvii)|       immutabile la congruenza tra il pensato e il suo principio; l’osservazione
 79         4(xxvii)|            principio venga assunto un pensato particolare e insieme il
 80         4(xxvii)|               sempre il principio del pensato, il quale sarà concepito
 81         4(xxvii)|              è data la congruenza del pensato col suo principio, si darà
 82         4(xxvii)|             non altro l’esistenza del pensato in quanto congruente con
 83         4(xxvii)|               durata dei principi del pensato e quindi per tutta la durata
 84         4(xxvii)|               per tutta la durata del pensato; solo al venir meno o dei
 85         4(xxvii)|       principi o della congruenza del pensato coi principi, verrà meno
 86         4(xxvii)|               principi, verrà meno il pensato, quindi la tautologia, quindi
 87         4(xxvii)|            qualcosa che è altro e dal pensato e dal principio di contraddizione;
 88         4(xxvii)|              logica affetta qualunque pensato che abbia un contenuto,
 89         4(xxvii)|       non-pensati -, afferma che ogni pensato è tale se ha un contenuto
 90         4(xxvii)|               di pensare un qualunque pensato; un qualunque pensato è
 91         4(xxvii)|       qualunque pensato; un qualunque pensato è quindi un possibile logico;
 92         4(xxvii)|             conseguentemente il primo pensato da cui potranno essere inferiti
 93         4(xxvii)|         principio; e quindi qualunque pensato può essere possibile relativo,
 94         4(xxvii)|               e precisamente che ogni pensato è pensato in funzione di
 95         4(xxvii)|       precisamente che ogni pensato è pensato in funzione di un principio
 96         4(xxvii)|             altro caso a principi del pensato almeno o il pensiero stesso
 97         4(xxvii)|               quelle che connotano il pensato; ma un pensato-zero non
 98         4(xxvii)|          esiste in quanto dato X come pensato o X è un pensato e allora
 99         4(xxvii)|               X come pensato o X è un pensato e allora avrà un contenuto,
100         4(xxvii)|               più, cessando di essere pensato nel caso che all’originario
101         4(xxvii)|               è sempre atto a divenir pensato come possibile relativo
102         4(xxvii)|         qualsivoglia ente che divenga pensato, ragione che però non è
103         4(xxvii)|               formulato o in sé o nel pensato stesso.~ ~I lunghi discorsi
104         4(xxvii)|               contraddittorietà di un pensato occorre un principio, il
105         4(xxvii)|     condizioni onde sia consentito un pensato come possibile; questo sarà
106         4(xxvii)|             non contraddittorietà del pensato con quelle condizioni che
107         4(xxvii)|             principio a cui qualunque pensato dev’essere ricondotto onde
108         4(xxvii)|             in terzo luogo per essere pensato ossia per essere accolto
109         4(xxvii)|              nell’esistente che non è pensato, sotto il duplice aspetto
110         4(xxvii)|   contraddittorietà – un uomo che sia pensato mammifero invertebrato,
111         4(xxvii)|              se dichiaro possibile il pensato di cui ignoro l’essenza,
112         4(xxvii)|            essenza, il possibile è un pensato che è e che mi appare tale
113         4(xxvii)|              se dichiaro possibile il pensato di cui ignoro la causa efficiente,
114         4(xxvii)|         efficiente, il possibile è un pensato che è e che mi appare tale
115         4(xxvii)|             della volontà quindi è un pensato cui è lecito l’esistere;
116         4(xxvii)|            esistenza ad esistente, un pensato può entrare nel pensiero
117         4(xxvii)|           essere che si dia tale è il pensato, che per esistere dev’essere
118         4(xxvii)|               per esistere dev’essere pensato da un pensiero; un pensato
119         4(xxvii)|            pensato da un pensiero; un pensato come essenza è sempre un
120         4(xxvii)|                un possibile, ossia un pensato, è qualcosa che è esistente
121         4(xxvii)|            giudizio problematico, «il pensato può essere», giudizio equivalente
122         4(xxvii)|              altro «i due giudizi, il pensato è esistente, e il pensato
123         4(xxvii)|             pensato è esistente, e il pensato non è esistente, sono entrambi
124         4(xxvii)|              come fatto che si  nel pensato in generale, ed esclude
125         4(xxvii)|          soggetti: a) di un qualsiasi pensato indipendentemente dalla
126         4(xxvii)|        possibile»; b) di un qualsiasi pensato che abbia funzioni di concetto
127         4(xxvii)|        possibile»; c) di un qualsiasi pensato con qualunque funzione,
128         4(xxvii)|       qualunque funzione, quando tale pensato è concepito come ente attivo,
129         4(xxvii)|        allattare»; d) di un qualsiasi pensato con qualunque funzione,
130         4(xxvii)|       qualunque funzione, quando tale pensato è concepito come ente passivo,
131         4(xxvii)|         lavabile»; e) di un qualsiasi pensato con qualunque funzione,
132         4(xxvii)|       qualunque funzione, quando tale pensato è concepito come ente o
133         4(xxvii)|            mangio posso mangiare» «il pensato è un pensabile»; f) di un
134         4(xxvii)|        pensabile»; f) di un qualsiasi pensato con le funzioni generiche
135         4(xxvii)|               funzioni particolari di pensato di un individuale se la
136         4(xxvii)|              nella sua sfera, di ogni pensato è dato affermare che è esistente
137         4(xxvii)|            lecito accogliere per ogni pensato i due giudizi che sono equivalenti «
138         4(xxvii)|              che sono equivalenti «il pensato è esistente» «il pensato
139         4(xxvii)|              pensato è esistente» «il pensato non è esistente». La duplicità
140         4(xxvii)|              della commisurazione del pensato a due criteri di giudizio,
141         4(xxvii)|   contraddizione per cui un qualsiasi pensato in sé e per sé è sempre
142         4(xxvii)|            alle condizioni per cui al pensato viene attribuita anche la
143         4(xxvii)|             contraddittorio in quanto pensato; in quanto rappresentativo
144         4(xxvii)|                ha il diritto di esser pensato alla condizione di essere
145         4(xxvii)|            motivo non commisuriamo il pensato al secondo criterio, ogni
146         4(xxvii)|             al secondo criterio, ogni pensato assume i caratteri del possibile;
147         4(xxvii)|             quindi due, confronto del pensato col principio di contraddizione
148         4(xxvii)|            alle condizioni per cui un pensato può essere pensato, ossia
149         4(xxvii)|             cui un pensato può essere pensato, ossia in quanto presente
150         4(xxvii)|             qualunque sussunzione del pensato sotto altre condizioni che
151         4(xxvii)|            pensare; ogni «miracolo» è pensato in virtù di questa funzione
152         4(xxvii)|            cui un concetto può essere pensato; in quanto le note della
153         4(xxvii)|        generale per cui un concetto è pensato come concetto e di conseguenza
154         4(xxvii)|         disgiuntivo: un concetto è un pensato di cui si  la congruenza
155         4(xxvii)|            essere, nel qual caso è un pensato che è esistente, oppure
156         4(xxvii)|              è esistente, oppure è un pensato di cui non si  la congruenza
157         4(xxvii)|       generale, e in questo caso è un pensato che non è esistente, oppure
158         4(xxvii)|              è esistente, oppure è un pensato che non ha la congruenza
159         4(xxvii)|              date, nel qual caso è un pensato che è esistente e non esistente;
160         4(xxvii)|           questo concetto non è né un pensato di cui si  la congruenza
161         4(xxvii)|         condizioni di esistenza né un pensato di cui è impossibile la
162         4(xxvii)|               è un possibile ossia un pensato di cui non si  la congruenza
163         4(xxvii)|         generale e in particolare del pensato col principio di contraddizione,
164         4(xxvii)|             per cui si conosce che il pensato è un pensato, b) confronto
165         4(xxvii)|           conosce che il pensato è un pensato, b) confronto particolare
166         4(xxvii)|       condizioni in cui il soggetto è pensato – l’uomo che supera della
167         4(xxvii)|       generali del concetto in quanto pensato e del concetto in quanto
168         4(xxvii)|        conclusione, l’uno è sempre un pensato, l’altro è la condizione
169         4(xxvii)|              la condizione per cui al pensato è lecito porsi come pensato;
170         4(xxvii)|           pensato è lecito porsi come pensato; questa condizione può sussistere
171         4(xxvii)|          nell’essenza concettuale del pensato o nell’esistenza intuita
172         4(xxvii)|              intuita dell’essenza del pensato o in ragioni, non coincidenti
173         4(xxvii)|            promana necessariamente il pensato. L’assenza di tutte queste
174         4(xxvii)|               equivale ad assenza del pensato, a impossibilità del rapporto
175         4(xxvii)|              di affermare o negare il pensato stesso; data tale assenza,
176         4(xxvii)|          della pensabilità o meno del pensato. Il pensato allora non ha
177         4(xxvii)|    pensabilità o meno del pensato. Il pensato allora non ha diritto ad
178         4(xxvii)|               entrare nella sfera del pensato né è lecito servirsene per
179         4(xxvii)|              accettando ugualmente il pensato nella propria sfera, ma
180         4(xxvii)|            data la commisurazione del pensato con le sue condizioni e
181         4(xxvii)|               contraddittorietà di un pensato che venga o non venga pensato
182         4(xxvii)|         pensato che venga o non venga pensato nell’ambito del concetto-soggetto
183         4(xxvii)|             liceità al puro piano del pensato, implica che i due modi,
184         4(xxvii)|               essere trattato come un pensato in generale, ossia come
185         4(xxvii)|             di essere né l’essere del pensato; abbiamo una liceità che
186         4(xxvii)|               non è dato l’essere del pensato. La prima è, delle due forme,
187         4(xxvii)|              due accezioni Kant abbia pensato il suo concetto di possibile.
188         4(xxvii)|      possibilità comporta un concetto pensato, un oggetto intuito nell’
189         4(xxvii)|      ponendosi come irreale in quanto pensato, o il principio di ragione
190         4(xxvii)|        indipendentemente dall’essere «pensato» - è reale nell’esperienza
191         4(xxvii)|            che è reale solo in quanto pensato – è reale nel pensiero che
192         4(xxvii)|             per Kant l’estensione del pensato supera di gran lunga l’estensione
193         4(xxvii)|        condizione dell’unica sfera di pensato che mi è lecito accettare
194         4(xxvii)|           accettare quale reale; ogni pensato, allora, per essere dichiarato
195         4(xxvii)|            ossia all’esperienza; ogni pensato che non realizzi in sé l’
196         4(xxvii)|             tale un impensabile; ogni pensato che realizzi in sé l’uniformità,
197         4(xxvii)|            non un reale - perché come pensato è sempre congruente con
198         4(xxvii)|            contraddizione e quindi un pensato -, ma un possibile, ossia
199         4(xxvii)|           delle condizioni per cui un pensato è pensato e che di conseguenza
200         4(xxvii)|       condizioni per cui un pensato è pensato e che di conseguenza gode
201         4(xxvii)|          consentito affermare che «il pensato A, in quanto verifica come
202         4(xxvii)|          realtà dell’esperienza, è un pensato legittimo e quindi un pensabile,
203         4(xxvii)|    legittimità della predicazione; un pensato in quanto ente non si limita
204         4(xxvii)|        affermare la possibilità di un pensato equivale ad affermare che
205         4(xxvii)|          equivale ad affermare che il pensato è un conosciuto e che quindi
206         4(xxvii)|               cui è lecito porsi come pensato, perché nulla osta a tale
207         4(xxvii)|               possibile si  – se un pensato è un possibile, ciò significa
208         4(xxvii)|      possibile, ciò significa che nel pensato non si presenta nessuna
209         4(xxvii)|                e che nei rapporti tra pensato ed esperienza non si deve
210         4(xxvii)|            possibilità che affetta il pensato racchiude ancora l’aspetto
211         4(xxvii)|            possibile il concetto come pensato della struttura, l’attribuzione
212         4(xxvii)|           oggetto, sia questo, o non, pensato come esistente; l’esistenza
213         4(xxvii)|           poiché un concetto è sempre pensato in relazione con un altro
214         4(xxvii)|              un concetto possa essere pensato è quella di entrare nel
215         4(xxvii)|              due pensati, non vi sarà pensato se non vi è esistenza; è
216         4(xxvii)|       concetto di possibilità, qual è pensato nella part. I, è già data:
217         4(xxvii)|              e quindi dal rapporto al pensato in quanto sintetico, vale
218         4(xxvii)|             il pensiero, cioè come un pensato; il possibile del num. 4
219         4(xxvii)|           deve essere necessariamente pensato dal pensiero come concetto
220         4(xxvii)|               soggetto può non essere pensato» con le condizioni che stabiliscono
221         4(xxvii)|            elisione del soggetto come pensato, in quanto ogni esistente
222         4(xxvii)|            ogni esistente deve essere pensato. Poiché la prima dimostrazione
223         4(xxvii)|       introdotto: possibile in quanto pensato viene distinto da reale
224         4(xxvii)|             quanto intuito; poiché un pensato si  quando si ottempera
225         4(xxvii)|            che è contrapposizione tra pensato e reale, il possibile acquista
226         4(xxvii)|          dall’essere in quanto essere pensato, che è l’esperienza: possibile
227         4(xxvii)|           essere che è il pensabile o pensato; questo invece è un modo
228         4       |             tutti i diritti di essere pensato come dato di pensiero –
229         4       |          soggetto «scintilla» è da me pensato come sostanza  ./. sia perché
230         4       |              sua mente fino ad ora ha pensato; e che quindi tale concetto
231         4       |              modo; c) che il giudizio pensato dall’intelletto, cioè l’
232         4       |       concludere a una congruenza del pensato con le condizioni per cui
233         4       |            cui il pensiero accetta il pensato come un logico reale in
234         4       |        dimostrare la congruenza di un pensato con le condizioni del pensiero
235         4       |              Le condizioni per cui un pensato universale e necessario
236         4       |                vale a dire per cui un pensato che si ponga universale
237         4       |              da parte delle forme del pensato e del sentito. Ora, tali
238         4       |               della possibilità di un pensato in generale che sia scienza
239         4       |          insieme la possibilità di un pensato che è scienza: ne risulterebbe
240         4       |               leggi del pensiero che, pensato un possibile nel senso di
241         4       |            pensabile trascorrevano al pensato legittimo, che è pur sempre
242         4       |              nell’esistente e non nel pensato del rappresentato da quest’
243         4       |              positivo e ha inciso nel pensato, come rappresentazione di
244         4       |               che quando si darà come pensato avrà i diritti di essere
245         4       |           avrà i diritti di essere un pensato e di ricevere tutte le predicazioni
246         4       |       predicazioni che si danno di un pensato, compresa quella, di portata
247         4       |            congruenza dalla sfera del pensato come logico alla sfera del
248         4       |            come logico alla sfera del pensato come rappresentativo; ma
249         4       |              di tutti i miei stati, è pensato come libero da qualsiasi
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