Napoleone Colajanni
Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause

IX. RAPIDA DEPRESSIONE ECONOMICA.

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IX.

 

RAPIDA DEPRESSIONE ECONOMICA.

 

Fatta la descrizione delle condizioni economiche della Sicilia si presenta spontanea una domanda: sono esse peggiori, uguali o migliori di quelle del resto d'Italia?

Chi ha studiato le altre regioni della penisola o la Sardegna ha il dovere di riconoscere, che nel beato italo regno in molti punti si sta peggio che in Sicilia - per quanto ciò possa sembrare impossibile.

Taccio della disgraziatissima Sardegna, dove soltanto i privilegiati azionisti delle sue ferrovie se la godono allegramente, e ch'è stata ricompensata della lunga fedeltà a Casa Savoia con una dimenticanza veramente fenomenale. In molte altre provincie del mezzogiorno continentale perdurano quelle condizioni tristissime, che da Giuseppe Ferrari furono riconosciute come le cause efficienti del brigantaggio. Le lettere meridionali del senatore Villari, gli scritti del Pani Rossi, di Renato Fucini, della Jessie White Mario, ecc. - che sono illustrazioni monografiche della miseria delle classi lavoratrici di Napoli e di altre contrade del napoletano - datano da molti anni, ma sono ancora di attualità. La Inchiesta agraria per queste regioni in generale è stata parzialissima in favore dei proprietarî e delle classi dirigenti, poichè è innegabile che le sofferenze dei lavoratori, la loro abbiezione intellettuale, pari soltanto alla miseria economica - e le due danno come necessario risultato l'altissima delinquenza - in Calabria e in Basilicata sono grandissime39. I rapporti sociali non sono dissimili a quelli descritti per altri tempi da Nicola Santamaria nel suo pregiato studio sui Feudi nelle provincie meridionali.

Risalendo verso le Alpi s'incontra l'agro Romano, che non rimane indietro alla Sicilia in quanto a malessere dei suoi abitatori; ma verso l'estremo lembo d'Italia c'è ancora qualche angolo di terra dove gli uomini stanno peggio che nell'isola che attualmente richiama su di l'attenzione dell'Europa. Il volume dell'Inchiesta agraria consacrato dal compianto Morpurgo ai Contadini del Veneto attesta che nel mio giudizio non c'è alcuna esagerazione. Del Mantovano e di qualche altra zona della bassa Lombardia si potrebbe dire altrettanto.

Perchè, dunque, soltanto in Sicilia c'è stata la esplosione del malessere; vi sono stati i tumulti, gl'incendî, le distruzioni, che preludono alle rivoluzioni e che tanta analogia presentano con quelli descritti dal Tocqueville e dal Taine in sotto l'Ancien Regime?

Le cause di questa diversità di risultanze sono parecchie e meritano tutte di essere ricordate. Rimanendo per ora sul terreno economico si deve osservare che in Sicilia dopo il 1860 ci fu un rapido sviluppo di ricchezza; tale da indurre il Prof. Maffeo Pantaleoni in un suo pregiato studio pubblicato nel Giornale degli Economisti a giudicare, che l'unificazione d'Italia, aveva contribuito in Sicilia più che altrove a determinare un notevole incremento della ricchezza.

Venne la depressione; venne altrettanto intensa e rapida, anzi fulminea, e venne ad un tempo per colpa di governanti e di eventi, che si sottraggono all'azione della volontà umana.

Ecco alcuni dati eloquenti di questa depressione. La produzione del grano da Ettolitri 7,744,981 nel 1891 discese a 4,363,696 nel 1892, a 4,365,300 nel 1893, e il prezzo contemporaneamente è disceso a L. 19,48 per ettolitro nel 1891, a L. 18,91 nel 1893.

La produzione dell'orzo è discesa da ettolitri 1,511,699 nel 1891 a 1,169,061 nel 1893 mentre il prezzo è rimasto stazionario.

La filossera, in breve tempo, ha distrutto numerosi vigneti occupanti un'estensione complessiva di ettari 53,977; perciò la produzione del vino da ettolitri 6,855,555 nel 1891 è discesa a 4,111,331 nel 1893; la discesa dei prezzi dal 1887 in poi - ultimo anno in cui fu aperto il mercato francese - è semplicemente spaventevole: dalle 40 e 50 lire l'ettolitro si arrivò alle 10 ed alle 20 del 1890 al 1893, e solo in questo primo semestre del 1894, si accenna a risalire alquanto. Notevole la diminuzione40 nella produzione degli agrumi e spaventevole il ribasso dei prezzi. In quanto all'agricoltura l'on. Di San Giuliano osservò che, complessivamente, il 1892 è l'anno della massima depressione, perchè si ebbe una produzione di L. 206,071,012 in meno del 1891 e di L. 137,888,808 meno della media quinquennale.

Più sconsolanti sono i dati per l'industria zolfifera: poichè il prezzo di quel minerale da L. 112,57 per tonnellata nel 1891 discese a L. 65 nel 1893 e a L. 55 circa nel primo semestre del 1894.

Questi dati vengono illustrati e completati dalla sensibile diminuzione dei depositi presso i diversi Istituti di credito, cominciata nel 1891 e non ancora arrestatasi.

La situazione economica si fece tale negli ultimi anni che il visconte Combes De Lestrade esaminandola dal punto di vista dei proprietarî - ed è proprietario anche lui in Sicilia, quantunque francese, e vive al di delle Alpi - ne argomenta che oggi sia peggio che nel 1860. «In quell'epoca, egli osserva, le sue rendite e le sue spese, un po' più un po' meno, si equilibravano. Se la tradizionale parsimonia siciliana riusciva a mettere da parte qualche cosa, il risparmio non alterava gran fatto l'equilibrio poc'anzi accennato. Istantaneamente i pesi aumentano e ognuno sa con quale rapidità. Il confronto tra il bilancio dell'antico regno delle due Sicilie e quello del regno d'Italia basta per dimostrarlo. Per converso i prezzi delle cose che egli deve comprare sono accresciuti e quelli di cui deve farne la vendita sono diminuiti. I perturbamenti economici che il governo non ha mai saputo evitare uccidono la coltivazione del cotone e del tabacco; e così i risparmi, dato che ve ne fossero, spariscono ben presto. Di capitale mobile non è il caso di parlare, imperciocchè all'epoca in cui furono messi in vendita i beni del clero tutti si affrettarono di accrescere la proprietà impiegandovi ciascuno la rispettiva disponibilità. Frattanto perdura l'aumento delle tasse e il ribasso dei prodotti...»

E qui è bene aggiungere, che nel determinare tale stato di cose la responsabilità del governo è grande per la politica doganale seguita: politica tutta a beneficio dell'industrie e degli industriali dell'alta Italia e a danno dell'agricoltura del mezzogiorno e delle isole. Ciò dissi rudemente nel 1891 alla Camera dei Deputati e le mie parole furono accolte da vivi rumori e da proteste dei deputati del settentrione; ma le mie parole furono poco dopo luminosamente giustificate dalla confessione onesta e leale dell'on. Ellena fatta prima in un articolo della Nuova Antologia e dopo nella stessa Camera in occasione della discussione dei trattati di Commercio coll'Austria-Ungheria e colla Germania.

Il peggioramento nelle condizioni economiche dei proprietarî naturalmente si ripercosse nei salarî dei lavoratori, ai quali con ogni studio si cercò di far sentire maggiormente la gravità della crisi; sicchè tali salarî, anche nominali, sono ritornati quali erano nel 1860, come osservò il Salvioli.

Il disagio, adunque, fu generale, intenso e rapido. Esso, se nel paragone con altri tempi può dirsi che non fu assoluto, certamente fu immenso relativamente ai bisogni cresciuti, alle nuove abitudini contratte, e agli obblighi imposti dalle leggi dello Stato ai comuni e agli individui - prescrizioni igieniche, istruzione obbligatoria, ecc. ecc.

Su questo riguardo mi pare che non sia stato abbastanza avvertito il perturbamento apportato nelle abitudini e nelle famiglie dei contadini dal ritorno dei congedati. Si è detto che la leva è stato un cemento unificatore quantunque41 io creda pochissimo alla efficacia di tale mezzo ed alla utilità del preteso risultato; pur concedendo che quest'ultimo si sia ottenuto, si è dimenticato che si è fatto sorgere nelle classi lavoratrici il desiderio ardente di soddisfare certi bisogni per lo passato sconosciuti e di adottare uno standard of life superiore e inadeguato allo sviluppo economico ed intellettuale. Ciò ha agito ed agisce come un vero lievito che fa fermentare delle masse, inerti precedentemente, che non si scuoterebbero sotto la influenza di altri moventi e di elevate idealità. Intanto rimane assodato, per chiunque abbia studiato da vicino i Fasci, che i reduci dall'esercito, mentre in Sicilia hanno scosso la rigida disciplina patriarcale delle famiglie, hanno portato invece la disciplina in molte delle associazioni dei lavoratori sorte da recente.

Il risultato, certamente, è inatteso e spiacevole pei sostenitori dell'esercito permanente. La parte democratica e socialista non può che rallegrarsene.

 

 

 





39  Della Basilicata me ne parlò più volte con parole di fuoco e con intendimenti onestissimi l'amico carissimo Giustino Fortunato. I suoi giudizi sono insospettabili per la lealtà somma e per la condizione sociale di chi li ha emessi.



40  Nell'originale "diminuizione". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



41  Nell'originale "quatunque". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



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