Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Oggi si recita in casa dello zio Emilio

GLI ANELLI D'ORO (DRAMMA PER BAMBINI)

SCENA SESTA. Angelica, Gervasa, Padron Pietro, Teresina, Giacomino.

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SCENA SESTA.

 

Angelica, Gervasa, Padron Pietro, Teresina, Giacomino.

 

Angelica.

 

Che c'è?

 

Gervasa.

 

Gesummaria, che spavento!

 

Teresina.

 

Arrestatelo....

 

Angelica.

Si può sapere?

 

Padron Pietro.

 

Parlerò io. Siete voi la madre di questo signorino? Ebbene sappiate che da qualche tempo vanno scomparendo dalla mia bottega degli oggetti preziosi, senza che si potesse mai scoprire lo zampino del ladro. Finalmente stamattina frugando nelle tasche di questo caro ragazzo ho trovato due anelli miei coi quali forse questo bel giojello cercava fare un corredo di nozze a questo bel bijou di sorella....

 

Angelica.

 

Non è vero, non è possibile. Vieni, Giacomino, di' che non è vero,...

 

Giacomino sicuro.

 

Non è vero mamma.

 

Angelica.

 

Oh lo sapevo già; Dio ti benedica, figliuolo....

 

Lo bacia.

 

Padron Pietro tra .

 

Che commedianti! Che commedianti - Che non sia vero dovrà dimostrarlo al giudice. Gli anelli li ho trovati io colle mie mani nelle sue tasche.... In quanto a lei, signorina, le perdono poichè è una pettegola.

 

Teresina.

 

Se lei fa un passo ancora, io grido al ladro alla finestra, e faccio venir le guardie....

 

Padron Pietro.

 

Che vuoi dire, scioccherella?

 

Teresina.

 

Arrestatelo! egli ha rubato le mie forbici.

 

Padron Pietro.

 

Di che forbici vai tu forbiciando?

 

Teresina.

 

Frugategli nelle tasche....

 

Padron Pietro.

 

Fruga e trova le forbici.

 

Dico adesso, che roba è questa?

 

Teresina.

 

Mi ha rubato il mio gomitolo....

 

Padron Pietro.

 

È un giuoco di bussolotti.

 

Leva il gomitolo.

 

Teresina.

 

Quando io trovo la roba mia nella tasca degli altri posso ben gridare al ladro.... - Ha rubato perfino il ritratto di nostro padre....

 

Padron Pietro.

 

Oh dico adesso.... È uno stregamento.

 

Leva un ritratto, lo guarda, e trasalisce.

 

Chi vedo? Come si trova qui questo ritratto? - Arnaldo!...

 

Angelica inginocchiandosi.

 

Arnaldo Morelli, mio marito, suo nipote, signor Pietro, il padre di questi poveri figliuoli....

 

Padron Pietro.

 

Voi siete quella donna....

 

Angelica.

 

Sì, io sono quella povera donna ch'egli ha voluto sposare contro la volontà de' suoi parenti, e che rimasta vedova d'un uomo onesto e valoroso, cerco d'educare i miei figli nel sentimento dell’onore e della giustizia. - Non perdoni a me, perdoni a un povero morto....

 

Padron Pietro.

 

Da quanto tempo siete in Livorno?

 

Angelica.

 

Da quattro mesi per assistere il mio vecchio padre.

 

Padron .

 

E perchè non vi siete fatta conoscere?

 

Angelica.

 

Per non farmi respingere....

 

Padron Pietro.

 

Non dico adesso che abbiate fatto bene.... Io non sapevo che fosse vostro figlio.... Povero Arnaldo, ha avuto i suoi torti, ma.... se fosse stato meno orgoglioso.... Di che cosa vivete ora?

 

Angelica.

 

Lavorando, signore....

 

Padron Pietro.

 

Siete in uno stato... veramente... Ebbene... Giacomino? Avrei dovuto riconoscerti agli occhi che eri della nostra famiglia. Lasciatemi sedere. Se mi aveste avvisato a tempo avrei risparmiato a me e a voi questo dolore.... Venite qui, Angelica, forse anche noi abbiamo avuto dei torti con voi.... Domani è Natale, giorno di perdono e di pace....

 

Gervasa.

 

Oh che bella scena, oh che bella scena! Posso testimoniare che questa donna è la perla della sua casa, e che questi cari figliuoli meritano proprio d'essere benedetti. In settantaquattro anni che sono al mondo non ho mai assistito a una scena più commovente.

 

Angelica.

 

Signor Pietro, se la prova d'una madre può avere qualche valore posso giurare che Giacomino non ha toccata la roba non sua....

 

Padron Pietro.

 

Non parliamone più....

 

Teresina.

 

Allora perdono anch'io..., e credo che il signor zio non è capace di rubare la roba non sua....

 

Padron Pietro.

 

Ben dovevo capire al tuo scilinguagnolo che tu eri una pitocchella diversa dalle altre. Come ti chiami?

 

Teresina.

 

Teresina.

 

Padron Pietro.

 

Ebbene, Teresina, vuoi venire a far Natale con me?

 

Teresina.

 

Se vien la mamma? Dove non può andare la mamma non va nemmeno Teresina.

 

Padron Pietro.

 

Venite tutti.... e cercate di farvi voler bene da un vecchio parente ruvido, brontolone e senza figliuoli.

 

Tutti.

 

Grazie.... Grazie....

 

Gervasa.

 

Tutti son contenti, tranne la vecchia Gervasa, che passerà il suo settantacinquesimo Natale sola come una gatta sul solajo. Se avessi almeno i denari di andare fino a Chiavari in casa di mia figlia Nunziadina....

 

Padron Pietro.

 

Ho capito.... Vi bastano cinque lire?

 

Gervasa.

 

Che cosa dice? Son quasi troppe.... Per me viaggio con pochi centesimi nella barca di Gian Andrea; ma non si vuol andare da quei bambini a mani vuote.

 

Padron Pietro.

 

Allora ve ne darò sei.

 

Gervasa.

 

In settantasei anni che sono al mondo non ho mai visto tanta bontà.

 

Padron Pietro.

 

E di questi due anelli ora che si fa?

 

Contempla gli anelli; tutti tacciono ed aspettano. Gervasa allunga il collo.

 

Iddio ha voluto servirsi di questo mezzo per compiere un atto di riparazione. Sian gli anelli della pace come furono gli anelli della discordia. Questo a voi, Angelica.... e questo a te, caro scilinguagnolo, che mostri di voler bene a tuo fratello. - In quanto a te, Giacomino, basti per ora una stretta di mano, io penserò al tuo avvenire.

 

Gli stringe la mano.

 

Giacomino.

 

Grazie, zio.

 

Gervasa.

 

Oh che bella scena!

 

Allunga la mano.

 

Teresina.

 

In compenso tu devi consegnare a padron Pietro la lettera che volevi consegnare al giudice....

 

Giacomino.

 

A un patto!... che lo zio perdoni anche a Beniamino come gli perdono io.

 

una lettera allo zio

 

Padron Pietro.

 

Contemplando la lettera, fa un atto di dispetto, quindi cedendo lacera il foglio.

 

Giacomino e Teresina.

 

Sia giorno di Natale per tutti.

 

Padron Pietro.

 

DI questo affare parleremo più tardi. Cara Angelica, spero vedervi presto a casa mia. Giacomino sa dove abito.

 

Teresina.

 

All'insegna del pappagallo d'oro....

 

Angelica.

 

Accompagnatelo fin dabasso, figliuoli!

 

 

 


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