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IL CONTADINO
Di nostra vita sparge lentamente
Il mesto pan, più caro al ciel che agli uomini,
Al gelo, al sole, al monte, al colle, al piano
Si muove egual la bionda spiga a tessere
Quando beati sulla prima aurora
Sognano i ricchi nelle piume morbide,
Se avvampa agosto torrido la testa,
A freschi lidi i cittadini emigrano:
Se la gragnuola stermina o più rara
Fa la messe, Epulone il ciel bestemmia:
Mentre dei campi, alle sfrenate voglie
D'una bella, il signor i frutti sperpera,
Raccoglie e pane e vino e biade e strame
Agli uomini e alle bestie e spesso, ah misero!
Se di fortuna cangia la bandiera,
Fatti feroci i fortunati stridono:
Mentre di Dio la provvidenza nega
Sardanapalo in suo supremo orgoglio,
Per molte vie tu ville a te procacci,
O tesorier, ma non avanza fabbriche
Quando sente d'aver compiute l'ore
Di sua giornata, all'ospedal si strascica
Han sulle fosse i re della fortuna
Croci di marmo, di bronzo e di porfido;
Il contadin nessuna.