Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Vecchie cadenze e nuove

PARTE I I SEGRETI PENSIERI

LA TRASMISSIONE DELLA FORZA ELETTRICA

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LA TRASMISSIONE DELLA FORZA ELETTRICA

 

(Paderno-Milano, 29 Settembre 1898)

 

 

L'oziosa cascata di candide piume

Vestita, delizia di oziosi poeti,

Che versa da secoli dell'acque il volume

Scherzose tra i muschi dei ruvidi greti,

Dei gelidi laghi la chioma fluente,

Dei cieli, dell'iride lo specchio lucente,

La liquida ninfa - mirabile gioco!

Sprigiona, sfavilla dall'anima il fuoco.

 

Quell'acqua che molle sull'alpe beveste

Nel cavo del tufo freschissima e chiara,

Che lenta trascina nel verde la veste

A greggi, a pastorilimpida e cara,

Da viva coscienza d'un subito invasa

Scintilla sul desco dell'umile casa,

Nel grave silenzio per lungo viaggio

Sui bruni miei canti diffonde il suo raggio.

 

Non più di remoti destini contenta

Agli echi susurra del povero sasso,

Non più del molino si abbraccia alla lenta

Costanza e alla ruota fa muovere il passo:

Percossa da nuova superba parola

Lo spirto dell'acque precipita, vola,

Divora le tenebre, le macchine invade,

Riempie di sibili le morte contrade.

 

Così d'una blanda memoria lontano

Discende la forza a un giovine cuore,

Così la carcassa di morbida mano

L'incendio vivifica d'un fervido amore,

Così dalle lagrime di muta pupilla

La fede d'un nobile coraggio scintilla

E scende infocato da pure sorgenti

Benevolo e forte il Genio alle genti.

 

Rallégrati, Italia! - non più della lorda

Fuliggine il limpido tuo cielo si oscura,

E manda il comignolo dall'ugola ingorda

Di nordica nebbia mal compra sozzura.

Per rupi e dirupi, per morbidi clivi

Correndo, saltando, tra lauri ed ulivi

Discende al tuo popolo da vette lontano

Sul raggio del sole men sudicio il pane.

 

Sia caro l'augurio! Se ancora feconda

Dal sasso derivalimpida e piena,

Se ancor nelle sabbie de' secoli abbonda,

O madre, la pura italica vena,

Sia caro l'augurio! l'umano destino

Dai cento ruscelli che versa Appennino,

Se al ciel non contrasti la sorte nemica,

Attenda una luce che vinca l'antica.

 

Qui dove dischiuse del morto metallo

I sensi e ne trasse gli spiriti ardenti,

Qui dove le forze nel ferreo cavallo

Più indomite strinse al cenno frementi,

Qui dove di nuovo miracolo ardito

Disdegna gli spazi del mondo finito

E sciolto dai lacci l'ignoto ,

L'italico genio i tempi prepara.

 

 

 


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