Lettera

 1   1| ritornarvi. E se giudichi, e se dirai così, si sarà fatto qualche
 2   1|       che gli porti invidia. Mi dirai: dunque, o Seneca, tu mi
 3   1|        gli sterpi. E quando, mi dirai, in che cosa ti potrà apportar
 4   2|        sortita, è salvo? Tu non dirai che un uomo da bene sia
 5   2|         onesto: adunque  anco dirai che sia migliore. L’aver
 6   2|       ti manchi. Che dunque? mi dirai: non è più beato un che
 7   2|       in ordine. Che dunque? mi dirai: non sentirà almeno un motivo
 8   5|        sorte indisposizione, mi dirai. Ragionevolmente in vero
 9   5|         provato lei. Quando? mi dirai. Prima ch’io nascessi. La
10   5|       allora affanno alcuno, mi dirai. Di grazia non tener per
11   7|       ambizione. Che dunque? mi dirai: mi devo dimenticar io dell’
12   8|        Ma è fastidiosa cosa, mi dirai, esser privo degli soliti
13   8|        sento un gran dolore, mi dirai. E che maraviglia è che
14   9|       sua rigidezza. Questo, mi dirai, è non patir  caldo, 
15   9|     poco aperte ferite. Che gli dirai tu piuttosto, o: Io vorrei
16  11|      tristi non s’allegrano: mi dirai. Sì; ma non più di quel
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