LAMENTO
O figlia della notte
Bell'astro
peregrino
Che
sorgi colla sera
Svanendo
col mattino,
Che sosti a me dinnante
Pietosa
apportatrice
D'un
tenero saluto
Che
mandi all'infelice,
Nel rapido cammino
Ti
segua il mio pensiero,
Teco
trasporta il vale
Del
gramo prigioniero,
Arreca deh! la calma
A
questo cor traviato,
Dolce
memoria scendere
Fantasima
ideato,
Ti piaccia al tuo ritorno
Innanzi
al mio cancel,
Un'aura
di speranza
Lasciarvi
non crudel.
Salve o diletta!... Visita...
Per
me, le mie pendici,
Rammentami
i colloquii
De'
sospirati amici...
L'ore fuggite in vergini
Pii
vaneggiamenti,
Ed
il sospiro trepido
Dei
dolci rapimenti,
Quando sognava l'estasi
Fidente
nell'amor,
Quando
del primo palpito
Mi
palpitava il cor!...
Quando il materno bacio,
Tranquillo
mi destava,
Ed
un sorriso affabile
Sovra
il mio labbro errava.
Ti specchia nelle mobili
Onde
del patrio lago
Ove
leggiadra tremola
La
tua fedele immago.
Saluta tu la nugola
Che
in meste fantasie
I'
riguardava estatico
E
nobili bugie
M'eran parlate all'anima
Quando
impaziente e altero,
Seguiva
col pensiero
Gl'impeti
del mio cor.
Addio... Deh!... scendi tacita
Vision
sul mio guanciale
E
d'una speme allegrisi
Questo
mio duol letale.
Raccogli tu la lagrima
Che
dal mio ciglio elice,
E
agli empj maledice
Che
imposero il dolor.
Dalla
Giudecca, Ottobre 1861