Enrico Morselli
Sessualità umana

PARTE PRIMA BIOPSICOLOGIA SESSUALE

Gli innesti ghiandolari.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

Gli innesti ghiandolari.

 

Il nome di Sergio Voronoff ha oramai acquistato una fama mondiale: la finalità ed il suo metodo di innesto dalla Scimmia all'Uomo hanno sollevato grande rumore, non tanto per il loro significato altamente biologico, quanto perchè aprono l'adito a conquiste senza pari nella Chirurgia e nell'Eugenica. Ma come accade di ogni novità scientifica, subito se ne è esagerato il valore dagli incompetenti, impressionati e, diciamolo pure, attratti dall'idea di un «ringiovanimento» vero e proprio, nel senso egoistico del risveglio dell'attività genesica. Questo invece, a chi bene e serenamente consideri il problema biologico e tecnico dell'innesto ghiandolare dal Mammifero Primate all'Uomo, è l'effetto meno cercato dal Voronoff, e del resto meno rilevante fra quelli che conseguono all'operazione. Lo stesso inventore lo dice, lo scrive e lo proclama con serenissimo criterio scientifico e pratico: egli confida anzi nel buon senso dei colleghimedici, biologi ed eugenistiaffinchè lo aiutino a disperdere quella falsa aureola di erotismo che attorno ai suoi operati si è venuta nocivamente formando per inconsulto entusiasmo o per falso umorismo.

Dire qui in che consista il metodo Voronoff, e quale lunga via di studi e di esperienze egli abbia percorso prima di arrivare, qualche anno fa, alla geniale idea di ricorrere alla Scimmia Antropoide per ottenere il materiale migliore di innesto; esporre la sua tecnica nei particolari e ripresentare la storia dei suoi successi ed insuccessi, sarebbe superfluo.

 

*

*   *

 

Come è generalmente noto, gli innesti nell'uomo hanno avuto dapprima, per la idea geniale del nostro Tagliacozzi, un intento estetico; si eseguivano sopratutto per rifare le parti della faccia in qualche modo deformata (autoplastiche). Più tardi si fecero per coprire regioni cutanee distrutte da malattie locali, da infiammazioni, da ustioni, oppure per affrettare la chiusura di piaghe di difficile cicatrizzazione; vennero dipoi gli innesti ossei, sempre a scopo di riparazione. Ma finalità di più schietto carattere biologico, cioè con l'intento di esaminare la vitalità dei tessuti trasportati da una regione all'altra, o di frammenti di organi od organi di una specie di animale ad altra, e in ultimo da un organo o tessuto ad altri diversi, si ebbero fino dal 1866 per opera del nostro Mantegazza (genialissimo sempre in ogni sua iniziativa scientifica); e a lui seguirono molti altri. In generale però si restava nel campo delle plastiche a scopo restaurativo.

Quando coi nuovi studi sugli organi a secrezione interna se ne riconobbe l'importanza nello sviluppo somatico e nella coordinazione funzionale di tutto l'organismo; quando si fu conquistata la nozione che gli ormoni agiscono sui caratteri fisici e psichici dell'individuo dandogli il suo dimorfismo sessuale, la sua personalità, il suo carattere, le sue energie, allora si pensò di supplire alle mancanze o deficienze endocriniche, siano congenite siano acquisite per malattia, somministrando le ghiandole stesse o in natura o in estratti. Ma l'Opoterapia, toltone la tiroidica, non ha dato i risultati che se ne attendevano; le stesse ghiandole genitali per «os» o per iniezioni sottocutanee o endomuscolari non producono effetti chiari e sensibili. L'idea dell'innesto ghiandolare diretto sembra invece contenere le promesse di un più sicuro ed efficace impiego dei succhi ormonici; ma per arrivare a ciò conviene che la ghiandola trapiantata attecchisca nel novello organismo e, seguitando a funzionare, immetta nel sangue il prodotto umorale che la contraddistingue. È in questa via che Sergio Voronoff si è messo, giungendo a formularsi un programma ben vasto: avere i mezzi per rialzare con innesti endoghiandolari l'energia vitale, e chissa? poter forse prolungare la vita. Il suo è adunque, diremmo, un programma di «Biotica» ed anche, possibilmente, di Macrobiotica.

Si è detto che i tentativi del Voronoff non sono «novissimi», perchè parecchi anni fa Harms tentò nelle cavie ricerche analoghe: l'evocazione storica, intanto, è incompleta, perchè i primi saggi di innesti consimili risalgono al nostro Mantegazza (1866), e poi Harms non andò più in della cavia, che si presta ad ogni sorta di esperimenti, ma dalla quale l'Uomo è sotto ogni aspetto così lontano che nulla se ne può, o quasi, dedurre in proposito; egli non usò la tecnica del Voronoff, che a detta degli stessi critici costituisce la sua vera originalità.

Innestare una ghiandola genitale ed in piena attività, tolta ad un soggetto giovane e sano, è incorporare nell'organismo umano la sorgente più efficace della nostra energia vitale; si trattava solo di trovare il metodo che assicurasse la vitalità dell'organo o tessuto trapiantato. Si doveva, anzi tutto, perfezionare la tecnica chirurgica allo scopo di fare sopravvivere l'innesto animale, come è riuscito ai coltivatori ed ai botanici di far attecchire gli innesti vegetali; in secondo luogo, urgeva trovare il materiale adatto, ossia vigoroso ed ancora attivo, che svolgesse poi gli sperati effetti fisiologici nel suo novello terreno. Per la prima parte di questo duplice programma il Voronoff ha spiegato una veramente rara abilità tecnica, e vi è riuscito; alcuni suoi trapianti di ghiandole endocrinetiroide e testicolo – hanno immedesimato nel soggetto innestato la ghiandola o intiera o in porzioni, così che la funzione secretoria ha continuato ad effettuarsi nell'organismo che l'aveva ricevuta: gli ormoni sono penetrati in circolo e ne sono derivati gli effetti quasi prodigiosi che loro spettavano. Quanto al materiale di innesto, visto che procurarsi delle tiroidi o dei testicoli, eventualmente degli ovari e delle ipofisi (a prescindere dalle difficoltà chirurgiche) da persone sane e volonterose, è assai difficile, per non dire impossibile; visto che anche le ghiandole di individui suppliziati ( dove la pena di morte sia in uso) o da individui uccisi d'improvviso da qualche accidente, sarebbero di una rarità estrema rispetto ai bisogni attuali e ancor più futuri della Eubiotica; e poichè è dimostrato che gli innesti non riescono quando i due organismi, il datore ed il ricevente, sono dissimili, e sopratutto hanno tra loro una differenza di specie ed ancora più di genere e di ordine (zoologicamente parlando), il Voronoff ha ideato finalmente di ricorrere agli animali più vicini all'Uomo, cioè ai Primati, e fra questi alle Scimmie Catarrine, e fra queste preferibilmente agli Antropoidi.

Si avevano almeno tre sorta di innesti: gli autoinnesti, di organi e tessuti tolti sullo stesso soggetto; gli omoinnesti, su soggetti della medesima specie; gli eteroinnesti, su soggetti di specie diversa; il Voronoff ha immaginata una quarta modalità, gli omeoinnesti, ossia tra specie differenti, ma molto prossime sotto il punto di vista zoologico e fisiopsicologico.

L'idea è basata sulle nozioni dell'Antropologia classica: le Scimmie Antropoidi hanno una struttura assolutamente simile alla nostra: hanno la medesima nostra fisiologia; mostrano le stesse qualità psichiche perchè il loro cervello è perfettamente conformato, anche nei più minuti particolari istologici, come il nostro; esse vanno soggette alle stesse malattie e possono contrarre la sifilide, la poliomielite, la malaria, ecc.; infine il loro sangue ha reazioni identiche a quelle del sangue umano (Friedenthal, Nuttall, Morrison, ecc.). Esclusi il Gorilla troppo forte e feroce, e l'Orang flemmatico bensì ma di difficile cattura, non restano che i Gibboni e gli Scimpanzè: ma quelli per certi lati ci somigliano meno, e poi vivono assai lungi dall'Europa; lo Scimpanzè invece è più facile ad aversi dalla vicina Africa, è di carattere mite, è servizievole ed educabile; può darsi che si riproduca in schiavitù ed è effettivamente il più prossimo ad Homo sapiens. Si possono usare altre Scimmie Catarrine: ad es fra i Cinocefali il Babbuino, ancora più alla mano e men costoso, ma sono assai selvatici e poi stanno abbastanza lontani dalla specie umana (per es. nelle qualità e nelle reazioni del sangue); e perciò non se ne ottengono quei risultati che si hanno usando invece le ghiandole interstiziali del Troglodytes, detto anche Anthropopitecus, e più recentemente Pan dai naturalisti Nord-Americani, che hanno sistemata finalmente la posizione zoologica delle Antropoidi (Gregory, Miller, D. Elliot).

Secondo il nuovo concetto sul meccanismo della Vita, gli organi componenti il nostro corpo, non sono indipendenti, non vivono l'uno accanto all'altro per semplice associazione coloniale o metamerica, come per qualche tempo i naturalisti ed i biologi hanno creduto e descritto, ma ricevono l'un l'altro mutui impulsi per utilizzare e per far circolare l'Energia. Fra queste azioni di reciprocanza biologica, le più importanti, le più stimolanti provengono dalle ghiandole a secrezione interna: esse sono dei veri serbatoi di energia. A capo di tutte starebbe la ghiandola genitale, sia, come qualcuno pensa, con tutti i suoi tessuti, con tutto il suo complesso strutturale, sia, come altri più moderatamente ritiene, con la sola sua sostanza interstiziale che non è spermatogena (Steinach).

La ghiandola genitale, la virile specialmente, «distribuisce la energia, stimola tutti i membri di quel colossale alveare, che è il nostro corpo, dove i circa 60 trilioni di cellule che lo compongono, lavorano senza tregua, compiendo ognuna la sua funzione particolare». «Perciò – scrive Voronoff – nella manifestazione delle sue qualità fisiche ed intellettuali, differenti nei singoli individui, l'Uomo vale quel che valgono le sue ghiandole interstiziali».

Si oda ancora la parola quasi lirica di questo chirurgo. «Noi abbiamo orrore della decrepitezza, della decadenza, delle infermità connesse con la vecchiaia. Prima di arrivarvi, ciascuno di noi ha gustata la gioia che ci procura la spesa di energia; abbiamo imparato ad amare il lavoro, e ci era dolce il sentire come ci rendevamo utili, come i nostri sforzi contribuivano al benessere del nostro prossimo, al successo di un'idea che ci fosse cara. Ma è proprio nel momento in cui la esperienza acquisita ci permette di discernere gli errori commessi, e nel momento in cui il nostro spirito è maturo per opere sempre più belle e grandi, che la potenza di lavoro ci abbandona, la memoria si indebolisce, il pensiero si rallenta, lo sforzo ci diventa penoso. Noi invecchiamo sempre troppo presto: noi moriamo prima di avere esaurito il nostro compito.

«Restituire agli uomini, il cui valore è cresciuto cogli anni, e lo spirito dei quali si è arricchito di cumuli di conoscenze, mentre l'anima si è addolcita al contatto di tutte le sofferenze o sentite in o contemplate negli altri durante la loro lunga esistenza; restituire a questi Uomini dell'Eletta sociale una nuova energia; renderli di nuovo capaci di un lavoro produttivo, è contribuire al Progresso del Mondo.

«Coloro, che nell'innesto di una ghiandola testicolare che rialza tutte le energie, non hanno veduto altro se non la sorgente rinnovata di godimenti egoistici cui l'età ha posto un termine, hanno preso in considerazione solo il lato piccolo del problema; la questione è di un dominio assai più grande e più elevato. L'innesto di questa ghiandola non contribuirà soltanto alla conservazione e moltiplicazione della razza umana (nelle sue individualità e nelle sue varietà più intelligenti, più robuste e più nobili), nonchè al miglioramento delle specie animali di cui abbiamo interesse a intensificare la vita, ma servirà sopratutto ad assicurarci la durata delle nostre forze intellettuali e della nostra capacità di lavoro. L'ideale supremo verso il quale tendono tutti i nostri sforzi, è di conservare la Vita in tutta la pienezza delle sue multiple e diverse manifestazioni; è di indietreggiare la Morte fino ai suoi ultimi limiti». Parole che aprono in noi orizzonti infiniti e che suscitano tali speranze per la Eugenica quali solo il moltiplicarsi delle esperienze, l'aumentare dei risultati positivi e il permanere dei vantaggi ottenuti potrebbero confermare.

Anche se il Voronoff nei suoi tentativi ha ottenuto il 12 per cento di insuccessi i quali, se si valuta il mancato risveglio della sessualità, salgono a circa il 35 per cento degli operati, mentre nel 65 per cento circa il risultato è stato completo: fisico, mentale e genitale; anche se una buona parte dei soggetti innestati con vantaggio nessuna notizia più di così che non è dato sapere la durata del risveglio generale organico; ciò non toglie che al conseguimento di un fine così affascinante, quale è quello di allontanare la decrepitezza, tendano oggi sperimentatori ed operatori valentissimi per vie diverse (innesti mono- e plurighiandolari, diatermia, resezioni dei dotti deferenti, ecc.).

Di fronte a tutti questi tentativi ho pensato più volte alle possibili applicazioni del metodo di Voronoff, o di altri metodi, nel campo speciale che io coltivo; e mi son fatta una domanda, se si vuole un po' ristretta, ma tuttavia non priva di importanza, sia nei riguardi della Terapeutica, sia in quelli della Medicina sociale. Voglio alludere ai numerosi, anzi sempre più penosi casi di anomalie, deficienze, impotenze sessuali: non vi potrebbero trovare applicazione i metodi degli innesti?

Un primo gruppo, ed è oggi in gran voga, quello degli individui affetti da inversione sessuale, in cui i caratteri secondari del sesso son poco accentuati, in cui l'istinto si dirige verso gli sterili soddisfacimenti omosessuali, potrebbe veder corretta la perversione mercè l'innesto testicolare che andrebbe a risvegliare o a fortificare la virilità deviata o anomala. Ecco un quesito da sottoporsi all'attenzione dei sessuologi; infatti, un buon numero di codesti uranisti, anche passivi, presenta, come ha dimostrato il Vidoni, caratteri eunucoidi, certo per imperfetta azione dei loro ormoni genitali; e coll'eunucoidismo somatico, anche la loro mentalità è molle, apata, indolente, spesso frenastenica. Incorporare una ghiandola virilmente attiva potrebbe forse farli uscire dal loro stato di inferiorità fisica, psichica e sociale, e potrebbe attenuare così nel consorzio civile quella piaga schifosa che è la prostituzione mascolina.

Un secondo servizio darebbe l'innesto testicolare nel rimediare alle impotenze congenite o acquisite, alle frigidità sessuali senza inversione dell'istinto: esse creano molte infelicità individuali e famigliari, portano al suicidio gli sventurati che ne sono colpiti, e, annullando la finalità fisiologica del matrimonio, ne frustano la finalità sociale, ingenerando talvolta dolorosissimi dissensi ed anche delitti coniugali. La terapia medica comune, la fisioterapia, la psicoterapia, la stessa decantata opoterapia, non dànno, il più delle volte, alcun vantaggio; gli stessi metodi psicoanalitici non di rado a nulla giovano per riattivare l'istinto assopito o deviato; mi alletta perciò l'immagine di ciò che l'innesto ghiandolare potrebbe arrecare ai pazienti in decadenza genitale prematura o presenile e credo che vi sia ragion di sperare ben più che nelle pastiglie o nelle iniezioni.

Naturalmente le proposte e gli atti operativi del Voronoff hanno sollevato critiche ed obbiezioni; qualcuna merita che io ne parli.

Si è detto che rimane incerto il modo di azione di questi innesti alla Voronoff: se, cioè tendano a far funzionare in modo autonomo la ghiandola innestata in aggiunta a quella diggià funzionante nel soggetto, o se invece mirino a «vivificare» la ghiandola stessa nel soggetto medesimo. Il dilemma è sofistico e vacuo, poichè è chiaro che ambedue le finalità sono ricercate: meglio se la ghiandola dell'innesto attecchisce e immette nel sangue i suoi ormoni stimolatori; ma anche bene, qualora non se ne ricavasse altro che la stimolazione della ghiandola propria, o insufficiente o indebolita nella sua funzione biologica interstiziale (non soltanto genesica). Del resto questa e molte altre critiche partono dal concetto che il metodo miri soltanto o precipuamente a rieccitare la funzione genitale, il che, come abbiam visto, è falso e anche poco imparziale.

Attivando la sessualità, – ancora si obbietta – si lascia vecchio tutto il rimanente organismo e si creano sconcordanze dannose. Ma questa obbiezione è contraddetta dai fatti, cioè dal miglioramento generale che avverrebbe in alcuni dei soggetti operati. È anche contraddetta dalle nozioni biologiche odierne poichè «ringiovanendo» gli organi destinati alla riproduzione della specie, si eccitano tutti gli altri per le intime relazioni umorali. E invero negli animali (che servono meglio dell'uomo a verificare gli effetti fisici degli innesti) si veggono tutte le funzioni, non solo quelle legate ai caratteri sessuali secondarii, ma la nutrizione, il ricambio, il circolo sanguigno, la tonicità muscolare, riprender lena e ridonare ai soggetti innestati un periodo utile di vitalità complessiva e di rendimento (zootecnico).

Poichè, non è esatto che l'innesto nella vaginale dell'operato si limiti a stimolare la così detta «ghiandola interstiziale», come forse avviene nell'operazione di Steinach, provocante un ristagno e risparmio dell'ormone non spermatico; se col metodo dell'innesto il testicolo innestato attecchisce, si ha la successiva simultanea iperattività di tutte le altre ghiandole endocrine e gli effetti debbono perciò essere assai più grandi e, sotto il punto di vista fisiologico, più concordanti.

Coll'innesto in uomini vecchi, o già anziani, nei quali la funzione genitale è sopita o sta affievolendosi per gli invincibili progressi dell'età, si obbietta che si rieccitano dei reflessi, degli impulsi, delle tendenze, cui ormai, per la salute propria e per l'interesse della specie, essi dovrebbero rinunziare; si accende una fiammella che non può ardere senza consumare vieppiù le energie restanti di cui quegli uomini tuttavia dispongono; e a che prò? Si può creare un disequilibrio tra le funzioni, e quindi anche fra gli apparati organici, in quanto l'attività sessuale verrebbe ripresa in mezzo a tutte le altre già in via di infiacchimento; non ne potrebbe che derivare danno all'organismo e invece di migliorare le forze se ne affretterebbe, con il nuovo sperpero, la indeclinabile fine.

Altre obbiezioni poi, con tono di filosofia rassegnata ed ottimistica, che troppo contrasta alle aspirazioni più che millenarie dell'Umanità, sempre speranzosa di poter vincere le inesorabili leggi di Natura e perennemente desiderosa di Forza, di Vita, di Giovinezza, sono quelle che vorrebbero si lasciasse decorrere la vecchiezza, perchè questa è la sorte dei viventi: nascere, svilupparsi, raggiungere, quando è possibile, il culmine della vitalità individuale, e poi declinare rassegnatamente verso l'occaso arrivando con animo sereno alla morte.

E sta bene: anch'io ho scritto qualche pagina per far ritenere la vecchiezza e la morte come due fatti naturali, cui l'Uomo si deve preparare con animo sereno, abituandosi alla loro idea ed al suo immutabile destino. Ammetto pur io, col Lugaro, che l'invecchiamento normale avviene con una certa armonia fra tutti gli elementi, fra tutte le cellule del corpo; ma ciò non distrugge il fatto storico, psicologico ed etico universale che l'Uomo teme l'invecchiare ed il morire come due mali estremi e aspira, da quando ha coscienza del proprio destino, ad allontanarli da più che sia possibile. Non pel solo divino Leopardi la vecchiezza è «aborrenda»! Sarà un sogno, questo di arrestare il corso fatale della decadenza o senile o prematura; ma quanti altri sogni l'Umanità ha fatto ancor meno ragionevoli, e a quanti non ha saputo con sforzi intellettuali plurisecolari dare una almeno parziale realizzazione! Un simile innesto ha certamente ben più probabilità di realizzarsi, sia pure in minima parte, ma con criterii scientifici, sia pure (ed è già moltissimo) col solo risveglio cerebrale, che non tutti gli «Elisir» o le «Fontane di Giovinezza» immaginate dalle credenze popolari e dalle antiveggenze dei Poeti.

Dagli effetti complessi che si verificano negli animali, sia giovani sia invecchiati, – effetti che dall'apparato genitale si propagano ai tegumenti (pelo, lana), al muscolare (aumento di forza, ritorno dell'agilità), al ricambio generale (assorbimento del grasso eccessivo), ai caratteri sessuali secondarii (mammelle, latte) ed alla facoltà riproduttiva (spermatogenesi, fecondazione, natalità), – si può logicamente arguire che l'azione ormonica della ghiandola innestata non si arresti a quelle omonime ed omologhe del soggetto innestato, ma vi si riverberi sulle altre secrezioni interne; il testicolo mette, cioè, in attività maggiore anche la tiroide, l'ipofisi, le surrenali, ecc. Troppo intimo è il vincolo funzionale fra tutti i tessuti endocrini perchè non si avveri dopo gli innesti una interdipendenza stimolatrice, fors'anco qualche interferenza inibitoria. E allora si vede l'importanza biologica degli innesti ghiandolari; se ne intravvede, anzi, la possibilità di farne uso nella ricerca dei mezzi capaci di agire sulle leggi generali dello sviluppo, della crescenza e dell'attività vitale degli organismi.

Si è anche accennato alla suggestione, come modo di spiegare gli effetti di questi innesti; ma prescindendo dai mutamenti somatici provocati negli animali (montoni, tori, becchi, stalloni, ecc.), dove l'elemento psichico non ha presa, gli effetti obbiettivi sono identici a quelli dichiarati subbiettivamente da quei soggetti nei quali l'atto operativo ha dato buon risultato.

Una questione più seria è quella che riguarda la sorte dell'organo innestato: si incorpora esso realmente nell'organismo al quale viene aggiunto? il suo tessuto funzionalmente attivo, si immedesima davvero con quello dell'organo a ridosso del quale è trapiantato? Non è il luogo di discutere questo punto, che deve essere risolto con lo studio anatomico ulteriore delle parti innestate; dirò solo che l'esame istologico ha dato al Retterer (che, per quanto anziano, è sempre un istologo valente) la convinzione che l'innesto non si necrotizza, come accade di molti consimili trapianti, ma seguita a vivere, e, nei casi fortunati coi suoi elementi strutturali entra in nesso vitale nutritizio circolatorio e verosimilmente secretorio col testicolo. Non è ancora certo quanto duri la vitalità dell'innesto; ma sembra che per lo meno esso rimanga vivo ed attivo per un paio di anni, come avrebbero dimostrato le esperienze del chirurgo di Chicago, Max Thoreck.

Una difficoltà pratica gravissima è quella di procurarsi il materiale di innesto. Se bastasse ricorrere alle Scimmie Catarrine, come in alcuni casi ha fatto il Voronoff, per esempio ai Cinocefali, al genere Papio, specialmente Babbuini, Amadriadi, Macachi, la cosa non sarebbe ardua, poichè di tali animali v'è ancora dovizia in certe regioni del mondo (Africa, Arabia, India), sebbene anch'esse vadano diminuendo coll'estendersi delle colture agricole; ma di preferenza si ricorre alle Antropoidi, e queste sono rare e costose, sebbene dello Scimpanzè esistano almeno quattordici specie o varietà sparse in una regione abbastanza accessibile dell'Africa equatoriale centro-occidentale (Congo, Gabon). Bisognerà provvedere ad acclimatarlo, tentarne la riproduzione in domesticità, come molti anni or sono aveva proposto un naturalista geniale, Victor Meunier.

L'importante per noi è che con questi tentativi si cerca di arrestare l'inesorabile decadimento delle potenzialità fisiche e psichiche allorquando sia indotto o da eccessivo e continuato lavoro, o da senescenza prematura del cervello. E questo dicasi non tanto del cervello, che in alcuni uomini (a prescindere dalle inevitabili sclerosi senili) si distrofizza per ultimo, quanto degli organi genitali, la cui «morte fisiologica», verosimilmente legata anche a degenerazione dei centri spinali, è tanto spesso prematura, così da cessare in individui appena cinquantenni: qui è a temere che non vi sia più alcuna speranza di «ringiovanire» anche dopo innesti bene attecchiti. Allorquando gli organi sono stati invasi dal processo sclerosante, ogni intervento sarebbe inutile; noi siamo impotenti contro le morti parziali dei nostri tessuti ed organi, come lo siamo contro la Morte generale dell'organismo.

Non alla senilità patologica che senza dubbio è superiore ad ogni sforzo della Medicina, in quanto è dovuta a processi irreparabili di degenerazione degli elementi vascolari, connettivi e parenchimali, ma alla diminuzione d'energia fisica e mentale della semplice vecchiezza fisiologica si rivolgono i tentativi e le speranze degli operatori. Nessuno può e deve farsi illusioni sull'azione di questi innesti: tuttavia se la Medicina cerca di dar vigore al corpo ed alla mente di chi invecchia o di chi si sente invecchiare; se a tale uopo i suoi «ministri» elogiano i tonici, i «ricostituenti», il fosforo, le lecitine, le cerebrine e i regimi dietetici «corroboranti»; se a prevenire le alterazioni vasali, così frequenti e così pericolose nel periodo discendente della vita, si prescrivono joduri, e viburno, ecc., non si vede la ragione per cui si debba oggi, con tanto successo e quasi fanatismo per la Endocrinologia e la Opoterapia, respingere il proposito di snellire il corpo e di agevolare il lavoro psichico negli anziani stanchi, nei vecchi ancora sani, mediante l'innesto diretto di ghiandole eccitatrici della loro energia vitale.

Non dunque ai voluttuosi, tanto meno ai dissoluti, l'innesto è chiamato ad arrecare possibilmente il suo più encomiabile e desiderabile effetto: bensì agli intellettuali, o a coloro che vivono del loro lavoro cerebrale. Esso è, in parte un rimedio, ma in massima parte un mezzo di profilassi contro le minaccianti e progressive distrofie strutturali e contro le manchevolezze fisiopsichiche indotte dall'età: è contro l'invecchiamento «patologico» dell'organismo, che in comprende il pericolo di quelle abnormità ed infermità fisiche e mentali che contraddistinguono e contristano la senilità veramente morbosa. Vi si scorga un gran passo verso quella Chirurgia preventiva a base biologica, che con grande vantaggio sociale ed eugenetico verrà a prendere un posto di primaria importanza accanto alla Chirurgia demolitrice e curatrice. Essa è un capitolo futuro della Medicina restauratrice e conservatrice, sempre più coltivata, sempre più rivolta a mantenere la integrità somatica e funzionale dell'organismo, anzichè a combattere, con più o meno scarsa fortuna, i mali diggià sviluppati o fissati in noi da leggi immutabili di Natura, fra cui la decrepitezza ormai irreparabile.

 

*

*   *

 

È certo questo un nuovo indirizzo della Medicina, che attraverso tentativi differenti raccoglie già seguaci od esperimentatori valenti, come Dortigues e Baudet in Francia, Thoreck a Chicago, Marro, Di Giacomo, Pende, Zucchi in Italia, ecc.

Ma anche se tutte queste nuove applicazioni di una Medicina biologica veramente non dessero che un «ringiovanimento umano» nel senso popolare, sarebbe forse piccola conquista, questa, di poter arrestare il processo di senilità in coloro che rappresentano la parte superiore dell'Umanità? Sarebbe forse indifferente per la felicità umana questa facoltà di ridonare energia al nostro cervello, ai nostri muscoli, al nostro cuore, affaticati dalle vicende di tutta l'esistenza, e ormai condannati a sentirsi declinare inesorabilmente verso il Nulla? Ed in ogni caso, sarebbe disprezzabile un mezzo per ridonarci almeno per un po' di tempo quelli che sono i divini doni di Natura alla giovinezza, non per il piacere che è in essi ma per il contenuto di Energia incitativa che essi ci arrecano? Purtroppo il natus de muliere, come deplorava Giobbe steso sul suo letamaio, è troppo spesso, diremo anzi sempre condannato al Male, al Dolore; la gioia del vivere è rara anche per i più fortunati, i più sani, i più vigorosi, i più intelligenti, i più morali, voglio dire i più degni di vivere. Che se gli innesti ghiandolari aggiungessero davvero alla trama così spesso addolorata e scolorita dell'esistenza qualche filo d'oro, ridandoci le sempre gradite vertigini dell'Amore e le sublimi gioie del Pensiero, noi potremmo ritenere che il Voronoff per avere aperta una via, la cui meta è ancora assai lontana, è meritevole di figurare presso i nostri nepoti e pronepoti fra i benemeriti dell'Umanità.


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License