Cap.

 1         1(ix) |              di negazione dell’altro (non-A), atto questo che non solo
 2         2(xvi)| contraddizione, (A non è non –A) = (A non-A), può essere ridotta alla
 3         2(xvi)|         trasformarsi in una norma: «A non-A» è la proprietà di cui godono
 4         2(xvi)|                e allora la formula «A non-A» cessa di essere la loro
 5         3(xx) |         intelletto può e deve pensare non-A, il quale si connota delle
 6         3(xx) |          forza di questa connotazione non-A è un reale logico, ossia
 7         3(xx) |         gnoseologica ed ontologica di non-A, ossia l’identità «non-a1 ( =
 8         3(xx) |          identità «non-a1 ( = nota di non-A) = b1 ( = reale in sé in
 9         3(xx) |         non-a2 ), né bn (= non –an ), non-A è destinato a rimanere sul
10         3(xx) |              lecito affermare né che «non-A non è» né che «non-A è»
11         3(xx) |             che «non-A non è» né che «non-A è» e quindi dovendosi accettare
12         3(xx) |                equipollenza che fa di non-A un possibile. Siano dati
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