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Lorenzo Viani Parigi Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Capitologrigio = Testo di commento
5003 6| l'impiantito fosse stato rovente.~ ~Da una camera in fondo 5004 11| sulle mani dei lastroni roventi e glieli spengono sulla 5005 6| becco nella ceppa di una rovere. La notte, quando il vento 5006 11| decapitate, squartate e rovesciate nella concimaia. Il legno 5007 4| tempi dei tempi i pattumai rovesciavano le carra piene di immondizie. 5008 13| soave dipingeva di verde la rovina del mio studio. Io avevo 5009 11| Istradandomi sulla Rue Royale, mi danzava davanti gli 5010 12| del Nord. L'incorniciature rozze e stravaganti appesantivano 5011 10| sangue: la corona pareva rubata, di notte tempo, sopra una 5012 8| accatastare i quadroni del Rubens e dargli fuoco in mezzo 5013 11| pennellata di biacca: la neve. Rufolai nella tragedia della mia 5014 11| la richiusi pian piano. Rufolando in una scatola di cartone 5015 4| cinciagliori. Erano i cercatori che rufolavano nelle mucchia della lordura 5016 4| svuotato il sacco, fischiando rufolò in un mazzo di chiavi per 5017 6| segni del ravvedimento, una ruga, una scintilla. Ma, vedendo 5018 11| questa gente quando è in sé rugge, e gorgheggia invece quando 5019 6| dorata d'una volta sembrava rugginita, la carne soda palpitava 5020 3| fibbione di ferro, e ogni tanto ruggire:~ ~«Non des noms, je l'ai 5021 11| vetriata e attesi che qualcuno ruggisse: «Entrez, s'il vous plait» 5022 12| la fronte larga, ossea, rugosa, potente e audace tagliava 5023 12| come un fiume di pece, i rullii dei veicoli sopra i ponti 5024 13| dall'altra parte. Il treno rullò molto tempo sotto un tunnel, 5025 6| bolognese. A Parigi quel suo rumoroso dialetto è stato messo in 5026 3| quartiere di Saint-Denis, nel ruolo di romanziera, sotto il 5027 11| cielo sembravano fiumi, le ruote dei carri parevano tuoni 5028 10| convenientemente bardata. Passare tra rupi e anfrattuosità e raggiungere 5029 8| du Pantheon. Sulla soglia ruppe il silenzio: «Tutta la notte 5030 9| su un pezzetto di lardo. Ruppi io il silenzio: «E voi cosa 5031 3| a quella razza chiusa di rurali che, ai suoi tempi, sbuzzava 5032 8| acqua chiara e fresca d'un ruscello. Nella pila ci si getta 5033 4| becco, doveva dormire su del rusco perché la capigliatura era 5034 3| ai tué.»~ ~Madame Fleury russava fino a verso mezzogiorno, 5035 4| ingrassa-porci; ortica, gramigna e ruta selvatica. Sparpagliati 5036 4| saligaud" che la concierge ruttava quando passava davanti alla 5037 6| terriccio; la bombetta gli era ruzzolata sotto il sedile. Più in 5038 6| La notte, quando il vento ruzzolava i tegoli e i tubi delle 5039 5| precipitava nel vuoto e lui andava ruzzoloni sul marciapiedi il quale 5040 11| dovevo sembrare uno che va al sabato, ma, osservandomi più attentamente 5041 8| Console era arido come il sabbione sulla spiaggia del mare.~ ~« 5042 4| fanga aggobbivano sotto dei sacchi colmi d'ossa e di stracci 5043 12| rimpiattata poi nel fondo del saccone di sfogli, mentre Lui, il 5044 3| in testa uno zucchetto da sacrestano, stava quasi sempre seduto 5045 8| libri rilegati, con dedica, sacri e profani, che un uomo a 5046 3| italiano sferrava delle sacrileghe imprecazioni; e sua moglie, 5047 13| in Parigi, mi sembrava un sacrilegio. I faggi, i lecci, gli ontani, 5048 10| avea sul piazzale. Nella sacristia due mani morte trar fuori 5049 8| sacro a Pallade, ardevano saettati dalle luci del vespero, 5050 8| rettilinei della luce che saettava dalla lampada elettrica, 5051 3| sobborghi e sulle piazze, donne sagge ovunque in quest'orto di 5052 10| Sinistre figure di rabdomanti saggiavano le immondizie con bastoni 5053 4| volle qualche sacrilego saggio...~ ~Egli sgranava delle 5054 12| povertà. Le figure smilze non sagomate né arse dalla passione, 5055 12| le sécret du tombeau par Saint Marceaux, il quale stringe 5056 8| Viani. Ce soir nous avons SaintAntoine et son cochon.»~ ~«Sì, resto.»~ ~ ~ ~ 5057 8| estraniato dall'influsso del sal marino. Il sangue acquista 5058 3| lupini, indolciavano nella salamoia delle lacrime. I capelli 5059 11| forandomi coi suoi occhi salati. Nel dialogo ritornavano 5060 12| l'anima, note d'argento salenti in alto a cercare l'azzurro 5061 7| suo letto come giganteschi salici piangenti. Il cielo, denso 5062 4| ossidati, cucchiai slabbrati, saliere a monocolo e un tritume 5063 4| agrofobìa. A giudicare dal "saligaud" che la concierge ruttava 5064 10| pietre; la città pareva che salisse fino al cielo. Gli esseri 5065 12| pescator di tramagli.~ ~Salita ripida de la Rue Lepique, 5066 4| disse circospetto: «Se voi salite da Valak non parlate di 5067 13| e le bocche aggrumate di salive sozze.~ ~Quando mi destavo 5068 11| gradini delle scale, e non salivo più là sopra, su ogni cosa 5069 12| in croce nei tappeti dei salotti buoni. Giunsi a Bruxelles 5070 8| commensali si ritiravano in un salottino, il ragazzo li divagava 5071 2| mari polari, rosi dalla salsedine, al cospetto del mare aspettavano 5072 4| doveva legare la vigna con le salsiccie perché in terra non c'era 5073 5| addormentò sulla mastra, e noi saltammo a piè pari il mezzogiorno.~ ~ ~ ~ 5074 6| scellerata mi tagliava la strada saltando per aria. Quando le potei 5075 6| République» e riprese a saltare come una ranocchia nel fango.~ ~ ~ ~ 5076 4| cappello, dalla bottega fosse saltato sui marciapiedi, meccanicato 5077 3| frequente questa parola che mi saltava subito agli occhi: sage-femme 5078 3| levatrici, streghe. Nel fondo saltavano bare, becchini e cimiteri. 5079 9| come dopo un acquazzone saltellano i ranocchi. La padrona sembrava 5080 4| peccati mortali; con sette salti si poteva uscire all'aperto.~ ~ 5081 4| péntiti".~ ~Dall'atelier A, saltiamo a piè pari allo Z. Ivi abitava 5082 8| Quirinale, gli si direbbe: Saltiamola!~ ~Chiarirò.~ ~In Italia 5083 12| chiamarsi Picasso.~ ~Quei saltimbanchi allupati, quei pagliacci 5084 7| giostrava sopra come un saltimbanco impazzito, polsi e stinchi, 5085 12| mano grassoccia la scimmia saltò in terra, prese dei pezzetti 5086 8| ove soleva stare ascoso, salutando i Consoli d'Oriente tuonava: 5087 2| Quando uscivo di casa per salutare il mare per le ultime volte 5088 12| periodi suonanti come una salva di batterie, di cui si può 5089 6| slittare sugli scalini, mi salvai tre o quattro volte apparandomi 5090 6| Sarti quando si propone di salvare un'anima dalla tragedia 5091 13| dietro di me; fu la mia salvazione, ché l'acqua me mi avrebbe 5092 13| tenerelle sul regamo, la salvestrella s'attortigliava alla nepitella 5093 3| inni dell'esercito della salvezza per i quali vanno in estasi 5094 13| ruvida, cespugli di rombice, salvia e trifoglio, s'annodavano 5095 3| forbiva la bocca con la salvietta e la riponeva acciuccignata 5096 9| ancora stata sparecchiata, le salviette erano snodate, e nei piatti 5097 | salvo 5098 8| Michelangelo, ribaltare la Nike di Samotracia e impiccare tutta la progenie 5099 9| tavolinetto di giunco c'era un samovar, il calice delle bevande 5100 12| di essere della patria di Sancio e di Chisciotte, dopo una 5101 2| Vedrai quanti sequienzia sancti vangeli» e facevan, colle 5102 | sane 5103 12| stato intonato~ ~ ~ ~Les sanglots longs~ ~des violons~ ~de 5104 4| dita in tanti posti e le sanguinavano, e ogni poco ella se le 5105 11| mortelle delle edere dell'erba sanguinella, quel medesimo che penetra 5106 3| si accartocciavano come sanguisughe avide e le ditina sparivano 5107 8| Queste cose in Italia le sanno anche i ragazzi».~ ~Di fronte 5108 12| cervello! L'ossatura del Sansone cieco spuntò sotto l'esile 5109 3| ingiallivano sulle cime: una santità che si convertiva in lordura. 5110 6| della bocca e un occhio. Io sapendo che avevo a che fare con 5111 10| L. per il suo premio, di saper parlare l'inglese. Ora B. 5112 5| cottura, del colore e del sapore delle nocciuole, lucido 5113 10| B.; e se ciò non fosse, sappi che la Giunta Comunale di 5114 12| s'ammirò il lavoro, una sarabanda di nudi, dei petti turgidi, 5115 9| porta era scheggiata, le saracinesche di una rivendita di vino 5116 8| carrettata e portarli alla sardigna nel caldaione non ci sarebbe 5117 11| chiese avido, scettico e sardonico.~ ~«Forse mangerò» gli risposi.~ ~« 5118 | sarete 5119 4| e dei piedi. Ferraioli, sarrocchini, cappe, giubbe e cappotti, 5120 3| erano alcuni piani zeppi di sartine, le divote di santa Cathérinette. 5121 4| Dimmi Matteo, qual è il tuo sarto?»~ ~«Lo sartore boi dire?»~ ~« 5122 4| qual è il tuo sarto?»~ ~«Lo sartore boi dire?»~ ~«Oui.»~ ~Egli 5123 8| Consoli d'Oriente tuonava: Da Sarzana turrita, di sulla Cattedrale 5124 11| eran diventati duri come sassi e spugnosi come ossa stantie. 5125 3| da dosso. Io rimanevo di sasso nel vedere costui stregato 5126 3| i pori della sua pelle saturati di panucioli d'unto la costringevano 5127 8| curare un raffreddore, ma per saziare gli stimoli, non dell'appetito, 5128 4| caserma.~ ~Quando ebbero saziato la bramosia vorace, i lembrugi 5129 4| secchiello d'acqua e una tazza, e saziava l'inestinguibile arsione 5130 5| pagnotta. Gli uggiolii, gli sbadigli, i bramiti tacquero negli 5131 13| guardai di qua e di là, sbadigliando. Il controllare era uno 5132 8| e non mangia.~ ~«Tu hai sbadigliato?» mi chiese terrificato 5133 4| dettero alla raccaglia che sbadigliava di fuori, arrivarono sino 5134 11| dubitoso: forse qualcuno ha sbagliato studio.~ ~«Chi va là?» urlai.~ ~« 5135 13| baritoni, bassi, tenori. Sballonzolato di qua di là, feci buio. 5136 9| col moschetto imbracciato, sbandava la folla». Quand'io lessi 5137 6| reprobo – un Mefistofele sbarbato e convertito – tentatore 5138 12| mi sentivo in quei giorni sbarbicato dalla terra, ero anch'io 5139 4| gente silenziosa dagli occhi sbarrati e dal passo concitato. Fu 5140 4| portavano certe lembe che sbatacchiavano sulle lacche come velacci 5141 4| l'uscio, con una pedata sbatacchiò la porta contro la parete 5142 11| tra la gente dalla carne sbiacciuchente, e dal sangue inacquerito, 5143 9| pagine di libri sgualciti, sbiadite nel rinchiuso, si colorì 5144 6| incanutiti, il fulvo di un tempo sbiadiva sulle cime, gli occhi grigi 5145 4| Fu in una algida notte sbiancata dalla neve, nella quale 5146 6| celesti dentro le cervella sbiancate. Rasentando le mura, il 5147 4| mani un gigante timoroso, sbiancato dai digiuni e dalla scagliola, 5148 3| nanerottoli e gobbi dagli occhi sbirbiti. Molti di costoro tenevano 5149 3| prima di tirare il cordone sbirciavano circospetti la tromba delle 5150 2| da adolescenti avevano sboccato tutti gli stretti; nell' 5151 4| girare, rigirare finché si sboccò in una strada remota alberata 5152 6| tritolando l'orlo della tazza si sbrodolò tutte le vesti.~ ~La Morte 5153 13| mutande, slegai le scarpe e sbrucai i calzini: rimasi nudo come 5154 12| delle scimmie con le natiche sbruciacchiate, le piattelle, i tamburi, 5155 2| anni avevano i figli agli sbruffi del mare e dei quali non 5156 11| il Métropolitain quando sbuca dal sottosuolo di Parigi. 5157 6| hanno la barba grigia» e sbucando fuori dal colletto soggiunsi « 5158 10| erano già piene di gente sbucata dai pertugi delle fortificazioni. 5159 3| broccato verde, la testa gialla sbucava da quella specie di alcova 5160 11| come quando da ragazzi si sbuzza una lucertola. Me ne schifai. 5161 7| le arcate dei ponti e si sbuzzano nei piloni col gorgoglìo 5162 7| fuori soltanto la camicia sbuzzata e il gilet, i mulinelli 5163 3| balena e di acciaio che sbuzzavan fuori dall'imbastitura; 5164 11| biasciati dalla fanga, gli sbuzzavano fuori delle scarpe: le teste 5165 3| sfregava la schiena alla scorza scabra degli alberi, o schizzava 5166 6| appuntite come un tagliere e scabre come ci avessero battuto 5167 3| e più in alto sopra uno scaffalone, ampi vasi di vetro colmi 5168 13| dal sole.~ ~Passati gli scafi ferrigni con la linea d' 5169 4| sbiancato dai digiuni e dalla scagliola, con un paio di baffi del 5170 4| lo sommai subito con una scala a pioli per la quale si 5171 13| traverso al sedile. Un ubriaco scalciante e urlante lo strippavano 5172 10| sinovia, martellava i denti scalciati; senza l'aggetto del naso 5173 6| altra come se facesse lo scaldamano. A volte fissava quella 5174 12| pezze né fasce~ ~né fuoco da scaldar.~ ~ ~ ~Questo canto lene 5175 11| presi la risoluzione di scaldare quella bobbia sopra il tubo 5176 10| palpeggiavo e questi si erano scaldati. Il pane delle vetrine mi 5177 1| il furore delle armi, si scaldavano al fuoco di altri arrembaggi; 5178 3| Che se della mia stizza io scaldo 'l ranno,~ ~Ti leverò d' 5179 13| mi si presentarono gli scali dove prendono volta le barche 5180 11| Feci con un salto il quinto scalino che dopo aver bruciato quelli 5181 8| sono interessanti; ben scalpellate».~ ~Il Console affissò la 5182 13| paranze percossi, agitati, scalpellati dal vento mandavano profumo 5183 4| fortificazioni si alzava all'infinito scalpellato dagli ultimi raggi del sole, 5184 12| marmo non è fulminato dalle scalpellature che lasciano l'impronta 5185 6| settanta: sdentato, occhi scalpellinati, labbra mencie, barba spinosa, 5186 12| violino, assai noto ai nostri scalpellini.~ ~Un'inquieta ombra si 5187 13| nel dietro stanza di uno scalpellino; mi accennò di sollevarne 5188 12| stessa non vulnerata dallo scalpello, come una scorza sulle membra 5189 6| col sgricciolar di denti e scalpitar di tacchi scalcagnati, sarebbe 5190 6| mie membra mi pareva già scalpitasse un cavallo e la testa l' 5191 3| testardaggine del somaro, e scalpitava sulla tastiera del piano 5192 9| ed Emma, una levantina scaltra come una gazza, ed un certo 5193 3| gli occhi, sgusciavano scaltri sul viso e Adrienne esclamava: 5194 12| una portinaia maliziosa e scaltrita, un orrore: una cassa da 5195 2| pigrizia. Il terrazzano scaltrito, rapace, avido, malizioso 5196 12| strada, Sagot era il più scaltro. Guardando le cartelle dei 5197 11| covetta dell'omero, i piedi scalzi, tozzi, callosi, uncinati, 5198 13| scarne ed era in mutande, scalzo e in pianelle. L'invernata 5199 4| barattoli, pentoli, tutta la scampanata che ruzzola dalla garetta 5200 10| concimaia sembravano degli scampati da un naufragio, per gli 5201 8| poi novantanove su cento scantonano in galera appena che son 5202 4| Rue Pasteur. Lì mi fece scantonare, poi girare, rigirare finché 5203 4| andavano a rinfrescare di scapaccioni; allora gonfio d'acqua come 5204 10| l'ottave del Tasso, e gli scapestrati divoravano il Batacchi, 5205 13| sfoderata che par voglia scapezzare il tritume delle guglie, 5206 7| tagliamare si smusava nelle scappellature, l'acqua fenduta ribolliva 5207 6| croque-mort come un mostruoso scarabeo raccattò tutto quello che 5208 1| riempii tanti quaderni di scarabocchi, e non mi ricredevo neppure 5209 3| nidiate dei talponi, degli scarafaggi, dei burbiglioni e delle 5210 2| colle dita sul ventre, la scaramanzia della fame...~ ~La mia testardaggine 5211 10| contorceva come un vincastro e lo scaraventava bocconi sull'impietrato 5212 1| fiorami gialli. Oltre che una scardazza per le code dei capelli 5213 10| uncinati di unghie dure si scardazzava il petto velloso, con le 5214 10| delle occhiaie svuotate: scardazze di denti, mosse dal freddo 5215 4| dal mal maligno, mascelle scardinate da cancri, orbite vuotate 5216 3| più sostenute dagli omeri scardinati, gli pendevano giù oltre 5217 11| troglodita, dallo scheletro scardinato in tutte le giunture. Visto 5218 7| A un tratto il capo si scardinò dall'asse, si rovesciò e 5219 9| barba nera e dalla chioma scarduffata. Egli postillava la Anarchie, 5220 5| scale si protendevano teste scarduffate di poeti e di pazzi, di 5221 13| scale, aprii la porta, la scaricai nello studio e sudato fradicio 5222 13| lo avrebbero volentieri scaricato insieme alla testa in un 5223 5| carretta del mugnaio il quale scaricava l'ultima balla di fiore. 5224 6| avvicinai per vedere, ella era scarnificata da un cancro, mi schizzò 5225 4| legnosa figura di giovane scarnificato dalle penitenze e dai digiuni, 5226 3| senile lussuria; la testa scarnita e gli occhi bevuti di Fleury 5227 12| scriveva, poggiava le mani scarnite sopra un foglio. Quando 5228 10| qua e là scopriva il corpo scarnito, si batteva la cassa del 5229 10| ossa che tosto rodeva e scarniva difendendosi cogli occhi 5230 4| ad arieggiare sopra una scarpata, contornati da altri soldati 5231 4| polacca e all'americana, scarpini da ballo col cravattino 5232 4| cravattino nero sullo spunterbo e scarponi irti di chiodi. Le scarpe 5233 6| tosse secca, di quelle che scassano il petto e par che scoperchino 5234 13| mani e dei singhiozzi gli scassarono il torace. Risalii nel mio 5235 13| contadini erpicavano sulle scassate sollevavano ribollimenti 5236 13| carte... sfaccimme... ti scasso il grugno... faccia di rospo... 5237 4| distendere la drittagna, scatenar le giunture delle braccia 5238 6| aglio, forcone di cipolle, scatole di thè, pietrine di zucchero, 5239 9| beviamo alla loro salute.» Scattarono tutti in piedi come se si 5240 3| oui!~ ~«Merde, alors...» scattava la visitatrice.~ ~A coloro 5241 13| alternarsi dei finestrini. Di scatto m'alzai e chiesi al conduttore: « 5242 10| fieno non mietuto. Una fossa scavata di fresco, come un campicello 5243 13| scheletro, la fame gli aveva scavato gli occhi dalle orbite e 5244 6| Tentai di evitarla, ma la scellerata mi tagliava la strada saltando 5245 4| incudine e il martello, tra la scelta del letto o del violino, 5246 4| capezzali incotti. Lì fu scelto il mio giaciglio: un'ottomana, 5247 8| uomini e le piante in una scena di dannazione, ma tuttavia 5248 11| Boulogne era freddo come uno scenario di teatro. A Parigi d'inverno 5249 10| Carignano battevano la mezza, scendere verso la svoltata di un 5250 4| i tronchi dei cimiteri, scendi-letti come la groppa di un cane 5251 6| macchinetta a spirito e uno scendiletto fatto con la fodera d'una 5252 13| affacciai al finestrino: "Non scendo!". Poche case, una chiesa, 5253 4| ottobre i branchi delle pecore scendono dai piani di Solaio e dal 5254 8| dentiera si popolò di questi scenti; una luce elettrica era 5255 4| tutto il corpo; la sera era scesa, soffondendo tutto d'una 5256 6| della stecca e del pennello, scese nelle cantine da petrolieri, 5257 4| uguali. Nel frattempo era sceso giù dal piano di mezzo un 5258 11| Petit era un sinedrio di scettici, di lepidi e di servizievoli, 5259 12| interpretazione della natura, scevra di scientifiche speculazioni 5260 6| attorcigliata al collo indurita di schegge d'ossa. Quei giorni guardando 5261 9| architrave, la porta era scheggiata, le saracinesche di una 5262 13| pareva che pesasse quanto uno scheggione. Feci traballando le scale, 5263 13| giganteschi candelabri.~ ~Quello scheletraccio di ferro battuto che sporgeva 5264 4| di gambe magre, gialle, scheletriche, portavano l'orrendo carcame 5265 4| armatura del collo si dovesse schiacciare sull'impiantito. Girando 5266 2| canale, perché lì il vino schiacciarello, il baccalà col pesto e 5267 13| sempre il pietrone e mi schiacciava e non potevo levarmi più 5268 3| che a batterle di costa schiaccierebbero le nòcciole di pesca, la 5269 8| connotati. Egli reclinò il capo, schiacciò un risolino e disse soavemente:~ ~« 5270 6| Sul volto della signora schiarì un tenue sorriso quando 5271 12| al celebre Museo. Chiesi schiarimenti a una guardia; bisognava 5272 12| questo quadro in cui non si schiarisce bene la linea che divide 5273 8| vespero, la valle irrigua schiarita dai riflessi del mare pareva 5274 12| suonavano dei doppi larghi che schiarivano l'anima, note d'argento 5275 4| costì come un bianco sentii schiavacciare l'usciolo d'uno studio a 5276 4| alle scale. La concierge schiavacciò l'uscio, con una pedata 5277 8| ombrata dai giganteschi schienali delle Alpi marmoree da dove 5278 2| brucati ci dava la saetta, le schiezze delle antenne schizzavan 5279 11| sbuzza una lucertola. Me ne schifai. Il cartone ruzzolò in un 5280 3| labbra a Fleury: quel bacio schioccava nella casa come uno sputo. 5281 4| briciola di pane, non avesse schiodato l'impiantito di legno stagionato 5282 12| colto dove fu inchiodato a schioppetate Aristarco, ricordi? »~ ~« 5283 8| potevo vedere lì a un tiro di schioppo, aggrovigliato dai rimorsi 5284 8| rigurgito alla bocca la schiuma della birra, disse con uno 5285 8| M'infilai il cappotto e schizzammo fuori.~ ~«Tu hai certailment 5286 3| capo e collo che gli faceva schizzare i tamponi del naso sulla 5287 2| le schiezze delle antenne schizzavan sui tegoli.~ ~Nelle sere 5288 6| fosse della palude. Qualche schizzo deve aver percosso anche 5289 1| soldatesca, uno con una sciabola gli fende il cranio. Egli 5290 13| dai battiti delle acque sciabordate, lo strepito degli argani, 5291 7| acuti, muglio di trombe, sciabordìo d'eliche, stridore di corde 5292 4| con alcune donne, doveva sciacquarsi la bocca con dei vituperi. 5293 3| dita; che, tra le molte sciagure, Gota era anche orbo.~ ~ 5294 12| natura, i rosa anemici i bleu scialiti i grigi perla fanno sovente 5295 3| liquida. Il cervello, che scialiva nella tazza del cranio, 5296 2| pesciaie imbaccuccate negli scialli proemiavano: «Vedrai quanti 5297 6| Ricrepa dentro la cassa, scialone!~ ~I cavalli peluccavano 5298 13| orecchio e riescano dall'altro sciamando, quando i capelli sembrano 5299 12| quali passa in alto tra uno sciamar di nuvole a pecorelle, la " 5300 13| celesti, rosse e verdi sciamavano come farfalle, il mare palpitante 5301 10| zucche, dentro le quali sciambrottavano le cervella; dei monchi 5302 3| a un'andatura di anitre sciancate; uomini, mezzi uomini, nanerottoli 5303 10| ciechi tastoni al muro, gli sciancati sulle grucce, i pazzi come 5304 7| ribolliva sull'opera morta e sciava a poppa come olio, il fumaiolo 5305 12| della natura, scevra di scientifiche speculazioni e di logica 5306 12| poesia che travolge, la scienza che esamina e disciplina.~ ~ 5307 12| rinsacca nella vagina una scimitarra e il Génie gardant le sécret 5308 12| tese la mano grassoccia la scimmia saltò in terra, prese dei 5309 12| Sulla spalla aveva una scimmietta seduta, con una coda lunga 5310 1| al banco si era messo a scimmiottarlo leggendo nel suo libro. 5311 6| ravvedimento, una ruga, una scintilla. Ma, vedendo che il temerario 5312 6| cosa del Mefistofele: occhi scintillanti, viso pertinace con permanente 5313 7| veggono uomini che questo scintillio variopinto contemplano estatici, 5314 9| sentii che sul mio viso si scioglievano degli stracci di neve. « 5315 12| là sgallati, Sagot stesso sciolse i legaccioli; per esaminar 5316 9| cerniere, e le membra si sciolsero e il Console gestiva e camminava 5317 6| Ell'era magra, coi capelli sciolti, che svolazzavano come la 5318 2| che io battevo a braccio sciolto sopra la cassa, di fondo 5319 1| cavalocchi, che stava sempre a sciorinarsi sul muretto del molo, ci 5320 12| sembrarono una motta di pesci sciortoni ai passaggi della primavera, 5321 4| Bevemmo un intruglio di sciroppi e di alcool che andò giù 5322 6| convertire alla fede uno scismatico dannato. Benché egli abbia 5323 1| Quando ritornammo molli e sciupati, ci attendevano i nostri 5324 13| e una di là, il torso si sciverta e la testa dondola. E ci 5325 13| induriti dall'unghie: egli scivertando le braccia indietro si sdruciava 5326 4| giunture delle braccia e scivertare indietro la testa. L'ossa 5327 10| come il pane che è nelle scodelle dove beccano i pollastri, 5328 8| di pietra greggia in cui scola l'acqua chiara e fresca 5329 6| Prima di entrare mi messi a scolare sotto le grondaie di quel 5330 8| prestamente in cattedra, tutta la scolaresca s'alzò in piedi, e quel 5331 1| capovolti, un vetro rotto e uno scolaro salito al banco si era messo 5332 6| del ghiaino; quella che mi scolava in bocca la bevevo, quell' 5333 10| nuvole che come stracci molli scolavano acqua torba. Al di là di 5334 8| acqua su cui tali nomi erano scolpiti, e socchiudendo gli occhi 5335 8| ferri di letto, sui capelli scompartiti nel mezzo della fronte, 5336 12| le sezioni coscienti, le scomposizioni liriche, valicaron l'Alpi 5337 12| spauracchio dei filistei, lo sconcertatore, lì in pantofole, pijama 5338 6| tormentato ogni tanto da sconnesse parole dettate a voce alta 5339 4| tetraggine, si udiva un vocìo sconnesso come si ode quando si passa 5340 11| andare lungo una strada a noi sconosciuta: si va a tasto. L'impostazione 5341 6| nell'abisso senza fondo: Sconosciuto.~ ~Avevo veduto la burocrazia 5342 1| ci seguirono silenziosi e sconsolati.~ ~Nel frattempo io mi ero 5343 8| Viani,» disse un po' sconsolato il Console «sei un grande 5344 9| impiantito, i padroni erano sconturbati al bureau, il ragazzo agganciava 5345 6| prima volta che sentivo lo sconveniente oltre la morte: il pudore 5346 10| peste delle iene, quando sconvolgono lo strame, nel serraglio. 5347 6| scassano il petto e par che scoperchino le cervella, si udiva spenta 5348 1| la resa di Metz ci fu uno scoppio di collera popolare. La 5349 7| tappeto nero; quando gli scoppiò il cuore fece arco, la testa 5350 6| I pantaloni sbracalati scoprivan l'ombelico:~ ~«Cosa vole?»~ ~" 5351 4| combaciare, ma allora i pantaloni scoprivano i nodelli nudi e il gilet 5352 11| ravvolgermi il capo a volte scoprivo i piedi che me li sentivo 5353 6| sopra un sedile; visti di scorcio non riuscivo a scorgergli 5354 10| fatto l'occhio all'ombra scorgere un bimbo color rosa madido 5355 6| di scorcio non riuscivo a scorgergli altro che le nodella e gli 5356 6| fosse delle scapole non scorgevo altro che il dente di Atlante. 5357 6| svellono e dalle senìci si scorgono l'unghie delle mani attrappite 5358 11| disciogliendosi mi facevano scorrere per tutto il corpo delle 5359 8| sangue di mulatta sembrava scorresse nelle sue vene tanto il 5360 12| degli ultimi anni del secolo scorso. Sapevo che dato il concetto 5361 3| la cipria alta, qua e là scortecciata come un vaso di smalto accoccato. 5362 7| Poggiai la mano a un albero scortecciato e mi sembrò di toccare un 5363 6| il bruschino che avrebbe scorticato la pelle d'un somaro: "Misericordia 5364 1| cacciatori di frodo ci avevano scorto fra i pini. I nostri ci 5365 9| colpi, i rami degli alberi scosciati, il ghiaino tritato dalle 5366 10| Valentino?».~ ~Sentirsi scotere da questa voce che risuonava 5367 3| le illusioni; l'italiano Scotti, randagio suonator di chitarra, 5368 11| cranio dal freddo pareva si screpolasse alle suture e i lobi del 5369 11| delle ginocchia insidrite e screpolate; a qualche altro i piedi 5370 3| logorato dall'uso, di tra le screpolature sfilacciava l'imbastitura 5371 2| luna che, di sulla vetta screziata del Quiesa, si apprestava 5372 2| e dal letto si udiva lo scricchiolìo delle antenne e dei bompressi. 5373 11| sopra di schianto. La fece scricciare e avvincere. L'uomo era 5374 1| antenati. Di là, un giorno mi scrisse: "Parto con una comitiva 5375 10| bianche, rosso-sangue erano scritte su topponi verdi, arancio, 5376 13| bacche di ginepro, i nomi scritti sullo specchio di poppa: 5377 8| coperte di riviste, sullo scrittoio di fianco al calamaio, sopra 5378 6| schizzi pestate, appunti di scrittura, coltelli rugginosi, pezzi 5379 8| turbinata dal vento che scrive e cancella le parole dell' 5380 2| Mentre con uno stecco scrivevo il mio nome sul coperchio, 5381 9| indirizzi, il misterioso lettore scrollò il capo e strinse i pugni 5382 9| coi corpi otto, la fronte scropolosa, gli occhi vitrei, tutto 5383 11| sarebbe crollata sotto uno scroscio di risa di Daumier.~ ~In 5384 13| tutto io.»~ ~«Se vuoi.»~ ~Scrutammo guardinghi dalla finestra: 5385 3| Adrienne abbassava il capo onde scrutar soltanto il ventre, poi, 5386 13| Dopo avermi lungamente scrutato si alzò e mi fe' cenno di 5387 12| mestichino, mi fissava mentro io scrutavo i suoi quadri.~ ~«Voi non 5388 6| piatto con un osso. Sarti scrutò ben bene che non si trattasse 5389 13| schiacciato sul capo e la visiera scucita, il quale aggruppato sopra 5390 13| sugli alberi maestri degli scuneri, le rande delle menaite, 5391 4| vestimenta, specie di pelli scuoiate di sul dorso di alcuno che 5392 1| compagno che frequentava le scuole, il quale apriva un vocabolario 5393 10| delle reni, il cieco si scuoteva tutto come lo avessero trafitto 5394 11| fantasma; l'ombra brandiva una scure. La mattina, le statue delle 5395 4| erano intese dovevano far scurire il cielo e la terra. Con 5396 9| automobile grigia.» I clienti scurirono tutti. «Noi la beviamo alla 5397 8| Fuori il bianco della neve scuriva il cielo che pareva si abbassasse 5398 8| balbettando in francese qualche scusa: «Non amo molto i libri, 5399 9| neve: sì, la neve, la neve: scusatemi, gradirei godere da solo 5400 6| e in ossa" pensò Sarti. «Scusi, lei è Lorenzo Viani?»~ ~« 5401 4| l'altro aveva il corpo scusso di carne, coperto con un 5402 4| mancanti di un omero, forchette sdentate, coltelli ossidati, cucchiai 5403 4| senza scapole, girarrosti sdentati, orologi senza lancette, 5404 13| la pineta e l'Alpi.~ ~Mi sdigiunai sul carabotto di prua di 5405 9| acqua era nel mezzo. Più che sdigiunarsi, quella gente pareva si 5406 9| a Parigi. Mentre essi si sdigiunavano, io guardavo la stanza: 5407 3| a far guasto in Italia, sdottoreggiarono a Firenze e a Roma, finché 5408 13| dopo un declivio erboso. Mi sdraiai sulla panca, la città mi 5409 4| Quella sera mi convenne sdraiarmi sull'intavolato: mi buttai 5410 5| con cento bocche aperte sdraiate sulle porche degli orti. 5411 4| fan paura come i lupi, si sdraiava sopra il suo strapunto dopo 5412 13| infilarlo dentro, egli si sdraiò tutto sopra un sedile. La 5413 6| tak tak.»~ ~«Noks apomkois sdrobakutis amnomoik.»~ ~«Tak tak tak.»~ ~« 5414 13| scivertando le braccia indietro si sdruciava la pelle con l'ugne adunche, 5415 10| alberi: cogli stecchi pareva sdrucissero le nuvole che come stracci 5416 11| di un cranio. I pantaloni sdruciti, mostravano una natica nera 5417 4| ripieni di penne che dalle sdrusciture svolazzavano sul marciapiede 5418 8| senza ventre, imbarcati, sdutti, scarniti. Di costoro averne 5419 11| ansimava vuota, sopra il ventre sdutto.~ ~Passai davanti a quella 5420 8| estasiato davanti al San Sebastiano del Mantegna che è come 5421 4| burbiglioni erano rimasti seccaricci sull'invetriate, nei canti 5422 12| imbarcata, i colori vi eran seccati sopra, bianco, giallo, rosso, 5423 9| hai detto ora.»~ ~«Ma,» seccato rispondevo io «questo mi 5424 12| studi. Il sapere lo aveva secchito, una voragine di nomi e 5425 | seco 5426 6| Gli orridi croque-morts, i secondini della morte, gli infilarono 5427 12| scimitarra e il Génie gardant le sécret du tombeau par Saint Marceaux, 5428 1| Dunque, dopo il rovescio di Sedan e la resa di Metz ci fu 5429 12| Parigi è la nostra città». Ci sedemmo a una stufa, e di là in 5430 3| rospi; razza di maniaci sedentari, stupratori, suicidi, quelle 5431 2| nelle sue meditazioni di sedentario la sfera roteava sul pernio 5432 8| uscivo fuori e andavo a sedermi sui gradini del monumento 5433 6| cappottino color nocciola e si sedette come sui triboli. Alzò lievemente 5434 13| Quando mi destavo mi sedevo sull'ottomana come un anacoreta, 5435 8| avevano tutta l'aria di sedute spiritiche, ella parlava 5436 12| sfera due fori e una bocca a sega e accesavi sotto una candela 5437 4| pareva fosse il suo petto che segacchiasse, si era strappata le dita 5438 4| dei pezzi di legno con un segacchietto. La poveretta ansimava tanto 5439 6| testa sembrava un pane di segale. Le lenzuola avevano il 5440 4| era di statura piccola e segaligna, aveva gli occhi di corvo 5441 12| Faruffini, di Toma, del Segantini, di Fattori, di Ranzoni, 5442 4| gobboni sull'impiantito segava dei pezzi di legno con un 5443 3| fioretti di carta colorata e si segnasse la fronte, la bocca, i capelli 5444 6| casamenti con trenta sporti segnati col medesimo numero mi facevano 5445 9| Volle il triplo del prezzo segnato sull'etichetta. Una rapina 5446 10| arrondissement: dietro la bandiera segnava il passo, nessuno. Da quelle 5447 4| pertugio per il quale in segregazione apparisce la ciotola della 5448 11| della "Commedia" e il suo segretario stregato, ed io armato del 5449 8| Generale della Repubblica un seguace di Aristotile, avvenivano 5450 2| sereno come tra gente che segue una linea tracciata dal 5451 9| di cane, con una muta di segugi la braccava per le campagne 5452 11| stare presente a me stesso e seguire il filo del ragionamento 5453 1| trattenere le lacrime e ci seguirono silenziosi e sconsolati.~ ~ 5454 9| pacato: «Son dei matti» e seguitò ad incollare indirizzi, 5455 8| lassù. Dei gruppi di gente seguiva il custode davanti ai freschi. 5456 2| Artigiano della pialla e del seguretto, quando, per la sua corporatura 5457 4| il seno pieno, la vita sellata; le mani di cera, sembrava 5458 6| criniera di una cavalla selvaggia, gli occhi vitrei si appannavano 5459 4| di essere in un villaggio selvaggio: verso le mura c'era delle 5460 4| ortica, gramigna e ruta selvatica. Sparpagliati ovunque c' 5461 4| dimestichezza con i due selvaticotti, deve avermi chiesto se 5462 13| sul cielo, il nero delle selve più basso e il verde acre 5463 9| della sera avanti doveva sembrargli straordinario. Guardava 5464 6| pazzi da catena. Sarti mi è sembrato che abbia la costanza di 5465 11| nella grande commedia.~ ~Io sembravo Cristo, le mani morelle 5466 12| cibo e coll'altra mano lo seminava sul palmo vuoto. Gli uccelli 5467 9| che era intonsa. La gente semplice lo credette certo un procuratore; 5468 8| gatto tra la cenere. Tu sei semplicemente avvelenato dai libri.»~ ~« 5469 8| filosofi di fronte alle domande semplici e ste' zitto e cheto fino 5470 11| Cappiello non ha perduto la semplicità degli italiani, i larghi 5471 10| campanile». Le bifore fiorite di semprevivi, le campane, inchiavardate 5472 6| bullette si svellono e dalle senìci si scorgono l'unghie delle 5473 3| ancora stregato da palpiti di senile lussuria; la testa scarnita 5474 12| usciere quando legge la sentenza. Dopo poco il vecchietto 5475 8| in un taccuino delle mie sentenze.~ ~Il filosofo ingollò tre 5476 9| preferiti; Bonnot aveva sentenziato: gli chauffeurs che difendono 5477 1| della guerra!"»~ ~«Non lo senti?» mi diceva ansante cogli 5478 12| psicologia, pittura né morale, né sentimentale, né pedagogica, né decorativa, 5479 12| i quadri di Carrière: il sentimento materno avvoltolato in una 5480 6| frangenti.~ ~Fu in una di queste sentine che Sarti pescò il mio nome 5481 4| mura di un manicomio. La sentinella passeggiava come un dannato 5482 6| ghigliottina e mi pareva di sentirmi colare il sangue diaccio 5483 9| redenzione, i pensionati si sentirono tolti come una pietra da 5484 10| reliquie di San Valentino?».~ ~Sentirsi scotere da questa voce che 5485 7| dimenticando, si sarebbero sentiti fratelli. Aspettavo il vaporetto 5486 13| aggobbiva e gli arti inferiori sentivano il peso di questa cosa morta 5487 3| ferventi partigiani della separazione.~ ~«Mais oui.»~ ~«Mais oui.»~ ~« 5488 10| una sepoltura.~ ~Fuori del sepolcro stazionavano due guardie 5489 2| questa gente stupì quanto seppe che io partivo per Parigi, 5490 2| proemiavano: «Vedrai quanti sequienzia sancti vangeli» e facevan, 5491 8| isola di Creta, Giovanni Serajanni di Atene e Pietro Aljti 5492 8| attonita quella specie di serbatoi d'acqua su cui tali nomi 5493 12| di raso, che sembrava un serbatoio del freddo. Avevo in testa 5494 8| costretta tra la Magra e il Serchio, ombrata dai giganteschi 5495 11| L'impiantito è di pietra serena, la rivestitura delle pareti 5496 12| sala, alle composte statue serene sparse nei cimiteri o sulle 5497 13| sciambrottava in bocca.~ ~Cominciai seriamente a pensare alla morte; non 5498 12| Fattori, di Ranzoni, del Sernesi, di Signorini e di Previati, 5499 4| maggese e i capelli di quello serotino, gli occhi colore dell'indaco; 5500 3| tal segno: ma si vide mai serpenti in caldo combattere? Essa 5501 11| alla cima dei capelli, una serpiggine di aghi mi corse per tutto 5502 6| colletto di celluloide e la serpigine della cravatta.~ ~ ~ ~Una 5503 8| soavemente:~ ~«Monsieur est servi.»~ ~Io lo presi per una 5504 6| ricalcandogli un cono sulla service. Indugiò in ateliers dove 5505 4| anche Koscialek doveva servirsi agli spogli della Morte. 5506 11| mollica di pane che aveva servito per correggere disegni, 5507 11| scettici, di lepidi e di servizievoli, apparati sotto il bel nome 5508 13| al muro, il vetturale di servizio che non aveva fatto lo spaccio 5509 11| porta si aprì di botto. Un servo la teneva socchiusa. Mi 5510 4| avevano albergato in tutti i sessantasei studi della Ruche, e questa 5511 12| eletti. Studio gelido, ambo i sessi assimilati da una tunica 5512 11| dovei aprire le gambe come seste e mi sentii stridere la 5513 10| puppato dal freddo; di tra le setole gli slabbrava una bocca 5514 3| Monsieur Chabalau, a quei ghiri setolosi che lo sollecitavano a parlare 5515 12| Milo di questa singolar setta – un manichino col ventre 5516 3| casata, fino all'età di settant'anni che Monsieur Chabalau 5517 6| cinquant'anni ma ne dimostrava settanta: sdentato, occhi scalpellinati, 5518 4| Rossellino, Desiderio da Settignano, vous savez, je rêve de 5519 3| une partie de Dieu, une seule chose avec Dieu» e riaccompagnava 5520 4| una specie di quei San Severini di bardiglio che si veggono 5521 3| capelli con le ceneri di San Severino e leccasse reliquie e baciasse 5522 6| tubi fuligginosi, ventole sezionate da lume, la compenetrazione 5523 12| varata di coni, un violino sezionato, dei pioli, delle corde, 5524 8| si moltiplicavano nelle sfaccettature; i denti bianchi, di tra 5525 5| per ridursi al forno si sfaccettavano, luci poliedriche giostravano 5526 13| ti sparo... le carte... sfaccimme... ti scasso il grugno... 5527 12| sì che ferendo i corpi ne sfalda la concretezza e la solidità 5528 10| quella dei secoli, ed io mi sfaldai nel sonno. Come quando da 5529 9| sotto un viale di tigli, sfaldato dalla neve che cadeva dal 5530 10| Dai rami degli alberi si sfaldavano come dai peschi in aprile 5531 6| crocchiava che pareva dovesse sfasciarsi. La testa, annodata coi 5532 5| avvicinarsi alla tettia ove sfavillava il forno.~ ~Ferma d'innanzi 5533 3| contro il quale in italiano sferrava delle sacrileghe imprecazioni; 5534 3| che sorreggevano un ventre sfiancato e pulsante, imbullettato 5535 4| viso puppato. Il bacino le sfiancò e il ventre diventava ogni 5536 6| Vigliacconi! la parola gli sfiaterebbe avvelenata da tutti i fori. 5537 8| Sopra la tovaglia bianca sfibrata dalle molte lavature c'erano 5538 11| ottomana, le lenzuola vecchie sfibrate non le potevo riscaldare 5539 3| di tra le screpolature sfilacciava l'imbastitura patinata di 5540 9| coll'imperiale maestà di una sfinge. In quelle mostruose pagine 5541 8| grava sulle Piramidi, sulle Sfingi, che fa esplodere i palmizi 5542 11| ascoltasse con la bocca rosa sfiorita, gli occhi dal fondo delle 5543 8| bianchi, di tra le labbra sfiorite, evocavano il riso d'un 5544 3| bocca le si accartocciava e sfioriva, poi, gli occhi, sgusciavano 5545 7| indossavo quella sera algida era sfoderato, sentivo tanto gelo addosso 5546 12| nel fondo del saccone di sfogli, mentre Lui, il Francescanello 5547 11| rosoline di campo che si sfogliano ai primi aliti della primavera. 5548 4| bricchi smanicati, filtri sfondati, casseruole, barattoli, 5549 12| che sembravano ancora da sformare.~ ~Portati dal freddo, dal 5550 12| stampati sul Rire. Io mi sforzai di ripetere le sue parole: « 5551 3| Malgrado facessi degli sforzi inauditi per convincere 5552 3| terminava con una nappa sfrangiata come un aspersorio d'acqua 5553 10| gesto di chieder limosina sfregando il pollice con l'indice. 5554 13| una quercia e cominciò a sfregarsi la schiena e a dibisciarsi. 5555 4| che aveva sotto il mento sfuggente e da certe contrazioni e 5556 13| gorgogliava e sputava. Di sfuggita, impalati davanti alla porta 5557 7| frangiasse d'argento, Parigi sfuocava nel cielo incenerito, un 5558 3| sempre seduto entro il suo sgabuzzino e, da spione losco che era, 5559 10| cappello sgrondato sulla testa sgallata, guardarvi stupito: «Dov' 5560 6| una vetrage, una porta fu sganasciata e una Erinni infernale apparve 5561 10| erano incrociate le tibie e sghignazzava un teschio sdentato, veniva 5562 3| cinquantina suonata, la sera si sgolava chez Montheur, un café-chantant 5563 3| spadroneggiava su di lui e sgonnellava nella sua casa e si era 5564 11| cassetta dove tra pennelli, sgorbi e squadre martello, chiodi 5565 10| mandrie che portavano a sgozzare all'ammazzatoio di Vaugirard.~ ~ 5566 4| sacrilego saggio...~ ~Egli sgranava delle girandole di eresie 5567 5| quattro chilometri, egli sgranchì le membra, si snebbiò gli 5568 4| che ero alla solina per sgranchirmi le membra, si offrì di indicarmi 5569 8| sorprendere, libri.»~ ~Il Console sgranò gli occhi ed io continuai: « 5570 12| correvo ansioso pei vialetti, sgretolando il ghiaino con le scarpe 5571 6| ascoltatore incagnirsi col sgricciolar di denti e scalpitar di 5572 6| concimaia; quando le fui vicino, sgricciolò i denti e ingozzò tutto 5573 10| avvicinò alla panchina dove sgrigniva i denti il morto e cominciò 5574 8| intriso di segatura, non sgrinzivano davvero la pancia nemmeno 5575 6| cappelli schiacciati e sgrondati, e in terra calze, pentoli, 5576 10| con un chiucco di cappello sgrondato sulla testa sgallata, guardarvi 5577 6| squassando la capigliera sgrondavo acqua da per tutto, come 5578 3| pila, la cui orditura è sgrumata e lisa dal cloro, quelle 5579 3| nella tazza di una panciera sgualcita e la carne grassellosa, 5580 9| ricordava certe pagine di libri sgualciti, sbiadite nel rinchiuso, 5581 2| n'era nemmeno uno: loro sguazzano quando son di viaggio fresco 5582 8| Dunque a Parigi hai anche sguazzato.~ ~È giusto. Se uno mi avesse 5583 11| infingardo ingozzava l'intruglio, sgusciando gli occhi. Anch'io facevo 5584 12| passaggi della primavera, sguscianti intorno all'esca del manichino, 5585 10| allargava l'orbita da cui sgusciava un terribile occhio di piombo, 5586 3| sfioriva, poi, gli occhi, sgusciavano scaltri sul viso e Adrienne 5587 3| grassa e lardosa come un sibarita a cui fosse stata messa 5588 7| incurva.~ ~Sirene roche, sibili acuti, muglio di trombe, 5589 4| Gronoski» disse l'altro.~ ~Sicuro di aver trovato la scarpa 5590 4| rissa, occhi bruciati dalla sifilide, barbe impiastrate di lordura. 5591 4| ginocchia la cartina d'una sigaretta, la lambì con la lingua, 5592 6| Holbein, naso lungo, bocca sigillata, occhi a mandorla. L'astinenza 5593 8| I Dignitari ricevevano i sigilli dal Cancelliere. I densi 5594 9| diamante. La bocca sembrava un sigillo di fuoco, la barba arsa 5595 3| del nostro idioma, pure significavano un'altra cosa, tuttavia 5596 12| Ranzoni, del Sernesi, di Signorini e di Previati, è lì rappresentata 5597 6| indotto a pensar che quel bel signorino suggerisse al meschino piani 5598 1| larghi e pensosi, impronta di Sileno. Si chiamava Cesare; a spiegare 5599 10| cuore che erano anch'essi silenti.~ ~Sul rovescio, un teschio 5600 1| le lacrime e ci seguirono silenziosi e sconsolati.~ ~Nel frattempo 5601 10| dei panni di Mario e di Silla: manto e calzari, elmo e 5602 13| delle sirene, i risucchi dei silos, i cumuli delle granaglie 5603 4| corpo come un microscopico siluro. L'odio degli inquilini 5604 1| suoi congiunti: Volfango e Silvano, Telemaco, Omero, Aristotile, 5605 11| in fondo alla chiesa. I simboli della potenza e dell'audacia: 5606 12| si sa se fu con pretesa simbolica che un grosso cane da pastori, 5607 3| di queste cerebrali che similmente a quei triboli di mare non 5608 3| riprendeva quella specie di lagno sincopato con il quale affliggeva 5609 8| quelli che da noi si mette il sindaco nei giorni di funerali. 5610 10| martello, le tenaglie, la sindrone, la lancia, la spugna, la 5611 3| nottole e si orientano verso i sinedri dell'alta cultura e portare 5612 11| di Georges Petit era un sinedrio di scettici, di lepidi e 5613 7| delle prue nei vortici, sinfonia da porto di mare intonata 5614 11| pacato al tramonto con le sinfonie delle piovanelle e dei grilli.~ ~ 5615 9| sostituita da questa città dove singhiozzano i violini.~ ~«Vous savez, 5616 4| tanto dava in un disperato singhiozzo finale con strappi e pizzichi 5617 6| corridoio.~ ~«God hèaven, help» singhiozzò la signora e, raccogliendosi 5618 12| Venere di Milo di questa singolar setta – un manichino col 5619 4| faceva riverenze a destra e a sinistra.~ ~Due polacchi, Brik e 5620 10| insanguinati, da quegli vicini. Sinistre figure di rabdomanti saggiavano 5621 | sino 5622 11| Eiffel, quella mostruosa siringa che buca il cielo con l' 5623 3| tempietto c'erano ampolle e siringhe e perette, barattoli color 5624 8| disegno di un albero con un sistema di filosofia.»~ ~Il Console 5625 4| di una certa bozzima che sitava di sugna, gli occhi imbambolati 5626 3| alcuni suoi colleghi, i quali sitavano di pece volterriana lontani 5627 5| lingua calda, le labbra sitibonde, e chi, con la balordaggine 5628 1| di un gobbo, tutto fiele, sitibondo di sangue, che in una cantina 5629 11| malleoli. La sua gola arsa, sitiva sangue nostrale.~ ~ ~ ~ 5630 3| lendini, alcune di conio e di sito ebreo. Larghi cappelli da 5631 6| da lui uno strano uomo: Skukisciak, il quale era stato deportato 5632 10| insidrito la pelle che, slabbrandosi, mostrava la carne viva 5633 10| freddo; di tra le setole gli slabbrava una bocca laida e feroce, 5634 6| rendeva più sensibili i nervi slacciati; molte volte Motinski si 5635 6| tolsi il tocco di capo e mi slargai il cappio della cravatta. 5636 3| e la carne grassellosa, slavata, filettata di vene celesti, 5637 6| nello studio, cartoline slavate, stinte, accartocciate e 5638 12| nell'Areopago. L'uomo era slavato, così almeno lo intravedevo 5639 3| accompata una di quelle tribù di slave in perenne corruccio con 5640 13| pantaloni e le mutande, slegai le scarpe e sbrucai i calzini: 5641 3| a vederla: quelle membra slegate, quel petto frollo, con 5642 13| alzavo col sangue pesante; slegato ritornavo verso l'orrido 5643 6| impolpato d'acqua mi faceva slittare sugli scalini, mi salvai 5644 9| come la noce del cocco, smaltata di due occhi bianchi e morelli, 5645 12| pentagoni, le mattonelle smaltate, i numeri della tombola, 5646 6| acqua "acertosella" per smaltirli. Mentre noi ci si intrippava 5647 1| Lì, fui preso dalla smania di imparare. In bottega 5648 4| fondo crivellato, bricchi smanicati, filtri sfondati, casseruole, 5649 3| passavano i clienti buoni; smanierata, triviale, insolente con 5650 8| son coccodrilli verdi di smeraldo, negri color d'ebano, scimmie 5651 12| dalla povertà. Le figure smilze non sagomate né arse dalla 5652 4| rancio doveva essere stato sminestrato da allora, nelle gavette; 5653 6| costato intravvedevo le poppe sminze e la pancia frolla gonfia 5654 3| nido affamata, e così a smoralizzare. La linguacciuta fu presa 5655 6| si contorceva con delle smorfie spettrali e cantava:~ ~ ~ ~ 5656 4| lunghi dei suoi piedi perché smusandosi nel trottoir alzavano tutto 5657 10| di fantasma si andava a smusare nel muro: lì, cadeva in 5658 6| uscio che mancò poco non smusassi l'incauto visitatore il 5659 7| corrente, il tagliamare si smusava nelle scappellature, l'acqua 5660 6| altro che l'ultimo par si smusi nel cielo d'acciaio. Sulle 5661 5| egli sgranchì le membra, si snebbiò gli occhi, sbadigliò, stiracchiò 5662 9| sparecchiata, le salviette erano snodate, e nei piatti c'era accagliato 5663 8| schiacciò un risolino e disse soavemente:~ ~«Monsieur est servi.»~ ~ 5664 10| occhi friggevano tra un sobbollito di pustole, la testa aveva 5665 3| boulevards, sage-femme nei sobborghi e sulle piazze, donne sagge 5666 8| tali nomi erano scolpiti, e socchiudendo gli occhi tremavano a tutti 5667 4| rediceva la bocca e gli socchiudeva gli occhi, veniva voglia 5668 11| botto. Un servo la teneva socchiusa. Mi guardò dall'alto, io 5669 4| strappi si spense, mi alzai e socchiusi l'uscio e stetti in agguato. 5670 5| porgeva traverso l'uscio socchiuso e spariva. Soltanto la prima 5671 9| istinto. Si pistolettarono: soccombette la legge. Il capo-banda 5672 10| rosse: Società di Mutuo Soccorso Giovanna d'Arco del XVII 5673 10| medesimi i nostri cugini socialisti – dicevan gran bene di M. 5674 8| amaro della cicuta che bevve Socrate,» gli dicevo «ma ti fa del 5675 6| sembrava rugginita, la carne soda palpitava gelatinosa, tutto 5676 8| mi avesse pianto miseria sofferta in Grecia e poi mi dicesse, 5677 9| pensionato era andato a soffiare tutto al posto di polizia. 5678 9| quel mare, quando il sole soffoca nel cielo di brace, ti apparirà 5679 3| che sembrava qualcuno la soffocasse.~ ~Fleury sventolava nei 5680 11| iene, e le sue mani avevano soffocato le serpi, mentre lo frustavano 5681 4| corpo; la sera era scesa, soffondendo tutto d'una nebbia gelata, 5682 13| sangue, dagli occhi celesti, soffondevano del loro chiarore il lutulento 5683 4| anacoreta, il quale dicevano soffrisse di agrofobìa. A giudicare 5684 12| irriverenza agli italiani che soffrono di mal francese, a me sempliciotto 5685 13| dorate dal sole, il porto soffuso da una tufagna di fumo nero, 5686 4| senso della mia domanda e soggiungeva timido:~ ~«Excusez moi beaucoup».~ ~ 5687 2| Maluccello, accampate sulle soglie dell'Oceano. I barchi a 5688 8| una gran malinconia come soglion fare i filosofi di fronte 5689 4| qua... qua...» e rise come sogliono ridere gli idioti: qua... 5690 13| pozzo. La notte infatti mi sognai una cosa strana che mi era 5691 8| anche lei, signor Viani. Ce soir nous avons SaintAntoine 5692 8| accanto a quel tenebrore del sol levante, diaccio come una 5693 13| mostrava una peluria verde sui solchi rotti dal vomero, qualche 5694 1| Flourens riconosciuto dalla soldatesca, uno con una sciabola gli 5695 2| preso da panico come un soldato accerchiato. La terra uggisce 5696 10| Vittorio aveva l'imperiale solennità del cantiere con le impalcature 5697 2| ad aberintarti a Parigi?» solevano dirmi in quei giorni.~ ~ 5698 12| sapienza, il temperamento del solfo che aveva sortito dalla 5699 12| informatore dell'impressionismo, solidamente materialistico, nelle loro 5700 13| triangoli delle Alpi si solidificavano nel cielo. Mi destai intontito, 5701 6| Soltanto il teschio era rimasto solido sulle coltri, gli volavano 5702 6| per prudenza in forma di soliloquio: «Quanti... mio Dio, si 5703 4| uno sterpo e che ero alla solina per sgranchirmi le membra, 5704 2| avventuratisi anche nelle deserte solitudini dei mari polari, rosi dalla 5705 6| l'ingozzò e si limitò a sollecitarmi: «Lasci le lettere, si vesta... 5706 6| facevano allungare il collo; sollecitato dagli scossoni d'acqua andavo 5707 3| quei ghiri setolosi che lo sollecitavano a parlare rispondeva invariabilmente 5708 5| ebrei, ciò rendeva vieppiù sollecito il fornaretto. Il vecchietto 5709 2| croccolando dalle bocchette solleva i fondali dolciastri e frange 5710 4| coltri e un aggeggio per sollevarmi dalla dura terra, nonché 5711 13| scalpellino; mi accennò di sollevarne una. La presi, la soppesai 5712 1| del Governo e Parigi si è sollevata.» E Cesare sollevava le 5713 1| si è sollevata.» E Cesare sollevava le braccia e le dita stecchite 5714 13| erpicavano sulle scassate sollevavano ribollimenti di terra rossa, 5715 13| infilarsi il collo in bocca, lo sollevò fino all'altezza della clavicole 5716 12| avevano addosso una tale soma di neve che sembravano ancora 5717 5| cassettone con la lentezza di un somarello. Egli era umile come la 5718 12| colpì per la inverosimile somiglianza col nostro fratello Ceccardo.~ ~ 5719 4| Michelangelo, ma pensa che lui ti somigliava più di Mino da Fiesole».~ ~« 5720 7| carbonizzati, e cenere la somma di neve che li incurva.~ ~ 5721 4| bruciare come l'anfisca, io lo sommai subito con una scala a pioli 5722 12| ghiaino, si ode il parlare sommesso degli ospiti, gli eletti. 5723 3| vestita di un cappottino coi sonagli per bottoni, per allentare 5724 10| caligo, per le scale udivo sonnacchiare i trascurati, sembrava un 5725 3| entrarono in ballo; strolaghe, sonnambole e negromanti. E lui, testardo: « 5726 5| come l'acciaio e giaceva sonnolenta coperta di un rorido mantellaccio 5727 13| le acque e le voci erano sonore. Il limo verde metteva raccapriccio 5728 11| rifugiai nel suo studio sontuoso, nella sua casa regale. 5729 13| sollevarne una. La presi, la soppesai e gobboni la portai fuori. 5730 10| presero sotto le ascelle e soppesandolo gli gridarono in coro: « 5731 4| per tanti anni l'avevano soppesato in quattro; poltrone calde, 5732 8| la terra sembrò stanca di sopportare il nostro peso; camminando 5733 8| alle bibite alcoliche; per sopraffarlo ce ne vuole, mio caro» gli 5734 10| alla cotenna, gli occhi sopraffatti dalla pazzia gli schizzavano 5735 10| sinistro. Nella frenesia, quasi sopraffatto da orrida lussuria, si stiracchiava 5736 9| Quando io e il Console sopraggiungemmo incuriositi, la folla ci 5737 12| frattempo la moglie era sopraggiunta con in braccio un bimbo.~ ~« 5738 3| dissidio con l'acqua e la sopravveniente calura non le risospinse, 5739 8| giapponesi agri come le sorbe con dei chicchi di pepe 5740 6| dialetto è stato messo in sordina ed esce dalla bocca di Sarti 5741 6| mi disse piano: «È mia sorella, le hanno ucciso il marito 5742 11| al solito, scandito dal sornacchiare della gente accampata: l' 5743 12| erano appesi dipinti di una sorprendente normalità, teste fatte dal 5744 8| carta stracciata, e, non ti sorprendere, libri.»~ ~Il Console sgranò 5745 6| stecchì a una parete e, sorridendo, a chius'occhi rispondeva 5746 8| quando prendono l'olio. Io mi sorseggiavo il secondo "doppio presidente". 5747 4| tritume di calìe di ogni sorta come da noi si veggono dove 5748 12| temperamento del solfo che aveva sortito dalla sua progenie lì tra 5749 12| ritornavano dalla novena, – non sospettavo mai di avere la statura 5750 12| sovente tirare dei lunghi sospiri a delle donne allampanate 5751 6| di sogna ...re» e tirò un sospiro. Io tacqui, sentivo per 5752 13| risté un po' dall'appuntare, sospirò e dopo disse dubitoso: « 5753 8| incantato di ori, feci far sosta al Console: «Questo è l' 5754 4| terreno grasso impolpato di sostanze putrescenti, vegetavano 5755 10| incendio. Sui terrazzini sostenuti sul precipizio la gente 5756 8| questi tipi, infilategli la sottana e avrete il "bel sesso" 5757 3| sbuzzava i tedeschi e li sotterrava ancor vivi sotto il concio 5758 11| Métropolitain quando sbuca dal sottosuolo di Parigi. Mi orientavo 5759 | sovra 5760 12| inghiottita. Le torri, i portali sovraccarichi di mostri urlanti e il pinnacolo 5761 12| partivo per il Belgio. Mi sovveniva con tristezza quando da 5762 13| bocche aggrumate di salive sozze.~ ~Quando mi destavo mi 5763 13| scheletri tristi, lordi d'ogni sozzura, ardenti di sete come il 5764 8| terreo, i pensieri pareva gli spaccassero le voltate del cranio. Che 5765 9| della moglie ci si sarebbe spaccato la ghiaia, il giapponese 5766 13| servizio che non aveva fatto lo spaccio schioccò la frusta e messe 5767 3| generazione premeditata spadroneggiava su di lui e sgonnellava 5768 3| vanno in estasi gli italiani spaesati. Un ragazzo puppato dal 5769 3| prima vista quella specie di spaesato si diceva subito: Tu non 5770 6| Bevemmo un paio di chili di spaghetti. Allora non c'era bisogno 5771 8| nella sala dei primitivi spagnuoli, tra costati di Cristo vergolati 5772 6| tutta l'espressione:~ ~«Spakoik Atroponoick Dobrak.»~ ~Doveva 5773 10| rotearono, le bocche si spalancarono su gole gorgoglianti. Da 5774 8| dell'ovile. Quando questa si spalancò, tutti si spinsero dentro; 5775 6| andavo in fretta, qualche spallata che davo nel calcio degli 5776 3| agganciato ai comignoli, delle spalliere di edere salivano dal cortile 5777 12| degli spauracchi imbottiti spalmati di colori acidi; un Napoleone 5778 11| col tono che fa lo spago spalmato di pece. Aprii. L'infingardo 5779 3| fettuccie di pane che poi spalmava di burro:~ ~«Tout pour Madame... 5780 13| fumate bianche della terra spandevano il profumo della germinazione 5781 6| Motinski era allungato d'una spanna e i piedi stecchiti avevano 5782 12| Gérome. Il pezzo forte Rodin spara qui con tutti i calibri 5783 3| du tout» e continuava a sparare alle spalle sporgendo in 5784 9| sporti vicini sono stati sparati di dentro l'auto per tenere 5785 9| tavola non era ancora stata sparecchiata, le salviette erano snodate, 5786 11| friggeva sotto il piatto, spargendomi il denso fumo sul viso. 5787 10| elettrico lo si vide lontano sparire sotto un filare di alberi, 5788 6| non era ancora del tutto sparito nel salotto che riuscì urlando: « 5789 12| tempo era bianca come lo sparmaceto, si era incuoiata e una 5790 13| dico a te... fermati o ti sparo... le carte... sfaccimme... 5791 4| svolazzavano sul marciapiede sparpagliandovi il pòlline dei pidocchi 5792 5| vecchietto aveva del santo e sparpagliava le pagnotte come San Francesco 5793 5| dello spirale gigantesco, si sparpagliavano per il cielo, le case ridevano 5794 12| di Zola. Qua e là erano sparsi dei dipinti monocromi.~ ~ 5795 9| qualche pezzetto di pane era sparso per la tavola, e una brocca 5796 12| orrido ripugnante: degli spauracchi imbottiti spalmati di colori 5797 12| spauracchio ai quadrivii, e spaventar le donne che ritornavano 5798 8| chiese impaurito.~ ~«Non ti spaventare, il macero è un ordigno 5799 7| della terra. Canzone di spavento accordata sotto archi di 5800 4| i lembrugi forbendosi le spaventose bocche colle maniche della 5801 11| quell'ore in cui si invocano spaventosi cataclismi, l'esplosione 5802 7| corso del fiume è verde. Uno spaventoso cunicolo scoperchiato, a 5803 12| tire-bouchon di pietra e spaziare il mio sguardo dilatato 5804 3| sconnessa.~ ~La moglie intanto spazzava il cortile, guardinga quando 5805 12| a stanghetta, capelli a spazzola, scruta. Lo sguardo filtrato 5806 3| due basettoni uguali a due spazzole di saggina, incedeva grave 5807 11| colonne, broccati, statue, specchi, oro. Bussai timidamente 5808 6| ero in ginocchio che mi specchiavo in una tinozza d'acqua, 5809 13| ginepro, i nomi scritti sullo specchio di poppa: Eulo, Cassandra, 5810 | specialmente 5811 12| pensavo a noi miserabili, speculatori avidi e venali che col frutto 5812 8| innocente, s'inorecchì: speculava.~ ~«Per esempio,» io chiarii « 5813 4| Il giovane che per la sua speculazione mi osservava fisso, capì. 5814 12| scevra di scientifiche speculazioni e di logica pura.~ ~La luce 5815 9| Console gestiva e camminava spedito.~ ~Una mattina Parigi fu 5816 7| destino nei cui occhi si spegne l'ultima speranza e sulla 5817 10| delle scapole; l'occipite spelacchiato pareva fosse stato percosso 5818 12| era incuoiata e una barba spelazzata gli allungava il viso; gli 5819 1| si faceva, ci avrebbero spellati vivi.~ ~Un giorno il maestro 5820 10| Il paesetto ascoso in una spelonca lo si intravedeva con i 5821 9| per aver fissato quelle spelonche aperte dentro il ventre 5822 11| carri parevano tuoni che si spengessero su quell'acque morte, i 5823 13| fitte e il mio passo si spengeva tra il fogliame denso; lontano, 5824 10| tirare più volte la gola, spengevo questo stimolo con delle 5825 6| sembrava ci fosse stata spennata una gallina. Il guanciale 5826 4| un'agonia di strappi si spense, mi alzai e socchiusi l' 5827 5| primi lumi, alla Ruche si spensero le speranze della "pagnotta".~ ~ 5828 6| scoperchino le cervella, si udiva spenta nell'atelier ove giaceva 5829 3| naso trasparente come lo spermaceto delle torce, gli colava 5830 9| ostile dei palazzi-vascello speronati di ferro, dal brulicame 5831 4| quel viso stremezzito lo sperone del naso dava in fuori come 5832 3| questo italiano il quale, spesse volte nauseato le urlava: « 5833 6| dei dischi di vetro tanto spessi che gli occhi ci appannavano 5834 13| rigatino del colore e dello spessore della scorza d'ontano; me 5835 8| ragazzo li divagava con degli spettacoli. Io invece uscivo a tutto 5836 12| membra nodose, l'arcidiacono spettrale bianco e nero ed Esmeralda 5837 4| camicia si alzarono come spettri e presero a girare intorno 5838 12| piombo fuso che allaga la spianata, la statua di Carlo V sul 5839 2| rimasto l'alito dell'Oceano, spianavan loro la fronte pensosa. 5840 6| questa bella occasione per spiccare un salto dall'ottomana. 5841 4| l'arco brandico come uno spiedo.~ ~Andava, di certo, ad 5842 5| dalla bocca dell'omino; ciò spiega la sua larghezza di credito 5843 6| Sarti, della Tribuna. Ora le spiegherò» soggiunse. «Ma sarà prudente 5844 1| sul muretto del molo, ci spiegò che, sospesi fino a nuovo 5845 3| Quella che mi conficcò una spilla nel cervello fu: Sage-femme. 5846 6| messo sul capo e sul viso le spine di un istrice, per timore 5847 6| scalpellinati, labbra mencie, barba spinosa, di colore storno. Per certi 5848 10| detto no, ché brontolando spinse oltre la carriola. Nel chiarore 5849 8| questa si spalancò, tutti si spinsero dentro; scendemmo anche 5850 4| stregati tra il 4 e il 500, lo spinsi verso la voragine:~ ~«E 5851 6| consigli di Sarti l'hanno spinto in alto, sopra un meccanismo 5852 13| cinquecento metri della Ruche mi spiombava le spalle; quella pietra 5853 3| il suo sgabuzzino e, da spione losco che era, spulciava 5854 12| grande arte, quella in cui spira un'aura di immortalità è 5855 5| stelle di su i trivelli dello spirale gigantesco, si sparpagliavano 5856 1| certa aura di paganesimo che spirava su quel volto largo e sereno, 5857 8| avevano tutta l'aria di sedute spiritiche, ella parlava col console 5858 12| non avete una preparazione spirituale per penetrare questi dipinti» 5859 4| est trop lourd. C'est pas spirituel».~ ~«Dunque, Koscialek,» 5860 3| campagna. Apriti cielo! si splancarono le cateratte dell'inferno: 5861 8| colore porporino chiaro e splendente quando si mescola con l' 5862 1| aveva in fronte il segno splendido del martirio.»~ ~A questa 5863 11| un tempo doveva avere lo splendore del bronzo, era diventata 5864 2| navarchi, come antichi re spodestati, dopo aver circumnavigato 5865 10| faceva pizzicare il naso. Mi spogliai a tasto: quando rientrai 5866 13| osservava sconturbato: «Spogliati!».~ ~Io macchinalmente mi 5867 9| prigione del teschio, sembrò si spollinasse come quando un passerotto 5868 4| meglio il sole. Mentre ci si spollinava facendo frullare il corpo 5869 12| riscaldate, il cervello si spollinò. La prima cosa che volle 5870 3| affogato. Eran donne dai visi spolpati, dagli occhi cerchiati di 5871 3| della miseria. Sul teschio spolpato, Fleury, teneva a sghimbescio, 5872 10| stiracchiava tanto forte i peli che spolpava l'osso e allargava l'orbita 5873 3| una di queste prove che la sporcizia non uccide; i pori della 5874 3| continuava a sparare alle spalle sporgendo in fuori il capo bastardo, 5875 13| scheletraccio di ferro battuto che sporgeva le rame stecchite al finestrone 5876 3| teste col collare bianco si sporgevano fuori come uccelli in gabbie. 5877 4| certe conchiglie di pietra, sporse la testa in fuori e si fissò 5878 8| favoloso mostro marino. Quando sporsi fuori la testa, egli mi 5879 6| dello strillone del Paris Sport. Quando fui nella Rue Ditot, 5880 13| traverso l'apertura di uno sportello una quantità di gente, il 5881 11| si poteva ben chiamare lo sposalizio di Ciuccianespole.~ ~Aveva 5882 4| Puntavo la testa alle spranghe della finestra e mi ci appesantivo 5883 11| aspettassero l'uncinata che li sprofondasse nella terra. Fratelli in 5884 11| marmo i vostri occhi saranno sprofondati nel teschio e la vostra 5885 12| illusioni, così brucato s'era sprofondato negli studi. Il sapere lo 5886 10| sindrone, la lancia, la spugna, la mano. Guardare estatico 5887 10| di cui si vedevano l'ossa spugnose intrise di sinovia, martellava 5888 11| diventati duri come sassi e spugnosi come ossa stantie. Ne feci 5889 3| da spione losco che era, spulciava la corrispondenza degli 5890 6| coperto con una candida spuma di sapone come quando si 5891 13| abbúffati» quando all'altro uomo spuntano sul viso gli occhi della 5892 4| dalla saliva. Mi dovettero spuntare sul viso gli occhi voraci 5893 10| mi fermavo, ché mi erano spuntate dentro i muscoli indolenziti 5894 9| lanuggine di barba che gli spuntava sul crinale delle mandibole 5895 10| sopra una fosse putredinosa, spuntavan dei tronchi di braccia, 5896 12| ossatura del Sansone cieco spuntò sotto l'esile corpo di Picasso, 5897 12| La Senna intorbata dagli spurghi della città scorre lenta 5898 3| Ma gettano denari, o sputano?»~ ~ ~ ~ 5899 13| ogni tanto gorgogliava e sputava. Di sfuggita, impalati davanti 5900 3| schioccava nella casa come uno sputo. Quando, dopo aver fatto 5901 4| fece con la bocca molle lo squaccherìo dei pellicani: «qua... qua... 5902 9| fossero bruciati. I francesi squacquerarono: «Oh non, non, non!» e abbandonarono 5903 4| Mi precedé sulle scale squadrasciando le natiche. I piani della 5904 11| mentre telefonava di sopra mi squadrava le mani; quando ebbe l'ordine 5905 11| dove tra pennelli, sgorbi e squadre martello, chiodi e bullette 5906 13| Quando?».~ ~«Ora.»~ ~Mi squadrò da capo a piedi: «Così?».~ ~« 5907 12| Humanité. Un enorme casone squallido dove sono le redazioni di 5908 11| è assimilato nel gelido squallore.~ ~Un custode vestito a 5909 11| mostravano una natica nera e squamosa, i tendini risecchiti erano 5910 7| muraglione della Senna, si squarciò la gola e la Senna gli bevve 5911 8| piccolo piazzaletto, lo Square Monge, tutto verde, e nel 5912 6| decomponeva un nudo con matematici squartamenti e dalle viscere uscivano 5913 11| furon trovate decapitate, squartate e rovesciate nella concimaia. 5914 6| L'orso sotto questi fori squassa l'ispida chioma e bramisce:~ ~« 5915 6| nuca, poi riaggallavo e squassando la capigliera sgrondavo 5916 3| Quando qualche inquilino squattrinato, timoroso quasi, si affacciava 5917 6| marciapiede. Il suo corpo squinternato ogni volta che piombava 5918 10| bestie travolte coi loro stabbî da un fiume in piena che 5919 4| e sapevano di nido e di stabbio. Quello vestito di rigatino 5920 5| Il pane lo portava agli stabbioli della Ruche un vecchietto 5921 1| e, finalmente, poterono stabilire che eravamo verso Pisa: 5922 4| da un momento all'altro staccandosi dall'armatura del collo 5923 3| di mare non si posson più staccare da dosso. Io rimanevo di 5924 10| tanto la testa pareva gli si staccasse dal busto. La cassa era 5925 11| stato in un bosco mi avrebbe staccato la testa con un morso e 5926 10| lerca; i telai dei denti stacciavano la fame, con gli artigli 5927 2| di cipresso che, da anni, stagionava in bottega e la teneva a 5928 11| e fredda, il sangue che stagnava nelle fossette dei lacrimali 5929 | Stai 5930 4| delle casette piccole come stallini di maiali, fatte di lattoni 5931 9| cranio. È stato trovato stamani sopra una panchina del Lussemburgo, 5932 11| sterpaia, le fortificazioni, le stamberghe. Non avevo colori, feci 5933 1| di crespo e i barbini, lo stambugetto serviva anche da biblioteca, 5934 11| del costato sembravano le staminare di una chiatta a cui fosse 5935 5| normale, che se è fornaio stampa sopra gli scaffali: Non 5936 3| divoratrici di tomi su cui sono stampate massime che a batterle di 5937 1| biblioteca; per Luigi XI, stamperia; per Francesco I, bettola; 5938 11| ragionamento mi aveva tanto stancato. M'accomiatai. Fuori, uno 5939 11| interminabili, allungate dalla mia stanchezza e dalla mia disperazione. 5940 | Stando 5941 10| cinciglieri di braccia teneva le stanghe d'una carriola; dentro vi 5942 4| erano rare le donne: uno stangone lungo quanto la fame, tutta 5943 13| filò via, intravidi due stangoni neri e rossi che parevano 5944 | stanno 5945 11| sassi e spugnosi come ossa stantie. Ne feci una bracciatella, 5946 9| ci fece passare in una stanzetta paretata di scaffali, che 5947 | star 5948 12| quadretto del Chialiva: "Anitre starnazzanti in uno stagno".~ ~Passando 5949 11| fanno lacrimare gli occhi e starnutire. Mangiarle così sole, piantare 5950 3| flebile nota, ma eccoti uno starnuto fra capo e collo che gli 5951 4| quella camicia non voleva starsene giù tra la tanaglia delle 5952 9| portali della Banca, di marmo statuario parevano stati infettati 5953 | stavano 5954 9| amaritudini di Kant, anziché stazionare nel sacco dello stomaco 5955 4| fumava in un canto. Fuori stazionava una folla di affamati. Quando 5956 8| alle domande semplici e ste' zitto e cheto fino alla 5957 6| fermenta il novello Labre della stecca e del pennello, scese nelle 5958 6| vesti e le carni, poi si stecchì a una parete e, sorridendo, 5959 4| braccia di Koscialek si stecchirono a filo delle ginocchia. « 5960 6| allungato d'una spanna e i piedi stecchiti avevano sbuzzato le coltri. 5961 10| cappio di un carnefice, stecchiva le braccia indietro e rimaneva 5962 2| cassa.~ ~Mentre con uno stecco scrivevo il mio nome sul 5963 4| una nebbia gelata, le rame steccolite delle piante sembravano 5964 12| degli zigomi; tra la barba steccosa s'intravvedeva il taglio 5965 11| ritornavano sovente i nomi di Steinlen, Forain, e Toulose Lautrec. 5966 10| verdi, su tanto nero, gli steli di fil di ferro rugginosi 5967 13| capitò sotto gli occhi uno stemma: fondo rosso, croce bianca, 5968 11| il bianco degli occhi e stemperava le luminelle. Le mandibole 5969 11| Aprii. L'infingardo era lì stempiato dalla fame: doveva aver 5970 12| grande quadro "Il sogno", una stenderia di soldati addormentati 5971 10| ghiaia. Lungo la muraglia la stenderìa umana era pietrificata in 5972 8| Il Console raffrenò a stento la domanda: "Dove hai letto 5973 4| era la desolazione della steppa, in alto un cielo diaccio 5974 3| sulle quali era ricalcato lo sterno su cui si appigliavano le 5975 7| che conobbi primi sulle sterpaie della Ruche. Una notte egli 5976 6| costure dei pantaloni.~ ~Lo stesero sul carro e gli tirarono 5977 | Stette 5978 | stia 5979 12| impastate col carnicino, lo stil grais, la lacca carminiata, 5980 12| loro tele il senso dello stile era negletto, ma non pensavo 5981 11| in piovaschi, dal tetto stillavano delle goccie di acqua; quel 5982 10| acqua come di un rio che stilli di un botro, e fatto l'occhio 5983 8| raffreddore, ma per saziare gli stimoli, non dell'appetito, della 5984 6| Sulle scale di marmo ebbi a stincarmi tre o quattro volte, il 5985 4| suo simile. I soldati ne stincavano alcuni a pedate, ma i lembrugi 5986 2| sacco, qualche altro si stincò sugli scalini, e chi fu 5987 6| studio, cartoline slavate, stinte, accartocciate e quei pochi 5988 4| importanza delle apofisi, stinti sulle scapole e lungo la 5989 10| sotto la bazza, cominciò a stiracchiare quello piantato sullo zigomo 5990 10| sopraffatto da orrida lussuria, si stiracchiava tanto forte i peli che spolpava 5991 5| ciurma non ha eroicamente stirato le cuoia alla Ruche, lo 5992 2| vecchi le storie della nostra stirpe avventurosa che ha imposto 5993 9| albergo. Immaginatevi che uno, Stivales, assai prima del fatto Bonnot, 5994 8| Brissimisakis.»~ ~«Monsieur Stivalis.»~ ~«Madame Kremka,» e per 5995 7| ponte, il vaporetto era stivato di gente, s'andava contro 5996 13| umida dove c'erano delle stive di pietre come da noi nel 5997 3| morale.~ ~Che se della mia stizza io scaldo 'l ranno,~ ~Ti 5998 | sto 5999 13| c'è sempre posto per gli stomachi avventurosi: qui son tosto 6000 8| nei fori del naso che le stonasse la voce; quelle donne che 6001 10| un accordo di violoncelli stonati, con dei rantoli d'agonia. 6002 10| lorica e lunga barba di stoppa. Di avere appesa sul petto 6003 12| conclusioni a dei neofiti: chiome stoppose, carne di cera, occhi di