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Lorenzo Viani Parigi Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Capitologrigio = Testo di commento
3003 6| del nulla. Nella continua inedia lo stomaco bisognoso di 3004 12| dritta al fianco e la mancina inerte alla rotula, in estatica 3005 10| meschini sotto il peso dell'inerzia andavano da un albero a 3006 4| e una tazza, e saziava l'inestinguibile arsione che dà la fame con 3007 8| avessi asserito una cosa infame egli mi prese per un polso: « 3008 9| benché avesse contratta nell'infanzia dai Frères in Egitto. La 3009 11| davanti a quella bestia infelice e mi fece paura, mi fissò 3010 13| troncone aggobbiva e gli arti inferiori sentivano il peso di questa 3011 10| era ascoso il paese. Un infermo con un chiucco di cappello 3012 6| suggerisse al meschino piani infernali, azioni abominevoli, tentazioni 3013 9| statuario parevano stati infettati di vaiolo nero, le bruciature 3014 9| Console guarì presto dell'infezione culturale benché avesse 3015 12| dalla bocca larga e dal naso infiammato, coi loro figli biascicati 3016 13| calammo giù dalle scale e la infilammo nello studio di Matteo. 3017 5| mentr'essa agognava di infilarci sopra una forca, e di sul 3018 13| stazione. Quando riuscirono a infilarlo dentro, egli si sdraiò tutto 3019 6| secondini della morte, gli infilarono a un occhiello della giubba 3020 13| paralitico e non riusciva a infilarsi il collo in bocca, lo sollevò 3021 10| leggerla fu mestieri che mi infilassi il pastrano e andassi sotto 3022 4| gambe tutte di un corso, infilate in un paio di calzoni a 3023 8| qualcuno di questi tipi, infilategli la sottana e avrete il " 3024 4| cucchiaioni simili a crani smusati infilzati in una calocchia ebbero 3025 3| paese, nome e connotati». Infine le fece capire: il figlio 3026 1| aveva stampata negli occhi inflessibili:~ ~«Ci andiamo.»~ ~Più tardi 3027 4| Andava, di certo, ad infliggere la sua malinconia a qualcuno 3028 8| riluttante alla Sorbona per ivi infliggermi una lezione di Ledantec. 3029 8| rimane come estraniato dall'influsso del sal marino. Il sangue 3030 13| alla casa di mia madre si infociava nella pineta, e quello delle 3031 12| Sapevo che dato il concetto informatore dell'impressionismo, solidamente 3032 4| teschio, gli occhi le si infossarono nel viso puppato. Il bacino 3033 9| metallo, la gente rincasava infreddolita, delle nuvole cariche di 3034 4| fuori, erano anche loro infreddoliti e rimbozzoliti. Uno aveva 3035 11| quel d'una serpe. Quel moro infreddolito faceva male al cuore; quella 3036 3| recingeva in vita: la carne infrollita nella stretta del cappio 3037 6| stanno per posarsi sulle onde infuriate.~ ~«Passan bassi?»~ ~ ~« 3038 3| pestava i piedi talché il bue infuriato le dette una cornata e la 3039 9| dentro l'auto per tenere ingabbiati i padroni.» Una guardia 3040 10| esclamava dolente: «Siamo stati ingannati dalla Francia!». L'Italia 3041 1| prima parola, la quale s'ingarbugliò con l'altre. Immaginarsi 3042 6| dell'altro Cesare, Re d'Inghilterra e Imperator delle Indie. 3043 12| che la mole sarà un giorno inghiottita. Le torri, i portali sovraccarichi 3044 7| con i campi, le case erano inghiottite dalla notte. Quando si aprirono 3045 8| Prussia e le carnagioni ingialliscono e i panneggiamenti bianchi 3046 8| fronte. Il profilo mongolo ingiallito illuminava la stanza per 3047 3| Fleury, bianchi al calcio, ingiallivano sulle cime: una santità 3048 11| dissensato. Sul portone ingigantito dalla mia disperazione vidi 3049 9| trasfigurava in asceti gialli e li ingigantiva neri sulla parete. Non potevo 3050 5| carretta pareva dovesse ingoiare delle ghiaie, gonfiava come 3051 8| un istrice e pareva che ingollasse noccioli di pesca.~ ~«Caro 3052 10| opera pia di Montparnasse ne ingollava tanti finché non aveva il 3053 12| antimonio; i cortili sono ingombri di mostruosi rotoli di carta.»~ ~« 3054 8| Non mi ce ne va più.»~ ~«Ingozzalo per forza.»~ ~«Ce n'est 3055 4| sorrideva, ma non si poteva ingranare discorso perché io non conoscevo 3056 4| alte le malerbe: cicerbite, ingrassa-porci; ortica, gramigna e ruta 3057 9| lui l'invito, ma questi ingrugnandosi urlò al Console: «Prenez 3058 5| volte permesso alla faccia ingrugnata della concierge. La megera 3059 6| sorrisetto scettico, e vedesse l'ingrugnato ascoltatore incagnirsi col 3060 12| muscolazioni sgallate e all'ingrugnature barbariche che rinceppano 3061 3| gelida.~ ~«Voglia Iddio, iniqua cagna, ch'io non mi pacifichi 3062 9| dall'Hôtel du Pantheon per iniziare il grande viaggio di redenzione, 3063 12| nasconde, incita, coppie di innamorati, ed uomini che si riducono 3064 4| soldati con le bajonette innastate. Dei cavalli legnosi erano 3065 3| specie di cappe sulle quali s'innesta il colletto di celluloide, 3066 3| quei canti che sembrano inni dell'esercito della salvezza 3067 10| leggere sui canti degli innocenti discorsi di Cavallotti come 3068 8| sempliciotto innocente, s'inorecchì: speculava.~ ~«Per esempio,» 3069 4| tombale. Un giorno stetti inorecchito al buco della chiave; quando 3070 4| medesime tentavano deviare inorridite. Le pecore bigie, la mota 3071 6| iperbole?» echeggiò Sarti inorridito. E questa volta disse forte: « 3072 4| facesse.~ ~La cornice per inquadrare uno dei terribili dipinti.~ ~ 3073 10| Cìntraco, e nelle case c'erano inquadrate le stampe della presa di 3074 11| involto dei miei disegni inquadrati, gravati dal titolo francese, 3075 12| nostri scalpellini.~ ~Un'inquieta ombra si aggira nella collezione 3076 9| doveva sembrare una roncola insaguinata. Non so per chi mi presero; 3077 3| presa all'improvviso da un'insana foja e su questo prurigo 3078 13| acqua dipinta di minio o insanguinata dai battiti delle acque 3079 3| accoccato. Le labbra aveva insanguinate con della lacca, le ciglia 3080 10| difendendosi cogli occhi insanguinati, da quegli vicini. Sinistre 3081 11| a quelle pareti ambrate, insaponate di lampone, dai toni di 3082 4| rigonfiavano lo stomaco, una sete insaziabile mi bruciava da capo a piedi, 3083 12| una specie di carnevale inscenato per festeggiare la nascita 3084 8| sopra sottili fette di carne insegata e su crostini croccanti 3085 13| amico vagamondo mi aveva insegnato di tenermi sempre al centro 3086 3| qualche parola meditando sulle insegne dei negozi; la prima che 3087 3| rivoltolavano fra l'erba, si inseguivano e frullavano sul ghiaino, 3088 13| di corsa. La darsena era inselvita d'alberi. La torre suonò 3089 4| pizzicato da questa specie d'insetto. Ero assai incuriosito di 3090 13| Toscana. Il titolo mi tese un'insidia. Pensai da sempliciotto: 3091 11| le rotule delle ginocchia insidrite e screpolate; a qualche 3092 11| capelli gelati e gli abiti insidriti di nevischio disciogliendosi 3093 10| sangue, il freddo gli aveva insidrito la pelle che, slabbrandosi, 3094 8| la parte posteriore dell'insigne edificio. Io da sempliciotto 3095 6| un eresiarca, allora egli insinua: «Figlio mio, la casa mia 3096 8| su, per le scale, io gli insinuai: «Dante, che tu ammetti 3097 6| ch'egli aveva voglia di insinuarmi: "Amleto diceva pure: C' 3098 3| buoni; smanierata, triviale, insolente con quelli cattivi. La bile 3099 | Insomma 3100 10| all'ossa. Passai una notte insonne ravvoltolandomi; verso l' 3101 8| scritto sul viso una nottata d'insonnia entrò in camera mia: io 3102 3| denti Madame alzava il viso insonnolito e porgeva le labbra a Fleury: 3103 3| moglie, un'ebrea francese, insospettita da questo grugolare, alzava 3104 8| Et moi, je languissais, insoucieux de vivre.~ ~ ~ ~ 3105 3| tamponi vellutati. Adrienne installata in una poltrona nella quale 3106 4| della Ruche quando erano installati dentro, non ce li levava 3107 7| rigettato con le braccia all'insù e la testa tornò fuori fino 3108 3| avevano preso la tetraggine insulsa di quelli di una civetta 3109 4| appestava l'aria. I gesti insulsi, come quelli dei galeotti 3110 10| vicendevolmente. Due guardie intabarrate facevano la spola di cima 3111 12| corpo arso della carne era intabarrato in un cappotto di casentino 3112 12| corde, il ponticello, erano intarsiati su dei piani monocroni; 3113 10| repentinamente franto la vita, l'intelaiatura dell'organismo si disgregava, 3114 12| nere, le picche, l'aste, l'intelaiature di piombo congegnate ad 3115 4| quasi folle e lui è un ladro intellettuale».~ ~«Dormi tra due guanciali, 3116 12| marchio della divorante intellettualità stampato sulla fronte: Vous 3117 8| quanto l'uomo è possente di intenderle. Non dimenticate» disse 3118 4| maturava nella Ruche faceva intenerire anche quella gente silenziosa 3119 4| notte dopo aver delle ore intere sviolinato le sue amaritudini, 3120 8| volteggiava su noi.~ ~«V'interessano gli aeroplani?» gli chiesi 3121 8| ma le sue "Memorie" sono interessanti; ben scalpellate».~ ~Il 3122 12| col frutto della nostra interessata interpretazione delle forme 3123 11| egli parlava, Paul Adam si interessava della mia persona forandomi 3124 4| dimostrò subito un grande interesse per la Toscana e volle qualche 3125 1| paese!» e ripeteva a mente interi capitoli di Victor Hugo:~ ~« 3126 4| mostruoso che divorasse le loro interiora, teste tosate dal mal maligno, 3127 9| colonnello aveva i baffi interiti come un istrice, gli occhi 3128 11| piedi. Le strade sembravano interminabili, allungate dalla mia stanchezza 3129 6| di tasca il catalogo e mi internai nella lettura, tormentato 3130 2| giovane, aveva abbracciato "l'Internazionale” e, benché vestisse sempre 3131 6| storia di questi malnati internazionali. Il poveretto s'intrugliò 3132 6| Atroponoick Dobrak.»~ ~Doveva interogare Motinski il quale rispondeva:~ ~« 3133 12| Signor disinteressato interprete di forme, se avessi avuto 3134 8| ancora accenni ai superstiti interpreti della Sapienza Ellenica, 3135 8| tremendi pensieri io lo interrogai:~ ~«Qui ci debbono essere 3136 5| truogolo vuoto. Occhiate interrogative, ordivano una rete fitta 3137 9| alcuno di noi lo avesse interrogato, poi si metteva un filo 3138 8| di fiaschetterie e così interrompere il tedio tombale. Quello 3139 4| catalane che là dov'erano intese dovevano far scurire il 3140 13| alzai le mani: me le sentii intiepidite dal sole.~ ~Passati gli 3141 10| risucchio tutti. Collo stomaco intiepidito potei allungare il passo. 3142 10| erano sempre caldi, e mi intiepidivano le mani; ne assaggiai uno 3143 1| non demmo troppo peso all'intimazione, perché comprendemmo soltanto 3144 8| arrostite natanti in un intingolo lungo lungo, le quali barcheggiavano 3145 13| gambe smagrite e i piedi intirizziti che non avrebbero potuto 3146 3| sull'impietrato un cieco intirizzito dal freddo accompagnandosi 3147 10| due uomini, di schiena, intirizzivano, i loro cani sotto il sedile 3148 3| lampadina, le sciambrottava, le intorbava, e analizzava anche i fondiglioli.~ ~ 3149 8| ceffi degli alunni che s'intorbavano adagio adagio. Ad un certo 3150 8| che si chiamasse Adone. Si intorchiava i baffi con il sapone; era 3151 13| pesanti del treno. Passai così intormentito buona parte della Francia.~ ~ 3152 10| ascoso in una spelonca lo si intravedeva con i tetti più alti e le 3153 12| slavato, così almeno lo intravedevo dall'anticamera mentre egli, 3154 13| quale il treno filò via, intravidi due stangoni neri e rossi 3155 12| tra la barba steccosa s'intravvedeva il taglio reciso della bocca, 3156 6| ai margini del costato intravvedevo le poppe sminze e la pancia 3157 11| della gloria; la quercia intrecciata all'alloro sotto le spettrali 3158 10| tre capi: quando s'ebbe intrecciato il pelame abbarbicato sotto 3159 12| colonnati come la nebbia nell'intrigo di una foresta. Un organo 3160 6| smaltirli. Mentre noi ci si intrippava di quella grazia di Dio, 3161 10| vedevano l'ossa spugnose intrise di sinovia, martellava i 3162 4| catena legati fuori, uomini intrisi di loja, con le braccia 3163 5| omettino sembrava un Rabbino intristito, ché il viso aveva coperto 3164 6| altrettanto. Per un corridoietto m'introdusse in cucina, sul buffett c' 3165 2| cintolone di cuoio.~ ~Mia madre, intronata dai colpi di martello che 3166 10| campanone di Notre Dame intronava l'aria col tocco lugubre 3167 11| per portare il suo corpo a intrufolarsi in quella lordura. Doveva 3168 6| internazionali. Il poveretto s'intrugliò nei laberinti delle straducole, 3169 8| io dico che filosofia è intuire se uno a mezzogiorno ha 3170 4| bocca con dei vituperi. Lo intuivo dai colpi che si dava sulle 3171 13| aprirono come farfalle e invasero la finestra e vi cantavano 3172 4| il quale mi aveva fatto inverdire di più gli occhi. Capii 3173 4| avvilucchiavano a plinti di pietra inverditi dall'umidità e su questi 3174 3| lampadina rossa che gli invermigliava le ferite. In questo singolare 3175 9| la scorza d'un limone, s'invermigliò e la sinovia nelle congiunture 3176 13| scalzo e in pianelle. L'invernata l'aveva ridotto uno scheletro, 3177 12| il quale mi colpì per la inverosimile somiglianza col nostro fratello 3178 4| curiosare mi avvicinai verso l'invetriata. Com'era desolata a quell' 3179 4| rimasti seccaricci sull'invetriate, nei canti alitava la bambagia 3180 4| scarpa adatta al mio piede, l'invitai in una drogheria che avevo 3181 6| idea concreta?»~ ~«Quella d'invitarla a pranzo, per esempio.»~ ~« 3182 9| il Console ripeté a lui l'invito, ma questi ingrugnandosi 3183 11| Una di quell'ore in cui si invocano spaventosi cataclismi, l' 3184 6| oh Lord». Intuii ch'ella invocava Iddio con disperazione.~ ~ 3185 12| quel che arsiona la bocca e invoglia alla bevuta, e di cipolle, 3186 13| indaco col loro chioccolio invogliavano le bestie a bere. Le case 3187 11| piedi tutto Parigi con l'involto dei miei disegni inquadrati, 3188 6| sulle coltri, come al solito inzavorrato del catalogo. Era la prima 3189 10| colava sangue color dell'iodio.~ ~Vicino all'itterico ciancicava 3190 8| radunata di fabbricatori di ipotesi, quella gente stregata dai " 3191 3| delle vetture, i fusti degli ippocastani.~ ~Fleury, in casa, accudiva 3192 8| generale, uscito dal nimbo d'ira ove soleva stare ascoso, 3193 6| siamo a Parigi» esclamò irato Sarti. «Benedetti figlioli!»~ ~ 3194 2| colonnetta del molo, il sole, irradiando, l'avvampa d'oro. Il commiato 3195 12| subordina i toni nella sua irradiazione sì che ferendo i corpi ne 3196 12| accende ella stessa delle irradiazioni potenti del suo spirito 3197 12| compiuta opera d'arte è irragionevole interpretazione della natura, 3198 3| lei avevano precedenti d'irragionevoli bramosie, la bocca, benché 3199 4| marciapiedi, meccanicato dai gesti irrequieti dello spagnuolo.~ ~Le spalle 3200 1| della città come un bisogno irresistibile di vendetta e di difesa. 3201 8| inconsciamente pare abbia creato per irridere la Sapienza: l'animale testardo 3202 10| s'annodò tutto il viso, irrigidì le braccia e martellò i 3203 10| notte.~ ~Un testardo si era irrigidito sopra una panca, le guardie 3204 8| luci del vespero, la valle irrigua schiarita dai riflessi del 3205 8| chiesi «non può sembrare irriverente per il tuo maestro, gradirei 3206 8| bocconi, ma, senza esser irriverenti, si può affermare che i 3207 12| centrale, sia detto senza irriverenza agli italiani che soffrono 3208 6| rattoppato e di chioma irsuta, al quale parlasse in un 3209 3| corde. Il mio taccuino era irto di disegni; soltanto così 3210 8| Grecia e poi mi dicesse, isabrutto, di aver alloggiato in Atene 3211 12| pensavo che si fosse così isolato il cuore dal cervello. La 3212 2| terre dell'Africa, e le isole di Maluccello, accampate 3213 6| egli doveva sembrare un ispettore di polizia, e io un bandito. 3214 12| contegnoso artista si è ispirato ai primitivi italiani anche 3215 11| Non lo conosco» risposi.~ ~Istradandomi sulla Rue Royale, mi danzava 3216 3| eresiarchi, temerari e li istradasse sulla via di Damasco verso 3217 4| calcagna come i musulmani. Mi istradò per la Rue Vaugirard, lunga 3218 4| Ah! Monsieur, vous êtes Italien? oh-la-la, oh-la-la. Vous 3219 | IV 3220 8| bevesse Rousseau per diventare ivrogne?»~ ~«Io credo almeno una 3221 8| versi:~ ~ ~ ~Quel temps j'ai perdu donc, à feuilleter 3222 12| luce, tra Apollinaire e Jacob? Perché non a fianco di 3223 12| vedere le "Passioni umane" di Jef Lambeau, un gruppo di gigantesche 3224 10| enfants, de la Patrie~ ~Le jour de gloire est arrivé~ ~ ~ ~ 3225 8| Monsieur Stivalis.»~ ~«Madame Kremka,» e per tutti diceva: «Hôtel 3226 9| come una gazza, ed un certo Kromeka, scampato dal capestro. 3227 5| domandarglielo? Ce lo narrò la sera Kuett mentre eravamo seduti intorno 3228 1| coro.~ ~«B-e?»~ ~«Be.»~ ~«L-e?»~ ~«Le.»~ ~Un giorno, in 3229 13| guardò di sotto in su: dal labbro posteriore gli colava un 3230 6| poveretto s'intrugliò nei laberinti delle straducole, salì nelle 3231 6| putre e fermenta il novello Labre della stecca e del pennello, 3232 4| che sbatacchiavano sulle lacche come velacci di tartana. 3233 6| La testa, annodata coi lacciuoli di una cuffia bianca, si 3234 12| lasciano l'impronta del lacerante martirio, ma è levigato 3235 6| dell'arpia e la donna si lacerava le vesti e le carni, poi 3236 1| del cimitero. Là, al Père Lachaise, son caduti; l'estremo baluardo 3237 9| piatto condita con qualche lacrima d'olio che una delle donne 3238 11| stagnava nelle fossette dei lacrimali diacciava il bianco degli 3239 10| cima del naso folgoravano i lacrimari e stregavano tutto il suo 3240 11| metallo: lì seduto al tavolo lacrimavo tanto che chi mi avesse 3241 13| ritornò su svelti svelti come ladri: io feci una bracciata dei 3242 4| divengo quasi folle e lui è un ladro intellettuale».~ ~«Dormi 3243 12| negoziante che abita in Rue Laffitte. Fra tutti i mercanti della 3244 2| prendere il largo del cielo. Di laggiù dai campi, brontolava il 3245 13| attingevano il cielo terso, i laghi espandevano una pace di 3246 2| cantarelli delle darsene, dove si lagna l'acqua che, croccolando 3247 4| poco si riudirono giù i lagni del suo violino.~ ~Seppi 3248 4| imbambolati bevuti insieme alle lagrime, l'ossa pareva le avesse 3249 10| gli slabbrava una bocca laida e feroce, egli s'era confitto 3250 12| Passioni umane" di Jef Lambeau, un gruppo di gigantesche 3251 4| cartina d'una sigaretta, la lambì con la lingua, l'imbottì 3252 10| dietro le spalle fino a lambire la neve; il drapeau era 3253 3| piano e lo faceva gemere, lamenti che ronzavano come mosche 3254 8| luce che saettava dalla lampada elettrica, la quale gli 3255 12| case avvolte in una fumacea lampeggiante di giallo e un tremendo 3256 3| tenebre. Sugli occhi plumbei lampeggiavano gli ultimi chiarori crepuscolari 3257 10| sembravano scorpioni. Dei lampi elettrici, celesti, saettavano 3258 9| negli occhi balenava un lampo di voluttà. Ci recammo dietro 3259 12| incartapecorite, velli fulvi, freccie, lance, spade. Egli mi venne incontro 3260 4| sdentati, orologi senza lancette, lumi a petrolio col tubo 3261 10| tenaglie, la sindrone, la lancia, la spugna, la mano. Guardare 3262 9| apprendendo che era stata lanciata una bomba al Consolato di 3263 8| feu nouveau,~ ~Et moi, je languissais, insoucieux de vivre.~ ~ ~ ~ 3264 8| di Zenone, di Epiteto, di lanterne, di crocifissioni, di malcostume, 3265 12| un Napoleone all'inferno lapidato con teste, braccia, tibie, 3266 3| visto in mia vita: grassa e lardosa come un sibarita a cui fosse 3267 13| certi usignoli cicciosi e lardosi, baritoni, bassi, tenori. 3268 4| vedere l'uomo. Egli era lardoso su tutto il corpo, obeso, 3269 9| Anarchie, la rivista di Laretife, il teorizzatore della banda. 3270 8| addoppò in un pastrano nero larghissimo e in una sciarpa di lana 3271 6| limitò a sollecitarmi: «Lasci le lettere, si vesta... 3272 12| dalle scalpellature che lasciano l'impronta del lacerante 3273 4| dopo qualche tempo dovetti lasciare il casamento ove abitavano 3274 12| erano inalterati. Ci eravamo lasciati a’ tempi ch'egli sul mare 3275 3| essere caduto in tentazioni lascive, e di lì si portasse carponi 3276 12| trivella di una delle torri laterali e dopo aver molinato un 3277 4| arrivarono sino alla Ruche dei latrati orribili; la voce dell'uomo 3278 5| che quella sera era color lattiginoso e fiorito di stelle. L'ebreetto 3279 4| stallini di maiali, fatte di lattoni rugginosi e di casse da 3280 1| contornavo di una cornice di lauro, poi venne l'odissea di 3281 11| Steinlen, Forain, e Toulose Lautrec. Quando ebbero parlato ben 3282 13| terra gialla e i fiumicelli, lavacri d'indaco col loro chioccolio 3283 4| tuo Mino aveva l'aria di lavarsi tutte le mattine, mentre 3284 12| dipinti monocromi.~ ~La terra lavata dal sangue, purificata dall' 3285 12| Museo.~ ~«Questa specie di lavatoio?»~ ~«Mais oui, mais oui, 3286 8| bianca sfibrata dalle molte lavature c'erano parecchi centrini 3287 11| recipiente nel quale mi lavavo, ma allora era preso come 3288 4| come un armadio quando è lavorato dai tarli, la carne ci s' 3289 2| disperata.~ ~Io, intanto, lavoravo la mia decisione, incassavo 3290 12| per esaminar meglio i miei lavori s'appinzò sul naso le lenti 3291 12| disciplina.~ ~Venne dopo, il lavorìo del cervello! L'ossatura 3292 12| guasto il réveillon con lazzi, urli e finzioni, una specie 3293 12| tabacco inciso in ottone, Leandre. La casa sembra quella di 3294 11| rotondità obese e tagliuzzate di Léandre, i titillamenti di Abel 3295 6| penzolava quasi che egli volesse leccar la terra, il teschio dove 3296 4| pentola, orride lingue bramose leccavano labbra mézze e una serie 3297 11| vous mangez de bon?» e si leccò le labbra come i ghiottoni.~ ~ 3298 6| scantonai sul Boulevard Lefèbre mi si parò davanti una vecchia 3299 10| pinzate le lenti che erano legate all'occhiello del pastrano 3300 13| vecchio, e ogni tanto stanchi, legavano il canapo al calcio di un 3301 10| alzai e la raccolsi; per leggerla fu mestieri che mi infilassi 3302 4| voltato verso di me per leggermi negli occhi l'impressione. 3303 10| impiantito ove sembrava vi leggesse la partitura della Marsigliese, 3304 12| Quando da giovinetto leggevo Victor Hugo, il più che 3305 4| italiano» e, facendo un leggiero inchino, si presentò:~ ~« 3306 4| guattivano massacrati dalle legnate, i lembrugi si vedevano 3307 4| bajonette innastate. Dei cavalli legnosi erano legati ai mozzi delle 3308 13| un canapo, l'ubriaco mi legò con esso e fui tratto sopra, 3309 4| compari portavano certe lembe che sbatacchiavano sulle 3310 3| specie di paretai per le lendini, alcune di conio e di sito 3311 5| carrettella a cassettone con la lentezza di un somarello. Egli era 3312 6| diventate color malva, la lentiggine dorata d'una volta sembrava 3313 13| io feci una bracciata dei lenzuoli e Matteo dei guanciali; 3314 11| aquile, gli avvoltoi, i leoni, gli arieti, i tauri e i 3315 8| fianco a me c'era un certo Leonidas, un levantino il quale mi 3316 12| divide l'ingenuità, virtù leonina, dalla povertà. Le figure 3317 11| sinedrio di scettici, di lepidi e di servizievoli, apparati 3318 12| Salita ripida de la Rue Lepique, sulla porta color tabacco 3319 4| atelier Z, era un ebreo di Lepoli, il quale quando non avea 3320 10| civetta un talpone, grondante lerca; i telai dei denti stacciavano 3321 4| osservando quei ceffi alteri e letaminati, non potei frenare un'eresia 3322 1| tormentavano durante la letizia della lettura: appena che 3323 9| indirizzi, il misterioso lettore scrollò il capo e strinse 3324 13| Io macchinalmente mi levai la giubba, la tirai in un 3325 7| vestito d'incerato nero, levando volta al canapo urlò: «Pour 3326 8| giorni di festa e glielo levano quelli di lavoro. Immaginati, 3327 9| una canna, ed Emma, una levantina scaltra come una gazza, 3328 8| a tavola ci si dovrebbe levar le grinze dalla pancia.»~ ~« 3329 13| schiacciava e non potevo levarmi più il suo peso da dosso. 3330 13| con le braccia smagrite levate al cielo domandavano il 3331 3| volte nauseato le urlava: «Levati di torno, tribolo!».~ ~Ella 3332 3| agrofobìa, mal maligno. Dottori, levatrici, streghe. Nel fondo saltavano 3333 3| io scaldo 'l ranno,~ ~Ti leverò d'in sul ceffo la loja~ ~ 3334 12| lacerante martirio, ma è levigato tornito pulimentato, ci 3335 8| per ivi infliggermi una lezione di Ledantec. Io entrai alla 3336 8| stomaco e non ascoltava le mie lezioni.~ ~«Ma io ritengo che la 3337 8| in galera appena che son liberi dalla martinicca paterna. 3338 11| ha arato il Console, la libertà piange deserta».~ ~Il Còrso 3339 3| tagliava delle formule di licenziosa morale.~ ~Che se della mia 3340 9| suo modo. Partimmo assai lieti di portare con noi un trofeo. 3341 13| gli uccelli medesimi con lieve fruscìo d'ali par che entrino 3342 10| tribolazione infernale. Ondate limacciose di concime sulle quali affogavano 3343 4| terre, avevano passato il limite dell'onesto. Essi turbavano 3344 9| e pensa a quest'uomo sui limiti del deserto, ed egli nella 3345 6| Danimarca..." ma l'ingozzò e si limitò a sollecitarmi: «Lasci le 3346 10| continuo gesto di chieder limosina sfregando il pollice con 3347 4| aveva cilestri come il mare, limpidi e trasparenti, il naso tagliente, 3348 12| barba di rame, carnagione linda rosea, occhiali a stanghetta, 3349 6| una piazza, poggiò le mani linde sopra un bastoncino di bambù, 3350 10| fronte recisa da un taglio lineare, il trincio spariva sotto 3351 4| oltre ove era esposta la lingerie, non prima di aver dato 3352 3| così a smoralizzare. La linguacciuta fu presa all'improvviso 3353 3| di pesca, la genìa delle linguacciute dalle mille favelle che 3354 9| diventata come gelatina, liquefacentosi lubrificò le cerniere, e 3355 12| vendicativi delle cariatidi qui si liquefanno su una superficie agitata 3356 3| gli colava una bavarella liquida. Il cervello, che scialiva 3357 11| era il partito più atto a liquidar la partita. Mi fece passare; 3358 3| le quali erano colme di liquidi gialli, le toglieva loro 3359 9| entrò in una rivendita di liquori il cui bandone era stato 3360 4| al calcio tormentava una lira, quattro pioli si distraevano 3361 13| partiture di musica e le pagava lire tre. Consegnava un pietrone 3362 12| coscienti, le scomposizioni liriche, valicaron l'Alpi e andarono 3363 6| compenetrazione metafisica, il lirismo cosciente purgato d'ogni 3364 3| cui orditura è sgrumata e lisa dal cloro, quelle camicie 3365 3| capo aveva un parrucchino lisciato da cerette e profumato di 3366 8| del pondo di quel cartello listato a lutto che era sospeso 3367 9| plait.» Questa monotona litania usciva a intervalli eguali 3368 13| Consegnava un pietrone da litografare della pesantezza di venticinque 3369 8| quando Leonardo sembra un litografo e Ingres un ritoccatore 3370 8| recipiente capace di circa due litri di liquido.~ ~«E tu bevi 3371 12| alzarsi di questa lava. Il livello della piazza rialzato dai 3372 10| Genova non ricordava ancora Liverpool, Milano Berlino, Roma un 3373 11| eran due pezzi di carne livida e fredda, il sangue che 3374 11| tendini risecchiti erano lividi: l'animale aveva le poderose 3375 1| peregrinazioni: Lucca, Pisa, Firenze, Livorno, Genova, Torino, Venezia, 3376 8| perdu donc, à feuilleter les livre,~ ~En torturant mon corps, 3377 11| screpolasse alle suture e i lobi del cervello ghiacciati 3378 3| in una il colletto che, logorato dall'uso, di tra le screpolature 3379 3| il sapone, catafratte di loia e di superiore alterigia; 3380 3| cigli della Senna o della Loira, si veggono all'ombra di 3381 4| col capo ero sulla via di Lombrici tra i canneti, mi sentii 3382 6| cielo di Parigi diretto a Londra onde ritrarre l'effige dell' 3383 12| intonato~ ~ ~ ~Les sanglots longs~ ~des violons~ ~de l'automne...~ ~ ~ 3384 6| Johnson; un'eco di cose lontane percosse il mio cuore. La 3385 | lor 3386 10| stramazzava per la terra e si lordava di fango avvoltolandosi 3387 13| Avvallare scheletri tristi, lordi d'ogni sozzura, ardenti 3388 10| manto e calzari, elmo e lorica e lunga barba di stoppa. 3389 6| mura tappezzate di disegni, losche figure di ossessi, indemoniati, 3390 3| sgabuzzino e, da spione losco che era, spulciava la corrispondenza 3391 2| e il fasciame intriso di loto, dove era rimasto l'alito 3392 1| garibaldino fanatico, giocatore di lotto e uomo caldo... diceva lui. 3393 4| Trop de muscles. C'est trop lourd. C'est pas spirituel».~ ~« 3394 8| un barattolo d'unto per lubrificare un torchio, che la loro 3395 4| e la bocca dello stomaco lubrificata dalla saliva. Mi dovettero 3396 9| gelatina, liquefacentosi lubrificò le cerniere, e le membra 3397 11| mia disperazione vidi una lucciola verde. Era il buco della 3398 5| firmamento con tagli rettilinei lucenti come spade. Il povero Cristo 3399 10| capo aveva di traverso una lucerna napoleonica.~ ~S'era appisolato, 3400 11| che gli fanno mangiare le lucertole e i topi, e gli diacciano 3401 5| piccoli come due grani di pepe lucidati dagli occhiali stessi paravano 3402 13| sotto, a piombo, le scarpe lucide e sulla spalliera di una 3403 2| le spalle, con gli occhi lucidi e chiari, pesava un quintale 3404 10| intronava l'aria col tocco lugubre dell'ordinotte, in fondo 3405 9| gagliardo sangue arabo a Parigi; Luisa Varon, un'ebrea di Gerusalemme 3406 4| due friggevano come due lumache in purga.~ ~All'atelier 3407 5| camminare, camminare dietro al lumicino. La terra gli sembrò un 3408 7| espande in mezzo ad una luminara multicolore: la Senna scorre 3409 11| degli occhi e stemperava le luminelle. Le mandibole dipanavano 3410 10| le vetriate diventarono luminose; al di là la marea degli 3411 9| tempra dell'acciaio, e la luminosità del diamante. La bocca sembrava 3412 13| un cannocchiale, un disco luminoso lontano lontano; le prime 3413 4| che dà la fame con delle lunghe bevute, sicché si riduceva 3414 12| dette la sensazione che non lungi da questo paese sotto il 3415 8| nella adorabile terra e da Luni la spaventosa ombra di Dante, 3416 4| cani bigi fan paura come i lupi, si sdraiava sopra il suo 3417 3| gli occhi, gialli come lupini, indolciavano nella salamoia 3418 4| io flebile. «In bocca al lupo.»~ ~«C'est-à-dire?» disse 3419 6| parlasse in un orecchio, e lo lusingasse col suo sorrisetto scettico, 3420 13| dita secche, alle prime lusinghe della primavera messe delle 3421 11| ritratto di Dorian Gray. Era lusinghevole per me. Anche il nome del 3422 6| grondaie di quel casamento di lusso con quei sette piani uno 3423 4| capretto e vacchetta, pelle lustra e bazzana, brunello e antilope, 3424 12| la lacca carminiata, i lustri negli occhi, e tondeggianti 3425 3| aspettasse mondani traviati, luterani, eresiarchi, temerari e 3426 13| soffondevano del loro chiarore il lutulento Parigi. Con questa beatitudine 3427 1| centomila uomini agli ordini di Mac-Mahon, dal canto suo la Comune 3428 12| carnagione olivastra fece una macchia sulla parete e ci risaltarono 3429 6| sepolcrale. La cantinella macchiata di sangue che si era posta 3430 6| perplesso al cospetto di certe macchiette nere come se nelle coltri 3431 4| paravano nei cortili del macello: il puzzo del sangue, del 3432 6| ha la testa più dura del macigno.~ ~La telefonata quotidiana 3433 4| Ritornarono più tardi, stanchi macinati, la vecchia per parare il 3434 10| fra l'odore del tabacco macubino che fa lacrimare gli occhi, 3435 13| pascolavano le mucche bianche maculate di terra gialla e i fiumicelli, 3436 9| colpi della rivoltella li maculavano fino all'architrave, la 3437 3| supplichevole gesto verso madama che di certo ella qualche 3438 10| scorgere un bimbo color rosa madido d'acqua e un gruppo di gente 3439 2| diavolo addosso!»~ ~«La Madonna!» rispondevo io con la testa 3440 13| pennoni aperti sugli alberi maestri degli scuneri, le rande 3441 10| marché, Printemps, Louvre Magasin.~ ~L'ora che poteva essere, 3442 4| del colore del granoturco maggese e i capelli di quello serotino, 3443 3| Monsieur le curé dall'altar maggior della cappella dei Conti 3444 9| conferivano una cert'aria di magistrato: il Console aveva una lanuggine 3445 5| sua mano nodosa come un magliolo, la porgeva traverso l'uscio 3446 8| in Adriatico – una cappa magna della Repubblica – e di 3447 1| Giuliano, villa; per Carlo Magno, scuola, dove richiama dotti 3448 4| mézze e una serie di gambe magre, gialle, scheletriche, portavano 3449 4| piccole come stallini di maiali, fatte di lattoni rugginosi 3450 7| il y a?».~ ~«Un suicide; maintenant c'est couleé».~ ~Il macchinista 3451 3| ma perché in quell'ora la maison Gota era il rendez-vouz 3452 8| e la bocca tagliata a V maiuscolo. Io rimanevo muso muso a 3453 8| Hôtel du Pantheon». Qualche maladroit s'albergava lì per scrivere 3454 8| macero, guariresti della tua malattia. Pensa di veder centuplicare 3455 3| corrieri. Svenimenti, deliqui, malattie, stregonerie: epilessìa, 3456 8| lanterne, di crocifissioni, di malcostume, io mi tartasso le cervella 3457 1| leggere faceva l'appello dei maldestri scolari, li disponeva in 3458 12| dissi io.~ ~«Cosa vuoi, è la maledettissima vita.»~ ~Cesare tentennò 3459 3| il figlio sì, ma te no.~ ~Maledizioni, imprecazioni e le carte 3460 3| arrapinato gli occhi usati alla malfidanza i quali avevano preso la 3461 9| spennato a Parigi; Ceab, malinconico come una pecora, impoveriva 3462 3| a coda, faceva eco alle malinconie di Gota.~ ~Monsieur Chabalau, 3463 12| occhieggiava una portinaia maliziosa e scaltrita, un orrore: 3464 2| scaltrito, rapace, avido, malizioso è il diavolo dei marinai. 3465 11| sangue attorcigliate ai malleoli. La sua gola arsa, sitiva 3466 6| scrivere la storia di questi malnati internazionali. Il poveretto 3467 2| dell'Africa, e le isole di Maluccello, accampate sulle soglie 3468 6| rosee eran diventate color malva, la lentiggine dorata d' 3469 8| sicché Giovanni pareva un mammalucco, a mezzogiorno se li arricciolava 3470 6| dire che è questione di mammura?»~ ~Cesare crollò la testa.~ ~ ~ ~ 3471 10| assaggiai uno poi due, tre, una manata, li tirai a risucchio tutti. 3472 4| vedovi del manico, trincianti mancanti di un omero, forchette sdentate, 3473 9| degli stracci di neve. «Ci mancavi anche te» dissi e scossi 3474 6| tanto forte all'uscio che mancò poco non smusassi l'incauto 3475 1| imprecazioni e minacce, ci mandarono a imparare un mestiere: 3476 12| sopra Parigi. La bolgia mandava il rotolìo d'un temporale 3477 13| agitati, scalpellati dal vento mandavano profumo di ragia di pino 3478 3| Chantilly, la bella gli mandò a casa il figlio coperto 3479 6| bocca sigillata, occhi a mandorla. L'astinenza del cibo e 3480 9| per aria un forte odore di manette.~ ~«E voi, cosa pensate 3481 13| farai tu in un bosco? che mangerai tu?" rispondevo così da 3482 11| gli occhi e starnutire. Mangiarle così sole, piantare i denti 3483 4| rifransi, ché l'avevo già mangiata con gli occhi.~ ~Egli mi 3484 6| Musacchio. Ratalanga aveva già mangiato il fuoco.~ ~Quando uscimmo, 3485 3| terra come rospi; razza di maniaci sedentari, stupratori, suicidi, 3486 4| della vecchia, un pittore maniaco e taciturno, dipingeva un 3487 9| di quiete, c'era gente di manica larga; era una colonia di 3488 4| brucati e sembravano due manichi di terra sbocconcellati; 3489 11| elettrici, i verdi acri dei suoi manifesti incorniciati dal bandone 3490 3| parlava con le visitatrici le manine le si accartocciavano come 3491 4| posa ed egli cominciò a manipolare la creta e ad affettarla 3492 11| per correggere disegni, manipolata tanto con le dita che era 3493 3| Deo gratias.~ ~Verso la mansarda, coperte dal solaio dove 3494 6| delle straducole, salì nelle mansarde degringolate, dove in sé 3495 5| sonnolenta coperta di un rorido mantellaccio a toppe, il rotolìo del 3496 8| da Costantinopoli arsa da Maometto...~ ~ ~In quei tempi furon 3497 12| sécret du tombeau par Saint Marceaux, il quale stringe al seno 3498 4| impastate di polta e le scarpe marcie di fanga aggobbivano sotto 3499 4| pappagorgia che gli faceva marcire le parole in bocca, gli 3500 12| quei ventri delle lor madri mareggianti dentro le maglie nere lacca 3501 13| Galleria sfociava una nera mareggiata di teste. Un amico vagamondo 3502 2| rispondevo.~ ~«Gesù, Giuseppe e Maria!» nemmeno loro sapevano 3503 10| orecchi come dentro una tufa marina. Nel fondello di una tasca 3504 10| sul capo una berretta alla marinara con su scritto in giallo 3505 10| essermi vestito dei panni di Mario e di Silla: manto e calzari, 3506 6| sorella, le hanno ucciso il marito in India! Ritornate, ritornate, 3507 12| dentro quei panni ci sentimmo marmare. Era il giorno di Natale, 3508 4| tarli, la carne ci s'era marmata sopra e il sangue pareva 3509 6| d'una piccola croce: era marmato sulle coltri diaccie e le 3510 6| sul buffett c'era pane, marmellata, burro.~ ~«Prendete, prendete.»~ ~ 3511 9| filosofo, digerito ormai il marmiccio dei libri, gettò una pietra 3512 8| giganteschi schienali delle Alpi marmoree da dove Michelangelo pare 3513 5| era inebbriato come una marmotta. Il cielo a spirali trapanava 3514 13| fare il lungo viaggio di Marsiglia, dove avrei potuto trovare 3515 10| leggesse la partitura della Marsigliese, che fischiava come un topo 3516 6| mio passo come sotto un martellamento di piccole artiglierie.~ ~« 3517 13| battiti del cuore, le fitte martellate di un fabbro sopra un'incudine 3518 6| schizzava bava, i denti martellavano a scatti; quando fu nel 3519 10| viso, irrigidì le braccia e martellò i denti convulso. Così stregato 3520 9| di incerato nero con una martingala alta quattro dita e due 3521 10| vendicativi con incurvamenti di martiri, come gente che si trascinasse 3522 13| boccone, or per lato mi martirizzai tutte l'ossa. A Genova mi 3523 11| lingua: quel volto era tutto martirizzato e tutto il pellame aggrinzito 3524 3| cervella, a giornate sane martirizzava quel piano e lo faceva gemere, 3525 4| quel trapano d'ottone, martirizzavano l'anima.~ ~Il rancio doveva 3526 13| primavera, là verso la fin di marzo. Sulle boscaglie di Clamart 3527 3| sento il desiderio di un maschio me lo prendo;» e con gli 3528 9| Mairie di Montmartre, una masnada di banditi ha fulminato 3529 10| accosciava come una bestia massacrata, poi si riudivan gorgogliar 3530 4| covili umani, guattivano massacrati dalle legnate, i lembrugi 3531 10| calda come la cenere tra Massaua e il Trigré, ci pareva di 3532 8| dietro due dischi di vetro massicci e quando moveva il capo 3533 12| mi si parò davanti questa massiccia tettoia, dubitai d'esser 3534 3| tomi su cui sono stampate massime che a batterle di costa 3535 12| come quando una lucertola mastica il tabacco. Dopo l'esame 3536 9| fucili incrociati, i cani mastini, l'incendio. Mentre il nemico 3537 3| capo bastardo, poi, come il mastino sdentato, si ritraeva grugolando 3538 11| taglio del mento reciso dai mastoidei grossi come canapi, la testa 3539 5| spossato si addormentò sulla mastra, e noi saltammo a piè pari 3540 6| decomponeva un nudo con matematici squartamenti e dalle viscere 3541 12| Clichy. In quello studio il matematico si levava da dosso la pelle 3542 12| la mostruosa Ombra.~ ~La materia stessa non vulnerata dallo 3543 12| impressionismo, solidamente materialistico, nelle loro tele il senso 3544 12| Carrière: il sentimento materno avvoltolato in una bambagia 3545 8| cerveau!~ ~L'aube, tous les matins brillait d'un feu nouveau,~ ~ 3546 12| di meditazione e di pena: Matisse. Varcata la soglia di una 3547 9| rispose, pacato: «Son dei matti» e seguitò ad incollare 3548 2| Ma sei proprio dato in mattìa?»~ ~«Perché?»~ ~La vecchietta 3549 4| aria di lavarsi tutte le mattine, mentre Michelangelo che 3550 9| banda Bonnot. Io che ero mattiniero portai la notizia, urlata 3551 8| crostini croccanti come il mattone, e quelle ostie di formaggio 3552 8| impiantito, pulimentati i mattoni, tirata a lucido la mobilia, 3553 4| pensiero che una creatura maturava nella Ruche faceva intenerire 3554 3| seno acerbo e dal ventre maturo.~ ~Adrienne Chantilly era 3555 6| Borsa, di lì Sarti con la mazzetta mi parò come un bufalo nella 3556 11| tempo.~ ~Umiliato, posai un mazzetto di viole fresche sul davanzale 3557 9| occhi di mussulmano che la Mecca era stata sostituita da 3558 4| saltato sui marciapiedi, meccanicato dai gesti irrequieti dello 3559 6| spinto in alto, sopra un meccanismo più pesante dell'aria. Quel 3560 | meco 3561 12| impronta di una fanciulla di Medardo Rosso portava in questa 3562 | medesima 3563 | medesime 3564 8| deserto, l'altare delle medicazioni supreme.»~ ~«Quando tu hai 3565 3| apprenderne qualche parola meditando sulle insegne dei negozi; 3566 5| ingrugnata della concierge. La megera riteneva il vecchietto complice 3567 8| Diogene, conosci Villon e Meissonnier e sai di anatomia».~ ~«Plàcati 3568 9| col viso tondo come una mela, rosso sui pomelli e con 3569 8| gomito, c'era un signore membruto con una testa rinceppata, 3570 10| Et Dieu? Et bien, Dieu, même Dieu qu'est-ce que c'est?~ ~ 3571 3| colletto di celluloide, memento homo della miseria. Sul 3572 12| madre perché in quella notte memorabile mi portasse alla messa a 3573 9| sguardo del Console si fece men duro e arcigno. Il cervello 3574 13| scuneri, le rande delle menaite, i pollacconi delle paranze 3575 6| occhi scalpellinati, labbra mencie, barba spinosa, di colore 3576 8| sotto mano e sei venuto a mendicar la sapienza a Parigi; potevi 3577 8| farò la tara. – O se il mendico narrasse di essere stato 3578 3| tzigani dei cabarè, i rauchi menestrelli cascanti e svenevoli, quei 3579 8| mezzo c'è pietrificato un Menestrello. Io mi avvicinai e sul plinto 3580 | meno 3581 3| cornata e la rigettò con un mensile alla campagna. Apriti cielo! 3582 8| Sì, perché l'abito mentale dei filosofi è un reagente 3583 3| con del cotone intriso di mentolo e si imbottisse il petto 3584 1| Omero, Aristotile, Pindaro e Mentore. Era possibile mai che un 3585 12| e mestichino, mi fissava mentro io scrutavo i suoi quadri.~ ~« 3586 | Meo 3587 11| labbra, che dovevano avere la meraviglia del corallo, eran due pezzi 3588 6| cavalletto: la piazza del Mercato del mio paese dipinto da 3589 4| sembravano dei mostruosi ruzzola merda che rodessero le fondamenta 3590 10| facciata della chiesa la meridiana che tagliava in diagonale 3591 3| coscie e costringevano le meschine a un'andatura di anitre 3592 8| chiaro e splendente quando si mescola con l'aceto; or chi non 3593 8| come casa mia. Per molti mesi era stata la casa mia; nei 3594 1| un tomo pesante come un messale; ogni tanto alzava il capo 3595 8| Carpaccio, Antonello da Messina, Reynolds, Constable, Bonington, 3596 4| bollito in certi caldaioni mestati dal vento, davano l'esalazione 3597 2| guardavano con le gubìe meste, e, spesso pareva grondassero 3598 2| mi conoscevano tutti, e, mesti, mi domandavano:~ ~«Ma ti 3599 12| lì in pantofole, pijama e mestichino, mi fissava mentro io scrutavo 3600 1| mandarono a imparare un mestiere: il barbiere.~ ~A me capitò 3601 4| che tagliava il cortile a metà. La tromba ogni minuto faceva 3602 11| tozzi, callosi, uncinati, i metacarpi erano neri, e la pianta 3603 6| lume, la compenetrazione metafisica, il lirismo cosciente purgato 3604 11| poggiava sui mezzi e sui metodi. L'artista aveva mosso il 3605 1| braccia in avanti, poi, con metodo e con pacatezza, per far 3606 4| questo fosse più lungo di un metro e cinquanta. Questo demonio 3607 9| portare con noi un trofeo. Sul metrò tutti parlavano dell'automobile 3608 11| arcate sulle quali sale il Métropolitain quando sbuca dal sottosuolo 3609 13| attaccalo, ti porterà fortuna». Mettemmo due sedie una sull'altra 3610 4| quiete dell'inclito uomo mettendosi tutti un pezzetto di lapis 3611 11| tetri uomini, desideravo mettere qualche palpito di luce 3612 11| piantare i denti in quel gelo, mettersi nello stomaco quell'acido, 3613 6| anche questo» dissi quando mettevo quella po' di roba che avevo, 3614 1| rovescio di Sedan e la resa di Metz ci fu uno scoppio di collera 3615 4| accagliato nelle vene. Dopo una mezz'ora di sole tutto il corpo 3616 2| Amedeo, che era salito al mezzanino, si affacciò ad una finestrella 3617 4| bramose leccavano labbra mézze e una serie di gambe magre, 3618 10| impietrato come un cencio mézzo di lordura. Un lampione 3619 4| Monsieur. Je n'aime pas Michelange, pas du tout... Tout à fait... 3620 4| verso la voragine:~ ~«E Michelangiolo, monsieur Koscialek?»~ ~« 3621 1| di Parigi, la Storia del Michelet, gli Ultimi giorni della 3622 4| per tutto il corpo come un microscopico siluro. L'odio degli inquilini 3623 10| ribattuta sul fieno non mietuto. Una fossa scavata di fresco, 3624 9| misurava la stanza per delle migliaia di volte, con gli occhi 3625 3| volterriana lontani un mezzo miglio. I cagnolini di quella brava 3626 8| che la distrazione è la migliore cura in quei frangenti, 3627 9| Gaby e lo ha rapinato di un milione. I banditi discesi da una 3628 7| la sera, riverberato dai milioni di lumi, diviene del colore 3629 11| uccelli; preti, giudici, militari, censori, censiti e ministri.~ ~ 3630 5| le gambe sembravano i "mille-piedi" all'assalto del cielo. 3631 12| ampie poltrone; la Venere di Milo di questa singolar setta – 3632 3| romanziera, sotto il nome di "Mimì Concetta". Quando essa si 3633 1| tra pianti, imprecazioni e minacce, ci mandarono a imparare 3634 8| di diffidenza un'oscura minaccia.~ ~«Che mi faccia veleno 3635 12| esposta, dai primi disegni di minatori, ai grandi basso-rilievi 3636 3| specie di porcellino in miniatura, muso schiacciato e codino 3637 13| linea d'acqua dipinta di minio o insanguinata dai battiti 3638 11| militari, censori, censiti e ministri.~ ~Malgrado il titolo corrosivo, 3639 12| No. »~ ~E allora in tono minore come una romanza lene cantata 3640 3| quali tartassavano la loro miopia.~ ~Le divoratrici di tomi 3641 6| sé: Beato. Ho compiuto il miracolo! Misericordia di Dio!~ ~ ~ ~ 3642 6| amico il quale gli fece la miracolosa rivelazione, che Sarti urlava 3643 3| reliquie e baciasse iconi miracolose. E così, tra baci, mortificazioni, 3644 10| tappeto morbido della neve. Lo mirava un uomo puppato dall'itterizia 3645 7| poppa indugiavano gente e miravano un punto nero che la Senna 3646 10| il motriglio della neve mischiata con la fanga e le escrementa 3647 1| leggere in un libro, Cesare mischiava delle figure romantiche 3648 8| libri non son diventati miserabile poltiglia la quale poi serve 3649 12| decorativa, pensavo a noi miserabili, speculatori avidi e venali 3650 13| vertebre si sarebbe preso un misero penitente; sopra la nuca 3651 6| abbia la costanza di un missionario il quale tenti di convertire 3652 6| finestra. Si addice così alla missione ch'egli si è imposto: ridurre 3653 8| che il custode chiariva i misteri della vita di santa Géneviève, 3654 9| incollare indirizzi, il misterioso lettore scrollò il capo 3655 12| cervello frizzare per l'odore misto d'incenso e di tabacco.~ ~ 3656 9| non potevo star sempre a misurar le parole prima di aprir 3657 1| Comune erano impazienti di misurarsi. Il Thiers, volendo rientrare 3658 8| spaventosa ombra di Dante, misurasse il destino delle città sepolte.~ ~ 3659 8| Non che i pasti fossero misurati al Pantheon, o che alcuno 3660 9| passetti piccoli piccoli misurava la stanza per delle migliaia 3661 2| a Parigi?"~ ~I guardiani misuravano a passi lenti le calate 3662 9| clipei d'acciaio, dalle mitragliatrici, i fucili incrociati, i 3663 8| mattoni, tirata a lucido la mobilia, quand'era mezzogiorno si 3664 9| detto un apostolo: la fronte modellata con bozze quadrate avea 3665 4| io vedevo giallissima:~ ~«Modello?» mi chiese.~ ~«Sì» risposi 3666 10| campane, inchiavardate nei moggi rossi come il timone del 3667 12| notte. La neve intorbata, molinata da un vento gelato toglieva 3668 12| strada i nostri abiti furono molinati dal vento e dentro quei 3669 12| torri laterali e dopo aver molinato un quarto d'ora come un 3670 12| cenere celeste. Anche i molini a vento le cui pale mosse 3671 11| vennero in mente quelle molliche di pane che nei giorni d' 3672 13| neri e rossi che parevano moltiplicati all'infinito dal rapido 3673 3| Monsieur, paziente, forando una moltitudine convulsa si riduceva al 3674 10| le mani. Era uno di quei momenti che il tempo cola lento 3675 6| stampato il catalogo, Boulevard Momparnasse, 152 bis. In quei paraggi. 3676 13| penitente; sopra la nuca monda come un mazzuolo ci aveva 3677 3| preghiere e fioretti, aspettasse mondani traviati, luterani, eresiarchi, 3678 11| della terra, la caduta dei mondi, l'orrendo silenzio del 3679 8| piccolo piazzaletto, lo Square Monge, tutto verde, e nel mezzo 3680 8| quasi la fronte. Il profilo mongolo ingiallito illuminava la 3681 4| cucchiai slabbrati, saliere a monocolo e un tritume di calìe di 3682 12| erano sparsi dei dipinti monocromi.~ ~La terra lavata dal sangue, 3683 12| intarsiati su dei piani monocroni; altrove degli scheggioni 3684 9| s'il vous plait.» Questa monotona litania usciva a intervalli 3685 12| del mondo».~ ~Passato a Mons il confine, la neve ammorbidiva 3686 3| pantaloni di bordatino, che monsierur Fleury si doveva esser fatti 3687 10| gruppo di gente dall'aspetto montanaro. Osservare sull'altar maggiore 3688 3| di café-chantant: Dranem, Montehus, Le Diable boiteux, les 3689 4| quelli che fanno oltr'Arno in Montelupo; larghi di fondo e stretti 3690 12| sarei andato al Campo del Montiello e cibandomi di cacio pecorino, 3691 10| nudi, li posava sul tappeto morbido della neve. Lo mirava un 3692 11| lasciava il tanfo della bestia mordace. La prima panchina ch'egli 3693 4| fosse stata scritta col mordente. Per tutto il quartiere 3694 3| femmine prima di morire si mordono la lingua; quando qualcuno 3695 4| tube e bombette, pioppini, morecci e funghi preti, davano il 3696 8| come un funghetto sotto una moreccia, c'era il nepotino tanto 3697 11| sembravo Cristo, le mani morelle aggranchite, le labbra livide, 3698 9| smaltata di due occhi bianchi e morelli, colorata dalle labbra violette 3699 3| le cui femmine prima di morire si mordono la lingua; quando 3700 8| colpi di tosse, ma questi morivano e si ammutolivano lassù. 3701 6| frate che confessa e poi mormorò incuriosito: «Cosa farà 3702 11| come quel d'una serpe. Quel moro infreddolito faceva male 3703 12| Vecchia, ai tonitruanti mortai: Rochefort e Victor Hugo. 3704 2| che pestare l'acqua nel mortaio, si trovaron d'accordo e 3705 4| erano sette come i peccati mortali; con sette salti si poteva 3706 10| freschi su una corona di mortella. Il paesetto ascoso in una 3707 11| coltre. L'odore acre delle mortelle delle edere dell'erba sanguinella, 3708 12| arse dalla passione, si mortificano nella maestà della natura, 3709 3| gigli tra le mani, e si mortificasse il corpo reo di essere caduto 3710 9| egli taceva come tutti i mortificati e guardava in terra come 3711 8| del coke. Ma il ragazzo si mortificava che io non assistessi alle 3712 5| pazienza alla quotidiana mortificazione della concierge, la quale 3713 9| nel Pantheon ci pareva un mortorio, la tavola non era ancora 3714 12| Rosso portava in questa sala mortuaria un palpito di vita. Pensavo, 3715 10| occhi avevano già il riposo mortuario, la barba nera dava risalto 3716 6| quel giorno era arrivata da Mosca una signora che avevo conosciuto 3717 10| cancrena d'una carogna e il moscaio ronza e bofonchia, tale 3718 9| seduto sul motore e col moschetto imbracciato, sbandava la 3719 11| pian piano alla porta. Mi mossi dal lume e portai con me 3720 12| La prima cosa che volle mostrarmi fu la saletta dove dentro 3721 11| cranio. I pantaloni sdruciti, mostravano una natica nera e squamosa, 3722 12| portali sovraccarichi di mostri urlanti e il pinnacolo centrale 3723 8| mi sembrava un favoloso mostro marino. Quando sporsi fuori 3724 6| neri, graduava un lene motivo di quel monotono accordo 3725 10| capirlo: man mano che il motriglio della neve mischiata con 3726 12| alunni mi sembrarono una motta di pesci sciortoni ai passaggi 3727 10| che la Giunta Comunale di motu proprio aveva portato al 3728 4| Oui, monsieur. Et vous, mounsieur?»~ ~«Italiano.»~ ~«Ah! Monsieur, 3729 4| e inaridite di sinovia; movendosi gli scricchiolavano come 3730 8| vetro massicci e quando moveva il capo si moltiplicavano 3731 4| legnosi erano legati ai mozzi delle carrette celesti, 3732 4| si confondesse tra quei mozziconi di lapis.~ ~La ciurma imbarcata 3733 13| prata su cui pascolavano le mucche bianche maculate di terra 3734 13| insieme alla testa in un mucchio di lordura. Quelle ore in 3735 4| lenzuola impallinate e mucidite, capezzali incotti. Lì fu 3736 6| teste. Le vette degli alberi mugghiavano come anime in pena.~ ~Lo 3737 5| forno c'era la carretta del mugnaio il quale scaricava l'ultima 3738 6| Quando più l'orso mugugna, la vocina di Sarti diventa 3739 8| anno bisestile: sangue di mulatta sembrava scorresse nelle 3740 13| studio e che quando era mulinato dal sinibbio percoteva i 3741 7| in mezzo ad una luminara multicolore: la Senna scorre incassata 3742 8| custode davanti ai freschi. Muniti tutti di guide leggevano, 3743 2| rosso a diciott'anni e ci muoio!».~ ~Il mondo, per Amedeo, 3744 9| spingere per un braccio. Muovendoci, si entrò in una rivendita 3745 13| e mi osservò tutto senza muoversi dal bureau. Dopo avermi 3746 11| raggi di una ruota che si muovesse in lenti giri eterni. Giù 3747 9| dalla barba d'ebano, mi muoveva a pietà: quel corpo così 3748 8| gesti delle sue mani che si muovevano come se avvitasse qualcosa 3749 1| sempre a sciorinarsi sul muretto del molo, ci spiegò che, 3750 4| altri soldati poltrivano sui muriccioli di un fosso che tagliava 3751 8| come tacchini. Tutti pareva musassero la porta come le pecore 3752 7| palafitte, contrasti di carene, musate delle prue nei vortici, 3753 12| statue di marmo verdi di muschio, ospita, nasconde, incita, 3754 4| Tout à fait... Trop de muscles. C'est trop lourd. C'est 3755 12| automne...~ ~ ~In tutti i Musei quando si è visto sei, sette, 3756 9| vidi ne' suoi occhi di mussulmano che la Mecca era stata sostituita 3757 4| assidere sulle calcagna come i musulmani. Mi istradò per la Rue Vaugirard, 3758 9| dal fiuto di cane, con una muta di segugi la braccava per 3759 12| soffitto.~ ~«Le cose da vicino mutano aspetto» dissi io.~ ~«Cosa 3760 10| lettere rosse: Società di Mutuo Soccorso Giovanna d'Arco 3761 3| sciancate; uomini, mezzi uomini, nanerottoli e gobbi dagli occhi sbirbiti. 3762 10| costato con ambo le mani. Dei nani orridi dalle gambe cionche, 3763 10| pollice con l'indice. Il nano che quando parlò sembrò 3764 1| era con lui, ma, giunti a Nanterre, i cannoni del Monte Valeriano 3765 12| spalmati di colori acidi; un Napoleone all'inferno lapidato con 3766 12| avevamo riempito una calza di napoleoni e rimpiattata poi nel fondo 3767 10| di traverso una lucerna napoleonica.~ ~S'era appisolato, ed 3768 3| uscio, e terminava con una nappa sfrangiata come un aspersorio 3769 12| diventata di cielo.» Gli narrai che avevo veduto il colonnello 3770 8| tara. – O se il mendico narrasse di essere stato randagio 3771 9| accaduto. Ogni volta che lo narrava lo abbelliva. Essa teneva 3772 12| scale.»~ ~Nel tempo cui narravo, Cesare attizzava il fuoco. 3773 12| organo:~ ~ ~ ~Gesù Bambin che nasce~ ~con tanta povertà,~ ~non 3774 12| inscenato per festeggiare la nascita di Gesù, io partivo per 3775 12| verdi di muschio, ospita, nasconde, incita, coppie di innamorati, 3776 1| quotidiano, oltre a quello di nasconderci tra le pagliole quando si 3777 13| rotolai i disegni che portai a nascondere dietro un albero della sterpaia 3778 4| cappe, giubbe e cappotti, nascondevano del tutto le pareti; in 3779 6| Appena fuori in fretta mi nascose in una buca del Metropolitan. 3780 12| pineta, coperto di corone, di nastri, di fiori, al di là dal 3781 8| Certe castagne arrostite natanti in un intingolo lungo lungo, 3782 12| dimensioni per il quale erano nate polemiche temporaliste, 3783 11| sdruciti, mostravano una natica nera e squamosa, i tendini 3784 8| cognoscimento delle cose naturali, delle divine e delle umane, 3785 8| mi guardava stranito ma naturalmente non mi chiese in quale libro 3786 12| affondata nella melma e naufragata a fior d'acqua in mezzo 3787 9| mollica di pane.~ ~«I grandi naufragi sono riservati ai grandi 3788 3| italiano il quale, spesse volte nauseato le urlava: «Levati di torno, 3789 4| furore di corrompimento. Nausee e deliqui s'alternavano 3790 2| della indulgenza. I vecchi navarchi, come antichi re spodestati, 3791 12| l'isola era come una gran nave affondata nella melma e 3792 13| paese: le vele quadre dei navicelli, quelle a triangolo delle 3793 2| il lungo viaggio, dove si naviga senza vele e timone. Tutta 3794 2| del mare terrorizzano il navigante come la prigione.~ ~«E tu 3795 13| favole, il padre e la madre nebbie dipanate dai secoli; quando 3796 3| un pezzetto dalla panna nebbiosa e s'industriava di vedere 3797 5| riteneva il vecchietto complice necessario del nostro prolungato soggiorno 3798 4| vedeva sovente uscire per necessità domestiche: ella era magra 3799 12| il senso dello stile era negletto, ma non pensavo che si fosse 3800 3| meditando sulle insegne dei negozi; la prima che mi colpì fu: 3801 12| entrai "chez Sagot", un negoziante che abita in Rue Laffitte. 3802 3| strolaghe, sonnambole e negromanti. E lui, testardo: «Il figlio 3803 11| selva di bandiere prese ai nemici pendono immote nella navata 3804 9| mastini, l'incendio. Mentre il nemico ruggiva con le mille teste, 3805 12| sull'altar maggiore e la nenia della pastorella intonata 3806 10| tiglio uno scheletro cantava nenie religiose, un uomo che sembrava 3807 12| le sue conclusioni a dei neofiti: chiome stoppose, carne 3808 13| salvestrella s'attortigliava alla nepitella ruvida, cespugli di rombice, 3809 13| braccio, chi la testa e i nepoti le ginocchia. Mia madre 3810 8| sotto una moreccia, c'era il nepotino tanto giallo e trasparente 3811 | neppure 3812 7| Parigi, la solitudine, le nequizie, le orride maschere degli 3813 6| rendeva più sensibili i nervi slacciati; molte volte Motinski 3814 | nessuna 3815 11| notti di temporale quando le nevicate si convertivano in piovaschi, 3816 8| turrita, di sulla Cattedrale Niccolò quinto, pare ancora accenni 3817 3| solaio dove ballavano le nidiate dei talponi, degli scarafaggi, 3818 8| Michelangelo, ribaltare la Nike di Samotracia e impiccare 3819 8| Il generale, uscito dal nimbo d'ira ove soleva stare ascoso, 3820 10| schiariva, le cose apparivan più nitide sul cielo che anneriva. 3821 8| nel secondo i sali, il nitro, gli alcalini rendono fluido 3822 3| cocchiere, egli, di una nobile casata, fino all'età di 3823 10| terzo aveva il conio della nobiltà andata in ermini: il cranio 3824 6| fianchette un cappottino color nocciola e si sedette come sui triboli. 3825 3| costa schiaccierebbero le nòcciole di pesca, la genìa delle 3826 8| e pareva che ingollasse noccioli di pesca.~ ~«Caro mio» io 3827 4| nodosa come una vetta di nocciolo potato; la testa aveva sottile 3828 5| colore e del sapore delle nocciuole, lucido e croccante.~ ~L' 3829 8| che giocano alla palla con noci di cocco, caimani che basiscono 3830 12| un ciocco, dalle membra nodose, l'arcidiacono spettrale 3831 10| potevano contare i paternostri nodosi e si rialzavano sulla cresta 3832 12| amalgamarsi al groviglio nodoso delle muscolazioni sgallate 3833 6| che volasse sull'arca di Noè.~ ~«Questo è stato un regalo» 3834 8| di Roma. Nel primo per la noia che ivi incombe han cambiato 3835 6| rispondeva:~ ~«Tak tak tak.»~ ~«Noks apomkois sdrobakutis amnomoik.»~ ~« 3836 4| scultore di Cracovia non nominava altro che i suoi colleghi 3837 8| insigni anche a Parigi. Le nomine, essendo il Generale della 3838 | nonché 3839 2| vicinato, che io chiamavo nonna, mi prese per la giacchetta 3840 4| monsieur Koscialek?»~ ~«Oh! nonnon, Monsieur. Je n'aime pas 3841 12| un temporale ne' mari del norde, un caligo cenere e pece 3842 12| assente il senso di misura, norma incorruttibile della grande 3843 12| dipinti di una sorprendente normalità, teste fatte dal vero impastate 3844 1| madre alla quale chiese notizie della mia salute non avendomi 3845 12| traforati col violino, assai noto ai nostri scalpellini.~ ~ 3846 8| aveva scritto sul viso una nottata d'insonnia entrò in camera 3847 3| che escono all'ora delle nottole e si orientano verso i sinedri 3848 8| lei, signor Viani. Ce soir nous avons SaintAntoine et son 3849 8| dai genitori, ma che poi novantanove su cento scantonano in galera 3850 2| sapevano più né nuova né novella, quelle il cui figlio aveva 3851 5| bottega. L'ebreetto, come le novelle, prese a camminare, camminare, 3852 6| stesso putre e fermenta il novello Labre della stecca e del 3853 4| un giorno degli ultimi di novembre, mi sedetti sovra una panchina 3854 12| donne che ritornavano dalla novena, – non sospettavo mai di 3855 2| quali non sapevano più né nuova né novella, quelle il cui 3856 1| in cerca sempre di cose nuove. Aveva letto Esmeralda o 3857 6| lo stomaco bisognoso di nutrimento, aveva succhiato tutto il 3858 11| Herman Paul, le rotondità obese e tagliuzzate di Léandre, 3859 5| chi, con negli occhi l'oblio delle cose terrene come 3860 3| meditazioni, assorta in preghiere, obliosa delle umane cure, genuflessa 3861 10| tronchi di braccia, delle occhiaie svuotate: scardazze di denti, 3862 3| patinata di grasso, gli occhielli slabbrati gli davano l'idea 3863 10| cresta delle scapole; l'occipite spelacchiato pareva fosse 3864 10| nudi e bruchi, per avere occupato quelle quattro pertiche 3865 12| che ne avevo sentito dire, occupava una discreta area nel cielo 3866 4| un microscopico siluro. L'odio degli inquilini contro il 3867 1| cornice di lauro, poi venne l'odissea di una vita tutta di peregrinazioni: 3868 6| tacqui, sentivo per aria odor di tragedia. Nelle stanze 3869 12| raccolta intorno al ceppo odoroso e crepitante. In tutte le 3870 6| di Tesifone con quella di Ofelia, le mani di morta mettevano 3871 9| e amaro. L'arabo Ceab si offerse di accompagnarmi al Pantheon. 3872 9| Pantheon agitata dall'incauta offerta del vino col crisma della 3873 4| sgranchirmi le membra, si offrì di indicarmi un luogo ove, 3874 6| libri: «Mi duole doverle offrire per sedile il davanzale 3875 9| ritratto era Dostoevskij. Mi offrirono una tazza di thè lungo e 3876 8| tanfo delle resine e degli olii che esala dagli impiantiti 3877 8| festoni di pampini e golfi di olivi. I Dignitari ricevevano 3878 4| coccio di quelli che fanno oltr'Arno in Montelupo; larghi 3879 4| casa pia, ma l'indomani l'oltraggiosa parola rifioriva quasi che 3880 6| cominciò a preoccuparmi; quando oltrepassato il salotto prese a camminare 3881 5| raggiunse le mura della città, oltrepassò la porta di Versailles, 3882 2| bufera. Amedeo, un bell'omaccione grande e grosso, dal cuore 3883 11| dimenticare di recarti a rendere omaggio alla tomba del Console».~ ~ 3884 8| tra la Magra e il Serchio, ombrata dai giganteschi schienali 3885 3| non più sostenute dagli omeri scardinati, gli pendevano 3886 9| Jean Grave» dissi io. L'ometto si batté le mani sul petto 3887 5| usciva dalla bocca dell'omino; ciò spiega la sua larghezza 3888 8| firmamento; sembra, il nostro, un omotto campagnolo dalla trippa 3889 11| navata i vessilli che avevano ondeggiato tra la mitraglia, svanivano 3890 10| schiena, il costato magro ondulava sotto un camice celeste 3891 4| del gilet e dei pantaloni, onestamente sudicio, era la sua disperazione.~ ~ 3892 8| lo costringevano in male oneste positure, gli consigliai 3893 13| Passeggiavo estasiato sotto le ontanete fitte e il mio passo si 3894 13| sacrilegio. I faggi, i lecci, gli ontani, l'edera abbarbicata dal 3895 4| di travicelli e cristalli opachi. Un'altra, una specie di 3896 7| un ombrello incerato; un operaio allampanato domandava ansioso 3897 6| intanto continuo questa operazione» e nel dir così mi gettai 3898 9| dicesti una cosa che è in opposizione di quello che hai detto 3899 3| temerari repubblicani avesse opposto il suo nome gigantesco come 3900 6| come la consultazione di un orario: un nome, un paese, un indirizzo.~ ~ 3901 10| spolpava l'osso e allargava l'orbita da cui sgusciava un terribile 3902 3| allungavano un po' sulla cresta orbitale; sotto, gli occhi, gialli 3903 3| sciagure, Gota era anche orbo.~ ~Ci giocherei la pelle 3904 8| spaventare, il macero è un ordigno fatto così: un'enorme pila 3905 1| scolari, li disponeva in fila ordinando loro alcuni esercizi ginnastici, 3906 2| si trovaron d'accordo e ordinarono una cena alla trattoria 3907 8| Birreria.~ ~Il filosofo ordinò un bock ed io un "doppio 3908 12| di gatto che fa le fusa, ordiva la sua tela nel Boulevard 3909 5| Occhiate interrogative, ordivano una rete fitta da una finestrella 3910 3| sbracalati gli cascavano ad organino sulle scarpe che ridevano 3911 13| dispersi per il mondo, mi orientai verso la stazione. Con un 3912 9| larga; era una colonia di orientali, russi, egiziani, arabi, 3913 3| all'ora delle nottole e si orientano verso i sinedri dell'alta 3914 11| sottosuolo di Parigi. Mi orientavo verso la torre Eiffel, quella 3915 11| fissai.~ ~«E un Watteau originale» mi disse Cappiello.~ ~« 3916 4| udii il vagito di un bimbo. Origliai alla porta di Anna. La ragazza 3917 10| lavagna gigantesca, all'orizzonte c'era nero come il catrame. 3918 4| vertebrale, slabbrati sugli orli delle tasche, i pantaloni 3919 9| tavola il filosofo, digerito ormai il marmiccio dei libri, 3920 9| osservava terrorizzata l'orme dei banditi, i bottegai 3921 2| consueto al vespero: la barca è ormeggiata all'ultima colonnetta del 3922 4| scapole, girarrosti sdentati, orologi senza lancette, lumi a petrolio 3923 4| sino alla Ruche dei latrati orribili; la voce dell'uomo quando 3924 12| capezzoli per la terra, degli orsi ammenciti dal vomito verde, 3925 4| cicerbite, ingrassa-porci; ortica, gramigna e ruta selvatica. 3926 5| filza di conto chi avrebbe osato domandarglielo? Ce lo narrò 3927 8| è l'artista rievocato da Oscar Wilde nelle "Intenzioni"».~ ~« 3928 3| sorridere era grottesca e oscena, la dentiera falsa allentata 3929 4| gli inquilini improperi osceni.~ ~Io entrai alla Ruche 3930 8| un tono di diffidenza un'oscura minaccia.~ ~«Che mi faccia 3931 12| marmo verdi di muschio, ospita, nasconde, incita, coppie 3932 12| maestre, la fronte larga, ossea, rugosa, potente e audace 3933 12| cartella dei miei disegni, mi osserva attento e con lunga meditazione 3934 13| biacca e le parole gialle. Osservai ben bene il nome della piazza 3935 11| uno che va al sabato, ma, osservandomi più attentamente i tagli 3936 6| e il figlioletto che mi osservarono con stupore. La signora 3937 12| disinteressata delle forme.~ ~Mentre osservavo questi dipinti avulsi dalla 3938 13| scriveva, poi alzò il capo e mi osservò tutto senza muoversi dal 3939 6| si fermò e urlò come un'ossessa:~ ~«Monsieur!... Clemenceau 3940 6| disegni, losche figure di ossessi, indemoniati, allucinati, 3941 4| piene di questo soggetto ossessionante.~ ~Un giorno domandai alla 3942 6| cimitero d Montparnasse ossessionato dal vociare roco dello strillone 3943 4| Excusez moi beaucoup».~ ~Io ossevavo i vestiti: anche Koscialek 3944 12| patina verde veronese che ossida il bronzo lo indolcisce 3945 13| riscosse un urlo:~ ~«Arona!»~ ~Ostentando una naturale curiosità, 3946 8| come il mattone, e quelle ostie di formaggio groviera, con 3947 9| di giganti, dal cipiglio ostile dei palazzi-vascello speronati 3948 6| questi bei tomi. Ma Sarti ostinato come il Mefistofele maligno 3949 11| sopra il tubo del lume e ne ostruivo quasi il foro, la fiammella 3950 13| sacco si svuotava come un otre forato. Allora il troncone 3951 1| tempo con nella testata un ottantanove alto quindici centimetri, 3952 10| e i vecchi cantavano l'ottave del Tasso, e gli scapestrati 3953 4| della Versilia quando d'ottobre i branchi delle pecore scendono 3954 4| quattro; poltrone calde, ottomane strippate, guanciali ripieni 3955 10| leggevano le Memorie di un ottuagenario, e i vecchi cantavano l' 3956 11| io gli porsi le cartelle ov'era scritto il mio nome, 3957 8| assidevano i commensali era ovale. Sopra la tovaglia bianca 3958 10| s'era spento per le vie ovattate di neve. Dai rami degli 3959 3| Monsieur godeva l'onesto ozio della pensione in compagnia 3960 12| progenie lì tra quella gente pacata e tenace, s'era temprato. 3961 1| avanti, poi, con metodo e con pacatezza, per far ciò inforcava gli 3962 3| iniqua cagna, ch'io non mi pacifichi teco.»~ ~Quest'angelo riuscì 3963 4| brocche di smalto schiacciate, padelle dal fondo crivellato, bricchi 3964 13| cui il cervello perde la padronanza sull'articolazione e le 3965 12| distruggevano il colorito del paesaggio. Tutto era bianco e nero, 3966 3| degli inquilini indietro col pagamento e gorgogliava come un acquaio 3967 1| spiegare una certa aura di paganesimo che spirava su quel volto 3968 6| Fino a qui entra senza pagar dazio» e, bilanciando il 3969 13| partiture di musica e le pagava lire tre. Consegnava un 3970 8| Non si direbbe che questo paggetto fosse il tragico, il terribile 3971 8| Mantegna che è come una pagina di acutezza anatomica, mi 3972 8| acciechi qui, su queste paginette grime di pucette onde svelare 3973 12| saltimbanchi allupati, quei pagliacci dalla bocca larga e dal 3974 7| gli stracci, un orrendo pagliaccio che folleggiasse sopra un 3975 9| arsa radeggiava come la pagliola. Lo guardavo come si guarda 3976 1| quello di nasconderci tra le pagliole quando si vedeva qualcuno 3977 10| di cima in fondo ad una palafitta, un cane randagio gli annusava 3978 7| stridore di corde attraccate a palafitte, contrasti di carene, musate 3979 2| scritto.»~ ~Anche sulla palancita del molo, nelle ore in cui 3980 9| bottoni sul petto grossi come palanconi; le rovescie del gabbano 3981 1| vestito continuamente d'una palandrana nera, con in testa un cilindro, 3982 8| e profani, che un uomo a palate butta nel pilone e l'asino 3983 9| dal cipiglio ostile dei palazzi-vascello speronati di ferro, dal 3984 5| come chi passa sotto a un palco dove c'è chi traffica con 3985 12| i molini a vento le cui pale mosse si agitavano come 3986 7| cavi ritorti alle teste dei pali tesandosi stridevano sul 3987 8| venerazione dell'albero sacro a Pallade, ardevano saettati dalle 3988 6| elissi frangiate di saette, palle da giocolieri, tubi fuligginosi, 3989 10| trovandolo chiuso prese a palleggiarsi la bombetta da una mano 3990 12| Il nome di Picasso fu palleggiato, tirato, rimbalzato.~ ~Le 3991 9| lungamente, mentr'io facevo delle palme con la mollica di pane.~ ~« 3992 11| dosso nere, e gialle sui palmi come una tartaruga, tanto 3993 8| Sfingi, che fa esplodere i palmizi nel cielo incenerito e il 3994 3| con le mani polpose glielo palpeggiava fin sotto l'arcata. Mentre 3995 10| era tutto il giorno che li palpeggiavo e questi si erano scaldati. 3996 13| sciamavano come farfalle, il mare palpitante di bianco allagava di cobalto 3997 6| rugginita, la carne soda palpitava gelatinosa, tutto il viso 3998 3| era ancora stregato da palpiti di senile lussuria; la testa 3999 6| escono dalle fosse della palude. Qualche schizzo deve aver 4000 8| versiliese, tra festoni di pampini e golfi di olivi. I Dignitari 4001 1| assentarsi cinque minuti: panchi capovolti, un vetro rotto 4002 3| costretto nella tazza di una panciera sgualcita e la carne grassellosa,