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Prescriveva questo articolo molto conosciuto, che i creditori in mancanza del denaro, potessero essere padroni della persona del debitore ed arrivava a tal punto di crudezza da decretare che «a chi non potesse pagare, si tagliassero le carni e fra i creditori si dividessero.»
Il povero autore trovasi dunque assai a mal partito, e da ogni porta, all'angolo d'ogni strada, mentre usciva da una taverna, o svegliandosi nel suo letto dopo aver fatti orribili sogni, gli pareva di vedere dovunque delle brutte faccie che gli intimavano un poco gradito ritornello su tutti i toni e senza che l'orchestra ne accompagnasse le smorfie... Pagare!... pagare!... pagare!...
Vedeva per di più le lunghe braccia della legge coi suoi artigli inesorabili pronte a ghermirlo.
La sua vita era divenuta un vero inferno!... – Usciva di notte a guisa dei gufi, ed unico conforto restavangli gli abbracci di Nidia che lasciava furtivamente la casa di Momus per andarlo a trovare nei buggigattoli che gli davano ricovero.
C'era qualche cosa di strano nell'amore di questa fanciulla che in mezzo al vizio per cui era cresciuta, conservava sola virtù della sua anima contaminata, l'affetto per il giovane poeta. Esso le diveniva sempre più caro. Vicino ad essere nulla per gli altri, istintivamente essa sentiva che egli diveniva tutto per lei!... Essa per lui, tutto!
Tra i fiori della sua corona da baccante Nidia trovava un fiore non avvizzito nelle orgie, non profanato!... quasi puro!... ed era il suo amore!...
Fra quelle rose che appena sfiorate si tornavano ad intrecciare, v'era un giglio che non si staccava mai!... che non appassiva!... del quale con ogni cura essa alimentava la freschezza.
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Una mattina fattasi bella, attagliata con grazia alla vita le sue più belle vesti, profumatisi i capelli, Nidia si guardò nello specchio, felice che la giovinezza mandasse tanti lampi del suo sguardo e comunicasse tanti palpiti al suo cuore.
Essa andò alla finestra della sua stanzetta... ed aspirò con voluttà l'aria tiepida di una di quelle mattine di primavera a cui si sente congiunta tanta poesia!...
La campagna! era un bel tappeto verde, colle sue margherite bianche che vi spiccano sopra come un ricamo intrecciato da quella sapiente creatrice d'ogni più splendida bellezza che è la natura!...
Gli alberi avevano le loro foglie ingemmate dalla rugiada. Sotto l'immensa luce dell'aurora che si disegna sull'orizzonte avvolta nel suo manto di porpora, quelle goccie d'acqua assomigliano a diamanti e riflettono mille bagliori.
Le viole sorgono al margine dei ruscelli.
Le onde sembrano d'argento!... il loro mormorìo pare un sospiro.
Da per tutto luce!... profumo!... armonia!... stormir di fronde, canti di augelli, serenità di cielo, parole arcane d'amore dette in mille lingue!...
Dalla voce di qualche fata invisibile, che aggiravasi intorno a lei, pareva a Nidia d'ascoltare i racconti favolosi dei fiori e delle piante e delle montagne, e delle riviere incantate, che Plauto frammischiava spesso alle sue commedie.
Esso gliela raccontò un giorno la bella storia d'un ruscello, l'eterno orologio del bosco!...
Essa lo vidde zampillare di pietra in pietra, passare tra radice e radice, felice di poter dissetare lo stanco cacciatore colle limpide sue acque.
Come è bello, quando il sole ne bacia le onde mentre egli si distende sotto a migliaia di fili d'erba e di fiori.
Poi sparisce e schizza fuori più innanzi fra il musco o tra le pietre, come una specie di enigma di cui nessuno sa trovare la sorgente.
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Nidia, per la quale il ruscello al cui margine potesse assidersi con Plauto, rappresentava in quel momento tutta la poesia dei suoi vaghi vaneggiamenti, pensava a quanto aveva sentito raccontare e si ricordava che una bella nuvoletta aveva lasciato cadere nell'angolo più segreto d'un bosco la goccia d'acqua che prima animò quel gaio e gentile abitatore degli ombrosi campi!...
Il vagabondo spiritello che salta fuori da per tutto, e che ti è tra i piedi quando scorri la campagna, mentre meno te lo aspetti!...
Nidia lo vedeva scorrere, scorrere col suo dolce mormorìo, fecondando le fresche erbe ed agitando i rami flessuosi che tuffavano nel suo seno la testa!....
Sul suo margine morbido e bello, essa vedeva crescere dei fiorellini color cielo!... e di balzo in balzo lo vedeva saltellare come un camoscio, poi piegarsi… e passar via timido e quieto. Ardito e forte lo vedeva poi avventarsi dagli erti gioghi della montagna, e precipitare alla valle, mentre cogli sprazzi delle sue acque il sole si diverte formando dei graziosissimi miraggi e riflettendovi iridi variopinte!... Lo vedeva aggrapparsi ai massi, alle erbe ed ai rami, quando cristallizzato dal freddo vi appende le sue belle perle che scintillano.
Soltanto quando d'inverno la natura agonizza, egli si rattrapisce... si stringe a poco a poco nel suo letto, e poi fattosi tutto gelo divien muto.
Ma ora la primavera spiegava intorno alla fanciulla la pompa di tutti i suoi splendori, ed il ruscello coi suoi fiori, colle sue cadenze armoniose, colla sua poesia infine, pareva che le dicesse:
"Vieni!.. in un così bel giorno, le mura della città sono una triste cosa!...
"Vieni!.... quì più libera è l'aria che si respira!... quì le labbra possono avvicinarsi liberamente e scambiare il bacio!...
"Qui nessuno ascolta le vostre parole, e se io le sento, le confondo coll'armonia che io spargo a me d'intorno, e le porto con me!...
... Nidia che nel melanconico abbandono della sua anima sognava fiori, aria e luce; quella poesia infine che era amore!... sentiva che la casa di Momus altro non era che un'odiosa prigione!... Accio si sarebbe in quel momento nascosto in qualche brutto antro, pauroso che un quirito in nome della legge gli togliesse la libertà della persona, vendicandosi così per non potergli togliere quello del pensiero.
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Una porta bruscamente si aperse dietro lei.
Vidde Momus, e sul volto del mercante trovò espresso il più brutto sorriso che potesse rendere orridamente deforme il sinistro suo volto.
«Bella mia!... disse egli, se ti sei fatta leggiadra per avere un bacio di più dal tuo istrione, puoi togliere quel fiore dai tuoi capelli, e slacciare le aggraziate pieghe della tua veste!...
«Accio?!.. esclamò volgendosi la fanciulla. Essa pronunciò quel nome con tale impeto di curiosità, di timore e di espansione, che il vecchio la guardò più fissamente.
«Accio!... rispose egli, farà senza delle tue visite. Oh lo so... proseguì Momus, che quando esci di casa per un pretesto o per un altro, vai a corrergli dietro!... ma la è finita una buona volta, per gli Dei!... e potrà essere frustato come io saprei frustar te, ora che ha un padrone anche quel poetastro buono a nulla. La vedremo se continuerete a far la commedia!...
«Povero Accio!... mormorò Nidia; e toltosi dai capelli il fiore che vi aveva appuntato, lo baciò senza degnare d'uno sguardo il vecchio mercante. Ne' suoi occhi era spuntata una lagrima. – Essa aveva tutto compreso. – Un debitore erasi impadronito di Plauto, e venuto ad una convenzione cogli altri, avevalo fatto cosa sua.
Come lei, egli pure era schiavo!...
Momus in faccia al sincero dolore della fanciulla, accontentossi di scrollar le spalle e si ritirò mormorando:
«La sarà almeno finita!....