Raggio divin, fatidico,
Onde
il mio core ha vita,
Da
cui supremo ha un palpito
Quest'anima
rapita
Nel
tuo sorriso ingenuo
Fulgi
dinanzi a me.
Non vo' di gemme splendida
La
tua leggiadra chioma.
Neppur
quel turpe fremito
Che
voluttà si noma,
Ma
sol d'amore un'estasi
Ch'abbia
d'amor mercè.
Anche la fiamma spegnesi
Quando
la brezza tace,
Manda
un baglior dal cenere
E
come morta giace,
Se
le scintille tremule
Dal
vento non s'aizzar.
Faro che il guardo trepido
Attira
del nocchiero
E
fra le cupe tenebre
Additagli
il sentiero
Che
dai sconvolti turbini
Salvo
lo può guidar,
Fulgi tu a me nel dubbio
Senso
che il cor m'invade,
Fa
che ti possa scorgere
Angiolo
di pietade,
Tendi
la mano al misero
Io
t'ergerò un altar! ...
Ahi!... che piangendo cercoti!...
Invan
scorrendo spazi
La
fantasia si svincola,
Che
sol rinviene strazi,
Onde
più mesta tacesi,
Illanguidisce
e muor.
Forse ancor tu nel roseo
Abisso
che dischiude
Fra
le carole dubbie,
La
vittima che illude
La
menzognera insania
D'un
stuolo ingannator,
Sparisti, e già nel trivïo
Gemi
avvilita e impura,
Obliando
stolta, e misera,
Divina
creatura
Che
di più eletto spirito
T'aveva
adorna il ciel!...
Forse senz'una lagrima
Fra
il numero dei tanti
Che
perché puri e poveri
Muoiono
non compianti,
Per
te adorata vergine
Si
schiuse il cupo avel?...
E nel sorriso angelico
Dell'occhio
tuo sereno,
Priva
d'un cor che tenero
Ti
comprimesse al seno,
Chiudesti
la tua povera
Vita,
anelando al ciel.
Eppur ti cerco o magica,
Opra
di Dio primiera,
A
cui già scioglie l'anima
Fidente
una preghiera,
Che
senza te l'esistere
Insopportabil
m'è.
La sensazione mistica
Del
più fervente amore,
Le
vibrazioni energiche
D'entusiastato
core,
Prova
mi son che immagine
Vana
non sei per me.
Nel sol che investe fulgido
Tutto
1'inter creato,
Veggo
il sorriso e l'anima
Di
quell'oggetto amato,
Che
senza ancor comprendere
Bramo
sol mia mercè.
Quando nel cielo scorrere
La
bianca nuvoletta,
Veggo
solinga e rapida,
Che
dentro lei rifletta
I
bei color dell'iride
Onde
l'abbella il sol,
Vi raffiguro immagine
Di
lei da cui traspara,
Il
sentimento nobile
Onde
sì bella e cara
Al
mio pensiero pingesi,
E
il canto d'usignuol,
Nell'aer che sfiorandomi
Colla
serale brezza,
Un'armonia
profetica
Mi
parla ed accarezza,
L'udito,
a cui fa giungere
Note
di pio dolor.
La voce tua che simile
A
quella mi gorgheggia
Ebbro
d'amore un cantico
Che
l'anima serpeggia
E
mi predice tenera
Una
speranza ancor.
Dalla
Giudecca, Aprile 1862.