Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Vecchie cadenze e nuove

PARTE I I SEGRETI PENSIERI

PRELUDIO CANTA L'USIGNUOLO

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PARTE I

 

I SEGRETI PENSIERI

 

 

 

PRELUDIO

 

 

CANTA L'USIGNUOLO

 

 

«Benvenuto, vicin, di nuovo in questa

Erma dimora, che al lume si accende.

Che fu gran tempo spento al pianto mio;

Or che la notte la finestra splende,

Ove tu preghi su tuoi canti pio,

La veglia del giardin non è più mesta.

 

«Il verde delle foglie anche si accende,

La paura si dissipa di questa

Antica frasca, nido al pianto mio:

Brillan le stelle e vanno per la mesta

Vôlta del ciel in un circolo pio

Intorno ad una che lucida splende.

 

«È vuoto il nido tuo.... è vuoto il mio:

La speranza non più nel cor accende

Garrule gioie e lieti amori in questa

Notte del viver nostro; indarno splende

La danza delle stelle... In nota mesta

Al tuo risponde il mio querelar pio.

 

«Ma se un raggio di giubilo non splende,

Ci conforti, fratel, il cantar pio,

Che rompe il duolo della notte mesta.

Piangon le mute cose al pianto mio

(La nostra sorte altra non è che questa)

Nel canto il morto spirito si accende.

 

«S'apron l'ali agli affanni e scioglie il pio

Vol la pietà, se una canzone mesta

Nell'alta solitudine si accende.

Degli alberi al dolor mescolo il mio

Dolor canoro ed ogni stella a questa

Grazia vedo tremar che in alto splende.

 

«A noi concesse un buono Iddio la mesta

Voce del canto onde l'amor si accende.

Cantano i cuori amanti al canto mio,

E se tu canti, la virtù più splende:

Null'altro ufficio agli uomini è più pio,

Null'altra sorte è pura come questa»

 

 

 

 

 


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