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- Quanti anni son passati, Anselmo? venti
trent'anni che si viene insiem noi due
- Se ti senti
ancor padrone delle gambe tue,
o che importano i venti ed i trent'anni?
ognun si aggiusta colle forze sue.
- Sta ben! ma Giovannin non è Giovanni;
e settant'anni sulla gobba un peso
sono, che pesa settecento affanni.
- Settanta è un bel fardello, ben inteso...
- L'occhio ti trema dalla luce offeso:
- Lo ragazze non sanno che sei nato:
- D'accordo.... le ragazze. Oh che vorresti
che inseguissero quello ch'è scappato?
- Di dosso, gua', ti cascano le vesti:
- E gli scalini? un sito non c'è dove
non sian tropp'alti, orribili, molesti.
- Se fai di camminar tre o quattro prove,
sudi in gennaio e ghiacci sotto il sole;
è brutto quando è bello e quando piove.
- Per me il difficil sta nelle parole:
penso a curato e dico cardinale,
e la gente non sa quel ch'uno vuole.
- E le gazzette?
- E quel che stampan?
d'ogni ordine politico e morale.
- Non è che un litigar sul tuo sul mio,
di cani e gatti un odio vergognoso.
- E le leggi?
- Davanti a questo vivere odioso,
se l'impiccarsi un'eresia non fosse,
cosa indegna d'un uomo religioso,
e che ci fai?
- Provasti le pastiglie Delafosse?
- Fanno bene?
che sta vicino a San Giovan sul Muro...
- Corro. Non vo' che invecchi, io, questo male.