Cap.

 1       Int(ii)   |    scomposizione degli elementi; Aristotele direttamente e Platone indirettamente
 2         2(xvi)  |         È nota la differenza che Aristotele e Kant hanno introdotto
 3         2(xvi)  |        di contraddizione, che in Aristotele sarebbe limitata al solo
 4         2(xvi)  |    concetto e la definizione che Aristotele e Kant si formano del principio
 5         2(xvi)  |      contraddizione.~ ~Anche per Aristotele la conoscenza universale
 6         2(xvi)  |          sola e possibile causa: Aristotele, infatti, si rifà a questa
 7         2(xvi)  |   avvenga nel tempo. Per questo, Aristotele erige il principio di contraddizione,
 8         2(xvi)  |        può sfuggire; per questo, Aristotele enuncia il principio di
 9         2(xvi)  |          stesso concetto. Quindi Aristotele ignora un vincolo fisso
10         2(xvi)  |  principio di contraddizione per Aristotele, in quanto soggetto al principio
11         2(xvi)  |  identità per Kant: infatti, per Aristotele un giudizio universale e
12         2(xvi)  |         La concezione quindi che Aristotele si è fatta del giudizio
13         2(xvi)  |     sillogismo in Barbara -, per Aristotele l’universalità e necessità
14         2(xvi)  |     principio di contraddizione; Aristotele avrebbe potuto a buon diritto
15         2(xvi)  |       anche al sillogismo, quale Aristotele lo intende: poiché quando
16         2(xvi)  |         del primo; in fondo, per Aristotele anche il sillogismo vive
17         2(xvi)  |          premessa minore; per un Aristotele, la verità della premessa
18         2(xvi)  |        poi si accetta assieme ad Aristotele e a Kant, che la premessa
19         2(xvi)  |   gnoseologica, che è quello che Aristotele aveva voluto evitare. Le
20         2       |       concetto condizionato. Con Aristotele, le due ragioni logiche
21         3(xviii)|          che è di natura: per un Aristotele la ragione logica corrispondente
22         3(xxi)  |        indefinita e infinita; da Aristotele in poi, e in fondo già lo
23         4(xxvii)|        35: la possibilità è, per Aristotele, un’entità che sussiste
24         4(xxvii)| esclusivamente la sostanza e che Aristotele chiama il patire, o ai mutamenti
25         4(xxvii)|    sostanze altre da essa, e che Aristotele chiama il condurre a termine
26         4(xxvii)|        esistenza della sostanza. Aristotele quindi ha distinto almeno
27         4(xxvii)|     consistenza alla critica che Aristotele muove ai Megarici (1046
28         4(xxvii)|          esserlo, la critica che Aristotele muove alla definizione megarica
29         4(xxvii)|          un significato. Infatti Aristotele dice: i Megarici identificano
30         4(xxvii)|    dovevano essere comuni sia ad Aristotele che alla corrente megarica
31         4(xxvii)|         e del non essere, mentre Aristotele determinava l’essenza con
32         4(xxvii)|      buon giuoco ad obiettare ad Aristotele che il duplice fattore di
33         4(xxvii)|       fattore di possibilità cui Aristotele riconduceva il reale, a
34         4(xxvii)| acquisito il quadruplice uso che Aristotele fece del termine possibilità
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