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Egli le intitola Sanguines28. Di fatto, con una franca e decisa maestria, con un gusto sapiente d'ombre e di luce, traccia il profilo purissimo, come un disegno sopra il nero dell'anfora greca, e distribuisce, con parsimonia, sfumature e suggestive penombre.
Sia che ripeta dall'Aphrodite la divinità della bellezza e dell'arte, a cui anche ogni cosa, oltre la morale e la intangibilità della vita umana, profitti per l'eccellenza del risultato, come «il suo maestro Parrhasios» dell'Homme de pourpre che assoggetta uno schiavo d'Olinto alle torture di Prometeo incatenato, per effigiarlo nell'encausto di una tavola; sia che ritorni alla ironia nascosta di una Volupté nouvelle; sia che una anima semplice, d'arcaica abitudine, di passioni definite e complete, faccia il racconto dell'arabo marocchino Mahamoud ben Abdel-Nebi, sanguinoso di vendetta gelosa; sia che si compiaccia di una imaginata ossessione, donde una filosofessa olandese si trasporti nella vita e nelle abitudini, nelle miserie e nella morte dell'Esther Gobseck balzacchiana; sia che scivoli nelle morbosità, a volta paurose, a volta critiche, a volta ridicole, dando larga parte all'inconoscibile ed allo spiritismo, come nell'Ascension au Venusberg, nella Persienne, nella Confession de M.lle X: Pierre Louys rimane sempre il perfetto formale, l'acuto inquisitore dell'anima, il chiaro suggeritore di nuovi appetiti, il distinto enucleatore delle turbate, instabili, morbose coscienze, che, nelle epoche di transazioni come la nostra, sono spaventate ed insieme attratte dalla sproporzione tra l'appetito, il desiderio e la ricerca, colla possibilità pratica e sicura di raggiungere, di ottenere, di possedere.
Cosí gli sono aperti e noti i tempi e la umanità; ne afferra i rapporti e le differenze, il contrapasso, l'evoluzione, la sosta ed il regresso. Animatore, dà vita alle sue finzioni personate con esattezza e persuasione; e le imagini effimere si gonfiano di sangue e d'ardire pretendendo alla esistenza, per cui male la critica smantella il suo edificio o seziona le sue creature, d'in sulle carte violente e pervicaci, perché ribelli non si lasciano sdrajare ed attanagliare sul marmo delle analisi.
Servono a lui la dottrina e l'erudizione, come influenza, ma fatta modo suo di pensiero. Nelle sue storie antiche, appare fondamento, non fronzolo, la conoscenza del mondo greco-romano: la donna vi si rivela senza bende e zone protettrici di castità, recentemente scoperta; l'atto d'amore è semplice e confortato dal sorriso; il jeratismo, l'immobilità classica, che si acconciano a ricevere tanta polvere di secoli e tanta ammirazione superficiale, si risolvono in gesti d'armonia; e le membra ed i gioielli e le vesti cantano tutta l'iride dei colori e dei suoni, smuovono tutte le grazie, delle semplici attitudini, per cui la plastica raffigurata meglio inganna che la memoria de' nostri studi e sorgono gli attori vivi, nella scena trapassata, per malía ora, contemporanea.
Vedete il tragico orgoglio di Parrhasios, che raggiunge la gloria e l'applauso popolare con diritto di genio sopra la legge e colla crudeltà. Eccovi una Melitta, una bionda dolcezza di miele, espressione dell'Attica profumata e giovane amore, paurosa e tentata, riluttante e persuasa dalle parole del pastore Arcos, Arcadia verde e rosea, non disturbata dai belati petrarcheschi, ed amplesso cordiale a corrispondenza di natura.
Ma, dopo, rileggerete, con maggiore attenzione, le complesse e raffinate cerebrazioni moderne; la sadica confessione mentita di una signorina per bene, che sogna incesti ed avvelenamenti; l'inganno di un ratto nouveau siècle per la copia di un abbigliamento eccezionale, isterismo religioso e morbosa esattezza di un artista sarto. O, se credete meglio, accostatevi alla Ascension au Venusberg, nella quale, l'eccitazione del luogo, la conoscenza della saga gotica, il ricordo delle armonie wagneriane compongono la fattura ed un Tannhauser attuale s'arma di lirica e di verginità per conversare, contraddicendo, alla Venere del monte Hoersel.
Piú straziante, piú cupo il racconto della signorina N..., che seppe distinguere l'insegnamento profondo di un accidente notturno ed erotico e che visse, in un'ora, tutta la vita, nel vederla dagli altri agire, d'oltre le lame slabbranti di una persiana, inorridendo del bacio violentato e fremendo di spavento al colpo di coltello liberatore di una vergine, colla morte di un barabba.
Del resto, refrattario alla comune ed euforetica induzione della moda, per quanto abbia avuto e mantenga contatti speciali e distinti coll'avvicendarsi delle scuole e dei metodi letterarii, Pierre Louys conserva integra la sua personalità. Se primo, mentre l'invasione dei sogni e delle nebulose di pura teatralità simbolica occupavano la mente e l'attenzione delle piccole attività dei dilettanti e veli e nebbia si erano sostituiti alla forma, e, per vaghezza ideologica presupposti metafisici alla ragione sperimentale, egli ha osato plasmare sentimenti in carne soda e vibrante, desiderii e sfarzo di bellezze, artistiche soddisfazioni di sesso; piú tardi, alla ricchezza del suo esporre, alla lucidità del suo fresco alessandrino (Aphrodite) aggiunse una acuta psicologia, la costatazione perenne del dominio femminile sull'uomo La Femme et le Pantin, e le fece succedere le Aventures du Roi Pausole, racconto filosofico e satirico disceso a continuare la didattica del Voltaire e del Diderot.
Sopra tutto esteta, non si incarica del portato e del risultato morale (comunemente e male inteso come si usa) dell'opera. Egli è convinto, che, dove un qualche fremito di piacere si susciti dalle sue pagine, là esiste virtú; virtú, in quanto piú grande o piú vera, in tanto che irrisa o combattuta fin qui; virtú sincera, che fa sua arme e sua rappresentazione dalle pure nudità perfette da lui destinate, domani, spettacolo, non di eccezione né di libidine, ai mimi popolari di un teatro riformato.
Ora, Sanguines lo completano, qui vi dimostra tutta l'attività e tutta la tecnica magistrale. Elastico, nervoso, incisivo, coloritore di tinte compatte, aquarellista di vaghe diffusioni imprecisate, egli può tutto rendere. Dall'egloga di Mopso, dai concettini preziosi dell'antologia epigrafica, dalla sceda innocente, grassa e profumata dei mimi-jambi d'Arondas, alla acuta osservazione delle mentalità moderne, come una volta poteva permettersi il Bourget, alla cruda perspicuità di un Barbey d'Aurevilly, alla indecisa e paurosa preoccupazione del Poe, all'humorismo piú giocondo e sereno di Swift, il Louys fa suo strumento, distende le sue corde sonore, compone, dalle gamme, plastiche, policrome ed armoniche sonorità.
Sanguines, rosario di perle rare e trascelte, grazia di stile, incanto di disposizione, essenziale valore. Tale, dalla matita rossa, come il sangue, sopra il foglio, o bigio od eburneo dei primi velini, i maestri della rinascenza segnavano le loro figurazioni; e sulla stessa pagina a contorni serrati, si leggevano teste moribonde e recline di Cristi giovani, e pianti materni di Marie, ed un Fauno all'agguato, ed il bacio fresco di Dafni e Cloe, e la serafica astrazione di una santa, ed un gluteo rigonfio d'atleta, ed una anatomia di cavallo inalberato, ed il viluppo orrendo ed inconcepibile di Medusa, e la perversità di Gòrgone, e l'ambiguo sorriso di San Giovanni o di un Bacco ermafrodito.
Tale, l'arte, con sicuro patrimonio, disponeva della matita, rossa come la vita, e la genialità aggiungeva nuove creature perenni di pensiero alle altre di carne e di moto, mortali e transitorie.
[In «L'Italia del Popolo», a. XII, n. 1002, 9-10 ottobre 1903.]