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Dopo pranzo, Miss Bell disegnava nel salotto. Tracciava sul canovaccio dei profili di Etruschi barbuti, per un cuscino che doveva ricamare la signora Marmet. Il principe Albertinelli sceglieva le lane con un gusto femmineo delle sfumature. La sera inoltrava, quando Choulette, che aveva, secondo il solito, giuocato a briscola col cuoco, dal trattore, apparve, giocondo e come pieno dello spirito di un dio. Andò a sedersi sul canapè, a fianco della signora Martin, e la guardò teneramente. Una voluttà spumeggiante gli scintillava negli occhi verdi. Egli l'avvolgeva, parlandole, di lodi poetiche e pittoresche. Era come l'abbozzo d'una canzone amorosa che improvvisava vicino a lei. Con frasi brevi, tormentate e bizzarre, le diceva il fascino che ella emanava.
– Anche lui!
E si divertì a stuzzicarlo. Gli chiese se non aveva trovato a Firenze, nei quartieri bassi, qualcuna di quelle persone alle quali indirizzava le sue preferenze. Perchè le sue simpatie si conoscevano. Aveva un bel negarlo: si sapeva a quale porta avesse trovato il cordone del suo terz'ordine. I suoi amici l'avevano incontrato sul Boulevard San Michele con delle ragazze senza cappello. Il suo gusto per queste disgraziate creature si ritrovava nei suoi più bei poemi.
– Oh! signor Choulette, per quanto posso giudicarne, le vostre predilette sono persone poco per bene.
– Signora, voi potete raccogliere il grano delle calunnie seminate dal signor Paolo Vence e gettarmelo a manate. Non me n'importa. Non è necessario che sappiate ch'io sono casto e che ho l'anima pura. Ma non giudicate con leggerezza quelle che voi chiamate delle sciagurate, e che dovrebbero esservi sacre, poichè sono delle infelici. La ragazza disprezzata e perduta, è l'argilla docile al pollice del divino vasaio: è la vittima espiatoria e l'altare dell'olocausto. Le prostitute sono più vicine a Dio, delle donne oneste: esse hanno perduto la superbia e si sono spogliate dell'orgoglio. Non si glorificano del nulla di cui la matrona si onora. Possiedono l'umiltà, che è la pietra angolare delle virtù dilette dal Cielo. Basterà loro un rapido pentimento per esservi le prime, perchè i loro peccati, senza malizia e senza gioia, portano in se stessi l'espiazione e il perdono. Le loro colpe, che sono dei dolori, partecipano dei meriti inerenti al dolore. Schiave dell'amore brutale, si sono private d'ogni voluttà; e per questo si avvicinano agli uomini che si sono resi eunuchi in vista del regno di Dio. Esse sono come noi, colpevoli; ma la vergogna scende sul loro delitto come un balsamo, la sofferenza le purifica come un carbone ardente. Per questo, Dio accoglierà il primo sguardo ch'esse leveranno verso di lui. Un trono è preparato per loro alla destra del Padre. Nel regno di Dio, la regina e l'imperatrice saranno ben liete di sedersi ai piedi della donna di giro. Perchè non dovete credere che la casa celeste sia costruita secondo il disegno umano. Tutt'altro, signora!
Tuttavia ammise che c'erano diverse strade per arrivare alla salvezza. Si poteva seguire quella dell'amore.
– L'amore degli uomini è basso – disse – ma si eleva in una dolorosa salita e conduce a Dio.
Il principe s'era alzato. Baciando la mano a Miss Bell, le disse:
– A sabato.
– Sì, dopodomani, a sabato – rispose Viviana.
Teresa trasalì. Sabato! Essi parlavano di sabato tranquillamente, come di un giorno qualunque e vicino. Fino a quel momento, ella non aveva voluto pensare che sabato verrebbe così presto e così naturalmente.
Si erano lasciati da mezz'ora. Teresa, stordita e stanca, fantasticava nel suo letto, quando sentì picchiare leggermente alla porta della camera. Il battente si aprì e la testolina di Viviana apparve fra i grandi cedri dipinti della portiera.
– Vi disturbo, darling? Non avete sonno?
No, darling non aveva voglia di dormire. Si sollevò sul gomito. Viviana si sedette sul letto, così leggera che non lo scompose nemmeno.
– Darling, so che voi avete molto giudizio: ne sono sicura. Voi siete ragionevole come il signor Sadler è violinista. Quando vuole, egli suona con un po' di artifizio. E voi pure, quando non ragionate proprio giustamente, è perchè vi procurate un piacere da virtuoso. Oh! darling, voi avete molto senno e giudizio. Ed io vengo a chiedervi un consiglio.
Sorpresa e un po' inquieta, Teresa negò, con sincerità, di avere del giudizio. Ma Viviana non l'ascoltò.
– Ho letto molto Francesco Rabelais, my love. È in Rabelais e in Villon che ho imparato il francese. Sono dei vecchi maestri eccellenti di lingua. Ma, darling, conoscete voi il Pantagruele? Oh! Pantagruele è una bella e nobile città, piena di palazzi, nell'alba risplendente, prima che siano passati gli spazzini. Oh! no, darling, gli spazzini non hanno ancora levato le immondizie, e le domestiche non hanno lavato i pavimenti di marmo. Ed io ho visto che le signore francesi non leggevano Pantagruele. Non lo conoscete, no? Oh! non è necessario. Nel Pantagruele, Panurgo domanda se deve sposarsi, e si copre di ridicolo, my love. Ebbene, io sono altrettanto ridicola come lui, perchè vi faccio, la stessa domanda.
Teresa rispose con un malessere che non nascondeva:
– Oh! quanto a questo, cara, non mi domandate niente. Vi ho già detto il mio parere.
– Ma, darling, voi avete detto soltanto che gli uomini hanno torto ad ammogliarsi. Non posso prendere il consiglio per me.
La signora Martin guardò la testolina infantile di Miss Bell, che esprimeva bizzarramente il pudore amoroso. Disse, baciandola:
– Cara, al mondo non c'è un uomo abbastanza squisito e delicato per voi.
Poi, con un'espressione d'affettuosa gravità:
– Voi non siete una bambina: se siete amata e se amate, fate quello che credete di dover fare, senza mescolare all'amore degli interessi e delle combinazioni che non han niente a che fare col sentimento. È il consiglio di un'amica.
Miss Bell esitò un momento a comprendere. Poi arrossì e si alzò: era rimasta offesa.