Johann Wolfgang von Goethe
Torquato Tasso

ATTO TERZO

SCENA I. Stanza. Tasso solo.

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SCENA I.

Stanza.

 

Tasso solo.

 

 

Sei tu scosso da un sogno? E d'improvviso

da te la bella illusïon fuggìo?

o te nel giorno del gioir supremo

alto sonno ingombrò, che tuttavolta

con gravosi legami astringe e cruccia

l'anima tua. Mai sì! Tu vegli e sogni.

Dove son l'ore che di fior crinite

ti danzavano intorno? E i giorni gai,

quando il tuo spirto col desio sereno

penetrava l'azzurro ampio de' cieli?

E nondimen tu vivi ancor, te stesso

tu senti ancora. Ah! ben te stesso senti,

ma non sai se più vivi. È colpa mia,

è colpa altrui lo starne io qui qual reo?

Giusta è forse mia pena? O non è un merto

tutto il mio fallo? Io lo guardai, dal buono

voler fui preso, da una folle speme

che chiunque par uomo uomo pur sia;

vêr lui proruppi colle aperte braccia,

ma adamante e non core in petto ei chiude.

Deh! perchè non pensai con saggio avviso

come accogliere l'uom che da gran tempo

m'era in sospetto? Ma qualunque evento

oggi incolto mi sia, forte io m'attengo

a una dolce certezza: Io vidi lei!

ella innanzi mi stette! ella parlommi!

intesa io l'ho! Quel guardo e quella voce,

quell'intento gentil di sue parole

son mia cosa per sempre, e non le invola

tempo fato spietata sorte!

Che se troppo repente a volo alzossi

il mio spirito allor, se quella fiamma

ch'ora mi strugge io troppo tosto apersi,

ripentir non ne posso, ancor che tronca

la mia vita ne fosse. Io tutto a lei

m'ebbi devoto e seguii lieto il cenno

che mi trasse a ruina. E sia; chè degno

di sua prezïosa io così apparvi,

la qual tornami in pace anco in quest'ora

che violenta il negro uscio mi schiude

d'un lugubre avvenire! – Ora è deciso!

Il caro sol della più bella grazia

improvviso oscurò; rapimmi il prence

suo benevolo sguardo e sovra angusta

oscura via m'abbandonò smarrito.

Ecco l'ambiguo volatìo deforme,

tetro compagno dell'antica notte,

fuori a sciame se n'esce e il capo mio

stridendo aggira. Oh per qual parte andrommi

quel fastidio a fuggir che intorno romba?

quell' a schivar che a piè mi s'apre?

 

 


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