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In una nicchia della muraglia è una devota immagine della Mater dolorosa, e dinanzi ad essa alcune ampolle di fiori.
Ghita (pone fiori freschi nelle ampolle). Deh, inchina, o Addolorata, benignamente il tuo aspetto sopra di me, e vedi il mio affanno.
Con la spada nel cuore, e oppressa d'immense angosce, tu alzi gli occhi verso il morto tuo Figlio.
E li alzi al Padre su in cielo, e gli mandi i tuoi gemiti, perché soccorra al suo e al tuo strazio.
Ahi, chi comprende il dolore che mi trafigge addentro nell'anima? Tu sola, o Madre, conosci le ansietà del mio povero cuore; e tu sola sai i miei terrori e il mio struggimento.
Dove ch'io vada, oh, me misera! io porto qui meco nel seno tutti i miei guai; e non appena io son sola, io piango e piango, e piango che il cuore mi fende nel petto.
Ho irrigato delle mie lagrime i vasi dinanzi la mia finestra, quando sull'alba io colsi per te questi fiori.
Il sereno raggio del mattino appariva nella mia camera, ed io già sedeva sul letto travagliata da' miei gran mali.
Abbi misericordia! salvami dall'ignominia e dalla morte. Deh, inchina, o Addolorata, benignamente il tuo aspetto sovra di me, e vedi il mio affanno.