Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Oggi si recita in casa dello zio Emilio

GLI ANELLI D'ORO (DRAMMA PER BAMBINI)

SCENA SECONDA. Gervasa, poi Angelica.

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SCENA SECONDA.

 

Gervasa, poi Angelica.

 

Gervasa.

 

È una ragazzina svelta e di talento; una donnina. Ero così anch'io alla sua età e forse più svelta ancora. Mi pare ieri il giorno della mia cresima e son settantadue anni sonati! Allora, saltavo, ballavo, cantavo come un usignuolo, adesso stento a muovermi, mangio poco, dormo male, son sorda da un orecchio, quasi cieca da un occhio, mi treman le gambe, mi manca la parola. Uh la vecchiezza!

 

Angelica.

 

con un grosso involto sotto il braccio.

 

Siete voi? Gervasa?

 

Gervasa.

 

Addio, cara Angelica, sempre in moto eh....

 

Angelica.

 

Che si fa? Ho tre figliuoli e il pane non lo si trova sulla via.

 

Gervasa.

 

Ero anch'io come voi quando avevo trent'anni. Sempre in moto, sempre in faccende. Così ho potuto allevare i miei quattro figliuoli che poi mi hanno lasciata qui sola come una vecchia gatta. Avreste, per carità, una goccia di olio?...

 

Leva un ampollino.

 

Mi son trovata senza una goccia d'olio in casa.

 

Angelica.

 

Ora guardo in dispensa.

 

Gervasa.

Jesus per i vostri poveri morti.

 

Angelica.

 

Se non ci si aiuta tra noi poveri....

 

Gervasa.

 

Son sempre stata così anch'io. Fa bene e troverai bene, dice il proverbio.... Una gocciolina, tanto da condire una foglia d'insalata....

 

Angelica versa l'olio nell'ampollino.

 

Angelica.

 

Dite un requiem per l'anima del mio povero marito, Gervasa....

 

Gervasa.

 

Son due anni quest'oggi ch'è morto.

 

Angelica.

 

Oh sì: per noi il Natale è una festa malinconica.

 

Gervasa.

 

E come mai avendo dei parenti agiati in Livorno non andate a chiedere qualche soccorso?

 

Angelica.

 

Non conosco parenti agiati....

 

Gervasa.

 

Voi ne fate sempre un mistero, ma tutti sappiamo che il capitano Morelli, vostro marito, era livornese, e imparentato con molta brava gente di qui.

 

Angelica.

 

La qual brava gente non ha mai potuto perdonare a mio marito il gran delitto di avermi sposata....

 

Gervasa.

 

Oh davvero? perchè?

 

Angelica.

 

Perchè ero una ragazza senza un soldo, figlia di poveri pescatori. Hanno creduto che mio marito si degradasse e degradasse la famiglia. Questa fu la ragione che lo persuase a tentare la sua fortuna in America. Gli affari andarono male; pazienza! Una volta ebbe il coraggio di ricorrere a' suoi parenti ricchi che gli fecero rispondere.... "non vi conosciamo....„

 

Gervasa.

 

Che cose! che cose!

 

Angelica.

 

Ecco perchè io non vado in cerca di loro.... Sono povera, sono figlia di pescatori, ma fin che avrò forza e salute non andrò a mendicare la elemosina da chi mi disprezza....

 

Gervasa.

 

Fate bene, ho sempre fatto anch'io così. Che il Signore benedica voi e i vostri figliuoli.

 

Si avvia per uscire.

 

Angelica.

 

Addio, Gervasa.

 

Gervasa soffermandosi.

 

Ah mi scordavo di un'altra cosa....

 

Angelica.

 

Dite pure.

 

Gervasa.

 

Direte che sono indiscreta....

 

Angelica.

 

Che, che....

 

Gervasa.

 

Potreste offrirmi anche un gocciolino d'aceto?

 

Leva un altro ampollino.

 

Mi son trovata senza una goccia d'aceto in casa.

 

Angelica.

 

E il sale l'avete?

 

Gervasa.

 

Il sale c'è. Dio protegga voi, la vostra Teresina, il vostro Giacomino, il vostro Enrichetto ch'è bello come il sole; e fate pure come ho sempre fatto io; patir la fame, ma non mai stendere la mano a nessuno....

 

Va via.

 

 

 


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