Ulisse Barbieri
Poesie varie

CHE FANNO AL MONDO (all'Amico ALESSANDRO M..........) CICALATA

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CHE FANNO AL MONDO

 

(all'Amico ALESSANDRO M..........)

 

CICALATA

 

Diletto amico, or mo senti un'istoria

Che per diporto un , a narrar t'appresi:

Un rompicollo, quale io pur mi sono,

Che al certo non vuo' star co' santi in chiesa

Già ti so ben, ma questo poi non toglie

Che se leggiero di cervel, di sasso

Ti batta in petto un cor, come a certuni

Eroi della prudente opra, del detto...

Ch'anzi in versar sovra taluna piaga

Fremer ti vidi generosa bile...

È ver che tanto converria star zitti,

Perché dar fiato al vento è logorarsi

Il polmon, pari a quel che a quanto è detto,

Volea asciugar il mar con un cucchiajo

Ma dacché siamo in ballo, danziam pure,

Già tra noi lo facciamo, e ben mi rido,

S'altri poi torca il naso; e ti sovviene

L'antico adagio, che la lingua batte

U' il dente duole? or se talun s'offende

Avrò côlto nel segno... e tiriam dritto.

Che fanno al mondo?... mi chiedesti un giorno

Ammiccandomi alcuni, d'una goffa

Ricercata eleganza imbellettati,

Sfoggiatori di spilli e di cravatte,

Di paletot, gilet... Che vanno, vengono,

D'uno in altro caffè... dall'uno all'altro

Magazzino di mode, a cui sul labbro

Suonano eterni, ed in stucchevol modo

Eternamente sciocchi..., i nomi insigni

Dell'Essler, della Rich, della Taglioni,

Quali ce li dipinse il gran Parini

Col suo fino sarcasmo, e a cui s'addice

Di leoni l'epiteto emulato,

Onde a ragione il Veneziano Vate,

Bestie li disse ognor per eccellenza.

Alla strana domanda io ti risposi:

Mangiano, giran, giuocan, parlan, fumano;

Cose che come vedi assai li aggrava,

E sul libro dorato della storia

Inciderà i lor nomi... E che?... ti pare

Che sia sì picciol cosa, abbottonarsi

La zimarra onde spicchi snello il fianco?...

L'adattarsi il cappello? l'accurata

Scelta di questo o quel calzon che meglio

S'addica al genio dell'inquieta mente?...

E poi... non ti par nulla l'alternato

Pensare al come debban fugar l'ore?...

Il cinguettar tra una boccata e l'altra

Dell'Oriental prodotto, in vorticosi

Spire scomposto, a dritta ed a rovescio

Di tutto e di ciascun?... stringere i nodi

Della mente, onde trarne ricchi

Delle esperte menzogne... è ver che nulla

Sapran di quanto dicono, ed ignoti

Quelli di cui sparlâr, saranno ancora.

Che importa! è disprezzar d'uopo ogni cosa

Onde parer saputi... e male o peggio

Dire d'ognun; però non starti a credere

Che vuoti sien per questo di cervello...

E' ti san dir che le più belle stoffe

Dall'Anglia o dalla Francia a noi sen vengono,

Che a Milano è sortito il figurino,

Da Paris per telegrafo trasmesso,

Perché già si sa ben che da Parigi

Le leggi den venir; che dalla poppa

Ancor non s'è spoppata la Piccina ...

Sin che davver si spoppi e mostri quanto

Possa, ove del valor s'armi e del dritto.

Che un uomo d'alto grado a trenta passi,

De' sfidarsi con chi gli pesti un callo,

Che la signora B di mezzanotte

Ricevette l'amante, e la vezzosa

Signora C a dispetto del marito

Fa l'occhio dolce a Tizio... e Tizio dice

Che gli affari gli vanno a gonfie vele

Ch'è appien felice... ed è servito il gonzo

Anco se il gonzo invece il ben servito

Diè come accade a spasimante amico.

E infin tant'altre belle cosettine

Che come vedi dan molto da fare.

Al postutto essi sono gli ambulanti

Gazzettini del giorno... e tu mi chiedi

Gente cotale cosa fanno al mondo?

D'ogni sorta ven vogliono, o mio caro,

Ed è proverbio antico, che non falla.

Si ride, e si fa ridere. A te dunque

Guarda, pensa, risolvi e a collocarli

Al posto lor non durerai fatica.

Deh salvete, o sublimi! e or che ci siete

Per un sbaglio al certo, vi restate.

 

Mantova, Novembre 1863.


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