IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
8. Gesso d'annunziano in tribunale
In quella confusione di poesia e di codici, che è la vita di D'Annunzio, noi lo vedemmo spesso comparire in persona, davanti il magistrato, o per una promessa non assolta, o per brevissimi adulterii, o per trascurabile dimenticanza nel pagare un conticino, o per difendere il nome e l'onore di un suo levriere, o per protestare contro il venditor di una cavalla a lui contagiata da tare pericolose e nascoste, o per sentirsi condannare alle solite contravvenzioni perché l'automobile pindarico correva più del bisogno sulle prosaiche strade del regno d'Italia.
Egli compariva, o si faceva rappresentare, nel pretorio, col seguito necessario di legulei, causidici, giornalisti, ballerinette, sfaccendati, invidiosi, plebe: un'altra volta vi esposero invece la sua effigie. Sì, un gesso. Peko, inventore e fabricatore di umoristici magots in comunissimo solfato di calcio, aveva popolato le bacheche dei negozii cittadini delle sue plastiche caricature; erano li uomini celebri delle lettere delle arti e della politica, che postillavano dei loro grotteschi le passeggiate spesso monotone, dai banchetti delle vetrine prospicenti, ricordo e memento, gajezza e malinconia nostrana. Le statuine di D'Annunzio, Mascagni, Marcora, Leoncavallo erano le più benevise; perciò molti esemplari se ne acquistarono; sì che anche l'ironia in gesso diventò un affare. Ogni affare ha la sua frode e la relativa astuzia. Le trovarono il prof. Carlo Fumè, Roberto Heriquet, negozianti d'oggetti d'arte e chincaglieri, colla complicità di Ulisse Cornacchia, modellatore: ma si affrettò a denunciarli per contrafazione il solerte Peko.
Ohimè! Se tutti i contrafatti dal Divo in statuetta avessero fatto valere le proprie ragioni! Non insistiamo: le statuine si rizzano in sul tavolo presidenziale della giustizia eguale per tutti.
Gesso, amici miei, gesso innocente ed apolitico e comodo, facile a ridursi in polvere ed in nulla, al capriccio delle rivoluzioni ed alla verità della storia: – gesso: D'Annunzio, Mascagni, Marcora, Leoncavallo, ed altri, ed altri: e conveniva insistere sulla privativa privilegiata, in Italia e fuori, di plasmar questi niente, quando tutti li uteri, non richiesti ma prepotenti al loro ufficio fatale, ne elaborano, in vera carne e sangue, ne racconciano e ne scodellano mille al dì? Orgoglio professionale, avidità di gessajuolo lucchese, perché non imitare Guy de Maupassant, Zola, Ibsen, ed il resto della caterva magna, spossessata di frasi, idee, svolgimenti scenici, intrecci dal Pescarese? O, Peko; se voi non querelavate, risicavate di comportarvi come un uomo intelligente.