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Ghita fra la moltitudine. Uno Spirito Malefico dietro di lei.
Lo Spirito Malefico. Dove sono andati, Ghita, quei giorni, quando piena d'innocenza venivi innanzi l'altare, e in quel tuo libriccino, che ora contamini, balbuzzivi le tue orazioni, col cuore parte a Dio e parte nei trastulli della fanciullezza? Ghita! dov'è la tua mente? e quale de' tuoi misfatti ti sta ora nel cuore? Preghi tu per l'anima di tua madre, che tu hai con sì lunghi spasimi addormentata per sempre? E di chi è quel sangue sparso là sulla tua soglia? E qui nelle tue viscere che è ciò che vien crescendo, e si muove pur ora? Ahi, fieri presentimenti! che sarà di lui? — Che sarà di te?
Ghita. Oh, misera! misera! Potess'io sottrarmi dai pensieri, che mio malgrado mi vanno tumultuosamente per l'anima!
Lo Spirito Malefico. Tu inorridisci! Le trombe squillano! i sepolcri rendono i morti! E il tuo cuore, suscitato dalla quiete delle ceneri ai tormenti dell'inferno, trema miseramente.
Ghita. Oh, foss'io fuori di qui! Quell'organo par come che mi tolga il respiro! quei canti squarciano profondamente il mio cuore!
Ghita. Ohimè, io affogo! I pilastri mi si serrano contro; la vôlta mi pesa sul capo! — Aria!
Lo Spirito Malefico. Nasconditi! Il peccato e l'ignominia non rimangono nascosti. Aria, tu dici? Luce? Guai, guai a te!
Coro. Quid sum miser tum dicturus?
Lo Spirito Malefico. I glorificati ritorcono da te le loro facce; i mondi di cuore inorridiscono di stenderti la mano. Ahi, te trista!
Coro. Quid sum miser tum dicturus?
Ghita. Signora, la vostra ampolletta da odore. (Sviene.)