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Alfabetica [« »] equivalgono 1 equivoca 1 equivoci 1 era 573 eran 2 erano 100 eravamo 6 | Frequenza [« »] 648 è 626 l' 614 per 573 era 527 i 513 del 466 d' | Anatole France Il giglio rosso Concordanze era |
Capitolo
1 I| Bionda, di Viviana Bell. Era una raccolta di versi francesi 2 I| a quella Miss Bell che era forse la sua più piacevole 3 I| Maria Robinson, costei s'era innamorata della vita e 4 I| Teresa! Sono sfinita.~ ~Era la principessa Seniavine, 5 I| Garain.~ ~Il generale, che era pratico degli annuari e 6 I| ha detto anche che non c'era niente di più bello dei 7 I| piccolo uomo bilioso non era molto piacevole. Eppure 8 I| poco a poco, il salotto s'era empito di una folla brillante. 9 I| Daniele Salomon, che si era aggiunto a loro, mormorava 10 I| vi presenti Dechartre?~ ~Era la seconda volta che glielo 11 I| impressioni. Secondo me, era meno adatto per la scultura 12 I| lo guardò, indignata.~ ~Era il signor Schmoll, dell' 13 I| profondamente se stesso: non era abbastanza decorato, nè 14 I| di Ezechiele e di Geremia era in lui.~ ~Disgraziatamente, 15 I| signora, la via sacra.~ ~Era contrariato perchè la poetessa 16 I| Convenne di buona grazia che era una persona molto distinta, 17 I| collera e in silenzio. Egli era sorpreso che non lo sapesse.~ ~– 18 I| lingua etrusca. Marmet s'era dedicato interamente al 19 I| signora Martin domandò che cos'era una flessione.~ ~– Oh! signora, 20 I| più pace. In ogni seduta era preso in giro con un'allegra 21 I| d'armi, di cui Le Ménil era assiduo. Anche il giorno 22 I| un po' scherzosamente, ch'era tardi, che non aspettava 23 I| del camino, le domandò chi era quel Dechartre che si faceva 24 I| il fuoco. Il suo pensiero era volato lontano: non ne restava 25 I| Pensava:~ ~– Vedevo la mamma. Era una buona signora, molto 26 I| la tristezza di tutto?~ ~Era nata ricca, nello splendore 27 I| pari a pari col governo; era cresciuta in quello storico 28 I| gioia della sua infanzia; ed era anche persuasa che al mondo 29 I| lei. Non sapeva nulla: s'era lasciata maritare da suo 30 I| impero liberale. Non gli era nemmeno venuta l'idea che 31 I| rimarrebbe una donna onesta. Era questo, nella sua anima, 32 I| ne valeva bene un altro. Era diventato pienamente sopportabile. 33 I| quello della vita coniugale era il più sbiadito. Ne ritrovava 34 I| libertà, tanto la conquista n'era stata pronta e facile, su 35 I| sua moglie. La separazione era stata franca, completa. 36 I| a lui, perchè mi amava.» Era la verità. Ed era pur vero 37 I| amava.» Era la verità. Ed era pur vero che un istinto 38 I| tutto il suo essere. Ma non era dipeso da lei; quel che 39 I| volontà e dalla sua coscienza, era d'aver creduto, consentito, 40 I| vero. Aveva ceduto appena s'era vista amata sino alla sofferenza. 41 I| sino alla sofferenza. S'era data subito, con semplicità. 42 I| nascondere. Tutto quello che era stato susurrato davanti 43 I| Ma, fiera e delicata com'era, nella perfezione del suo 44 I| nessuno, non provava rimorsi. Era contenta: quella relazione 45 I| contenta: quella relazione era ancora quanto vi fosse di 46 I| meglio nella vita. Amava, ed era amata. Certo: non aveva 47 I| si prova mai, nella vita? Era l'amica d'un buono ed onesto 48 I| loro simpatia reciproca non era nell'intelletto nè nell' 49 II| II.~ ~Era quasi buio, quando uscirono 50 II| acre e bianca come il sale. Era contenta di andare libera 51 II| alla porta di Maillot. C'era nel corteo una guardia repubblicana: 52 II| soldi: quel che l'incantava, era che aveva la forcella. La 53 II| antiquario; ma sua zia di Lannois era molto intenditrice. A Caen 54 II| castello in perfetto stile. Era l'antica casa di campagna 55 II| che esisteva prima di lui, era menzionata in un atto del 56 II| incisioni così licenziose, che era stata costretta a bruciarle.~ ~– 57 II| una camera mobiliata dov'era andata ad alloggiare. Choulette 58 II| croce e sua salvezza. Essa era scalza; egli le ha dato 59 II| letto.~ ~Secondo lui, c'era del vero, in quel che lei 60 II| credesse. Ci pensava, quand'era solo.~ ~– È per questo che 61 II| vedo come se ci fossi!~ ~Era al castello di Joinville, 62 II| una chiesa. Affermò che era chiusa; lo credeva, lo voleva. 63 II| condivideva quel buon umore. Era una cosa che succedeva il 64 II| che siete giovane!» – Sì, era giovane, era amata; – e 65 II| giovane!» – Sì, era giovane, era amata; – e si annoiava.~ ~ 66 III| Quell'alzata di stile Impero era stata regalata da Napoleone, 67 III| ex-guardasigilli protestò che egli era l'uomo disposto a tutti 68 III| La sua divisa, diceva, era: «Ordine e Progresso». Credeva 69 III| europea.~ ~Quel piccolo uomo era un tipo che superava ogni 70 III| prossima rappresentazione. Era una commedia: Napoleone 71 III| del gusto nazionale non era che un entusiasmo assurdo. 72 III| feroce. Per il momento, era perfettamente tranquillo: 73 III| di corno. L'aneddoto gli era stato raccontato dallo stesso 74 III| aveva delle idee da pittore, era imbarazzato. Non ritrovava 75 III| vero viso di Napoleone non era napoleonico, la vera anima 76 III| non essere napoleonica. Era forse quella di un buon 77 III| dal dottore Antonmarchi, era stato per la prima volta 78 III| Vence continuò:~ ~– Egli era violento e leggero; e per 79 III| fischiando un'aria di romanza. Era la pace di un'anima superiore 80 III| superiore alla fortuna, era sopratutto la leggerezza 81 III| una parola, – disse – c'era del mostro in quell'uomo.~ ~– 82 III| La gioia dei suoi soldati era di morire per lui.~ ~La 83 III| ad una rosa, ed egli ne era lusingato.~ ~Schmoll domandò 84 III| con tre donne. Una di loro era una buona borghese, che 85 III| finito il suo romanzo e qual'era il soggetto. Era uno studio, 86 III| e qual'era il soggetto. Era uno studio, in cui egli 87 III| Ella volle sapere se era un libro adatto per le signore, 88 III| poteva dire soltanto che era un senatore. Lo aveva visto, 89 III| ricco, o molto furbo.»~ ~Era così soddisfatto di questa 90 III| rifugiato sotto la tettoia. C'era Le Ménil. Ero di cattivo 91 IV| Uno stipo di legno di rosa era sormontato da una coppa 92 IV| coppa di vetro di Boemia che era sulla tavola, a portata 93 IV| Larivière.~ ~Egli sapeva bene ch'era ancora irritata, ch'era 94 IV| ch'era ancora irritata, ch'era rimasta vicino a lui fredda 95 IV| cappellino di lontra, sul quale era appuntato un rametto di 96 IV| scorso, a quest'epoca, c'era là una bella compagnia. 97 IV| di dignità regolare che era in lui. Credeva in lei per 98 IV| linguaggio, a cui egli non era abituato, gli avvelenava 99 IV| quello che essa faceva, non l'era altrettanto a ciò che diceva, 100 IV| Essendo di poche parole, era mille miglia lontano dall' 101 IV| di non farlo partire. Ma era troppo tardi: non voleva 102 IV| potevano rinviarsi; non era una vendita, ma tre vendite 103 IV| per l'America. Insomma, era impossibile che lo rivedesse 104 IV| sua partenza.~ ~Siccome era nel suo carattere di dare 105 IV| accorse che per Teresa non era naturale di sollevarle. 106 IV| a piedi, come al solito. Era notte, l'aria era gelata 107 IV| solito. Era notte, l'aria era gelata e tranquilla. Ma 108 IV| le fossero favorevoli. Era sola e voleva esser sola.~ ~ 109 IV| ritorno. Perchè? Che cos'era successo di nuovo, in quella 110 IV| non svanirebbe più. Cos'era successo? Niente. E questo 111 IV| prima racchiudeva quel che c'era di più segreto e di più 112 IV| più caro nella sua vita. Era un legame serio. S'era data 113 IV| Era un legame serio. S'era data colla gravità d'una 114 IV| difficilmente si sceglie. Nemmeno s'era lasciata prendere a caso 115 IV| sentiva, malgrado tutto, che era finita, e che ciò era naturale. 116 IV| che era finita, e che ciò era naturale. Pensava con fredda 117 IV| poichè lo amavo davvero. Era necessario, perchè mi dessi 118 IV| della sua carne quando s'era data. Si ricordava delle 119 IV| e i quadri della camera; era una camera d'albergo. Ricordava 120 IV| comprendeva bene.~ ~E quel ch'era avvenuto poco fa, quelle 121 IV| sopra di sè, tutto questo era lontano. Il letto, i lilla 122 IV| quando si passa per la via. Era senza amarezza, ed anche 123 IV| assenza d'una settimana, non era un tradimento, non era una 124 IV| non era un tradimento, non era una colpa verso di lei, 125 IV| una colpa verso di lei, era niente, ed era tutto. Era 126 IV| verso di lei, era niente, ed era tutto. Era la fine. Lo sapeva; 127 IV| era niente, ed era tutto. Era la fine. Lo sapeva; voleva 128 IV| pietra che cade, vuol cadere. Era un consenso a tutte le forze 129 IV| amato?» Non lo sapeva, e le era indifferente saperlo.~ ~ 130 IV| anni, durante i quali s'era data due e quattro volte 131 IV| visti tutti i giorni. Non era dunque nulla, tutto questo? 132 IV| aveva da lamentarsi. Ma era meglio farla finita. Tutte 133 IV| risoluzioni si cambiano. Era una cosa più grave: uno 134 IV| lusingata e distratta. Non era affatto sconvolta: non si 135 IV| di pietra, una passerella era gettata, fatta da una tavola 136 IV| stretta e flessibile. Vi s'era incamminata, quando vide 137 IV| riconosciuta e la salutava. Era Dechartre. Le parve notare, 138 IV| piaceva molto camminare; che era il suo piacere e la sua 139 IV| due volte imperatrice.~ ~– Era senza dubbio bella – disse 140 IV| riposa sulle acque. Il cielo era limpido. Le luci della città 141 IV| davanti alla sua porta, che era tre gradini più alta del 142 IV| accorsi poi che quel sorriso era diretto ad un garzone macellaio, 143 V| perduta e lontana da tutto. Era una sofferenza blanda e 144 V| specie di fine del mondo, era scomparso, molto semplicemente, 145 V| ridire. La signora Marmet era una specie di dama di compagnia 146 V| un risolino secco, che c'era ben tempo a scegliere gli 147 V| pronta partenza, tuttavia n'era inquieto. Avevano ripreso 148 V| suo partito far progressi. Era il momento di affermarsi, 149 V| Vence domandò se non era già stata parecchie volte 150 V| queste ragioni, e che si era troppo felici di leggere 151 V| Vence rispose che Choulette era molto occupato per il momento 152 V| mercante di vino in cui era solita andare, sia che fosse 153 V| subito che quel cordone non s'era staccato senza il permesso 154 V| meditazione. La cordicella era coperta da un grasso nero 155 V| cintura, e conobbe così che era chiamato a ricondurre alla 156 V| letterale e giudaico.~ ~Certo era che Choulette pubblicava 157 V| E, quando l'ingannava, era una cosa passeggera; dopo, 158 V| signora Marmet, e che non c'era niente di male in questo.~ ~– 159 V| Montessuy, quando la sua non era riconosciuta. Sapeva che 160 V| prima di addormentarsi. Era un romanzo. Voltava le pagine 161 V| che nella realtà non c'era nè Carmelo della passione, 162 V| lo sapeva, che l'amore era soltanto una piccola ebbrezza 163 VI| lo aveva mai saputo bene. Era come una sorgente, dapprima 164 VI| origine di quel desiderio. Non era la voglia di agire con Roberto 165 VI| alle Cascine, mentre egli era alla caccia alla volpe: 166 VI| simmetria. Roberto, che era sempre contento di ritrovarla, 167 VI| fosse per niente rotta, egli era diventato per lei un estraneo. 168 VI| interessava troppo. Ad un tratto era uscito dalla sua vita. Non 169 VI| appartamentino di Via Spontini le era così penosa, che subito 170 VI| frenetico o in un cupo stupore. Era questo, o qualche altra 171 VI| per il mese prossimo. Non era dunque inesplicabile che 172 VI| piccola via La Chaise.~ ~Era là, sotto il tetto di un' 173 VI| marito.~ ~La contessa Martin era venuta a vederla nel giorno 174 VI| vecchio scienziato mondano le era rimasto fedele. Era lui 175 VI| mondano le era rimasto fedele. Era lui che, l'indomani dei 176 VI| collera e di dolore. Essa era svenuta fra le sue braccia. 177 VI| mancava di discrezione. Era il suo migliore amico: pranzavano 178 VI| grigi il dabbenuomo, che era assai sensibile alla bellezza 179 VI| scheletro colle sue armi. Era una cosa impressionante, 180 VI| vecchie Bibbie.~ ~Ma egli non era contento. La casa era piccola, 181 VI| non era contento. La casa era piccola, male ammobiliata, 182 VI| sempre e non ci andava mai. C'era anche il Museo, dove non 183 VI| anche il Museo, dove non era mai entrata e che era curiosa 184 VI| non era mai entrata e che era curiosa di visitare.~ ~Sorridente, 185 VI| di fargliene gli onori. Era la sua casa. Le avrebbe 186 VI| degli animali la cui razza era da molto tempo scomparsa. 187 VI| considerare le comete. Ma egli era un saggio: da vent'anni 188 VII| Il diretto di Marsiglia era pronto, e sui marciapiede 189 VII| cielo. Grande come la mano, era l'infinito del viaggio. 190 VII| della riva Debilly. Egli s'era mostrato dolce, cortese, 191 VII| vecchia valigia di tela. Era quasi terribile; e, malgrado 192 VII| sordida. Si vide allora che era dipinta a fiori gialli, 193 VII| si rivelava. Choulette era un imbrattacarte, senza 194 VII| tese alla contessa Martin. Era una lettera di presentazione 195 VII| questa principessa; che era una persona buona e devota.~ ~– 196 VII| cominciava a comparire: era un viso magro di donna che 197 VII| lui, il regime attuale non era che ipocrisia e brutalità. 198 VII| attaccato alla sua professione, era urtata dalla violenza con 199 VII| non mostrava a nessuno. Era molto vivace e allegro. 200 VII| tentò ancora di leggere. Era affettuoso e buono; nella 201 VII| ho crudelmente sofferto. Era geloso. Lui, così buono, 202 VII| assicuro che la mia condotta era irreprensibile. Non ero 203 VII| mostrava la sua sorpresa. Si era sempre figurato Marmet come 204 VII| tormentata colla sua gelosia. Era, da parte sua, una prova 205 VII| fantasticherie. Choulette non s'era fatto rivedere. La notte, 206 VII| feroci, le fece quasi paura. Era quel che cercava. I suoi 207 VII| egli stesso allo spavento, era contento d'ispirare i terrori 208 VII| fantasiosa e leggera. Perciò era venuto a rassicurarsi vicino 209 VII| Teresa non rispose nulla. Era assopita. E Choulette ebbe 210 VIII| ombra del duomo di Firenze, era aspettato soltanto per colazione. 211 VIII| ancor debole e già generoso, era piena dell'inquieta dolcezza 212 VIII| giardini di Boboli, in cui era stata in un primo viaggio, 213 VIII| fece le colline di Firenze era un artista. Oh! egli era, 214 VIII| era un artista. Oh! egli era, gioielliere, incisore di 215 VIII| fonditore in bronzo e pittore; era un Fiorentino. Non ha fatto, 216 IX| ascoltava con un buon sorriso. Era un omino calvo, come quei 217 IX| cui mancava una gamba, ch'era stata sostituita collo stecco 218 IX| e gli chiese perchè non era andato con lei a visitare 219 IX| grossolane. Ho sentito che era semplice e buono. Gli ho 220 IX| diceva, l'arte italiana. Era stanca. Choulette si sedette 221 IX| caffè. La signora Martin era sorpresa che, cattolico 222 IX| cattolico e socialista com'era, Choulette parlasse con 223 IX| non si trovava più, ed era un disastro irreparabile; 224 X| rare. Essa li ascolterebbe. Era in questo modo che, il più 225 X| da trent'anni, e che gli era caro per la dolcezza dei 226 X| Renan a cavallo. Renan, era sgomenta di ritrovarlo dappertutto. 227 X| scienza ed alla voluttà. Era un Fiorentino, amico di 228 X| aspettavano il signor Dechartre. Era un po' in ritardo; temeva 229 X| perfezionamento attraverso il dolore era una crudeltà barbara, che 230 X| perchè?~ ~Egli si scusò: era appena passato all'albergo 231 X| brevissima toelette. Non era nemmeno andato a salutare 232 X| mai.~ ~Essa gli chiese se era passato prima a Venezia, 233 X| scintillanti.~ ~No, non; s'era fermato da nessuna parte.~ ~ 234 X| la guerra e la peste, s'era rifugiato a Rimini, da Paolo 235 X| annunziare che la tavola era pronta.~ ~Ella si scusò 236 X| all'italiana. Il suo cuoco era un poeta di Fiesole.~ ~A 237 X| bohèmien e il vagabondo, era stato ricevuto da quella 238 X| diede torto alla sua amica. Era un'abitudine francese – 239 X| dal momento che Savonarola era del loro parere, e, non 240 X| devoti nè casti. Il Perugino era ateo, e non lo nascondeva.~ ~– 241 X| nel suo cranio duro. Egli era villano ed avaro, e tutto 242 X| Vannucci da Perugia.~ ~– Era – egli disse – un uomo probo. 243 X| momento che il vostro Pietro era ricco – disse Choulette – 244 X| profumata per lavarsi le mani. Era un vaso cesellato e una 245 X| suoi scritti. Dechartre era più sincero: non gl'importava 246 X| rancore verso di lui, non era più malcontenta. Adesso, 247 X| più malcontenta. Adesso, era malcontenta di sè. E Roberto 248 X| persino senza una lettera. Era il suo amico, il suo solo 249 X| amava senza dubbio; ma non era troppo sensibile, troppo 250 X| Ma, in verità, non se n'era interessata che il giorno 251 XI| ma ad una cucina da fata. Era rustico e meraviglioso al 252 XI| sulle colline bionde. S'era da molto tempo preoccupato 253 XI| bastone. Quella Miseria era diventata una Pietà, e Choulette 254 XI| luce, che ella amava, le era indulgente. E, veramente, 255 XI| indulgente. E, veramente, era graziosa, bagnata in quel 256 XII| vivo e colorito, che le era sembrato di vederlo, l'adolescente 257 XII| bello del giorno. Dechartre era per lei l'anima di quelle 258 XII| interessava egli stesso.~ ~Come le era venuta questa simpatia? 259 XII| dormivano in lei. Adesso era ben decisa a tenerlo. Ma 260 XII| questa idea. Se Dechartre non era un tipo di amante, perdeva 261 XII| mattine una lettera che non era venuta. Era più felice l' 262 XII| lettera che non era venuta. Era più felice l'anno scorso, 263 XII| fare stampare. Inquieto, era corso a casa di lei.~ ~« 264 XII| convincervi.~ ~«Io non m'era affatto accorto che foste 265 XII| diceva – quella bestia era nel suo diritto.»~ ~A Parigi 266 XII| bocciato. La candidatura era già annunziata. In quelle 267 XII| della loro questione le era diventato così indifferente, 268 XII| Non aveva cambiato, lui: era lo stesso uomo di prima. 269 XII| uomo di prima. Lei, non era più la stessa donna. Erano 270 XII| egli è tranquillo.» Ed era questo, che le dava la maggiore 271 XII| Pensava a suo marito, ed era un pensiero doloroso. Le 272 XII| con voi. M'hanno detto che era uno scienziato, membro della 273 XII| Mi rispose ch'egli si era dedicato agli Etruschi per 274 XII| volete?» M'ha risposto che era quanto di meglio desiderava 275 XII| signora Martin sorrise. Ma era pensierosa: il cielo le 276 XII| principe, al contrario, era un grande ammiratore della 277 XII| lusinghiero. La pinacoteca era stata formata dal cardinale 278 XII| Caracci. Il suo antenato s'era compiaciuto a raccogliere 279 XII| imperatori romani. Dechartre era sul pianerottolo dello scalone 280 XII| la vostra galleria.~ ~Ed era vero che Dechartre aveva 281 XII| più impenetrabile. Essa era triste: gli parve fredda 282 XII| Egli si disse che per lei era nulla, che diventava importuno 283 XII| che adesso la temeva, e ch'era impaziente, timido e imbarazzato. 284 XII| Gli piaceva così, e gli era grata del turbamento e dei 285 XII| aveva trovata noiosa; ma gli era sembrata un po' triste.~ ~– 286 XIII| sulle ginocchia. La serata era fresca. La signora Martin, 287 XIII| d'una stanchezza felice. Era andata, con Miss Bell, Dechartre 288 XIII| aveva della finezza, ma era assolutamente incapace di 289 XIII| tavola.~ ~– Oh! Beatrice era proprio così, ne sono sicura. 290 XIII| Choulette dichiarò che era fra questi. Non credeva 291 XIII| che, sia detto fra noi, era un buon dottore di Bologna 292 XIII| aveva distinto nulla, non s'era commossa. Eppoi, ne conveniva: 293 XIII| sentiva; e quando seppe che era il genio di Dante, gridò 294 XIV| amicizia, di una dolcezza che era sincera. Perchè, veramente, 295 XIV| Perchè, veramente, non s'era mai sentita così calma e 296 XIV| a mezzo della scrittura, era sensibile alla forma delle 297 XIV| in cui la contessa Martin era già stata colla signora 298 XIV| signora Marmet. Ma Miss Bell s'era meravigliata che non avessero 299 XIV| abbastanza lavoro per vivere, se era contento. A tutte queste 300 XIV| saggezza al signor Choulette. C'era ad Atene un calzolaio chiamato 301 XIV| libri di filosofia e che era l'amico di Socrate. M'è 302 XIV| Stoppini, nativo di Stia. Era vecchio; aveva avuto delle 303 XIV| una moneta.~ ~Dechartre era vicino a lei. Gravemente, 304 XV| Emanuele aveva amato quand'era Duca di Savoia. Da trent' 305 XV| Da trent'anni, essa non era uscita nemmeno una volta 306 XV| sorpresi, e mormoravano. Era la veletta che gli aveva 307 XV| giovane e fiero. San Giorgio era in altri tempi il cavaliere 308 XV| alle altre? La ragione non era difficile a indovinarsi.~ ~ 309 XV| Cercava di rassicurarsi: forse era una lettera insignificante, 310 XV| alla signora Schmoll, che era adirata colla signora Marmet. 311 XV| supposizioni fossero infondate.~ ~Era ben chiaro: essa aveva un 312 XVI| di sè, straziato. Il male era esploso improvviso e violento, 313 XVI| Gridava verso di lei. Non era venuto con un proposito 314 XVI| confessato la sua passione, era stato per forza e suo malgrado, 315 XVI| lei stessa, perchè essa era per lui il solo essere che 316 XVI| al mondo. La sua vita non era più in lui: era in lei. 317 XVI| vita non era più in lui: era in lei. Doveva dunque saperlo, 318 XVI| sempre quel che voleva, ed era una tortura.~ ~Eppoi, gli 319 XVI| se aveste visto quanto era vuota prima di voi, sapreste 320 XVI| videro, nella notte ch'era discesa, venire verso di 321 XVI| voluttuosa.~ ~La valanga nera era passata. Le donne piangevano, 322 XVI| felice senza saperlo. Oh! era ben poca cosa; era soltanto 323 XVI| Oh! era ben poca cosa; era soltanto quel che occorre 324 XVI| rassegnazione così pronta: era quasi delusa di sfuggire 325 XVI| che colla sua follia egli era riuscito così presto.~ ~ 326 XVII| poetiche e pittoresche. Era come l'abbozzo d'una canzone 327 XVII| conduce a Dio.~ ~Il principe s'era alzato. Baciando la mano 328 XVII| Poi arrossì e si alzò: era rimasta offesa.~ ~ 329 XVIII| Dechartre davanti al cancello. Era serio e turbato: parlava 330 XVIII| specchio, dei tappeti; ed era tutto. Non aveva osato di 331 XIX| finestra. Andava ad Assisi. S'era vestito con una casacca 332 XIX| Avete ben ragione, signora. Era una Donna piena di forza 333 XIX| l'anima di San Francesco era più bella della mia. Pur 334 XIX| disse che San Francesco era il più amabile dei santi.~ ~– 335 XIX| morì beato, perchè in lui era la gioia insieme all'umiltà. 336 XIX| insieme all'umiltà. Egli era davvero il dolce cantor 337 XIX| della prima volta che s'era data per amore, la visione 338 XIX| brusca dell'irreparabile. Era sotto delle influenze più 339 XIX| e ne addolciva l'ardore. Era sprofondata nel turbamento 340 XIX| torto di darsi, quando non era libera; ma non aveva nemmeno 341 XIX| chiesto nulla. Forse non era per lui che una fantasia 342 XIX| e di più prezioso. Egli era forse incapace d'un vero 343 XIX| detto niente di quel ch'era stata per lui il giorno 344 XIX| tonaca bianca dei domenicani era così bella, a Santa Maria 345 XIX| trovarmi di bello, quel giorno? Era buio.~ ~– Ti vedevo camminare. 346 XIX| nonna di mio marito. Com'era la madre d'Andrea Chénier?» 347 XIX| raggiungerla qui, che Firenze era un villaggio in cui li avrebbero 348 XX| rassicurarla. Ma Teresa non era inquieta: guardava adesso 349 XX| di cotone scarlatto. Le era venuto un desiderio improvviso 350 XX| rivedere Or San Michele. Era così vicino! Attraverserebbero 351 XX| occhi. Tutta la sua allegria era svanita. Frattanto, ella 352 XXI| profumo. La coppa di Firenze era tutta fiorita.~ ~Viviana 353 XXI| di maggio, tutta la città era in gran giubilo. Le fanciulle, 354 XXI| Acciaiuoli!~ ~Ella sapeva dov'era, il Lungarno Acciaiuoli... 355 XXI| Lungarno Acciaiuoli... C'era stata di sera, e rivedeva 356 XXI| distesa agitata del fiume. Poi era venuta la notte, il mormorio 357 XXI| facciata di pietra sulla riva. Era ancora una fortuna, poichè 358 XXI| Ville, in piazza Manin, dov'era Dechartre. Era ancora una 359 XXI| Manin, dov'era Dechartre. Era ancora una fortuna che non 360 XXI| portato da uomini incappati, era tranquillo, in qualche parte, 361 XXI| fiorito...~ ~– Numero 18.~ ~Era una camera nuda d'albergo, 362 XXI| libro, non un giornale. Egli era là: Teresa vide una grande 363 XXI| una inquietudine orribile. Era successo qualcosa in quel 364 XXI| accorse che la sua mano s'era lacerata contro una spilla 365 XXI| questo impeto d'odio che non era nel suo naturale, si prese 366 XXI| guardò, calmissimo. Gli era venuta un'idea: aveva preso 367 XXI| aveva preso una risoluzione. Era semplice: egli perdonava, 368 XXI| subito, il suo furore s'era velato di tristezza; e adesso, 369 XXI| tristezza; e adesso, disperato, era lui che avrebbe voluto morire.~ ~– 370 XXI| perchè voi lo amiate?~ ~Era sbigottito dalla sorpresa, 371 XXI| cose, pensò ch'ella non era più sua, perchè apparteneva 372 XXI| civettuola, se egli non era deluso dopo il sogno sapiente 373 XXI| non lo sapeva più e che era cosa da niente. Mentiva 374 XXI| Lo sembravi un poco; era il mio trionfo. Cominciava 375 XXI| di moscato spumante. Ma c'era sul tavolino una bottiglia 376 XXI| coppa slabbrata d'opale. Era stato durante il suo primo 377 XXII| Trovatevi alla stazione.»~ ~C'era andata. Lo vide in un lungo 378 XXII| ad amarlo, e che quel ch'era successo sarebbe stato dimenticato, 379 XXII| venivano incontro. Il principe era bellissimo; Viviana camminava 380 XXII| legno. Non suonava, perchè era prigioniera. Ma voglio darle, 381 XXII| riconosciuto? Non credo. La piazza era già buia e piena di lumicini 382 XXII| Quel che l'inquietava, era la gioia sorniona del principe.~ ~– 383 XXII| Teresa rispose vagamente che era stata costretta ad andare 384 XXII| dei contadini.~ ~La verità era ch'egli proseguiva con un' 385 XXII| verso il proprio interesse. Era per tornare un grande proprietario 386 XXII| stazione, Miss Bell che era andata a vedere la sua campana, 387 XXII| con negligenza Teresa – era molta tempo che non l'avevo 388 XXII| Dechartre la conosce. Essa era bella, e cara ai poeti. 389 XXII| Marmet disse che Le Ménil era simpatico per i suoi modi 390 XXII| raccontato questi particolari, era mascherato da postiglione; 391 XXII| Miss Bell, disse che era ben dolente di non aver 392 XXII| aver saputo che Le Ménil era a Firenze. Certamente, l' 393 XXIII| sconosciuto banale e temibile ch'era stato visto alla stazione. 394 XXIII| antica in cui Teresa si era seduta il giorno della sua 395 XXIII| alla stazione e che non era dovuto al caso, ma che era 396 XXIII| era dovuto al caso, ma che era stato provocato da una lettera, 397 XXIII| libera?~ ~Ella pensò che era necessario mentire.~ ~– 398 XXIII| il nome.~ ~– Teresa, non era venuto per te? Non sapevi 399 XXIII| saggezza volgare. Rispose che era un proverbio giusto, ma 400 XXIII| giusto, ma brutale, e ch'era meglio tacere.~ ~– Dimmelo 401 XXIII| guance. Gli disse ancora ch'era insensato di tormentarsi 402 XXIII| foglia a foglia. Il silenzio era denso d'amore; essi gustavano 403 XXIII| Teresa gli domandò perchè era triste.~ ~– Poco fa, eri 404 XXIV| la città di Firenze.~ ~S'era decisa a partire. Suo marito 405 XXIV| ricevimenti. Il suo gruppo era sostenuto dall'opinione 406 XXIV| trattato d'agricoltura, era il più amabile dei dotti. 407 XXIV| offesa del consiglio ch'era venuta a chiedere, una notte, 408 XXIV| forse leggera. La partenza era stata fissata per il 5 maggio.~ ~ 409 XXIV| almeno la loro riunione era prossima, l'appuntamento 410 XXIV| chiamava – egli diceva: era Roma. Voleva vedere i cardinali. 411 XXIV| semplicissimo, violento e giocondo, era in definitiva l'unico linguaggio 412 XXV| XXV.~ ~Dechartre, era venuto a salutare le due 413 XXV| Teresa sentì quello che era per lei: le aveva dato della 414 XXV| Follemente inquieta, quando non c'era niente per lei alla posta, 415 XXV| lunghezza insopportabile. Era alla stazione prima dell' 416 XXV| Le rileggevo, di notte: era delizioso, ma imprudente. 417 XXVI| al livello della strada, era il casotto del portinaio, 418 XXVI| del secondo Impero, non era stata terminata. Il costruttore 419 XXVI| costruttore di tanti castelli era morto senza poter finire 420 XXVI| mobiliata di palissandro.~ ~Era la camera di sua madre. 421 XXVI| nella sua magrezza ardente. Era la sposa di Filippo Dechartre.~ ~– 422 XXVI| egli rispose sorridente – era buonissima, la mamma; intelligente, 423 XXVI| le sue idee di macchine. Era inventore e meccanico. Levava 424 XXVI| venivano mai. L'Imperatore era buono, ma non aveva influenza, 425 XXVI| di genio, ma la cui anima era affettuosa, e che serbava 426 XXVI| domandato il mio parere.~ ~– Era per farti brillare: avevo 427 XXVI| piaceva più del Primo, perchè era meno agitato; ma forse questa 428 XXVI| che cosa sia diventata. Era troppo sincera per diventare 429 XXVI| sono gelosa di Clara.~ ~Era ora di tornare, e non si 430 XXVII| fumo delle officine. Essa era contenta di sentirlo vicino 431 XXVII| riconosciuta. Il pericolo non era molto grande; e da quando 432 XXVII| osteria con camere mobiliate. Era un fabbricato sovracarico 433 XXVII| dell'amore, il tempo non era più segnato per loro che 434 XXVII| specie di sacro furore. Non era per la sua bellezza, benchè 435 XXVII| anima del suo corpo. Essa era quella donna che non si 436 XXVII| vederlo, glielo mostrò. Era, sopra un foglietto d'album, 437 XXVII| sorridendo la sera in cui era arrivata dalla signora Garain 438 XXVII| Temeva di dare scandalo. Ma era il giorno della grande interpellanza. 439 XXVIII| Teresa leggeva le lettere che era andata a cercare al mattino 440 XXVIII| Subito dopo colazione, s'era chiusa nella sua camera, 441 XXVIII| profumo d'amore: Giacomo non s'era mai mostrato più lieto, 442 XXVIII| scorresse tra i fiori. Se non era il dormente svegliato, era 443 XXVIII| era il dormente svegliato, era l'uomo ebbro che canta. 444 XXVIII| pagina di questa lettera era tenera e raccolta. Ne sfuggivano 445 XXVIII| osteria di via Reale dov'era solito andare; e là, tra 446 XXVIII| leggere. E, vedendo che era straziato dalla gelosia, 447 XXVIII| che, dubitare soltanto, era delizioso! Egli ha detto 448 XXVIII| anima, da fargli sentire che era sua interamente, in modo 449 XXVIII| erano niente, e che l'idea era tutto.~ ~Senza guardare 450 XXVIII| forza, la sua giovinezza. Era l'arbitro della moda, decideva 451 XXVIII| decideva delle eleganze ed era amato. I giovani copiavano 452 XXVIII| È qui, al Guerric, che era venuto in pieno inverno. 453 XXVIII| volevo che fosse quello!»~ ~Era un'idea fissa. Egli aveva 454 XXVIII| e tutto quel che diceva era vero, per la verità del 455 XXIX| casetta delle Ternes. Non le era stato difficile trovare 456 XXIX| uno sgabello altissimo, era in posa. La luce cruda che 457 XXIX| addolcito le impressioni penose. Era giunta nel momento in cui, 458 XXIX| quel che sei per me?... Era una pazzia!... Come potrebbe, 459 XXIX| aspettavo.~ ~– E lui non era alle corse di Dinard?~ ~ 460 XXIX| credeva di no; e, quello ch'era certo, si è che lei non 461 XXIX| certo, si è che lei non c'era. I cavalli e gli amatori 462 XXIX| ragione di nasconderglielo: era stato Daniele Salomon.~ ~ 463 XXIX| tavola, si alzò, salutò. Era molto grave: la sua lunga 464 XXIX| signora Martin a Dinard. Ma era stato trattenuto in Vandea, 465 XXX| giardini della scala. Egli era arrivato al mattino a Joinville. 466 XXX| principale del fabbricato era stretto fra due alti padiglioni, 467 XXX| la cui porta monumentale era sormontata dalla croce lorenese 468 XXX| Teresa replicò che la cosa era possibile, e che, pertanto, 469 XXXI| stava Berthier d'Eyzelles. Era un'intima e sobria colazione 470 XXXI| Montessuy, il gabinetto era caduto quattro giorni prima. 471 XXXI| della sua vita intima.~ ~Era tornata a Parigi col conte 472 XXXI| sapiente e d'ingenuità curiosa. Era nervoso, irritabile, inquieto; 473 XXXI| amore senza offenderlo. Ed era, per Teresa, una meraviglia 474 XXXI| frazioni della Camera.~ ~Egli era inquieto. Si vedeva circondato 475 XXXI| Destra, che buona opposizione era mai; minacciosa, candida, 476 XXXI| interno.~ ~Garain, che non era cinico, non rispose niente.~ ~– 477 XXXI| farebbe N***, la cui presenza era necessaria nel gabinetto 478 XXXI| parlamentare; insegnargli che c'era una commissione dell'esercito, 479 XXXI| ci avrebbe rovesciati. Ed era un generale qualunque, un 480 XXXI| illusione e menzogna. – Era quasi tranquilla nella sua 481 XXXI| cattivo del loro amore, era stato quand'erano lontani 482 XXXI| ingannata. Colui che le era sembrato di vedere, non 483 XXXI| vedere, non esisteva più, non era mai esistito. Era un fantasma 484 XXXI| più, non era mai esistito. Era un fantasma visto nei limbi 485 XXXI| quella limpidità d'anima che era piaciuta a Teresa in altri 486 XXXI| dimenticarvi. Dopo quel ch'era successo, era ben naturale, 487 XXXI| Dopo quel ch'era successo, era ben naturale, non è vero? 488 XXXI| fatto di tutto. Certamente era meglio dimenticarvi. Ma 489 XXXI| equipaggio. Manovravo con loro: era una distrazione.~ ~Tacque. 490 XXXI| attristata, sopratutto annoiata. Era per lei una cosa assurda 491 XXXI| avevo perduta, la colpa era mia. Bisognava sapervi conservare. 492 XXXI| n'ero accorto, perchè non era per questo che vi amavo. 493 XXXII| XXXII.~ ~Era un venerdì, all'Opera. Il 494 XXXII| venerdì, all'Opera. Il sipario era calato sul laboratorio di 495 XXXII| suo atteggiamento. Essa era molto guardata. Si era saputo, 496 XXXII| Essa era molto guardata. Si era saputo, al mattino, che 497 XXXII| miei cavoli in Turenna.~ ~Era in una delle sue ore di 498 XXXII| professione sono buoni. Era l'opinione di Napoleone, 499 XXXII| azione politica. Egli non era nè senatore, nè deputato, 500 XXXII| designati.~ ~Il sipario s'era alzato sull'osteria del 501 XXXII| Albertinelli della Spina, era venuta a Parigi a ordinare 502 XXXII| Del resto, suo marito era là: potevano domandarglielo.~ ~ 503 XXXII| segno a Paolo Vence, ch'era vicino a lei:~ ~– Non vi 504 XXXII| Ménil?~ ~– Sì, Roberto. Era nella sala poco fa.~ ~La 505 XXXII| la fine dell'intermezzo s'era taciuta da un momento. Nel 506 XXXII| bellissima. Mi dice che era ormai celebre, e sono stata 507 XXXII| tempo di Grévy, che pure non era una bestia, si intercettavano 508 XXXII| desideri e la loro imbecillità. Era un saggio, chi ha scritto: « 509 XXXII| stretta da una cintura d'oro, era aperta ai fianchi sulla 510 XXXII| navigato sul Mediterraneo; poi, era stato a caccia a Sémanville.~ ~– 511 XXXII| sentiva. La sua anima s'era dileguata per la piccola 512 XXXII| saputo che Martin-Belléme era nominato ministro. Egli 513 XXXII| vasto all'Istituto. Il suo era oscuro, stretto, insufficente 514 XXXII| tenere Rosebud. Il mare era triste.~ ~E calmo, energico, 515 XXXIII| partire muto e desolato. Era rimasta sorpresa, accasciata. 516 XXXIII| accasciata. L'accidente era stato così assurdo e così 517 XXXIII| fuggiva senza ritorno.~ ~Dov'era adesso? Che si diceva, da 518 XXXIII| Che si diceva, da solo? Era per lei un supplizio, non 519 XXXIII| Teresa, senza accorgersene, s'era lacerata la mano ai fermagli 520 XXXIII| fantasmi delle ore antiche: era la realtà presente del suo 521 XXXIII| cose! Fortunatamente, non era possibile. Il suo amore, 522 XXXIII| potuto correr da lui, com'era là, mezzo svestita, nella 523 XXXIII| vedere che lo amava, che era la cosa sua, il suo tesoro 524 XXXIII| sue impressioni. Berthier era riservato, gli altri restavano 525 XXXIII| andare in un mondo che non era il suo, e che senza dubbio 526 XXXIII| Vedremo più tardi...~ ~Egli era stanco, affranto. Le augurò 527 XXXIII| notte. Guardò l'orologio: era l'una e mezzo.~ ~Disse dentro 528 XXXIII| Quello che l'angustiava, era di sentirsi là, prigioniera, 529 XXXIII| gli spiegherebbe tutto. Era così chiaro! Nella monotonia 530 XXXIII| amato che lui. La disgrazia, era che la notte fosse così 531 XXXIII| voci che si rispondevano. Era un ubriaco che, camminando 532 XXXIII| suo amor proprio.» Ma lui, era geloso con una mostruosa 533 XXXIII| sapeva, che in lui la gelosia era una tortura fisica, una 534 XXXIII| trattoria. Sentiva che il colpo era stato portato a caso nel 535 XXXIII| Come non comprenderebbe? Era meglio che sapesse tutto, 536 XXXIII| tutto, poichè questo tutto era niente. Essa ruminava sempre 537 XXXIII| alla finestra: il cielo era nero e confuso colla terra 538 XXXIV| vide in uno specchio.~ ~Era livida, con delle chiazze 539 XXXIV| Egli entrò. Vide che era inzuppato di pioggia e di 540 XXXIV| no, non t'ho, ingannato. Era forse possibile? Forse che...~ ~ 541 XXXIV| velarsi e riapparire. Poi s'era messo a contare le finestre 542 XXXIV| cura minuziosa. La pioggia era cominciata a cadere. Era 543 XXXIV| era cominciata a cadere. Era andato al Mercato, aveva 544 XXXIV| hai l'aria contenta.» Si era assopito sulla panchina 545 XXXIV| sulla panchina di cuoio. Era stato un buon momento.~ ~ 546 XXXIV| Giacomo.~ ~Le fece segno che era inutile che parlasse. Eppure, 547 XXXIV| respingeva in anticipo, ma era tutto quel che l'interessava 548 XXXIV| che vi diceva questo? No? Era uno straniero, uno sconosciuto...~ ~ 549 XXXIV| passato. In quel tempo, era stata gettata, sola, in 550 XXXIV| mondo orribilmente banale. Era successo l'inevitabile: 551 XXXIV| aveva ceduto. Ma subito s'era pentita. Oh! se egli sapesse 552 XXXIV| sono stata tua.~ ~Egli s'era messo a camminare nella 553 XXXIV| altra donna, quella che non era te?~ ~Teresa lo guardò, 554 XXXIV| stazione?~ ~Gli disse com'era venuto a ritrovarla in Italia, 555 XXXIV| come, dal giorno in cui s'era data nel padiglione della 556 XXXIV| Si ricordò che suo marito era ministro. C'erano per lei 557 XXXIV| finiva di far colazione. Era atteso al tempo stesso al 558 XXXIV| tazza di caffè, quasi vuota, era sulla tavola. Egli la guardò 559 XXXIV| voluta, chiamata, forse. Ma era troppo tardi; e, del resto, 560 XXXIV| far diversamente. Eppoi, era naturale, perchè t'amo; 561 XXXIV| come il suo sguardo. Si era seduta vicino a lui. Lo 562 XXXIV| raccontò fedelmente quello che era successo all'Hôtel Gran 563 XXXIV| aveva incoraggiato a venire. Era la pura verità.~ ~Era la 564 XXXIV| venire. Era la pura verità.~ ~Era la verità. Ma il veleno 565 XXXIV| sapeste che povera cosa era!~ ~– So quello che donate. 566 XXXIV| giornali che, essa pure, era venuta là, ed era scomparsa, 567 XXXIV| pure, era venuta là, ed era scomparsa, travolta nell' 568 XXXIV| bell'amore non finisse più! Era meglio non nascere. Sì, 569 XXXIV| stati uno per l'altro... era vano, era inutile. Ci si 570 XXXIV| per l'altro... era vano, era inutile. Ci si spezza uno 571 XXXIV| congiunge mai!~ ~Si ribellò: non era possibile ch'egli non sentisse 572 XXXIV| non sentisse quello che era per lei.~ ~E, nell'ardore 573 XXXIV| Poi, sentendo che tutto era finito, girò intorno lo