Ulisse Barbieri
Poesie varie

RIMEMBRANZE UN SOGNO

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RIMEMBRANZE

 

UN SOGNO

 

Già di fitte tenèbre si copriva

Il Cielo e belli di lor calma luce

Sfavillavano gli astri. Armonizzava

Il Creato una santa melodia

D'amore, e il dolce mormorio dell'aura,

Dell'usignuol la nota mestamente

Cara spingea la mente involontaria

A svolger quelle pure aspirazioni

Senza cui non è vita. Allor le molli

Pupille chiuse al sonno, ed il pensiero

Tacque. Ma non col sonno accavalcarsi

Immagini ad immagine. Una, sola

Bella, radiante, sfolgorommi innanzi

Nella magica possa ond'ella adorna

Prima mostrossi alle abbagliate ciglia

Il primo che in lei lo sguardo io fissi,

E da quel guardo mi discese al core

Un'arcana dolcezza, una febbrile

Ansia di lunghi rapimenti, il dolce

Vagheggiar d'una speme, onde si mesce

Il dolore e la gioja, e tutto è bello,

Anche la morte quando fia divisa;

Fu sogno il mio?... tanto almen protrarsi

Possa che la mia stanca anima trovi

Un istante di calma, e una dolce ora

Di delirio l'allieti. Tutto fugge

Innanzi all'uomo, e sono ahi! ben caduche!

Le gioie che ne screziano il cammino!...

Oh! angelica sembianza che fra il sogno

Nell'ebbrezza profonda d'un istante,

Tanto m'hai gioja quì nel core infusa,

Che mesta senza te la vita scorre...

Deh! a me non t'invola aereo spirto

Dimmi! deh... dimmi ove cercar ti debbo!...

Col guardo intento e d'un'arcana speme

Animato pur sempre, in ogni stella

M'affisserò che ad ogni canto, a ogni aura

Che l'orecchio mi sfiori, la tua voce

Cara e gentil, come armonia divina

Persuaderammi l'alma, e dell'Eliso

Non avrò invidia se tu meco in terra

Dividerai la mia grama esistenza!...

D'amor, lo credi, ha d'uopo ogni Poeta.

Oh! perché sgorghi altiero, o lieto il canto

Dalle sue labbra trepidanti sempre,

Perché il pianto ed il gemito raccolga

E l'infame tripudio della colpa,

E in faccia al mondo l'indignato scagli

O il tremebondo accento, ognor d'un cuore

Ardente e casto che col suo s'unisca

Egli ha d'uopo: d'un cor che lo comprende!...

D'un sorriso ove possa inebbriarsi,

E d'una mano che la sua riarsa

Or dall'ira talor resa tremante

D'alta pietà gli stringa, e sul suo seno

Riposi ancor lo stanco capo, dove

Tanta ferve d'immagini convulsa

Continua lotta!... Ei non sarà mai grande

Tanto siccome allor ch'egli alla donna

Ch'elesse inspiratrice de' suoi Canti

Dirà fremendo nel fervor d'un bacio:

A te... a te sola tutta la mia gloria!...

Di quanti beni sol fabbro è l'eterno

Il tuo amore vogl'io, e s'anco l'uomo

Tutto il livor sopra di me scagliasse

Il tuo amore mi basta!... Co' miei Canti

Qui, nel mio cor vivrai eternamente!...

Separati dal mondo, ne fia mondo

Il nostro affetto sol, quanto ci attornia

Sol d'amor ne favelli, ed ei ne tessa

Un eterno concento... Ancor sul labbro

Mormorava la supplice parola...

Sull'ingenuo sembiante si diffuse

Un soave sorriso, troppo bello

Per esser mortale, promettente

Di troppo cara speme per durare

Più d'un istante, e quell'istante volse!...

Tesi le braccia con supremo sforzo,

Di luce un raggio mi colpì le ciglia,

Era luce comun, raggio di sole!...

Ma dell'anima il raggio... era sparito.


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