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Novella
1 Ignoto| Roma erano poche persone. Era deserta la via del laboratorio 2 Ignoto| Nepomuceno: un rigido braccio era steso al fiume e la mano 3 Ignoto| sul fiume, e sul tramonto era un cielo minaccioso, per 4 Ignoto| rapidamente all'orizzonte. Era come una uguale cortina 5 Ignoto| spense. Adesso il cielo s'era tutto oscurato. Tuttavia 6 Ignoto| guardò attorno. Altri non era in quel luogo in fuori di 7 Ignoto| piazzale su cui non ancora era scesa l'ombra. La donna 8 Ignoto| lentamente e la levò, spiegata. Era gonfia e arrossata; l'epidermide 9 Ignoto| raccolse il quadrello che gli era sfuggito. Ora lo brandiva 10 Ignoto| gomiti puntati sul parapetto, era preciso. Il fuoco del tramonto 11 Ignoto| perdutamente Letizia s'era quasi sospinta dal parapetto 12 Ignoto| Aveva chiuso gli occhi, s'era allungata sul largo parapetto 13 Ignoto| e più rilassato e inerte era rimasto quel corpo senza 14 Ignoto| tratti, stagnante, così tardo era il suo cammino. Ma a quando 15 Ignoto| cui largo arco a un punto era terminato dalla fabbrica 16 Ignoto| percossa da quel suono. Era notte. S'era spento l'incendio 17 Ignoto| quel suono. Era notte. S'era spento l'incendio del bosco, 18 Ignoto| incendio del bosco, il cielo s'era chiuso, un velo plumbeo 19 Ignoto| velo plumbeo subitamente era sceso sulla Riviera Casilina 20 Ignoto| la scala a tentoni. Non v'era lume; ma ella conosceva 21 Ignoto| sulla mensa dalla quale s'era levato, rispose:~ ~- Buona 22 Ignoto| cortile gorgogliava: il romore era distinto, continuo. La pioggia 23 Ignoto| continuo. La pioggia non era cessata. Don Placido moderò 24 Ignoto| alle spalle di Letizia, era pur chiusa.~ ~Letizia trasalì 25 Ignoto| borbottìo della grondaia era superato dal crepitare della 26 Ignoto| Si levò in piedi. S'era mossa quella porta. Ma era 27 Ignoto| era mossa quella porta. Ma era il gatto. Apparve sbadigliando, 28 Ignoto| V~ ~ ~ ~La bionda era seduta a una tavola, presso 29 Ignoto| sulla vallata di Capua era sceso un velario oscuro.~ ~- 30 Ignoto| Letizia si volse. Tutto era scomparso nella notte, dietro 31 Ignoto| altra.~ ~Lo scompartimento era quasi deserto. Due fattori 32 Ignoto| neppure guardarla, se l'era tenuta a fianco, stretta, 33 Ignoto| reggimento del furiere, era partito con loro da Capua. 34 Ignoto| dell'uscita sulla piazza.~ ~Era quasi la mezzanotte. La 35 Ignoto| Nessuno, nessuno...~ ~Ora ella era a fronte dell'ignoto, nella 36 Pesci| cui bavero che un tempo era stato ornato di pelo marrone 37 Pesci| quali il suo stipendio era strappato a brani e giorno 38 Pesci| cassa dell'economo, egli era un di quelli sciagurati 39 Pesci| malinconica commiserazione.~ ~Era stato - raccontava - giornalista 40 Pesci| Italia, a' suoi be' tempi: lo era ancora qui, adesso, in una 41 Pesci| anch'io, il de Laurenzi era entrato quando essa aveva 42 Pesci| che l'ex giornalista vi s'era conquistate un comodo asilo 43 Pesci| Il nuovo bibliotecario era severissimo: guardava nel 44 Pesci| quali quel nuovo direttore era spaventosamente agguerrito.~ ~ 45 Pesci| là dentro mio padre, ch'era uno studioso, è stato impiegato 46 Pesci| mozzicone di sigaro, che s'era spento. E soggiunse:~ ~- 47 Pesci| mormorai - d'accordo.~ ~Egli s'era già allontanato, a gran 48 Pesci| via, su quel transito, s'era fatta silenziosa, a un tratto. 49 Pesci| stanza del direttore.~ ~Era uno degl'impiegati più anziani, 50 Pesci| Nella biblioteca Stazza era entrato a trent'anni; ora 51 Pesci| sessantacinque suonati. Era ancora un colosso: nelle 52 Pesci| sua stanza - ov'egli non s'era fatto portare che una delle 53 Pesci| tratteneva per un pezzo. Era la mezz'ora in cui Stazza 54 Pesci| cavare ammaestramento: quella era una forma nulla, una espressione 55 Pesci| penetrarla. Sapevo ch'egli era solo, che in casa non aveva 56 Pesci| nervi com'io sono - non s'era mutato una sola volta da 57 Pesci| sola volta da quando Stazza era entrato in biblioteca. Costui 58 Pesci| scoraggiamenti? Che cosa era nel passato di questo gigante 59 Pesci| Guardai in faccia il colosso: era turbato, ma si sforzava 60 Pesci| parer tranquillo. Soltanto s'era arrossato un poco più agli 61 Pesci| tempi borbonici ne' quali era così facile di entrare, 62 Pesci| strofinaccio tra le mani s'era avvicinato al balcone chiuso 63 Pesci| Difatti.~ ~Il colosso era lì, seduto a un tavolinetto 64 Pesci| Il cappello di paglia gli era scivolato di su le ginocchia 65 Pesci| schede. L'inserviente se n'era andato: le vaste sale, fino 66 Pesci| come di cristalli percossi. Era l'ora. M'avviai alla porta.~ ~ 67 Pesci| portato ai Pellegrini. Ma era morto. Ho parlato col medico 68 Pesci| caffettiere, una piccola donnetta, era uscita anche lei sulla strada.~ ~ 69 Cocot| In quell'ora - l'ottobre era agli ultimi suoi giorni - 70 Cocot| prigioni.~ ~Il silenzio era alto, la notte fresca.~ ~ 71 Cocot| soldato di fanteria, che s'era posto il fucile ad armacollo - 72 Cocot| prossimo ed invisibile. Era imminente l'alba. Difatti, 73 Cocot| confessionale di cui lo sportello era rimasto schiuso, e uno scarabattolo 74 Cocot| tovaglia ad orlo ricamato che v'era stesa sopra vi sembrava 75 Cocot| spegnere a un tratto.~ ~Era giorno, adesso. Le ore suonavano 76 Cocot| mensola dell'altare. Non s'era udito romore e quelle donne 77 Cocot| gonne molli e copiose non s'era partito alcun fruscìo. Ora, 78 Cocot| monache!~ ~Il cortile s'era affollato. Cento braccia 79 Cocot| usava più e sulla cui bocca era stata posta una tavola, 80 Cocot| minacciosa.~ ~ ~ ~III~ ~ ~ ~Era una delle più singolari 81 Cocot| un pizzo gialletto che s'era sciupato e sbrandellato, 82 Cocot| selciato del cortile. Certo era stata bella un tempo: ma 83 Cocot| butterata, con l'indice teso, s'era messa a contare.~ ~- Una, 84 Cocot| poco a poco il cortile si era vuotato. Ora un'improvvisa 85 Cocot| pesantemente. A uno de' poggiuoli era seduta una reclusa, incinta, 86 Cocot| di verde, una suora già era sopraggiunta e apriva le 87 Cocot| aveva trovata l'ombra e s'era seduta. Aveva cavato un 88 Cocot| cavato un coltellino e s'era messa a sbucciare un'arancia.~ ~- 89 Cocot| dal refettorio. Cocotte era caduta sul selciato, con 90 Cocot| braccia l'epilettica le si era avvinghiata a' fianchi, 91 Cocot| avvinghiata a' fianchi, se l'era trascinata addosso e se 92 Posto| lettera sulla cui busta era stampato tanto di Ministero 93 Posto| mondo, oramai - mia madre era morta nel luglio dell'anno 94 Posto| Ministeri. La partecipazione era estetica: il mio nome era 95 Posto| era estetica: il mio nome era scritto in rondino...~ ~ 96 Posto| Carlo! Carlo!~ ~S'era spalancata la porta e Matteo 97 Posto| le imposte del balcone. Era un momento in cui l'oscuro 98 Posto| Senti... Credevo... M'era parso che tu sapessi...~ ~- 99 Posto| l'ultimo mozzicone che ci era rimasto d'una stearica e 100 Posto| gonfio. Sentii che Barra era stato, dopo tutto, il mio 101 Posto| sopra, bocconi. Il silenzio era alto. La fruttivendola, 102 Conosc| del Caffè Grande al Corso. Era l'ercole della troupe d' 103 Conosc| laggiù ove il di Bartolo era stato quattro anni.~ ~Seguì 104 Conosc| silenzio. Il Caffè Grande era quasi deserto: due mercanti 105 Conosc| lettere del Liceo Cotugno. S'era fatto portare il calamaio 106 Conosc| ad altro. Il di Bartolo s'era sprofondato nella lettura 107 Conosc| sulla quale il di Bartolo s'era adagiato, l'ercole, frugando 108 Conosc| alla Pretura, al solito s'era addormentato. Usava di far 109 Conosc| salutò l'ercole, che pure s'era levato e si sberrettava.~ ~ 110 Conosc| Corso scuro e deserto.~ ~S'era liquefatta la neve: al raro 111 Conosc| arrestarmi. Il silenzio era alto. A un tratto, nel lontano, 112 Conosc| che ora non si vedono più. Era lì con un signore titolato, 113 Conosc| Roussel, a Firenze, e se l'era portata via in campagna. 114 Conosc| ercole forse sfuggì. Egli si era quasi rivolto addietro e 115 Conosc| rispose alcuno. Ma un'ombra era scivolata lungo il muro, 116 Conosc| qualche amante...~ ~- M'era parso Rigo - borbottò. - 117 Conosc| mercato bovino.~ ~La notte era fredda. Sgusciò nella mia 118 Conosc| impenetrabile.~ ~All'aria m'era entrato addosso un gran 119 Conosc| bel po'. Che cosa dunque era accaduto nella baracca dell' 120 Conosc| lo seppi. La Rosina se ne era scappata via col pagliaccio, 121 Conosc| scura e fredda, così che m'era parso come se m'avessero 122 Conosc| natura. Una piccola camera ch'era stata d'un pretore e poi 123 Conosc| dopo quel fatto l'ercole m'era passato sotto gli occhi 124 Conosc| tutto nella via. L'ercole era lì, tra' carabinieri, ammanettato. 125 Conosc| Bamboccetta, la piccina, se l'era portata via la madre; che 126 Conosc| Gilda, rimasta a Giffuni, s'era fatta una colletta - e mi 127 Conosc| che la roba dell'ercole era stata sparsa un po' qua 128 Conosc| pietre tra le quali perfino era nata l'erba. Ripensavo, 129 Conosc| luminosa Sala Cotugno, ch'era stata, anni a dietro, la 130 Conosc| revient toujours...~ ~S'era arrestato presso un letto 131 Conosc| Lo riconobbi subito. Era l'ercole di Giffuni.~ ~ ~ ~ 132 Conosc| premeva la mia sulle coltri era calda: mi pareva febbricitante. 133 Conosc| pareva febbricitante. Egli era rimasto addossato a' cuscini, 134 Conosc| Due anni e tre mesi. S'era in ottobre...~ ~- È vero... 135 Conosc| pagliaccio? Ah, lo sa? Bene. C'era stato di mezzo quel Rigo, 136 Conosc| sua voce si velava. Egli era commosso. Strinse i pugni, 137 Conosc| compresi.~ ~Il professore gli s'era avvicinato: gli scolari 138 Conosc| Ma, nel silenzio che s'era fatto nella corsia essa 139 Clorind| per quarantacinque anni. Era morto d'apoplessia nella 140 Clorind| nella notte, e lei non se ne era accorta.~ ~Da prima immaginò 141 Clorind| dentro in quella stanza, ch'era tutto il loro quartiere, 142 Clorind| cameretta - che un tempo era stata cella - accoglieva 143 Clorind| tra due seggiole zoppe, era per terra un piattello con 144 Clorind| nun bíviri!~ ~Null'altro. Era ella così disposta, per 145 Clorind| dimostrato fin da principio, s'era inaridito ogni sentimento 146 Clorind| sentimento in lei, che un tempo era stata pur giovane e bella 147 Clorind| un dramma: talvolta fin v'era scorso il sangue. Tuttavia, 148 Clorind| vigile curiosità partenopea s'era espressa in quel momento 149 Clorind| qualche porta pesante s'era schiusa sul corridoio in 150 Clorind| sulla sera, dopo l'accaduto, era rimasto deserto quel lungo 151 Clorind| tornava a casa con Mastia era lì che s'indugiava assai 152 Clorind| parecchi anni la vecchia era dominata da un'innocente 153 Clorind| stupiva, nè la sconvolgeva. Era altrove il suo spirito e 154 Clorind| vecchia, già da tempo, s'era spento ogni affetto: e poi, 155 Clorind| un odio cupo e muto le era man mano cresciuto dentro 156 Clorind| quell'ubbriacone brutale che era stato il tiranno della sua 157 Clorind| osservato che la vecchia s'era più che mai infagottata: 158 Clorind| corpetti. Quello esteriore era verdognolo, orlato di antico 159 Clorind| aveva l'ombrello: il destro era infilato nel manico d'un 160 Clorind| Carbonara. Donna Clorinda era passata per l'ufficio di 161 Clorind| della morte di Mastia e se n'era andata.~ ~La bisogna fu 162 Clorind| Il medico, un giovane ch'era al principio della sua professione, 163 Clorind| Piazza Francese. La vecchia v'era seduta in fondo, quasi accanto 164 Clorind| il brodo. In un tondino era un mucchietto di pesce fritto. 165 Clorind| vecchia m'aveva indicata. V'era, di fatti; anzi là sotto 166 Clorind| fatti; anzi là sotto non v'era che quella. E come ne ascendevo, 167 Clorind| cascato. Diamine! Non v'era proprio da ingannarsi. E 168 Clorind| quella piccola stanza ov'era solo un divano in giro sul 169 Clorind| scuro corridoio ove in fondo era una piccola porta.~ ~- È 170 Clorind| figura femminile, immota. Era una biondina, sottile, pallida, 171 Clorind| illuminava tutta quanta. Era vestita d'un camice azzurrino 172 Clorind| oggi! Oggi senz'altro!~ ~Era beatamente adagiata nel 173 Clorind| giuoco. Accanto al letto era una poltrona sudicia e sdrucita, 174 Clorind| nulla: la vecchia anzi s'era rabbuiata e mostrava di 175 Clorind| quella casa per carità, s'era impietosita, ecco tutto. 176 Clorind| raccontò che la vecchia s'era seduta nella poltrona di 177 Clorind| poltrona di Virginia e lì s'era lasciata morire. La collana 178 Clorind| collana di corallo se l'era presa la virago: glie la 179 Nipote| per un attimo - che m'era vicino, e di cui non distinguevo 180 Nipote| schianto - e dal posto ov'era l'albero si levò un fumo 181 Nipote| sempre e, a quando a quando, era superato da scoppii più 182 Nipote| per i visitatori - la luce era ancor viva, ma d'un riverbero 183 Nipote| arrestarmi. Nemmeno in portineria era alcuno - ma su uno di quei 184 Nipote| freschi. Chi l'aveva portato era forse per sopravvenire - 185 Nipote| licenza di trenta giorni era per scadere - e io pensavo 186 Nipote| destinavano. Ma la guerra era per finire: ogni giorno 187 Nipote| spettacoli atroci, da' quali m'era sembrato addirittura che 188 Nipote| sostengono il pergolato. Era, intorno, la terra tutta 189 Nipote| ginocchio. Non parlò più. S'era assopita - in quel giardino 190 Caso| Lentamente il mercato si vuotava. Era cominciata tardi la vendita, 191 Caso| nell'ora del sole alto. Era andata avanti assai fiaccamente: 192 Caso| sotto la sferza del sole, era tutto uno sfinimento. Dalla 193 Caso| lentamente, come trascinandosi. Era un gran donnone: forte, 194 Caso| per ripararsi dal sole, s'era proprio posto in capo.~ ~ 195 Caso| Cocchiere!...~ ~Rocco si volse. Era una signorinella pallida 196 Caso| guardò come smarrita. S'era tutta rimpiccinita e rincantucciata 197 Caso| da per tutto: Rocco Longo era sfinito, era sfinita la 198 Caso| Rocco Longo era sfinito, era sfinita la sua bestia e 199 Caso| Da prima la signorina s'era voluta fermare alla Posta 200 Caso| non aveva avuta, che non c'era. Palpitante, incerta, s' 201 Caso| Palpitante, incerta, s'era trascinata fino alla vettura, 202 Caso| alla vettura, e quasi vi s'era lasciata cascare su' cuscini.~ ~- 203 Caso| per Piazza Francese e s'era ficcata ne' vicoli di Porto. 204 Caso| rimasto - mormorò.~ ~Longo era sceso di serpa. Guardò appena 205 Caso| Sono stata tradita... Era un cameriere d'albergo... 206 Caso| chinò sopra di lei che s'era gettata addietro sui cuscini.~ ~- 207 Caso| ritrasse, spaventato. Ella era diaccia: un sudore gelido 208 Carol| tavola, m'accorsi che v'era stata lasciata una lettera 209 Carol| sera, e così scombussolato era il mio spirito che ogni 210 Carol| parente, vedovo, senza figli, era morto a Cassino e mi lasciava 211 Carol| sua statura gigantesca, era stato, fino a pochi anni 212 Carol| grandi ristrettezze in cui s'era trovato lo aveva poi venduto 213 Carol| venduto al mio parente. Questi era un'eccellente persona, e 214 Carol| Francescone, fino a morte, era rimasto mugnaio nel molino 215 Carol| una enorme madia, e quasi era per schiacciargli la testa 216 Carol| incontrati nel molino e lì era venuto loro in mente di 217 Carol| anima di mio padre!~ ~- Non era quella, caro Vittorio - 218 Carol| soli, Cataldo? Carolina era bruna, aveva gli occhi neri 219 Carol| mentastra, e il silenzio era alto, l'ora era propizia. 220 Carol| silenzio era alto, l'ora era propizia. Io sentivo battere 221 Carol| meglio della mia giovinezza era trascorso...~ ~E il tedio 222 Toto| lettera sulla cui busta era scritto, con calligrafia 223 Toto| peculiari a un sesso che non era il suo. Poi mi risovvenni 224 Toto| monastero di Santa Patrizia. Era una di quelle uggiose, piovigginose, 225 Toto| Parlava forte. La sua voce s'era riscaldata e tutta la sua 226 Toto| Guardai là dentro anch'io.~ ~V'era una giovane donna, bruttina, 227 Cilieg| a una tavola sulla quale era squadernato il registro 228 Cilieg| vettura...~ ~Il dottore s'era levato e s'avvicinava al 229 Cilieg| una pezzuola la quale s'era tutta arrossata, ne la disgiunse 230 Cilieg| esclamò il brigadiere - Era per questo che mi sentivo 231 Cilieg| prescrizioni farmaceutiche. Era l'ora della visita. I parenti 232 Cilieg| altro figliuoletto di lei s'era arrampicato sul letto e 233 Cilieg| un po' impazientita.~ ~S'era messa a sedere in mezzo 234 Cilieg| Ciliege?~ ~- Le adoro.~ ~S'era fatta lieta. Si dimenticava.~ ~- 235 Cilieg| immoto seno giovanile.~ ~Era terminata la visita. Dei 236 Cilieg| al letto della rossa. Ed era adesso così intento a contemplare 237 Cilieg| urlò uno dei borghesi, ch'era il brigadiere Guglielmi.~ ~ 238 Cilieg| faccia.~ ~Lo riconobbe. Gli era cascato il cappello, a piè 239 4Piano| scappatagli di casa con un tenore, era finita di febbre gialla 240 4Piano| di Corleto Perticara.~ ~S'era nel luglio. Presso alla 241 4Piano| cortile del palazzo, Milia s'era posta a lavorare all'uncinetto. 242 4Piano| cameretta della signorina era buio: le imposte del balcone 243 4Piano| impaurita.~ ~Di su le coltri - s'era gettata bell'e vestita sul 244 4Piano| Ora la signorina s'era levata a sedere sul letto 245 4Piano| ci vado...~ ~La lettera era caduta a piè del letto. 246 4Piano| cortile. Il gran cortile era deserto: a un angolo, per 247 4Piano| pareva morto: il silenzio era alto: nessun romore, nessuna 248 4Piano| la servetta s'indugiava era quella della Marangi, la 249 4Piano| a una tavola sulla quale era pur la piccola macchina 250 4Piano| della mano destra che s'era insudiciato d'inchiostro, 251 4Piano| le scale, canticchiando. Era così alto il silenzio che 252 4Piano| schiuse le dita dalle quali era sfuggita la penna, sospirò 253 4Piano| Appena tornata dalla scuola s'era posta a rivedere i compiti 254 4Piano| piegare.~ ~La Sponzilli era scomparsa. Laura Marangi 255 4Piano| nel mucchietto che se n'era posto davanti. La mano e 256 4Piano| scendeva dall'ultimo piano. Era il fratello d'una vedova, 257 Feder| mezzo. Passai: il custode era passato prima. La porta 258 Feder| dei pazzi tranquilli.~ ~Era stato forse un giardino, 259 Feder| arida vasca di quella che era stata una fontana, in un 260 Feder| nuvolaglia finalmente il sole era riescito a ficcarsi: ora 261 Feder| paterna. E il padre, ch'era venuto a trovarlo, e lo 262 Feder| il pianto di quello che s'era messo con la faccia al muro, 263 Feder| soggetto: una giovane donna ch'era stata affidata alle sue 264 Feder| La vidi, subitamente. Era seduta presso la sponda 265 Feder| rivedevo mia madre, in costei. Era il suo profilo puro e dolce, 266 Feder| dolore. E la voce! La voce ch'era rimasta nel mio orecchio 267 Feder| lasciato vedere mia madre! Come era bianca nel suo letto, come 268 Feder| riconobbi a stento un signore ch'era stato amico di lui, qualcosa